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Autore: controcorrente    15/12/2014    2 recensioni
Noblesse oblige."La nobiltà comporta obblighi". L'obbligo della nobiltà, un privilegio ed un insieme di doveri a cui occorre piegarsi. Una carrellata di personaggi, sul modello di Maternalia. Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco un nuovo capitolo della vicenda.

 

10. SUPPLIZIO

 

Lei era lì, tra le sue braccia.

Il suo corpo morbido contro il suo, così tenero e arrendevole. In quella stanza, nella penombra dell'alcova. -Vorrei che questo momento non finisse mai, Hans.-disse, la voce ancora roca per l'amplesso consumato. Vide i capelli d'oro sparsi sulle lenzuola bianche della camera di quel casino da caccia, avvolto nella nebbia durante la notte.

-Anche io lo vorrei-ammise, tenendola stretta.

Una frase breve, dolorosa nella sua sincerità.

-Vorrei non essere quella che sono e che voi non siate ciò che siete-disse lei, scrutandolo con quegli occhi di cielo.

Hans distolse lo sguardo, stringendola con forza e sentendola fremere nella sua stretta. Non aveva la forza di parlare. Il giorno sembrava fare ritorno, di nuovo...e presto quell'abbraccio avrebbe lasciato il posto ad una separazione. Un continuo lasciarsi e prendersi, senza possibilità di riposo. Avanti e indietro, avanti e indietro, come il moto del mare.

Non c'era modo di poter fuggire.

Quel casino di caccia appartato, lontano da occhi indiscreti, era tutto quello che aveva...anzi no. Non gli apparteneva, come non gli apparteneva quel Paese, come non gli apparteneva quell'angelo che dormiva tra le sue braccia. Hans sentiva le sue stille salate attaccarsi alla pelle, lasciando quella stonatura di fondo che, per tutta la notte, aveva cercato di allontanare da sé.

Nulla di quello che aveva condiviso gli apparteneva.

Soprattutto quell'angelo piangente, troppo in alto per uno straniero come lui.

Hans osservò mesto quei crini d'oro tra le mani, consapevole dell'inevitabile distacco.

Il loro cuore andava in una direzione opposta agli obblighi che entrambi avevano. Lui era un conte, mentre lei era una sovrana. Non avrebbero mai dovuto incontrarsi, non avrebbero mai dovuto permettere alle loro anime di specchiarsi nella reciproca solitudine. C'erano dei doveri che entrambi dovevano rendere al loro mondo, opposti ai loro sentimenti.

Ma, in fondo, questo amore va contro tutti i limiti imposti. Non posso fare altro che piegarmi. -Anche io lo vorrei, Maria Antonietta-esalò, cercando di vivere con serenità quei precari istanti di libertà improvvisa...e, per l'ennesima volta, la consapevolezza di quanto fosse impossibile per lui vivere il suo amore senza che fosse macchiato dai gretti meccanismi del suo ceto, gli apparve un peso insopportabile.

Quell'obbligo non li rendeva liberi, tanto da spingere entrambi ad aggirarlo ad ogni passo...e si sarebbero perennemente cercati di conseguenza, in un eterno e delizioso supplizio.

 

Capitolo che ho aggiunto, di nuovo su Fersen.

Mi è simpatico il conte, ve lo dico subito e spero che anche questa shot vi piaccia...la collocherei prima della partenza per le Americhe dello svedese.

 

   
 
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