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Autore: Sylvia Naberrie    16/12/2014    5 recensioni
Soraya Keto, ex Padawan del maestro Sifo-Dyas, è tornata al Tempio Jedi, stavolta da Cavaliere.
È venuta ad assistere alle Prove degli Iniziati e solo uno di loro sarà il suo futuro allievo.
Ma non tutto sarà rose e fiori. Il Consiglio manderà Soraya ad indagare nel sistema Hutt sulla scomparsa di una famiglia di mercanti, in una disperata caccia al tesoro in pianeti dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Riusciranno Soraya e la sua Padawan a portare a termine la missione?
Genere: Angst, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams and Revenge'
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CAPITOLO 9
"DIVISO"


L'interno della nave era completamente distrutto. Gli schermi fumanti, i divanetti squarciati, gli oggetti gettati a terra, la mercanzia rovinata. Ovunque vi era segno di lotta, ma nessuna traccia dell'uomo e dei bambini.
Soraya si avvicinò ad una macchia a terra e la toccò con un dito.
"Sangue"
Yiram nascose la bocca tra le mani, incredula ed orripilata di fronte quello spaventoso spettacolo.
"Maestra, sembrerebbe un attacco dei pirati...", affermò Nihall osservando i disastri riportati nella nave.
"Hai detto bene, Padawan. Sembrerebbe", rispose la maestra Jedi.
"Non...non sono stati i pirati?", chiese Yiram, già con le lacrime agli occhi.
"Ne sono certa"
"Maestra, cosa ve lo fa pensare?", chiese incuriosita Nihall.
"Innanzitutto mi sembra strano che ci sia tutta questa confusione per un solo uomo. Suo marito aveva un blaster con sé, no?", chiese Soraya a Yiram, che annuì.
"Ne aveva due, anche Exun sa sparare", riferì timidamente.
"Bene, facciamo due uomini. I pirati sono feccia, sono tanti criminali che si alleano per depredare le navi e acquisire le ricchezze contenutevi. Solitamente vanno a gruppi di cinque o più. Perciò, come minimo, la lotta sarà stata con cinque contro due. A meno che suo marito e suo figlio non avessero avuto doti eccezionali con le pistole, dubito siano riusciti a tener testa a cinque criminali spietati e ben addestrati. Secondo... sembra strano che non abbiano rubato la merce. È piuttosto preziosa, si vede. Strano che l'abbiano lasciata qui e l'abbiano addirittura rovinata. E poi... la Forza mi dice che c'è qualcosa sotto...", meditò Soraya chiudendo gli occhi.
"Perciò maestra, voi credete che tutto questo sia una messinscena?", chiese Nihall. Soraya si riscosse.
"Sì, Padawan. Credo che qualcuno stia facendo in modo di farci credere che siano stati rapiti dai pirati. In un modo pure molto maldestro, oserei dire"
"Ma... allora dove sono?", domandò Yiram guardandosi intorno confusa.
"Questo è da scoprire. Sa usare questa nave?", le domandò Soraya dirigendosi verso la cabina di pilotaggio.
"Io...sì"
"Bene. Ho bisogno di sapere i dati di navigazione di questo cargo. Vediamo qual è stata la sua ultima tappa", disse Soraya. Yiram digitò dei codici e un ologramma piuttosto disturbato apparve nel proiettore, rimasto miracolosamente quasi intatto.
Mostrava tutti i pianeti che aveva raggiunto quella nave. L'ultimo che aveva visitato era proprio Ganath, il pianeta che stavano per raggiungere.
"Bene, non ci resta che andare lì", affermò la maestra Jedi. Indossarono di nuovo le tute per risalire sulla loro nave. Yiram guardò per l'ultima volta il piccolo cargo che era stato di suo marito. Poi si girò e salì a bordo della Fregata.

Una spia lampeggiò nella cabina di pilotaggio.
"Maestra! Ci stiamo avvicinando", chiamò Nihall. Soraya le si avvicinò e prese il comando della nave, disattivando il pilota automatico.
Il profilo di un pianeta si stagliò loro davanti, avvolto da una nebulosa. A quella vista, Soraya avvertì un forte tremito nella Forza.
"Nihall, gli scudi deflettori, presto! Impostali al massimo", ordinò con una nota di urgenza. Nihall guardò la sua maestra stranita, ma subito attivò gli scudi.
E infatti, non appena entrarono nella nebulosa, un forte allarme eccheggiò nella nave che fu scossa da forti turbolenze. Riuscivano addirittura a vedere gli scudi deflettori, solitamente invisibili, a causa dell'ingente quantità di gas radioattivo presente in quella nube, che li stava attaccando.
"Tenetevi", ordinò loro Soraya con un fil di voce, a causa dell'enorme sforzo per controllare la nave.
"Nihall, vedi se riesci a trovare un porto, dove posso atterrare", chiese Soraya a denti stretti. Il pianeta infatti stava andandosi a delineare, ma non era presente alcuno spazio-porto (e ne avevano ben donde), perciò bisognava atterrare per forza sul pianeta.
Nihall con lo sguardo sondava la superficie del pianeta, invano.
"Là!", gridò Yiram indicando una piccola piattaforma, immersa nel verde.
"Ce la faremo bastare", affermò la maestra Jedi, ora poco più rilassata, essendo quasi entrata nell'atmosfera del pianeta. Con una veloce manovra, atterrò sulla piattaforma di duracciaio. Soraya e Nihall indossarono i loro abituali mantelli, pronte a scendere, mentre Yiram andò a prendere la piccola Akij, stringendola a sè.
Dopo essere scese dalla nave, si avvicinò loro un Ganothoriano.
Essi erano delle specie senzienti, dall'aspetto umanoide, con grandi capacità tecnologiche, nonostante fossero piuttosto regrediti. La loro forma di governo era una monarchia democratica ed erano un popolo pacifico e tranquillo, a dispetto del sistema dove si trovavano.
Tutti i Ganathoriani avevano la pelle molto chiara, quasi pallida, ed erano completamente glabri. Sulla testa portavano delle specie di caschi che partivano dalla fronte fino al mento e ricoprivano tutta la testa.
"Buongiorno!", le salutò il Ganathoriano facendo loro un piccolo inchino.
"Buongiorno a voi. Chiedo scusa per l'atterraggio inaspettato, ma non conoscevo la natura di quella nube", si scusò Soraya.
"No, no, non si preoccupi. Siamo abituati a visite inaspettate. La nube impedisce alle radio di funzionare, perciò non sappiamo mai chi viene", spiegò quello.
"Ah...", fu l'unico commento di Soraya. "Senta, sa dirmi se, per caso, è atterrato qualche giorno fa un piccolo cargo con un uomo e tre bambini?"
"Mmmh... Che io ricordi no, ma ci sono molte piattaforme sparse per Ganath. Magari è atterrato in una di quelle"
"Grazie. Avete dei mezzi di trasporto affittabili?".
Il Ganathoriano mostrò loro uno sprinter e indicò la via più veloce per la piattaforma più vicina.
Le due Jedi, Yiram e Akij salirono sulla macchina e, man mano che raggiungevano le varie piattaforme, chiedevano se fosse atterrato un cargo, ma nessuno l'aveva visto. Ogni volta che passavano da una piattaforma ad un'altra, il loro morale di abbassava sempre si più. Ma, alla diciassettesima piattaforma, un Ganathoriano rispose diversamente.
"Sì, li ho visti atterrare proprio qui", rispose.
"Davvero? E... ed erano tutti?", chiese speranzosa Yiram. Il Ganathoriano annuì.
"Erano soli?", chiese sospettosa la maestra Jedi.
"Io credo di sì, ma non ne sono sicuro".
Qualcosa, o meglio qualcuno, intanto aveva attirato l'attenzione di Nihall. Un Ganathoriano, piuttosto anziano, li stava osservando con attenzione. Dopo un po', Nihall lo vide entrare in un hangar, non prima di averla guardata negli occhi. La piccola Padawan lo prese come un invito a seguirlo. Cautamente si allontanò dalle due donne e raggiunse l'alieno.
"Salve", la salutò l'anziano.
"Salve. Perché mi ha portato qui?"
"Io so chi state cercando. Quell'uomo è venuto un paio di giorni fa, con tre bambini. Sì, all'inizio c'erano solo loro, ma poi li ho visti andare con degli altri uomini. Non sembravano tanto amici. Hanno diviso i bambini. Uno di loro si trova qui. Poi sono partiti, quei tre tipi con l'uomo e gli altri due bambini", raccontò il ganathoriano.
"Perché non ha avvertito qualcuno? Perché non ha avvertito di questo rapimento il Tempio Jedi?", chiese arrabbiata la zabrak. L'anziano la guardò impaurito.
"I ganathoriani sono un popolo neutrale e pacifico. Non vogliamo creare tensioni dentro il nostro sistema sociale e politico. Per questo non siete stati avvertiti", tentò di spiegarle.
"Questo è l'atteggiamento dei deboli e dei vigliacchi che non vogliono sporcarsi le mani", l'accusò Nihall.
"Padawan!"
Nihall si girò, impaurita.
"Che succede qui?", chiese Soraya entrando nell'hangar.
"Costui sostiene di aver visto il signor Fong con dei uomini, e che questi l'abbiano separato da uno dei bambini che in questo momento si trova qui, su Ganath", riferì loro Nihall. Sia Soraya che Yiram si girarono a guardare il ganathoriano.
"È vero?", chiese la maestra Jedi. L'anziano annuì.
"Come vi chiamate?"
"Norvu, signora"
"Bene Norvu, sapresti dirci dove hanno portato il bambino?"
"Io...", esitò Norvu, "vi ci posso portare, se lo desiderate"
"Sì, lo desideriamo", rispose la maestra Jedi. Salirono tutti sullo sprinter e, sotto le indicazioni dell'anziano, si inoltrarono per Ganath.

Soraya rallentò lo sprinter nei pressi di un grande edificio antico. Era circondato da un imponente cancello, la cui vista era oscurata da una rete. In alcuni punti la rete mancava e poterono vedere che oltre il cancello si trovava un grande cortile, in quel momento vuoto.
"Ecco, è qui che l'hanno portato", le informò Norvu.
"Cosa c'è all'interno?", chiese Yiram.
"Ci sono tanti altri bambini. Li portano qui, tutti quanti, li tengono per qualche giorno, e poi li portano via, prima su dei camion e poi in delle navi che lasciano il pianeta", riferì Norvu.
"Dove li portano?", chiese dura Soraya.
"In vari pianeti. Credo li vendano come...ehm...schiavi", disse imbarazzato l'anziano. Yiram si tappò la bocca, scioccata.
"Perché non ci è arrivata notizia di questo traffico illegale?", chiese furiosa la Jedi. Norvu tremò.
"Io...non lo so. Non so perché il governo ha permesso tutto questo, so solo che noi ganathoriani cerchiamo sempre di mantenere lo status quo per evitare disordini, rivolte o addirittura guerre! Siamo un popolo pacifico, noi", tentò di giustificarsi. Soraya cercò di calmarsi.
"Sappiate che quest'azione non rimarrà impunita. Il Consiglio Jedi verrà informato di ciò e verranno attuati dei provvedimenti. Le consiglio di farsi ricevere dal suo sovrano e tentare di porre fine a questo abominio, altrimenti ci penseranno i Jedi. E le assicuro che quando i Jedi verranno a conoscenza di questo accaduto, non saranno tanto clementi", lo informò dura Soraya. Norvu tremò impaurito.
"Cercherò di farmi ricevere il più presto possibile", disse loro, poi fece un inchino e scappò via.
"Maestra, i Jedi non sono così spietati. È vietato nel Codice farsi prendere dalla passione", constatò Nihall confusa. Soraya sorrise e accarezzò i capelli della sua Padawan, facendo attenzione ai suoi corni.
"Lo so bene, Padawan. Dovevo pur spaventarlo in qualche modo, no? Il Consiglio ci metterà giorni a decidere tutto e a mandare dei Jedi, se solo il re riuscisse a far qualcosa prima sarebbe meglio per noi e per quegli innocenti".
Nihall annuì.
"Cosa facciamo ora? Mio figlio è lì dentro..."
"Dobbiamo trovare un modo per entrare. Per liberare tutti quei bambini. Dobbiamo studiare le loro mosse, per trovare il momento giusto per agire", meditò decisa Soraya.
Ma la maestra Jedi non poteva sapere che la sua Padawan aveva già un piano.











Note dell'autrice

Salve a tutti! :D
Sì, sono un po' in ritardo... la fine del trimestre mi ha trattenuto dall'aggiornare la storia e sono anche stata impegnata con altre fanfiction.
A tal proposito, dato non credo sia vietato su EFP farsi pubblicità da soli (sì, sono monella e cattiva xD), se vi va potete passare per la nuova OS che ho pubblicato ieri :) una storia che pochi conoscono su Padmè ;) si intitola "Non perdere mai la speranza - Il sole nero".
Bene :) ora da qui in poi la piccola Nihall si farà molto più monella xD
Ne vedrete delle belle :P
Come sempre ringrazio la mia sorellina Dragasi, famousdrago sempre puntuale nelle sue recensioni, erik3090 nuovo arrivato e Aven90 che risulta disperso XD scherzo, ti aspetto :)
Come sempre, se volete farmi qualche domandina, eccovi il mio Profilo ask.
Un bacio, a presto, e che la Forza sia con voi!
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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