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Autore: Dicembre    09/11/2008    8 recensioni
Nyven è uno schiavo, nato in catene non ha mai vissuto una vita diversa, per lui un padrone vale l'altro. Quando viene venduto al Crocevia, non può immaginare chi sia il suo nuovo padrone, nè chi viva alla sua corte. Si accorge però subito che il luogo dov'è stato portato è completamente diverso da tutto ciò che ha visto e da tutto ciò che ha vissuto. Irìyas l'ha acquistato per i suoi capelli, cremisi ed indomabili, che hanno una proprietà indispensabile di cui neanche un mago della sua potenza può fare a meno. Specialmente quando il mago si ritrova ad affrontare il Fuoco Eterno, scagliatogli contro da un suo vecchio amico e si ritrova legato ad una promessa fatta ad un drago per cui farebbe di tutto. Nyven è intrappolato in quest'intreccio di tradimento e di fedeltà e ne rimane inevitabilmente affascinato. Ma c’è un fondo cremisi, un’anima dedita al fuoco nel ragazzo, che nessuno sa spiegare , ma che tutti temono. E’ innata, sconosciuta ed indomabile.
Il mago però non può lasciarlo libero, e Nyven non conosce cosa giace nel suo animo. La matassa è stata srotolata troppo tempo prima perché ora si possa tornare indietro. Il Re, il cavaliere e amico del mago, il traditore… Tutti vogliono qualcosa, mentre il Regno rischia di ardere in eterno.
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Computer nuovo, programma nuovo, capitolo nuovo. Procediamo con ordine.

Computer nuovo, senza alcun programma utile, che devo ancora sistemare, ma finalmente "fichissimo", quindi che funziona. Zero programmi, ci dovrò lavorare a lungo...

Programma nuovo di html. Aealith non smetterò mai di ringraziarti. Non lo capisco ancora bene. Ma sembra un programmino davvero semplice per gente incapace tipo me. Indi, penso che lo si domi nel giro di poco (le ultime parole famose XD)

Capitolo nuovo, finalmente un lieve accenno di shounen ai, per chi si chiedesse se me lo fossi dimenticata. Il prossimo capitolo avrà una buona dose di spiegazioni e, alla fine, direi che d'ora in avanti, non si "accumuleranno" più nuovi misteri, ma si verranno a risolvere i vecchi. E sì, avete ragione, lo shounen ai un po' è carente, ma questa è una storia fantasy, prima che sentimentale. Ma fidatevi, ce n'è una buona dose ^_^ Un bacione a tutti

Capitolo Ventisette

 

 

La stanza era buia, solo un raggio di luce penetrava attraverso le imposte e giocava fra i capelli di Irìyas, capelli cobalto. Filo dopo filo, li accarezzava per poi perdersi e scomparire. Il mago dormiva.  S’era concesso un attimo di riposo, prima di tornare a Tangòrn e riprendere ciò che aveva bruscamente lasciato a metà, quando la Bianca gli aveva portato via Nyven. Un’ora di sonno solamente, dopo giorni che non se lo concedeva.

Nyven non riusciva a prendere sonno, invece. Non voleva e non poteva dormire. Temeva che appena avesse chiuso gli occhi i fantasmi del suo passato avrebbero preso il sopravvento.

Il ragazzo guardava quel sottile raggio sfiorare il mago senza recargli alcun disturbo, scrutava ogni sfaccettatura della sua luce su di lui.

Sospirò. Si sarebbe svegliato a breve. C’era qualcosa in quel sottile gioco di luce che metteva in allarme Nyven, ma era una preoccupazione a cui Nyven non voleva badare. Stava prendendo forma nella sua testa un luogo di terrore in cui lui era vissuto e in cui spesso, l’unica notizia dall’esterno era portata da un sottile raggio di luce che penetrava dal muro…

Si passò la mano sulla faccia, nel tentativo di distrarsi. Ma era impossibile: stava tutto inevitabilmente tornando in superficie.

Riposò gli occhi su Irìyas: era bello, stanco sul letto con quel tuo viso finalmente rilassato, senza né ombre né maschere, sereno. Da sveglio Irìyas indossava un abito che inevitabilmente lo oscurava e gli corrugava l’espressione in un misto di preoccupazione e malinconia. Lì sdraiato, Irìyas sembrava in pace.

Nyven per un istante s’illuse che questo significasse che il mago non lo temesse e che quindi non l’avrebbe mai allontanato da sé. In quella stanza buia, all’estremo nord del Regno, Nyven s’ingannava che questo significasse che prima o poi il mago gli avrebbe permesso di stargli vicino o anche semplicemente guardarlo nelle notti senza Lune.

Ma era un inganno, una sua speranza priva di fondamento: al di fuori di quelle mura, ormai, il Regno come lo si conosceva strava cedendo. Il Sole tramontava sulla Seconda Età e con la sua luce si sarebbe perso anche il mondo per come lo si conosceva.

Di nuovo Nyven cercò di scacciare con un gesto quei mille pensieri che si affollavano nella sua mente.

Perché in fondo al suo cuore lui sapeva che, in un modo o nell’altro, forse nel bene o forse nel male, lui avrebbe avuto un ruolo nel tramonto di questo Sole stanco e del suo tempo.

Ora però lui era lì, con Irìyas che gli aveva chiesto di tornare a casa, con Irìyas che lo voleva con sé. Era sufficiente questo per renderlo felice, incredibilmente felice. Irìyas diceva sempre che lui, la sua storia, voleva scriverla da sé. E non era forse possibile farlo anche per Nyven? Forse questa sua consapevolezza era tardiva, ma non poteva anche lui prendere il proprio destino fra le mani e decidere per se stesso? Non avrebbe mai compromesso il sogno di Irìyas, non si sarebbe mai frapposto fra lui e l’Est. Non era importante quanto, in cuor suo, temesse la sua vera natura. Quanto quella voce che gli continuava a dire che il punto di rottura sarebbe arrivato diventava assordante. Irìyas era - oramai – troppo importante perché il passato potesse intralciare il futuro.

 

Il raggio di luce perseverava ed illuminava i capelli del mago, che teneva gli occhi chiusi e respirava regolarmente. La semioscurità che veniva a generarsi sembrava quasi densa, sembrava quasi gravare sui sensi di Nyven. S’insinuava sottopelle, questa malinconia d’ombra che imperava sulla stanza. Nyven si avvicinò ad Irìyas, sapendo di non potere assolutamente sfiorarlo, ma non resistendo alla tentazione di farlo.

E se il mago si fosse svegliato? Il ragazzo cercò di stare attento, lo toccò delicatamente prima sulle guance, poi i capelli e di nuovo il viso. Disegnò con le dita gli zigomi del mago e arrivato alle labbra si fermò. Non osò toccarle. Possibile che il mago non si fosse svegliato?

Era risaputo che i maghi avessero il sonno così leggero che il cadere di una piuma li avrebbe svegliati. Forse era troppo stanco.

“Che cosa fai?”

I pensieri di Nyven furono subito smentiti. Si ritrovò nell’imbarazzo di non sapere cosa dire.

Ma Irìyas non aspettò una risposta che non poteva esserci, si alzò dal letto: “Dobbiamo andare” disse, ma continuò a guardare Nyven che non si era mosso. Gli prese i capelli fra le dita, ormai rossi e lunghissimi “Dovremo tagliarli…” la voce, alle orecchie di Nyven arrivò ovattata.

“Sono rossi” disse il ragazzo, in un moto di ovvietà, ma nella speranza che il suo gesto, l’aver accarezzato il suo padrone, potesse essere accantonato.

“Tutto ciò che ti appartiene, ormai, è rosso. C’è persino un riflesso rosso che a volte mi sembra di intravedere nel tuo iride, ma non capisco se è fuoco oppure sangue che è stato versato…”

“Da me?”

Irìyas aspettò un attimo prima di rispondere: “Sì, versato da te”

Nyven sussultò, sapeva già la risposta.

Si guardò le mani, che erano quelle di un ragazzo troppo dedito al lavoro, ma nulla di più. Non conosceva magie, né era uno stratega: “Io non avrei saputo come versare sangue…”

Ma sapevano entrambi che ciò che Nyven ricordava era solo una minima parte di quello che in effetti era stato.

 

Le tende vennero scosse da un alito d’aria e il raggio di luce che aveva fino a quel momento illuminato da solo la stanza tremò, scomparve e poi riapparve, prima timido, poi più intenso. Per un istante la stanza fu immersa nel buio.

Il buio fu irresistibile. Irìyas baciò le palpebre di Nyven, chiudendole e permettendosi di indugiare prima sull’una e poi sull’altra. Baciò le guance, e la linea del mento. La pelle del ragazzo era calda, lui era immobile.

“Devi nascondere la tua Maledizione al mondo” gli baciò l’orecchio in cui aveva appena bisbigliato. Nyven non capì una parola. Irìyas passò una mano sulla nuca del ragazzo, sulla schiena, sul braccio, fino a prendergli la mano.

Se la portò alla bocca. Il tatuaggio che gli aveva coperto la pelle era scomparso: ”E’ solo nascosto” precisò il mago “Agli occhi di chi non può vederlo”

Nyven non si mosse, anche quando il mago si allontanò da lui, scostando le tende dalla finestra.

“E’ tempo di andare, Adiisia ormai dev’essere lasciata alle spalle”

Irìyas uscì dalla stanza e Nyven udì i suoi passi scendere le scale. Eppure lui non si mosse. Si rese conto di non riuscire a muoversi.

Perché non l’aveva baciato?

Avrebbe dovuto fare un semplice gesto. Eppure non aveva fatto niente. Ormai era chiaro persino a se stesso, voleva Irìyas per sé.

Una voce nella sua mente gli suggerì di non osare troppo. Un’altra gli intimò di prendersi ciò che voleva.

 

Irìyas trovò Sideas alla finestra del salone principale. Del ragazzo dai capelli blu non c’era più traccia.

“Dobbiamo andare via di qui” gli disse il cavaliere senza voltarsi.

Irìyas guardò nella direzione verso cui guardava Sideas. Vide alcuni Koob lì di fronte alla locanda.

“Vogliono cacciare Nyven”

Sideas aggrottò le sopracciglia.
”A dopo le spiegazioni. E’ meglio uscire dal retro, non mi va di affrontare un nugolo di ometti pelosi ed impazziti”

Sideas sorrise.

“Vogliono Nyven” spiegò Irìyas “Meglio andare via”

Irìyas corse su per le scale, per far scendere Nyven. Sideas lasciò all’oste due Auri per il suo silenzio.

Un koob entrò nella locanda.

“Dov’è il ragazzo” chiese con tono minaccioso, ma si zittì quando davanti a lui vide Sideas.

“Non so di chi tu stia parlando, ma lasciami passare”

Il Koob arretrò, rimanendo sull’uscio della porta. Riprese coraggio: “Lo abbiamo visto tutti e sappiamo che è qui…”

Intervenne l’oste: “Signori, posso offrirvi qualcosa?”

“Oste, tu non sai a chi stai dando alloggio. E’ pericoloso”

“Pericoloso o no” obiettò Sideas “nessuno mi sembra pericoloso come te, che entri qui gridando e brandendo un bastone”

Il Koob guardò il cavaliere e vide la Spada dei Principi sulle sue spalle. Digrignò i denti.

“Siete tutti uguali, voi della capitale, spocchiosi e fastidiosi. Ma la nostra città deve liberarsi della feccia”
Sideas permise a quelle parole di irritarlo, ma non reagì. Si voltò verso l’oste: “E’ meglio che me ne vada. E’ inutile perdere tempo qui, quando le nostre faccende ci attendono altrove”

L’oste annuì, sollevato che quegli ospiti che si erano rivelati estremamente scomodi, se ne andassero.

Il Koob fermò il passo di Sideas: “Tu lo sai che ciò che rappresenti non ci piace?”

“Sei troppo esplicito, Koob. Dovresti essere più saggio e tenere le tue esternazioni per te”

“Questo Re cadrà”

Sideas estrasse la spada, troppo velocemente perché il Koob la vedesse. Il taglio sulla cute dell’uomo peloso fu superficiale, ma ugualmente doloroso.

“Sta attento” minacciò il cavaliere “Le guerre si iniziano così”

Se ne andò, sapendo che Irìyas e Nyven lo aspettavano. Non avrebbe voluto estrarre la spada, ma doveva far tacere quel koob molesto e doveva mantenere il suo ruolo ad Adiisia, così come altrove. Il Re regnava ancora e lui ne era il suo capitano.

 

Raggiunse gli altri e guardò il ragazzo, come se lo vedesse per la prima volta. La Lavica sull’elsa della sua spada brillò di una luce cupa e brillante. Sideas rimase impietrito.

“Lo vedi anche tu” la frase di Irìyas fu più una constatazione che una domanda. Sideas vedeva la maledizione, per quanto il tatuaggio fosse invisibile agli occhi, i sensi del cavaliere erano troppo sviluppati per non accorgersene.

“Ti hanno maledetto lontano da qui… Chi è stato?”

Nyven scosse la testa, i suoi occhi brillarono, riflettendo la luce della Spada dei Principi.

“Non so se temere più te oppure Hago che sarà qui fra poco”

Irìyas guardò l’amico: “Non indugiamo oltre”

***


Persefone Fuxia: Grassie mille *_* Gli intrighi politici, io li adoro, e sebbene non abbiano un'importanza fondamentale in Cremisi, ce l'avranno nel seguito (ahah sì, ovviamente Cremisi avrà un seguito. Ma sarà una storia "a parte". Semplicemente l'ambientazione sarà la stessa e temporalmente sarà subito dopo). Mi diverte fare e disfare trame losche XD Dammi della matta '^_^

AliDiPiume: ma no... ma... /Dic inizia a scappare. Non mi volere male °_° Per la mia salvezza, ho postato questo capitolo abbastanza in fretta, no? Per quanto riguarda l'editor, ti ringrazio tantissimo per la proposta, ma ho scaricato questo che mi hanno consigliato e mi trovo bene. Così posso editare il capitolo esattamente come vorrei ^_^ /Dic scappa dalla "quartatrice" XDD

Aealith: Grazie, salvatrice! Come ho già detto, ecco il tuo consiglio all'opera. Il programma sembra semplice da usare, perciò a prova di Dicembre XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Baci baci

Yukochan: L'ordine temporale, onestamente, non mi convince molto. Probabilmente, nella versione riveduta, lo cambierò un po', ma mi sembrava un dettaglio di poco conto, perciò per ora, l'ho lasciato com'era nell'originale. Nella realtà, anch'io vedo lo scorrere del tempo nel Regno in modo diverso rispetto a quello che ho riportato.  
Il capitolo 30 è già stato scritto, e farà festa grande sicuramente *_* Tu porta le pizze, io (come al solito) procuro l'alcol XD

DJKIKA: Computer nuovo. L'altro mi dava troppi problemi, finchè un giorno non si è più riacceso ._. Avendo i capitoli già pronti, proverò a postarli rapidamente. Cremisi è lunga, ho paura che poi "si perda il ritmo", se ci metto troppo ad aggiornare...

BiGi: Capitolo corto, hai ragione. Mi sono fatta perdonare con un aggiornamento abbastanza rapido? baci ^_^/
  
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