LA SEDUZIONE E’ UN’ARTE
GIORNO
4
Il
mio fuoco brucerà in eterno solo per te, Lucy.
….solo
per te, Lucy.
…Lucy.
“Lucy!”
La
maga
sussultò, sbattendo ripetutamente le palpebre tentando di
tornare alla realtà.
Levy,
seduta all’altro lato del tavolo, la fissava preoccupata, un
tomo
apparentemente antico aperto davanti a lei.
“Va
tutto
bene?” le domandò la scripter corrugando la fronte.
“Ah
si
certo, certo…” Lucy fece una pausa per rimettere
in ordine i pensieri. “Stavamo
dicendo che…ahm…mi stavi
spiegando…” si portò una mano alla
fronte per cercare
di ricordare, invano, di cosa l’amica le stesse parlando.
Levy
chiuse
il libro con un tonfo sordo, sospirando. “Non importa, ne
riparleremo un’altra
volta.”
“Mi
dispiace, Levy-chan.” Lucy tentò di scusarsi con
un sorriso colpevole.
L’altra
la
guardò severamente per qualche istante, poi si sciolse in un
dolce sorriso.
“Cosa ti succede Lu-chan? In questi giorni mi sembri strana,
vuoi parlarne?”
Sapeva
che
prima o poi se ne sarebbe accorta, dopotutto Levy era
un’ottima osservatrice.
In
fin dei conti è la mia migliore amica, e ho già
raccontato questa cosa a persone che…bè non avrei
dovuto e basta. Qua dentro
Levy è sicuramente la persona più affidabile e
obiettiva.
Dopo
un
leggero momento di esitazione, Lucy diede la sua spiegazione,
incoraggiata
dallo sguardo interessato dell’amica.
Alla fine
del resoconto della maga degli spiriti stellari, in cui raccontava che
aveva
passato i precedenti tre giorni nel tentare di strappare un bacio al
Dragon
Slayer del fuoco, Levy rimase a fissare stupita la bionda, un mezzo
sorriso di
meraviglia sul suo volto.
“Cosa?!
Hai
scommesso un bacio con Natsu?!”
“Abbassa
la
voce!” la rimproverò immediatamente
l’altra tentando di tapparle maldestramente
la bocca. “Da quando in qua urli così tanto,
Levy-chan?”
“Scusa,
scusa! E’ che…non me l’aspettavo,
ecco.” si giustificò l’altra grattandosi
la
guancia sinistra con l’indice, leggermente imbarazzata.
Lucy
si
accasciò sulla panca. “E adesso non ho idea di
cosa fare…insomma, penso
costantemente a quel bacio, capisci?”
Levy
si
limitò a sorriderle cautamente, annuendo lievemente con il
capo.
La
maga
degli spiriti stellari sospirò abbassando lo sguardo,
disegnando con le dita
linee immaginarie sul tavolo. “E poi ieri sera mi ha
detto-” si bloccò,
guardando improvvisamente l’amica.
Il
mio fuoco brucerà in eterno solo per te, Lucy.
“…non
importa.” decise di tenere quella frase solamente per
sé, e ringraziò
mentalmente la scripter per essere così discreta e per non
voler indagare.
Passarono
diversi secondi di totale silenzio.
“Insomma,
tu cosa faresti se fossi al mio posto, Levy-chan?”
Levy
abbassò lo sguardo e, messa in difficoltà da
quella domanda, iniziò a
giocherellare con il segnalibro che sbucava da
un’estremità del vecchio tomo.
“Non
lo so,
è una situazione complicata…credo
che…” deglutì un paio di volte,
agitata.
“…credo che basti
essere sé stesse per
far colpo su un ragazzo, no?”
Per
niente
soddisfatta da quella risposta, Lucy sospirò, quasi
rassegnata. “Sì ma qua non
si tratta di- aspetta.” squadrò Levy con uno
sguardo indagatore. “E’ così che
sei riuscita a conquistare Gajeel?” le domandò poi
con un sorriso tendente al
malizioso.
Il
volto
della scripter si colorò improvvisamente di un rosso acceso.
“N- no, co- cosa
stai dicendo Lu-chan?! Che ti salta in mente?! Tra me e G- Gajeel non
c’è
assolutamente niente!”
Lucy
rise,
sinceramente divertita dalla reazione dell’amica.
“Oh smettila, Levy-chan.
Tutta la gilda sa che tu e Gajeel avete una storia, gli unici che
continuano a
negare siete solo voi due!”
Prima
che
l’altra potesse ribattere, Lisanna si avvicinò a
loro. “Ciao ragazze! Posso
sedermi al vostro tavolo?” domandò con un boccale
tra le mani.
Le
due
assentirono quasi in coro.
“Di
cosa
stavate parlando?” chiese poi la giovane Strauss con un
sorriso.
“Di
come
Levy ha conquistato il cuore d’acciaio di Gaj-”
“Lucy
ha
fatto una scommessa con Natsu!” Levy interruppe la bionda
quasi urlando.
La
maga
degli spiriti stellari fulminò la scripter con lo sguardo,
ma tentò di far
virare la situazione a proprio vantaggio.
“Si,
ho
scommesso con lui che sarei riuscita a sedurlo nel giro di una
settimana.” proclamò
con finta naturalezza.
Lisanna,
tra un colpo di tosse e l’altro, tentò di non
sputare ciò che stava bevendo.
“Cosa?!”
“Bè
si, è
una storia lunga, in realtà non ricordo nemmeno bene da cosa
è partita la
scommessa…” Lucy agitò una mano e
sorrise forzatamente. “Ma vendendo al dunque,
Lisanna, ho sentito che tu sei stata la ragazza di Natsu…non
è che avresti
qualche consiglio da darmi?”
L’altra
si
allontanò involontariamente dalla bionda.
“Ehm…non siamo mai stati davvero
insieme, eravamo due bambini che giocavano a fare la mamma e il
papà, tutto
qui.” E bevve un lungo sorso dal suo boccale.
“Ma
tu non
volevi diventare sua moglie?” proseguì Lucy senza
darsi per vinta.
“Ehi,
e questo
chi te l’ha detto?”
“Voci
che
girano in gilda…”
“Ovviamente
questa storia imbarazzante continua a girare…bè
si è vero, ma ripeto: eravamo
solo dei bambini, non c’è mai stato niente tra di
noi! Mi dispiace, ma non
posso aiutarti.” E così dicendo cercò
di chiudere quella conversazione che la
stava mettendo visibilmente a disagio.
Levy
si
alzò improvvisamente in piedi. “Scusatemi, ho
alcune faccende da sbrigare a
casa, magari ci vediamo più tardi.” Poi si rivolse
solo alla maga degli spiriti
stellari. “Lu-chan, se vuoi oggi ti porto un libro che
potrebbe aiutarti in
questa faccenda.”
L’altra
annuì speranzosa. “Te ne sarei grata!”
“A
dopo
allora!” E si allontanò con il pesante tomo tra le
braccia.
Lucy
la
seguì con lo sguardo, per poi vederla uscire dalla gilda al
fianco di Gajeel.
Ormai
non lo nascondono nemmeno più, cosa le costa
ammettere che stanno insieme? E
sorrise involontariamente per l’amica.
Dopo
qualche istante, Lucy decise di rompere l’innaturale silenzio
che si era creato
tra lei e Lisanna. “Comunque…nella scommessa
c’è di mezzo soltanto un bacio,
niente di più.” Per qualche strano motivo, si
sentiva in dovere di chiarire
quel punto.
La
Strauss
annuì. “Non mi devi delle spiegazioni,
Lucy.”
le sorrise amabilmente, poi si accostò a lei.
“Tanto sappiamo tutti che tra te
e Natsu c’è molto di più di una
semplice amicizia.” le sussurrò.
L’altra
maga si allontanò sconvolta. “Ma cosa dici, tra me
e Natsu non c’è proprio un
bel niente!”
“Siete
solo
voi due che non ve ne siete ancora accorti…”
ribatté Lisanna socchiudendo
furbamente gli occhi e bevendo un piccolo sorso dal boccale.
Questa
conversazione assomiglia terribilmente a
quella che ho appena fatto con Levy-chan… Un
brivido le percorse la schiena, e preferì optare per un
dignitoso
silenzio.
“Avete
messo qualche condizione alla scommessa che avete fatto?” le
domandò
improvvisamente la giovane Strauss con un’espressione
pensierosa.
“No…solo
il
tempo di una settimana.” Lucy rifletté per qualche
momento. “E ovviamente
abbiamo dato per scontato che deve essere lui a baciare me.”
una pausa. “…e che
deve baciarmi sulla bocca, naturalmente.” aggiunse quasi
sussurrando e con le
guance eccessivamente rosse.
L’altra
annuì seria, lo sguardo perso nel vuoto dalla
concentrazione. “Sai Lucy, quando
ero a Edolas, per decidere chi avrebbe dovuto svolgere una certa
missione o un
determinato compito, facevamo una sorta di gioco.”
Una nota quasi malinconica accarezzava la sua voce.
Lucy
la
guardò interessata, quasi stupita del fatto che Lisanna le
stesse parlando del
suo passato.
La
Strauss,
dopo aver tenuto lo sguardo basso e aver osservato con eccessivo
interesse un
punto indefinito del tavolo, alzò gli occhi leggermente
lucidi verso la maga
degli spiriti stellari. “E’ brutto da dire, ma a
volte mi mancano i miei
compagni di Edolas.”
Lucy
ebbe
un tuffo al cuore.
Più
volte
aveva pensato che, per Lisanna, tornare al suo
mondo, non doveva essere stato facile quanto dava a vedere, ma mai
avrebbe
immaginato che essa stessa gliene avrebbe parlato.
Erano
certamente buone compagne di gilda, ma amiche era una parola ancora
troppo
grossa per loro.
Eppure,
in
quel momento, Lucy sentì vacillare quella certezza.
Dopo
quell’affermazione di Lisanna, il silenzio era calato su di
loro come un
pesante velo, che la bionda cercò di scostare tentando di
rassicurare la
compagna.
Od
ormai è un’amica?
“E’
normale
che ti manchino, dopotutto hai passato due anni con loro, è
parecchio tempo.” e
le sorrise sinceramente, senza però riuscire a nascondere
una nota amara nella
voce.
“Avevano
solamente il vostro aspetto, per il resto erano persone completamente
diverse
e-”
Lucy,
sentendo la voce dell’altra rotta dall’imminente
pianto, la bloccò. “Lo so Lisanna,
non devi delle giustificazioni a nessuno. E’ normale sentire
la mancanza delle
persone a cui si è voluto bene.” e la sua mente
corse inevitabilmente a
ripescare un ricordo dei suoi genitori.
La
Strauss
la osservò con una scintilla di comprensione nello sguardo,
e annuì convinta
asciugandosi poi gli occhi con il palmo della mano.
“Scusa
Lucy.” disse semplicemente. “Non doveva essere
così…tragica
questa conversazione.” aggiunse poi sorridendo.
Credo
che quasi tutti abbiamo dato per scontato che
Lisanna sia stata felice di tornare al mondo, alla gilda, agli amici,
alla
famiglia a cui appartiene, ma deve essere stato tutto tranne che facile
abbandonare un altro mondo, un’altra gilda, altri
amici…un’altra famiglia. Anche
se non sembra, deve essere una ragazza davvero forte nello spirito. O
perlomeno
ha dovuto esserlo per forza di cosa, in questi pochi anni.
La più giovane dei fratelli Strauss si schiarì lievemente la voce, poi tornò ad essere la Lisanna che Lucy aveva sempre conosciuto, occhi brillanti e sorriso audace e, come se niente fosse accaduto, continuò a parlare allegramente.
"Prima
che
divagassi, ti stavo dicendo che, a Edolas, facevamo questa specie di
gioco per
decidere chi avrebbe fatto una determinata cosa. Ci mettevamo tutti in
cerchio,
prendevamo lo scettro di Kana- anche se bè, non era mai
troppo
d’accordo…comunque, prendevamo il suo scettro e lo
facevamo roteare al centro
del cerchio che avevamo formato. Una volta che lo scettro si fermava, e
ovviamente
puntava una certa persona, ecco, quella persona avrebbe dovuto svolgere
il
compito che si era deciso in precedenza. Lo chiamavamo il Gioco del
Destino.”
annuì alle sue stesse parole e, per un momento, la sua
somiglianza con Mirajane
sembrò a Lucy ancora più evidente, per quanto
possibile.
Dopo
quel
breve racconto, la maga degli spiriti stellari rimase a fissare Lisanna
con la
bocca socchiusa e un sopracciglio alzato, cercando di comprendere il
motivo per
cui le stesse raccontando del Gioco del Destino ma, soprattutto,
ammirando la
vera forza di spirito che la ragazza aveva appena dimostrato
abbandonando il
passato e tornando al presente in pochissimi istanti.
Dopo
qualche secondo di riflessione, la bionda si arrese.
“Uhm…scusa Lisanna, ma non
riesco a capire come quello che hai appena detto possa
c’entrare
con…ehm…tutto.”
L’altra
rise di gusto. “Ha a che fare con la vostra
scommessa!” diede fine al contenuto
del suo boccale. “Se tu e Natsu non avete messo alcuna
condizione alla vostra
scommessa, potresti vincerla semplicemente giocando.”
*
“Ciao
ragazze! Siete ancora qua!” Levy tornò alla gilda
dopo diverso tempo, sorpresa
di trovare Lucy e Lisanna ancora allo stesso tavolo a parlare tra loro.
“Ecco
il libro Lu-chan.” e allungò un vecchio volume
alla maga.
“Grazie
Levy-chan, ma spero di non doverlo mai leggere…io e Lisanna
stavamo mettendo a
punto un piano che potrebbe portarmi alla vittoria anche
stasera!” Lucy strinse
un pugno, il volto contratto in un’espressione decisa e
fiduciosa.
“Ah,
e di
cosa si tratta?” domandò Levy accomodandosi di
fronte a loro.
“Dobbiamo
ancora mettere a punto diverse cose, ma l’idea sarebbe
questa: prima di tutto
ci servono diversi partecipanti, che poi-”
“Partecipanti?”
la interruppe Levy.
“Si,
è una
specie di gioco.” chiarì rapidamente Lisanna.
Lucy
riprese la sua spiegazione. “Si ecco, e i partecipanti a
questo gioco si dovranno
mettere in cerchio, al centro del quale faremo roteare
qualcosa-”
“Qualcosa
che dobbiamo ancora decidere cosa sarà.”
s’intromise la giovane Strauss.
“Esatto.
Insomma, un partecipante farà roteare questa cosa che poi,
una volta che si
fermerà, punterà un’altra persona.
Questa seconda persona sarà colui o colei
che verrà baciata dalla prima, cioè da
quella cha ha fatto girare l'ogetto.” dopo una brevissima e
confusa illustrazione del piano,
Lucy rimase a fissare la scripter con gli occhi colmi di
speranza e determinazione.
“Ahm…credo…credo
di aver capito in linea di massima cosa intendete fare. Però
ci sono diversi
punti che mi sfuggono.” dichiarò infine Levy.
“Allora, immagino che la persona
che dovrà far roteare l’oggetto sia Natsu, e che
poi questo oggetto dovrà
indicare te, Lu-chan, giusto?”
L’interpellata
annuì convinta con il capo, la fronte contratta dalla
concentrazione.
“Quindi,
stando alla vostra spiegazione, Natsu dovrà baciare Lucy. E
se si rifiuta di
farlo?”
Un
silenzio
raggelante piombò tra le tre compagne di gilda, Lucy e
Lisanna che si
limitavano a fissare la scripter con uno sguardo vitreo.
“Ti
avevo
detto che dovevamo finire di mettere a punto il piano.”
biascicò infine Lucy,
improvvisamente abbattuta dall’appunto estremamente sensato
dell’amica.
Levy
si
portò un indice al mento. “Bè si
potrebbe mettere una punizione o una
penitenza. Se x non bacia y
riceverà uno
schiaffo, ad esempio.”
Lo
sguardo
di Lucy tornò ad illuminarsi. “Levy-chan,
è un’ottima idea!”
“In
realtà c’è un’altra cosa che
non mi torna.” dichiarò l’altra.
“Il
fantomatico oggetto che ancora dovete decidere…insomma,
dovrete in qualche modo
controllarlo. Se ci sono molti partecipanti, la
probabilità che questo oggetto indichi Lucy
è molto bassa. Dovreste
controllare a distanza questo qualcosa,
in modo che ci sia la piena sicurezza che indichi te,
Lu-chan.”
“Stavamo
parlando proprio di questo quando sei arrivata.” disse
Lisanna pensierosa.
“Servirebbe un oggetto non troppo grande e facilmente
controllabile con la
magia.”
“Si,
ma un
altro problema è che i nostri poteri non sembrano nemmeno
tanto utili a questo
genere di cose…” aggiunse Lucy appoggiando i
gomiti sul tavolo e la testa tra
le mani.
Dopo
diversi minuti passati in silenzio a pensare ad una soluzione a quel
dilemma,
Lucy si alzò sbuffando. “Non pensavo fosse
così difficile imbrogliare ad un
gioco.” affermò stiracchiandosi. “Vado a
prendere da bere, volete qualcosa?”
Lisanna
scosse il capo, mentre Levy si alzò improvvisamente in piedi
sbattendo le mani
sul tavolo.
“Ma
certo!
Acqua!”
“Ehm…vuoi…vuoi
dell’acqua Levy-chan?”
“Si!
Cioè
no…insomma, abbiamo solo bisogno di acqua e di una
bottiglia!” disse
ridendo.
“Le-Levy?
Va tutto bene?” le chiese Lisanna preoccupata.
“Si,
ascoltate. L’oggetto che stiamo cercando è
semplicemente una bottiglia di
acqua.”
A
quelle
parole Lucy tornò a sedersi, ascoltando incuriosita
l’amica.
“Al
centro
del cerchio formato dai partecipanti, basta far roteare una bottiglia
con
dentro dell’acqua.” ripeté entusiasmata
la scripter.
“Ok,
ma rimane
comunque il problema di come faremo a controllarla.”
puntualizzò la Strauss
aggrottando le sopracciglia.
“Non
se
abbiamo una maga dell’acqua come complice.”
dichiarò con un mezzo sorriso Levy,
assottigliando lo sguardo.
*
“State
chiedendo a Juvia di controllare, con la sua magia,
dell’acqua all’interno di
una bottiglia?” la maga dell’acqua, in piedi
davanti al tavolo in cui erano
ancora riunite le altre tre compagne di gilda, spostava insospettita lo
sguardo
tra le presenti.
Lucy
si
sentì in dovere di mettere al corrente anche Juvia della sua
situazione.
“Ebbene
si.
Il punto è questo: ho fatto una scommessa con-”
“Gray-sama?!”
“Ehm
no, ho
fatto una scommessa con Natsu, e ho scommesso che sarei riuscita a
baciar-”
“Gray-sama?!”
“No!
Ho
scommesso con Natsu che sarei riuscita a baciare Natsu
stesso!”
“Ah.”
“Il
problema è che non ho idea di come fare, così
avevamo pensato a questo.” Lucy
spiegò le regole base del gioco che lei e altre due ragazze
avevano appena
ideato.
Juvia
stette in silenzio per qualche istante. “Ma se Juvia
controllasse l’acqua
all’interno della bottiglia sarebbe barare, no? Juvia trova
questo metodo per
farsi baciare piuttosto squallido.” E incrociò le
braccia, corrugando poi le
labbra in una smorfia di disappunto.
Dopo
qualche momento di silenzio e di riflessione, Levy parlò.
“Juvia, hai
considerato l’idea che Gray potrebbe baciarti?”
La
maga
dell’acqua si irrigidì improvvisamente poi, con
uno sforzo che parve immane, si
portò una mano alle labbra rosee.
“Juvia…baciata…da Gray-sama?”
sussurrò,
lasciando che il suo sguardo si perdesse a contemplare
un’immagine in
lontananza che sembrava vedere solo lei. “Quando si
gioca?!”
Le
altre
tre soffocarono, con non poca fatica, le loro risate.
“Prima
dobbiamo convincere gli altri a partecipare…”
puntualizzò Levy con un sospiro.
“Juvia
convincerà Gray-sama!” dichiarò quasi
urlando la maga dell’acqua portandosi i
pugni al petto e muovendo convulsamente le spalle.
“E
tu
Levy-chan, potresti convincere Gajeel…” propose
con falsa ingenuità Lucy.
Levy
sussultò
sulla panca. “Co-cosa? E perché? Non credo gli
interessi partecipare ad un
gioco simile.” incrociò le braccia, poi
voltò rapidamente la testa.
Lucy
rise
di gusto. “Oh andiamo Levy-chan, vuoi farmi credere che tu e
Gajeel non vi
siete mai baciati?” poi inarcò le sopracciglia,
scettica.
Lisanna
prese parte alla conversazione. “Lucy! Ti sembra una domanda
da fare?!
Probabilmente Levy e Gajeel fanno ben altro…” e un
sorriso malizioso si dipinse
sul volto della Strauss.
“Smettetela
subito! Come- come- come vi salta in mente di dire certe
cose!” Levy si alzò in
piedi di scatto, la voce più acuta del normale, le gote
eccessivamente rosse,
le mani scosse da un leggero tremolio.
Le
altre
due rimasero a guardarla timorose, domandandosi mentalmente se avevano
oltrepassato
un limite che avrebbe dovuto restare invalicabile.
Dopo
un
lasso di tempo indefinito, scandito solo dalla voce di Juvia che si
ostinava a
ripetere che avrebbe convinto Gray-sama,
la scripter tornò a sedersi, visibilmente più
calma.
Parlò
con
un filo di voce, lo sguardo basso. “E’ davvero
così evidente…la cosa tra me e
Gajeel?” un leggero sorriso affiorò sul suo volto.
A
quella
domanda, Lucy e Lisanna sorrisero a loro volta.
La
maga
degli spiriti stellari stava per rispondere, quando Levy
alzò gli occhi su di
lei. “Se vuole partecipare…lo bacerò
volentieri.” poi si sciolse in un sorriso sincero, di quelli
che venivano dal
cuore.
Le
altre
due ragazze annuirono semplicemente.
“Bene,
e
adesso non ci resta che studiare il piano
d’azione.” proseguì decisa Levy.
“Allora, prima di tutto dobbiamo convincere almeno Natsu,
Gray e Gajeel a
partecipare. Lisanna, visto che tu non ahm come posso
dire…”
“Non
devo
baciare nessuno di loro, non sono innamorata di nessuno di loro e non
ho una
storia con nessuno di loro.” elencò repentinamente
la Strauss contando le tre
situazioni con le dita di una mano.
“Ehm
si,
era…era ciò che volevo dire. Visto che quindi non
hai niente a che fare con
loro, potresti provare a convincerli a partecipare. Se lo facesse
un’altra di
noi potrebbe risultare sospetto.” spiegò la
scripter tremendamente a disagio
per aver indirettamente ammesso la sua storia con il Dragon Slayer del
ferro.
“E se riesci a convincere anche altri sarebbe
perfetto!”
“Contate
pure su di me, farò del mio meglio!” Lisanna
alzò un pugno, estremamente sicura
di sé. “Mi metto subito
all’opera!” così dicendo si
alzò e si allontanò per
reclutare il maggior numero di partecipanti al gioco.
“E’
Juvia
che deve convincere Gray-sama!” la maga dell’acqua
tentò di seguire Lisanna, ma
le altre due maghe riuscirono a fermarla, seppur faticando.
Lucy
tentò
di calmarla. “Juvia fermati, se vuoi un bacio da Gray devi
stare a sentire
Levy, ok?”
A
quelle
parole Juvia si sedette mordendosi le labbra, le sopracciglia contratte
e gli
occhi blu colmi di decisione.
Dopo
un sospiro,
Levy continuò. “Una volta che avremo i
partecipanti, ci metteremo in cerchio e
spiegherò le regole a tutti quanti, poi sarò la
prima a far girare la
bottiglia. Con la tua magia, Juvia, dovrai far fermare la bottiglia dopo qualche giro in modo
che indichi
Gajeel.”
Juvia
annuì
un paio di volte, sempre più attenta.
“Dopo
di me
dovrà essere Gray a far girare la bottiglia, e a quel punto
dovrai farla
fermare in modo che indichi te.” la scripter voltò
gli occhi verso la maga
dell’acqua. “E dopo Gray dovrà essere
Natsu a far girare la bottiglia, e
ovviamente dovrai farle indicare Lucy. Ti è tutto chiaro,
Juvia?”
“Certo,
potete fare affidamento su Juvia!”
“Perfetto.
Siccome quelli che dovranno far girare la bottiglia dopo di me sono
rispettivamente Gray e Natsu, quando ci sediamo dobbiamo stare ben
attente che io
sia accanto a Gray e che esso sia a sua volta vicino a Natsu. In questo
modo
seguiremo anche un giro preciso per coloro che dovranno far girare la
bottiglia.”
Lucy
si
limitava ad ascoltare ammirata il piano dell’amica. Da quando in qua Levy-chan ha queste doti di
stratega?
“E
una
volta che tu, Lucy, avrai avuto il tuo bacio…gli altri
potranno continuare a
giocare senza più trucchi
se
vorranno, mentre tu sarai impegnata nel prenderti gioco di Natsu per
aver perso
la scommessa.” concluse Levy alzando l’indice
destro e facendo l’occhiolino
all’amica.
Lucy
rise
sinceramente a quelle parole. “Ti devo un favore
Levy-chan.” le disse stringendole
le mani. “E poi-”
La
voce di
Lisanna la interruppe. “Ragazze! Sono riuscita a convincere solo
loro…”
Alle
spalle
della giovane Strauss c’era una dozzina di maghi che
attendevano che il gioco
iniziasse.
Lucy
balzò
sulla panca alzando involontariamente le mani. “Co- come hai
fatto a convincere
tutti loro?” riuscì a balbettare esterrefatta.
“Non
lo so,
insomma a quanto pare ci si annoia più del dovuto qua
dentro!” cercò di trovare
una spiegazione Lisanna, stupita tanto quanto le sue compagne per un
consenso
simile. “Però ahm…ecco,
c’è una domanda che mi hanno fatto tutti e a cui
non
sono riuscita a rispondere.”
Le
altre
tre maghe la guardarono, confuse da quell’affermazione.
Infine
Lisanna diede voce alla domanda di tutti i partecipanti.
“Come si chiama questo
gioco?”
Le
quattro
ragazze si scambiarono qualche vaga e veloce occhiata, quasi in
imbarazzo per
aver ideato un gioco, regole e sotterfugi per truccarlo, ma per essersi
dimenticate di dargli un nome.
La
Strauss
ruppe quel breve momento di silenzio. “Il gioco da cui
abbiamo preso
ispirazione si chiama Gioco del Destino ma…uhm, per il
nostro, la parola destino mi
sembra un po’ eccessiva.”
disse ridendo.
Lucy
sospirò. “Ragazze, è un gioco stupido a
cui probabilmente giocheremo solo
questa volta. Non abbiamo bisogno di chissà quale nome. Per
un gioco stupido
basta un nome stupido, no? Che ne dite di Gioco
del…ahm…Gioco…mmh…del…Gioco…Gioco…Gioco
della Bottiglia?” concluse titubante la
maga, meno convinta di quanto volesse sembrare.
Le
altre
maghe la guardarono incredule per diversi secondi, poi fecero spallucce
quasi
simultaneamente, accettando rassegnate quel nome banale.
“Bene,
quindi non
ci resta che cominciare. Mentre voi spiegate le regole a tutti quanti,
vado a prendere una bottiglia d’acqua.”
Proferì Lucy leggermente a disagio.
Voglio
diventare una scrittrice e tutto ciò che mi
viene in mente è Gioco della Bottiglia? Lucy, per tutti gli
spiriti, fai schifo
ad inventare nomi!
Si
avvicinò
al bancone espirando sonoramente. “Mira, avrei bisogno di una
bottiglia d’acqua.”
“Ciao
Lucy-chan! Ho visto che stavate raggruppando gente, cosa
fate?” le domandò
Mirajane con un sorriso allungandole la bottiglia richiesta.
“Ahm…è
un
gioco-”
“Oh
e di
che gioco si tratta?” la Strauss appoggiò i gomiti
sul bancone, visibilmente
interessata.
“Si
chiama
Gioco della Bottiglia e-”
“Scommetto
che c’entra questa bottiglia.” disse Mirajane
indicando l’oggetto.
Lucy
si
portò una mano alla nuca, tentando si sorridere.
“Ebbene si, hai indovinato.”
La
cameriera annuì pensierosa. “Non doveva avere
molta fantasia colui che ha dato
il nome a questo gioco.” dichiarò infine con un
sorriso per poi tornare alle
sue solite occupazioni.
“Eh…no,
infatti.” sussurrò la bionda, cercando di
riprendersi da quella pugnalata alla sua creatività.
Prese
la
bottiglia e si diresse verso il cerchio di maghi che già era
stato formato sul
pavimento. Al centro di esso, Levy stava terminando di spiegare le
regole.
“…e
ricordate, se vi rifiutate di dare il bacio o di essere baciati,
riceverete uno
schiaffo o un pugno dall'altro interessato.”
Natsu
si
picchiò un colpo sul palmo dell’altra mano.
“Perfetto, si può fare a botte!”
Il
resto dei maghi sottolineò quell’affermazione con
un allegro boato.
Sarà
più difficile del previsto…
Dopo
aver
lasciato la bottiglia a Levy, Lucy si sedette accanto a Juvia, che non
riusciva
a nascondere una leggere tensione.
“Ehm…bene,
per rompere il ghiaccio…i- inizierò
io.” continuò poi la scripter accucciandosi
e facendo girare l’oggetto.
Juvia
corrugò le sopracciglia, e dopo diverse roteazioni,
bloccò la bottiglia alzando
appena un dito, una goccia di sudore freddo che le scendeva da una
tempia.
Nessuno
si
accorse di nulla.
Lucy
e
Lisanna si scambiarono uno sguardo complice, soddisfatte.
Un
sonoro
“woooh” si alzò dai presenti.
La
maga
degli spiriti stellari diede poi voce al pensiero di tutti i maghi.
“A quanto
pare dovrai baciare Gajeel…”
Levy
si
voltò verso l’amica, supplicandola con lo sguardo
di non aggiungere altro, poi
si girò verso il Dragon Slayer del ferro.
Stava
seduto a gambe e braccia incrociate, il capo rivolto verso un lato, lo
sguardo
falsamente perso a contemplare il soffitto, le guance leggermente
arrossate.
Mi
chiedo come abbia fatto Lisanna a convincere
anche lui a partecipare. Lucy
si
trovò ad ammirare sinceramente le doti persuasive della
giovane Strauss.
La
scripter
si avvicinò a Gajeel, mentre la folla intorno a lei aveva
iniziato a battere le
mani e urlare frasi dalla dubbia ironia per spronare la compagna nel
farsi
avanti, poi si fermò in piedi davanti a lui, torturandosi le
mani sudate
dall’agitazione.
Il
Dragon
Slayer non si mosse, sembrava che il tempo fosse stato bloccato solo
per lui.
“So…”
Levy
deglutì a vuoto un paio di volte prima di riprendere a
parlare. “…che un mio
schiaffo non ti farebbe nemmeno il solletico, ma preferisci
quello?”
Con
quella
frase riuscì infine a conquistare l’attenzione di
lui, che voltò la testa quel
tanto che bastava per guardarla negli occhi.
La
scripter
si protese verso di lui e, prima che esso potesse spostare di nuovo il
capo,
gli mise il pollice destro sotto il mento per fermarlo; con
l’indice, gli
sfiorò delicatamente i freddi piercing che aveva sul mento;
gli sorrise.
Poi
chiuse
gli occhi e lo baciò dolcemente.
Gajeel
rimase a fissare per qualche secondo, con gli occhi sgranati, il volto
di lei
mentre gli sfiorava le labbra così amabilmente con le sue,
poi, abbassando
lentamente le palpebre, abbandonò l’intero mondo
esterno per rispondere a quel
bacio.
I
muscoli
del suo braccio destro si contrassero quando, per attirarla
maggiormente a sé, affondò
una mano nei capelli turchini della scripter, che replicò a
quel gesto
sfiorandogli una guancia.
Le
loro
labbra continuavano a cercarsi mentre i maghi intorno a loro erano
caduti nel
silenzio totale.
Era
evidente, quello non era il loro primo bacio: nessuno riuscì
a comprendere se
c’era passione in quella dolcezza, oppure se c’era
dolcezza in quella passione,
in quello scambio reciproco di amore.
Infine
Levy
abbandonò la bocca di lui, che non poté fare a
meno di seguire il suo volto per
un breve istante; la scripter lasciò sulle labbra di Gajeel
un ultimo e leggero
bacio a stampo, a cui egli replicò ghignando sommessamente.
Mentre
Levy
si sedeva al suo posto, gli occhi lucidi e le gote che diventavano
sempre più
rosse, i presenti la osservarono immobili e allibiti, sopracciglia
inarcate e
bocche aperte dallo stupore.
Gajeel
era
rimasto seduto a gambe e braccia incrociate, i suoi bizzarri occhi
rossi che
ora fissavano il pavimento, la bocca contratta in una smorfia che
ricordava un
sorriso.
“Tocca
a
te, Gray.” mormorò la scripter rivolgendosi al
compagno di gilda seduto accanto
a lei.
Solo
dopo
un breve momento di silenzio passato a fissare la maga, Gray
riuscì a
rispondere. “Ahm…s- sì,
certo.” e fece girare la bottiglia.
Lucy
sentì
Juvia irrigidirsi involontariamente. La maga dell’acqua
strinse i pugni così
forte che le nocche le diventarono bianche, e per un momento la bionda
temette
che si potesse perforare i palmi con le sue stesse unghie. I suoi occhi
blu
erano spalancati, e si morse così violentemente il labbro
inferiore che ne
fuoriuscì una piccola goccia di sangue.
Infine
alzò
un dito, imponendo all’acqua di fermare la bottiglia.
“Sembra
che
dovrai baciare Juvia, Gray-sama.” proferì infine.
Gray
indietreggiò
leggermente, una smorfia di disgusto misto a preoccupazione che per un
momento
gli alterò il volto.
“Va-
va
tutto bene, Juvia?” domandò poi il mago del
ghiaccio lanciandole uno sguardo
indagatore.
Juvia
si
ostinava a tenere lo sguardo fisso sulla bottiglia, gli occhi ancora
sgranati,
la fronte che sudava eccessivamente, la goccia di sangue che ora le
colava
dalle labbra fino al mento. “Certo, non potrebbe andare
meglio, Gray-sama!”
infine si alzò improvvisamente in piedi, puntando poi i suoi
occhi verso quelli del mago.
A
quell’inaspettato contatto visivo, Gray abbassò
repentinamente lo sguardo,
accigliandosi leggermente e portandosi una mano alla nuca. Dopo un
pesante
sospiro si avvicinò a Juvia, mentre gli altri maghi avevano
ripreso a fare
chiasso e ad incoraggiare il compagno.
Lucy
guardò
preoccupata la compagna.
Se
solo le fossi un po’ più vicina riuscirei a
sentire i suoi pensieri: “Gray-sama sta per baciare Juvia
Gray-sama sta per
baciare Juvia Gray-sama sta per baciare Juvia”.
Gray
si fermò
a pochi centimetri dalla maga dell’acqua, che si era portata
le mani al petto e
che ora lo guardava con occhi sognanti.
Dopo
essersi schiarito la gola un paio di volte, Gray mise le mani sulle
spalle
della ragazza che, a quel contatto, sussultò sussurrando un
debole: “Gray-sama…”
Il
mago del
ghiaccio deglutì a vuoto.
“Gray-sama…”
Avvicinò
le
sue labbra a quelle di Juvia, ancora bagnate dal sangue.
“Gray-sama…”
Non
riuscì
nemmeno a sfiorarle la bocca.
“Gray-”
la
maga dell’acqua svenne e cadde al suolo con un tonfo sordo.
Un
silenzio
raggelante piombò di nuovo tra i presenti.
Gray
rimase
qualche secondo immobile, le braccia ancora tese davanti a
sé e le mani che
prima tenevano le spalle di Juvia ora protese verso il nulla.
“O-
Oi
Juvia!” infine riuscì a parlare e ad accucciarsi
accanto alla maga.
Lucy
si
avvicinò ai suoi due compagni.
“Ma
cosa le
è successo?!” domandò preoccupato Gray
cercando di risvegliare la maga con
qualche leggero schiaffetto sulle guance.
“Ahm
credo
fosse solo tesa, sono certa che tra poco si
riprenderà…” tentò di
rassicurarlo
Lucy.
Il
mago del
ghiaccio si rivolse al resto dei suoi compagni.
“Come…come si risveglia una
persona svenuta?” poi senza ascoltare le risposte
tornò a guardare Juvia. “No,
io…io la riporto a casa.” disse infine prendendola
tra le braccia.
“Mi
sembri
eccessivamente preoccupato, Gray…”
azzardò Lucy.
“Vuoi
che
la lasciamo qua stesa sul pavimento?” chiese ironico lui
alzando leggermente la
voce.
“N-
no, non
era questo che intendevo, è solo che-”
“Bene,
allora la riporto a casa.” e dopo un rapido saluto generale,
uscì dalla gilda
con Juvia tra le braccia.
Lucy
si
portò una mano alla fronte, sospirando. Ha
aspettato per anni che accadesse una cosa simile, e ora che Gray la
stava per
baciare sviene? Juvia è davvero piena di sorprese.
“Ora
tocca
a me, giusto?!” urlò improvvisamente Natsu
prendendo la bottiglia tra le mani.
Ora
invece è il mio momento. Finalmente porrò fine
a questa stup-
Natsu
fece
roteare la bottiglia con un colpo vigoroso.
Ju-Juvia.
Come faccio senza Juvia?
Dopo
quel
rapido pensiero, Lucy spostò gli occhi prima su Levy poi su
Lisanna. La prima
era troppo concentrata a scambiarsi sguardi e sorrisi con Gajeel per
notare la
sua espressione preoccupata, l’altra alzò
semplicemente le spalle in segno di
rassegnazione.
La
maga
degli spiriti stellari sospirò di nuovo, abbassando lo
sguardo sulle sue
ginocchia.
Senza
Juvia non ho alcuna possibilità. La
probabilità che la bottiglia indichi casualmente me-
“Oi
Lucy!”
A
quel
richiamo, la maga alzò rapidamente lo sguardo sul Dragon
Slayer del fuoco.
“Sembra
che
dovrò baciare te! O preferisci un pugno?” e con un
sorriso fece scrocchiare
ironicamente le dita di una mano.
Lucy
spostò
lo sguardo, per un numero di volte indefinito, da Natsu alla bottiglia:
indicava lei.
“Co-
cosa?!” si trovò ad urlare incredula.
Si
guardò
intorno: Juvia non era tornata, era stato semplicemente il caso ad
aiutarla.
Natsu
si
fermò davanti alla maga, le mani sui fianchi, sul volto
un’espressione
indecifrabile.
Lisanna,
altrettanto stupita dal corso degli eventi, con
un gesto della mano suggerì a Lucy di alzarsi in piedi;
ancora spaesata
dall’accaduto, la bionda seguì quel consiglio.
Il
Dragon
Slayer la prese per un polso per aiutarla a rialzarsi, e a quel
contatto il
cuore di Lucy aumentò inevitabilmente il ritmo dei battiti.
Perché
non si sta rifiutando di baciarmi? Non vuole
vincere quella scommessa?
“Bene
ahm…”
la maga degli spiriti iniziò a parlare senza motivo,
così si ritrovò a dire le
prime parole che le passavano per la mente.
“Io…perché…non…”
Bene,
per me questa è una grande cosa, ma tu,
Natsu! Perché non ti stai tirando indietro?!
Perché mi vuoi baciare?!
Lo
scopo di
quel gioco, per Lucy, era quello di farsi baciare dal Dragon Slayer, ma
si era
immaginata un minimo di resistenza da parte sua.
Ora
invece è qua a fissarmi con quel sorriso…che
gli prende? Che abbia un piano? Che sia tutta una farsa?!
Lucy
continuava a fissare il volto sorridente dell’amico, le
sopracciglia
corrucciate dalle domande che si accavallavano le une alle altre
all’interno
della sua mente confusa.
Che
lui abbia preso alla lettera la parola
“seduzione”
durante la scommessa? Se è così un bacio dato
durante un gioco non ha valore,
in quanto non ho fatto proprio niente per sedurlo.
“Allora
Lucy, sei pronta?” le sussurrò lui abbandonando il
sorriso; la determinazione
sembrava bruciare nei suoi occhi.
No
che non sono pronta!
Le
prese le
mani.
Natsu,
perché non ti stai tirando indietro?!
Si
avvicinò
ulteriormente a lei.
Perché
non mi stai urlando contro che questo è davvero
un modo meschino per vincere una scommessa?!
I
loro
corpi si sfiorarono.
Perché
non mi stai dicendo che questo è un
modo terrificante per darci il nostro primo bacio?
I
loro
respiri si intrecciarono.
Forse
perché non ci saranno altri baci?
Lucy
spostò
il volto da un lato, digrignando i denti.
Natsu,
sorpreso da quella reazione, indietreggiò leggermente col
capo.
La
maga
sentì gli occhi inumidirsi improvvisamente, e una singola
lacrima le rigò una
guancia, la guancia che Natsu poteva vedere.
“Oi
Lu-”
“Perché?”
mormorò Lucy con la voce spezzata, racchiudendo tutte le sue
domande in quella
singola parola.
“Cosa-”
“Non
importa.”
Lucy
lo
spinse via con tutta la poca forza che aveva in quel momento.
“Lucy,
cos-”
“Scusatemi,
non mi sento molto bene.” La maga uscì dalla gilda
quasi correndo, le voci dei
suoi compagni che la inseguivano dal portone aperto.
Dei
passi
alle sue spalle. “Lucy, aspetta!”
La
bionda
aumentò il passo.
“Lucy!”
I
passi
dietro di lei si fermarono improvvisamente.
“E’
meglio
se la lasci andare.” la voce di Levy risuonò nella
notte limpida.
Dopo
un
momento che parve durare un’eternità, la voce di
Natsu squarciò di nuovo, e per un'ultima volta, il
silenzio notturno. “Lucy!”
Che
sto facendo?! Da cosa sto fuggendo?! Non ho
passato questi ultimi giorni a cercare di farmi baciare da lui?!
La
maga si
asciugò gli occhi e le guance con il palmo di una mano
fredda.
E
cosa passa per la testa di quell’idiota?! Che
stava facendo?! Perché mai dovrebbe perdere una scommessa
tanto facilmente?!
Lucy
si
sentì mancare il fiato.
Alzò lo sguardo: le case le sembravano passare a fianco
troppo velocemente, il fiume sull’altro lato della strada non
sembrava fare
rumore.
Si
mise in
ascolto della notte: solo i suoi passi rapidi si rincorrevano
sull’asfalto
scuro.
Si
fermò
improvvisamente, il fiato corto.
Quand’è
che mi sono messa a correre?
Riprese
a
camminare, respirando lentamente l’aria fresca che le pungeva
la pelle.
Ora
le case
scorrevano adagio al suo fianco, ora poteva sentire lo scorrere calmo
del
fiume.
Un
bisbiglio inaspettato, proveniente da una stradina laterale,
disturbò il suo
udito.
Si
bloccò
sul posto.
“Grazie,
Gray-sama.”
Lucy
si
accostò silenziosamente alla facciata di una casa.
“Sei
sicura
di stare meglio?” domandò Gray.
La
maga
degli spiriti stellari si avvicinò cautamente alla stretta
via da cui
provenivano le voci.
Juvia
era
appoggiata con la schiena al muro di una casa, Gray era in piedi
davanti a lei,
le mani in tasca.
Passarono
diversi momenti di silenzio, un silenzio teso, innaturale, poi decisero
entrambi di spezzarlo involontariamente nello stesso istante.
“Juvia-”
“Gray-sama-”
Abbassarono
contemporaneamente lo sguardo.
Lucy
non
aveva mai visto Juvia comportarsi in quel modo in presenza di Gray.
Sembrava la
solita ragazza innamorata, un amore che rasentava quasi
l’ossessione per quel
mago, eppure i suoi occhi sembravano velati dal timore,
dall’incertezza.
Gray
alzò
di nuovo lo sguardo su di lei. “Juvia io-”
abbassò un’altra volta il capo, poi
chiuse un pugno lungo il suo fianco.
Sospirò
sonoramente, questa volta alzando gli occhi al cielo stellato, poi
prese a
sbottonarsi la camicia.
In
circostanze normali, Juvia avrebbe iniziato ad urlare il nome di Gray,
lodando
le sue qualità, facendogli velate richieste indecenti a cui
lui non avrebbe
fatto caso, eppure in quel momento la maga non proferì
parola, si limitò a
sbarrare gli occhi, la bocca aperta dalla sorpresa di quel gesto.
Spogliarsi,
per Gray, era un vizio, ma quando lo faceva consciamente, significava
che ciò
che stava per fare era una cosa seria; quando si spogliava di proposito
significava che aveva preso una decisione.
La
pelle
nuda del ragazzo faceva contrasto con quella notte senza luna,
eccessivamente
scura; lasciò cadere la camicia a terra, poi
tornò a posare il suo sguardo
profondo in quello della maga dell’acqua.
“Juvia,
io
ti devo ancora un bacio.”
A
quelle
parole, la ragazza si portò un pugno al cuore, trasalendo.
Gray
posò
una mano al muro a cui la maga era ancora appoggiata, poi, con
l’altra, le
scostò dolcemente una ciocca di capelli dal volto e gliela
spostò dietro un
orecchio.
Abbassò
il
suo volto fino a quando le sue labbra non raggiunsero quelle di lei.
Juvia,
che
fino a quel momento sembrava aver trattenuto il fiato,
espirò lentamente.
Gray
la
baciò, e sul volto della maga, Lucy poté
intravedere una lacrima brillare.
La
maga
degli spiriti stellari si allontanò silenziosamente: aveva
visto fin troppo,
era un momento intimo tra due sole persone a cui non avrebbe dovuto
assistere.
Proseguì
verso casa con il cuore che le sembrava diventare sempre più
pesante ad ogni
passo che faceva, la mente che non cessava di chiedersi il
perché di ogni cosa,
gli occhi che non volevano smettere di bagnare le sue guance.
Eppure
ora si
sentiva tranquilla.
Tra
tutte
quelle domande che continuava inutilmente a porsi, solo ad una era
riuscita a
rispondere.
Perché
questa sera non mi sono lasciata baciare?
La
risposta
gliel’aveva suggerita il cuore, così greve e
dolorante eppure altrettanto
sincero.
Perché
sono innamorata di Natsu.
Angolo
Autrice:
Dopo
due
mesi esatti dall’ultimo aggiornamento, ecco qua anche il
quinto capitolo~
Mi scuso
tantissimo per aver impiegato così tanto tempo a scrivere e
pubblicare questa
uhm cosa, ma tra la mancanza di
tempo
e l’assenza d’ispirazione, sono stati due mesi
travagliati per questa povera
storia ;-;
L’idea di
base ce l’avevo già da un pezzo, il problema
è stato proprio come
metterla giù e, pur avendo letto e
riletto questo capitolo, non ho la più pallida idea di come
sia uscito, lol
Quindi,
sempre che abbiate tempo e voglia, fatemi sapere cosa ne pensate ^^ (E
fatemi notare eventuali errori, ho come la sensazione che questo
capitolo ne sia pieno omg).
Purtroppo
non so dare una data precisa nemmeno per il prossimo aggiornamento
(manca poco
alla sessione d’esami invernale- essa si sta avvicinando
troppo velocemente- oh
no, è già qua *si butta dalla finestra*), ma temo
non sarà a breve ;-;
Infine, non
mi stancherò mai di ringraziare tutti voi, uno ad uno, per
continuare a leggere
questa fic, davvero, e sento che non riuscirò a ringraziarvi
mai abbastanza ♥
Oh,
giusto,
mi stavo per dimenticare! Se non ci sentiamo prima, auguro a tutti voi
un
buonissimo Natale e un felicissimo anno nuovo! Godetevi queste feste,
mi
raccomando! ♥
E
niente,
questo “angolo autrice” sta diventando
eccessivamente lungo, quindi mi fermo
qua >.<
A presto
spero, nel frattempo vi mando un abbraccione fortissimo!
Shi