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Autore: Cintia    21/12/2014    0 recensioni
In una Roma repubblicana una giovane donna vuole perseguire il suo sogno e il suo volere: essere una delle sacre sacerdotesse Vestali.
Ma il suo destino muta, altri sono i suoi compiti, altri i suoi doveri verso Roma e verso gli Dei.
Nuove scelte e nuove vie da percorrere, decisioni da prendere, battaglie da sostenere, amori da vivere, morti di cui piangere.
Perchè la vita stessa di Cintia è macchiata di sangue, mescolata alla passione e alla sofferenza.
È vita contrapposta a volontà.
È incontro e devozione del Dio.
Perchè ognuno deve vivere per riscrivere un destino già scritto.
Genere: Introspettivo, Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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L'unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento era di sentire dei caldi raggi solari sulle braccia nude, un lieve calore, un bacio fugace sulla pelle, e poi un respiro, due, tre... Tornare con calma ad alzare e abbassare il petto, respirare. Annusare l'aria, ingozzarmi dell'odore della natura e della vita, saziarmi l'anima sapendo di essere riuscita ad essere ancora lì, presente e viva.
 E poi accennare timidi passi, godere del corpo in moto, allargare le braccia fino a spalancarle, abbracciare la gioia di sentirsi nuovamente in vita.
 E poi ancora calore, bruciore, ustione, guardare negli occhi il sole sapendo di trovare la luce così accecante da vedere, vedere il suo sguardo intenso, irresistibile. E stare lì, di nuovo immobile a sfidare la combustione, e sentirsi viva. 
"Cintia" 
"Sì, Paulus"
"A cosa stavi pensando?" 
Alla luce del sole. 
"Ero distratta, riprendi dal nuovo decreto di arruolamento" 
"Certamente, ma prima dimmi perchè il tuo sguardo era appannato, poi riprenderemo le fila del discorso"
Paulus sapeva tutto, era il mio confidente, ma sapeva anche perchè indagava continuamente.
"Pensavo a quanto sarebbe bello poter uscire un po' all'aria aperta, tutto qui."
"Sai che non è solo quello, cosa hai pensato di preciso? Cosa ti ha fatto desiderare?"
La brama del suo calore.
"Nulla, ho immaginato io di respirare aria frizzante, fresca, magari una spruzzata di neve sulla terra, così da rinfrescarci da questo caldo estenuante"
Paulus fece ruotare gli occhi, sogghignando. Sapeva perfettamente che avrei desiderato solo e solamente il calore. Ma sapeva anche molto bene che le nostre conversazioni erano controllate, gente attorno a noi, gente fidata, era però particolarmente attenta a ciò che dicevamo. Il mio potere suscitava rispetto, ma anche un infinito terrore, le autorità mi veneravano e allo stesso tempo controllavano che non facessi nulla per incrinare la potenza di Roma.
Come se lo desiderassi, come se volessi sterminare un popolo, mia madre, mio padre, la mia famiglia tutta e dei poveri innocenti.
Erano loro, le carogne. Eppure temevano una mia ritorsione! Ecco cosa succedeva a chi, arricchitosi di passioni umane, ne desiderava sempre più. Essi perdevano il controllo della loro volontà, prede e vittime del denaro e del potere. La loro era una condizione ancora più turpe e disdicevole in quanto quel potere era sofferto, costruito su anni e anni di inganni, trappole, omicidi, baci, pugnalate.
Io ero al loro servizio, un fantoccio che garantiva loro onestà morale nelle azioni più inique, nelle nefandezze più atroci. Un mio vaticinio era la loro arma di riscatto, una preziosa quanto antica modalità di difesa e splendore agli occhi del popolo e della civiltà tutta. L'ignorante credeva alla voce del dio, il saggio sapeva dell'umanità di quelle parole, tuttavia nulla cambiava, le mie profezie erano la testimonianza di come decisioni scellerate potevano risultare innocenti. 
In tutto ciò sapevo bene quello che facevo, avvertivo un peso quasi tangibile di morti e violenze nell'anima.
Non mi sarei potuta ribellare perchè, nonostante ciò, la mostruosità nascosta nella mia persona era pericolosa per l'umanità intera, la passione accecante che mi teneva in vita, che vibrava nelle profondità dello spirito e che deturpava la mia esistenza, era sbagliata e temibile. Il dio dimostrava di avermi scelta, elevandomi sopra altri mortali, dominata e dominatrice allo stesso modo.
E io ero accecata da un suo sguardo, il corpo dilaniato per una sua sola parola.
"Cintia"
Ecco, mi ero distratta. Di nuovo.
"Cintia, pensi di sentirti abbastanza riposata per continuare o preferisci ritornare nella cella?"
"Ho forse scelta? Non rispondere, so bene che non ce l'ho. Ma continua, ti prego."
Paulus mi guardò un istante negli occhi, sentii tutto il calore e l'affetto che provava per me, il suo amore per quella povera sacerdotessa digraziata. Io non potevo, nemmeno volendo, ricambiare i suo sentimenti, ero soggiogata dalla passione per un altro, un desiderio così devastante da devastare qualsiasi istinto umano.
"Parla Paulus, non ti interromperò più."
"Allora, sai già che questa decisione presa dal senato per un nuovo arruolamento è discutibilissima. Solo sei mesi fa è stata messa a punto una legione, formata per la maggior parte da nuove leve e i costi per mantenere tutti quegli uomini mettono a dura prova lo stato."
"Ebbene, cosa vogliono?"
"Che tu possa supportarli di fronte all'opinione pubblica. I consoli hanno subito gravi danni nell'ultima loro apparizione nel foro e nella piazza non fanno che scontrarsi ogni giorno fazioni dell'opposizione contrarie."
 "Chi ha spinto perchè il senato fosse favorevole ad altri arruolamenti?"
"Dalle ultime voci sembra sia stato Pompeo supportato da una arringa di Cicerone del foro proprio ieri."
"Chissà quanto ha pagato Cesare perchè quel verme ottenesse il consenso"
"Meno di quanto ti immagjni, la maggioranza è concorde nell'ottenere il comando della Gallia Cisalpina. Fanno molto gola quelle terre."
"E quindi? Cosa vorrebbero da me? Una stupida profezia?"
"Cintia, in realtà... " 
"Cosa?"
"In realtà vorrebbero che tu presenziassi nel rito propiziatorio sul Palatino domani dopo l'alba"
"Ho tempo di pensarci?"
"Purtroppo no, è necessario che tu vada e assista."
Domani, dopo l'alba. 
Mi alzo da terra, come un leone in gabbia vago rabbiosa nel cuore del tempio, le pareti mi opprimono, sento il bisogno di fuggire a tutto ciò.
"Paulus, come farò? Il sole... "
Sento già il cuore pulsarmi ferocemente nel petto, le membra intorpidirsi per il desiderio di calore. 
Paulus non cerca di avvicinarsi mentre scuoto la chioma ramata e digrigno i denti per resistere al desiderio, la mia voce già più roca e pastosa, parlo trascinando le parole, un lamento: "Paulus, come farò a resistere?".
Un gemito si sprigiona dalla mia bocca, un ringhio di feroce dolore, di passioni agognate e di sogni infranti. 
Paulus già è lontano, nascosto dalle mie lacrime, un dolore irrefrenabile mi lacera la pelle. 
 
Alcune note:
Grazie a quelle temerarie che hanno scelto di leggere questo testo. 
Il testo è una bozza ancora in gestazione.
Non posso promettervi grandi risultati perché sono più brava a leggere e studiare un testo più che a scriverlo. 
Questo capitolo è in un contesto di contemporaneità con la narrazione, diversamente dal primo che aveva un flashback, qui la Sacerdotessa Cintia (sibilla) ha ventun anni.
Il nome della sacerdotessa non ricalca nessuno dei nomi delle sibille storiche della tradizione romana, è un nome utilizzato nella poesia amorosa romana colei che cinge o è cinta penso sia di significato immediato e connesso alla trama. 
I personaggi citati come contesto storico, Pompeo,Cicerone,Cesare si rifanno a Cesare, De bello Gallico VI-1. Sono utilizzati qui senza presunzione storica (e il mio fidanzato che è uno Storico già mi maledice!).
I capitoli servono ad introdurre il personaggio in una dimensione storico-mitica sperando che risulti uno scritto "di qualche spessore" e che non faccia invece ridere. In tal caso fatemelo notare. Il tentativo è quello di mettere in luce una storia di vita a cavallo tra "reale" e irrealtà. 
Non ci sono aggiornamenti regolari, dipende da molti molti fattori come esami, feste, lavoro e idee.
Non mi dilungherò più così tanto nelle note se non necessario!
Grazie ancora a quelle coraggiose ragazze che seguono sulla fiducia, credo.
Un abbraccio a tutti, 
Elle.
 
 
  
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