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Autore: eppy    22/12/2014    4 recensioni
Quando presente e passato si fondono, le convinzioni vacillano, le barriere si spezzano, desideri mai conosciuti sconvolgono, vecchi sospiri ritornano, e inevitabilmente, cominciano i casini.
Emma è testimone dell'esistenza di un passato che per lui è stato troppo breve e bello, e lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ethan è semplicemente il ragazzo che è stato capace di farle tremare le ginocchia senza aver mai incrociato i suoi occhi, e che lei, a distanza di anni, ha inserito in una parentesi della sua vita che considera conclusa.
Londra è la meravigliosa città che ospita la vecchia biblioteca che inneschera' i sopracitati casini.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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EMMA

Il giorno dopo tornai in biblioteca come avevo previsto. 
Svoltai l'angolo misterioso dietro il quale si nascondeva il posto che cercavo, quando l'orologio digitale che campeggiava sulla home del mio smartphone, segnava le quindici meno qualche minuto.
Avevo dormito poco quella notte, a causa di pensieri troppo nitidi e allo stesso tempo troppo confusi, e a scuola era stata una di quelle giornate piuttosto impegnative, perchè la mia tutor aveva piazzato di fronte a increduli bambini un compito in classe a sorpresa da svolgere in un'ora, e quelle piccole pesti avevano cercato più volte il mio aiuto. Io avevo fatto il possibile per dargli qualche utile suggerimento, ma mi era parso che quella donna avrebbe potuto sbranare anche me se solo si fosse accorta che collaboravo un po' troppo con gli alunni.
Letizia Frassati, questo era il nome dell'insegnante di italiano madrelingua,era una brava maestra, competente, ma per i miei gusti esageratamente severa.
In ogni caso, ero riuscita ad uscirne indenne, e dopo aver scambiato quattro chiacchiere con il signor Brown, anche quel giorno mi ero fatta un panino farcito nel modo meno salutare possibile, in attesa che arrivasse il momento di tornare all'Old London.Ogni volta che mi capitava di mangiare fuori, mi ingozzavo di succulente schifezze, il classico cibo da mc donald, spesso chiamato anche 'Junk Food', e poi mi lamentavo pure quando posavo gli occhi su quel rotolino di ciccia che mi ritrovavo all'altezza dell'addome..ma ero fatta così, e a quelle schifezze paradossalmente così gustose, non ci avrei rinunciato tanto facilmente, soprattutto non quando giungevo nel cuore della City all'una e mezza, spesso pure con un certo appetito.
Comunque, abitudini alimentari poco sane a parte, fremevo dalla voglia di rivedere Ethan, specchiarmi in quegli occhi e sciogliermi per quel sorriso, scherzare e chiacchierare insieme a lui come avevo fatto il giorno prima, ma sapevo bene che fosse del tutto sbagliato anche soltanto attendere quei pochi minuti che mi ero promessa di trascorrere lì dentro.
Prima di abbassare la maniglia di quella porta, mi ricordai di mandare un messaggio a Ricky, e gli scrissi che sarei tornata a casa nel giro di un'oretta al massimo, calcolando il fatto che avrei dovuto cambiare treno un paio di volte; e ripromisi a me stessa che quella volta avrei tenuto di più d'occhio l'orologio per evitare di restare lì dentro fino a sera.
" Buongiorno" salutai, non appena misi piede all'Old London
L'attimo dopo mi accorsi di Ethan in piedi su una scala in legno, intendo a..pitturare?
" Ciao" così dicendo, si voltò verso e di me e mi regalò un sorriso, uno dei suoi, uno di quelli per i quali avrei potuto svenire..se fossi stata ancora quella ragazzina.
Inspiegabilmente, tutte quelle sensazioni che mi avevano oppresso fino a quel momento svanirono, furono spazzate via da quel sorriso come foglie dal vento. Mi rilassai subito, dimenticando in un attimo le promesse che mi ero fatta e disubbedendo alle regole che mi ero imposta. Cavolo, quel sorriso fu la mia personalissima anmesia.
Non sapevo che cosa mi stesse succedendo di preciso, ma non mi sentivo più in colpa per essere lì, non mi sentivo più fuori posto, e non pensavo nemmeno che fosse così grave intrattermi qualche minuto in più del necessario a parlare con Harrow.
Mi limitai a sorridergli a mia volta, prima che lui irrompesse con quella che avevo capito essere la sua solita sfacciatagine. Sì, il pomeriggio precedente ci eravamo presi in giro abbastanza da entrare in confidenza, e se fino a pochi minuti prima, ciò mi era parso sconveniente e pericoloso, lo trovai di punto in bianco tenero e incredibilmente piacevole.
" Devo ammetterlo..l'entrata che hai fatto ieri è stata molto più divertente" mi punzecchiò lui, con il preciso intento di tornare a prendermi in giro
" Beh, se vuoi, adesso esco e la ripetiamo" risposi per le rime, e il ragazzo mi rivolse uno sguardo apparentemente serio
" Lo faresti davvero?" mi domandò un attimo dopo, al che io non mi scomposi affatto "si, e se preferisci, potrei fingere di svenire ai tuoi piedi e poi-" mi interruppe prima che potessi dire qualche altra cazzata.
Davvero non riuscivo a capire il motivo per il quale con lui andavo a ruota libera, in tutti i sensi. Nemmeno con Ricky riuscivo a essere così ironica e così spontanea.
" Sul fingere soltanto, di svenire, avrei qualche dubbio" mi fece notare, alzando un sopracciglio con un aria da saputello che se fosse stata cucita addosso a qualcuno che non fosse stato lui, mi avrebbe di certo infastidito.
Comunque, dovevo ammettere che aveva ragione: il giorno precedente avevo davvero rischiato di cadere ai suoi piedi, letteralmente, e anche pochi minuti prima, con quel sorriso, ci ero andata vicino.
Basta, non potevo continuare così, dovevo chiedergli dei libri, sceglierne alcuni e poi andarmene per non tornare mai più. Di colpo la realtà mi colpì come una doccia fredda, ma ancora una volta, Ethan fu in grado di spazzare via qualunque cosa non riguardasse noi due lì dentro.
" Chi è stato tanto crudele da mangiarti la lingua?" domandò vagamente divertito, e soltanto allora mi resi conto di non avergli risposto per le rime come al solito
" Purtroppo per te ancora nessuno...mi stavo solo chiedendo che diamine ci fai su quella scala e con un pennello in mano" rimedai
" Stamattina zia Meg si è svegliata con un solo pensiero in testa: non vuole che gli scaffali si rovinino ancora di più di quanto lo sono adesso, quindi mi ha praticamente costretto a passarci sopra una mano di pittura mischiata a qualche intruglio che sembra essere ottimo per rinvigorire il legno" mi spiegò
" E quel secchio di colore giallo? A che ti serve?" domandai, avvicinandomi un po' di più sia a lui che alla pittura
" Pensavo di dipingere le pareti..sai, passo tanto tempo qui, ci tengo a questo posto, e vorrei dargli un tocco più..non lo so, ma voglio che sia accogliente"
" E se poi la gente lo trova bello e ci viene? Non eri tu quello che voleva nascondersi a tutti i costi?" domandai a quel punto
" Si si, ma non c'entra..io voglio renderlo bello per la zia, per me..e per le persone come te"
" Come me?" strabuzzai gli occhi, ma lui ignorò il mio stupore e continuò "vorrei dipengere le pareti giallo ocra, oltre a rinvigorire il legno degli scaffali, e poi vorrei posizionare qualche tavolino qua è la, sempre in legno, magari accanto alla finestra visto che è il posto più luminoso..magari con una lampada, e pure una macchina da caffè"
" Macchina da caffè" pronunciai le sue stesse parole per fargli intuire il mio disappunto
" Si..studiare questi libri secondo me fa venire un sonno assurdo, e il caffè potrebbe essere d'aiuto" spiegò lui, e non riuscii a fare a meno di sorridergli..in fondo non aveva tutti i torti
"Che ne pensi?" "penso che la tua sia una bella idea..questo posto merita molto di più, a me piace un sacco" era vero, tutto quanto quello che avevo detto, anche se continuavo a pensare che quella sarebbe stata l'ultima volta che ci avrei messo piede.
" Tu ci verresti a studiare qui?" colpita e affondata, in solo colpo.

ETHAN

Ecco, lo avevo detto...ma che diavolo mi passava per la testa?
Perchè mi era venuto in mente di mettere a posto la biblioteca soltanto dopo averla incontrata? Perchè volevo che lei la trovasse accogliente come una casa, e sopratutto perchè continuavo a chiederle pareri, facendo trapelare chiaramente il mio desiderio di tenerla lì insieme a me il più a lungo possibile?
Mi sentivo solo da troppo tempo, da quando avevo rotto anche con Dylan e Derek, e accidenti, con Emma stavo veramente bene.
Semplicemente non volevo che ne se andasse, e anche se l'avevo conosciuta soltanto il giorno prima, la sua compagnia mi piaceva. Avevo bisogno di qualcuno come lei accanto, e pensavo che battibeccando battibeccando, avremmo potuto diventare amici. E poi lei era proprio bella.
" Io..beh, non sono abituata a studiare in biblioteca, però..sì, potrebbe essere un'idea" rispose, anche se mi parve non troppo convinta
Mi rendevo conto di star esagerando..insomma zia Meg mi aveva davvero chiesto di passare una mano di pittura sugli scaffali, ma il resto lo avevo fatto tutto da solo, ci avevo pensato durante la notte, avevo visto noi due in questa biblioteca in una specie di sogno: lei intenta a studiare, e io intento a darle fastidio, a provocarla, infastidirla e distoglierla dai libri. Quella scena mi era piaciuta, e così avevo ideato il tutto.
Ovviamente lo avrei fatto anche perchè all'Old London ci tenevo sul serio.
Che cosa mi stesse prendendo, non lo sapevo nemmeno io..però volevo che Emma tornasse a farmi compagnia, tutti i giorni.
Il pomeriggio precedente avevamo trascorso ore e ore a stuzzicarci a vicenda e a chiacchierare, e quando ero tornato a casa, mi ero chiesto quando era stata l'ultima volta che ero stato così bene con una ragazza, e mi ero risposto che era passato così tanto tempo da non ricordarlo, oppure, semplicemente non era mai accaduto. Mi inteneriva da morire il fatto che fosse stata una fan degli 'Uk Heart', mi piaceva che avesse avuto una cotta per me da ragazzina, ma mi piaceva soprattutto il suo sapermi tenere testa, il suo modo di rispondermi per le rime e scherzare con me come se non avesse nient'altro di meglio da fare.
Nel cercare una ragione al fatto che volessi praticamente mettere a nuovo la biblioteca pur di farla tornare, mi distrassi al punto tale da perdere l'equilibrio e cadere dalla scala, finendo dritto dritto, non chiedetemi come, con il secchio di pittura gialla in testa, e ovviamente sui vestiti. Mi feci anche male una gamba, tanto per completare l'opera.
Emma si sbellicò dalle risate di fronte a quella scena, ma subito dopo accorse in mio soccorso, continuando a ridere.
Io le riservai un'occhiataccia, ma lei rise ancora più forte, e allora ci rinunciai, e risi a mia volta per quanto ero idiota. Ero sicuro che almeno in quel momento, i nostri pensieri combaciassero.
" Ti sei fatto male?" lo vedevo che si sforzava di essere seria, ma capivo pure che trattenersi dal ridermi in faccia fosse piuttosto difficile visto le mie condizioni
"Cazzo, sì!" imprecai massaggiandomi una gamba, e lei si fece più vicina, si liberò del cappotto e prese un pacco di fazzoletti e una bottiglietta d'acqua dalla sua borsa; incrociò le gambe sedendosi di fronte a me, bagnò un fazzoletto con l'acqua e lo avvicinò al mio viso.
" Ma guarda che mi tocca fare" borbottò, falsamente infastidita "non esiste un bagno qui dentro, vero?" domandò un attimo dopo
" Si, ma temo proprio di non poterlo raggiungere ora come ora" le confermai, e l'attimo dopo Emma iniziò a ripulirmi il viso dalla pittura.
Il suo viso era talmente vicino al mio, che riuscii a osservarne ogni particolare. Era bella, anche troppo per i miei gusti, ma la sua non era  quel tipo di bellezza ostentata o seducente..no, nulla del genere. 
Erano belli i suoi occhi, comunissimi occhi castano scuro, intenti a seguire il movimento delle mani sul mio viso; gli stessi occhi che non si scontravano con i miei di proposito e parevano nascondere un mondo al loro interno, una storia costruita su un modello comune e bersagliata di dettagli che la rendevano diversa da tutte le altre. In quello sguardo così concentrato, avrei potuto perdermi, perchè rispecchiava perfettamente la cura e la dolcezza di cui si nutrivano i suoi gesti.
Notai che non aveva nemmeno un briciolo di trucco, e anche se non sapevo se quella mattina si fosse svegliata tardi e avesse dimenticato persino di passare un filo di matita, o se invece non fosse stata una dimenticanza, avevo scoperto che quegli occhi erano già belli così, senza nessuna aggiunta artificiale.
Eppure erano comuni occhi marrone cioccolata, non troppo grandi, non troppo piccoli, insomma, non avevano nulla di speciale..eppure io li trovavo belli, forse per il modo in cui mi guardavano, come se avessero voluto prendermi in giro per la caduta in grande stile che avevo appena fatto, e contemporaneamente, coccolarmi perchè effettivamente mi ero fatto male.
E poi erano belle le sue labbra, a forma di cuore, e appena screpolate dal freddo pungente di Londra. E persino quel ciuffo che era sfuggito dalla disordinata coda, e che per un istante, vista la vicinanza,  aveva finito per sfiorare le mie labbra solleticandole, la rendeva bella.
La sua era una bellezza semplice, quasi nascosta per certi aspetti, non cognibile da lontano nella sua vera essenza, ma che ti lasciava inspiegabilmente senza fiato quando te la ritrovavi a pochi centimetri, e sottolineo inspiegabilmente, perchè Emma non era una di quelle ragazze che normalmente avrei notato per strada, non era una di quelle che avrebbe letteralmente fatto girare la testa a tutti quando passeggiava..no, lei era addirittura un po' impacciata nei movimenti,e forse era proprio quello che la rendeva sexy ai miei occhi. Certo, avevo notato anche ieri che fosse carina, però non immaginavo che l'avrei giudicata più bella in modo direttamente proporzionale alla distanza che separavano i nostri visi e i nostri corpi.
E poi aveva quasi sempre la risposta pronta, sapeva prendersi in giro e scherzare, provocare senza nemmeno rendersene conto, e avevo capito che ogni volta che tentava di fare l'acida, non le riusciva proprio bene, e finiva per essere più dolce di quanto lo sarebbe stata se avesse pronunciato frasi smielate.
Davvero un bel tipo, con un bel caratterino, che mi intrigava e mi prendeva da pazzi.
Era il contrasto fatto persona: bella perchè fastidiosamente semplice, incredibilmente dolce perchè si sforzava di fare l'acida, sexy perchè graziosamente impacciata, maliziosa perchè innocente e affascinante per tutte queste cose messe insieme.
Non chiedetemi come sfumature così differenti potessero convinvere nello stesso animo, perchè non ci ero arrivato nemmeno io a darmi una risposta soddisfacente, eppure lei era così, quindi in qualche modo, era possibile, e il risultato era il migliore che si potesse sperare di ottenere.
" Ecco fatto" sussurrò, e l'attimo dopo non avvertii più nè il fazzoletto, e nè la pittura che mi ero versato; le sorrisi sinceramente ringraziandola.
" Ti donava il giallo" mi prese in giro lei, e a quel punto non riuscii a resistere all'impulso di immergere una mano nel secchio di pittura che mi ero svuotato in testa, e gliela piantai sul viso
" Questo è il tuo ringraziamento?" mi canzonò, prima di ricambiarmi il favore " e adesso ti pulisci da solo" sentenziò alzandosi in piedi, e incrociando le braccia al petto mentre mi guardava con aria di sfida
"Aiutami almeno a rialzarmi" tentai di corromperla, e visto che sembrava non funzionare, rincarai la dose "dai, perfavore, mi fa male la gamba!"
Bastò quello per farla cedere,  mi tese la mano, ma io ne approfittai e con uno strattone la tirai giù, addosso a me. Il suo corpo finì per spalmarsi sul mio, ma durò un attimo solo, perchè si rialzò come si fosse scottata.
Si rimise il cappotto e fece per andarsene, quando con un po' di fatica, la raggiunsi e riuscii a fermarla afferrandola con un braccio.
" Non vorrai mica uscire da qui conciata in quel modo" dissi, bagnando a mia volta i bordi di un suo fazzoletto e passandoglielo delicatamente sul viso, mentre lei, questa volta, mi fissava dritto negli occhi. Percorsi la fronte, il contorno dei suio occhi, e lo spazio tra il naso e la bocca.
" I miei libri?" domandò alla fine, desiderosa di andarsene per sempre o di trovare una scusa per restare, non riuscivo a capirlo
" Domani, ti prometto che domani te li faccio trovare" risposi, e lei sbuffò
" Sembra quasi che tu lo faccia apposta" "torni domani?" le domandai io, di tutta risposta
" Se la smetti di fare il cretino...si" sorrise, e poi se ne andò davvero, lasciandomi lì a contare le ore che mi separavano dal rivederla.





Buonsalve e naturalmente..BUON NATALEEEE!!! :DD
Non so voi, ma in questo periodo dell'anno sono particolarmente felice..sarà che si riunisce tutta la famiglia, sarà che non esistono più regole e orari per cenare, sarà che si gioca a tombola con i ceci, sarà che è tempo di regali, sarà l'albero piantato in mezzo al salotto che mi mette allegria, saranno le scuole schiuse, ma sono contenta, e rilassata..nonostante mia madre mi abbia incaricato di mettere a nuovo la casa per l'arrivo dei parenti. :)
Comunque, spero con tutto il cuore che il capitolo sia stato di vostro gradimento :DDD
Come avrete notato, Emma e Ethan, tra un sorriso e uno sguardo rubato, continuano a punzecchiarsi come avevano fatto il giorno precedente, ma si stanno affezionando l'uno all'altra in un modo che spaventa non solo lei, ma anche Harrow...e niente, vedremo cosa succederà quando 'domani' la nostra protagonista sarà costretta a tornare all'Old London, con la scusa dei libri.
Penso di riuscire ad aggiornare la storia nel fine settimana...ma voi non siate timidi e fatemi sapere cosa ne pensate :DD
Dai, vi giuro che non mordo D:
Un bacione, ancora buon Natale, e a prestooooooooo <3<3<3<3<3
  
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