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Autore: alessiacroce    24/12/2014    9 recensioni
"Riemersi con la testa e presi di nuovo fiato, ma Harry era pesante, non ci riuscivo. Mi chiesi se sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto. Tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Adesso non starei per morire. Adesso lui non starebbe per morire."
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trailer ufficiale:
 http://www.youtube.com/watch?v=w8YIoKs97YQ


Capitolo 22
 


Restai a guardarlo piangere per una manciata di minuti, appoggiai una mano sulla sua spalla e lo accarezzai lentamente finchè non si calmò.
Tirò su con il naso e si passò l’estremità della maglia sul viso.
 
“Giuro che riuscirò a trovare chi ha fatto questo a mio padre, gli farò giustizia” affermò, con voce, però, traballante e insicura.
 
“No, Harry. Ce la faremo assieme” lo fissai, decisa.
 
Lui ricambiò il mio sguardo e mi baciò dolcemente sulla fronte.
 
“Sai essere forte, quando vuoi, Less Morgan” sorrise, spostandomi i capelli che mi ricadevano in modo disordinato lungo il viso e sulle spalle.
 
“Più di te, Harold Edward Styles” risposi, ammiccando in segno di sfida.
 
Harry soffocò una risata, scuotendo il capo.
Dopo di che, sfogliò velocemente il quaderno degli appunti del padre fissando le pagine ingiallite scorrere sotto i suoi occhi.
 
“Trovato qualcosa?” gli chiesi, quando posò nuovamente il diario sul tavolo.
 
Mi fece cenno di no e mi incitò a perlustrare la stanza. Avevamo solo quattro ore prima che la madre di Harry si alzasse di buon ora per la sua passeggiata mattutina, come mi aveva raccontato poco prima il ragazzo.
Dopo un’ora passata a cercare presunti indizi o fatti che ci riportassero a quel fatale 14 Novembre di 5 anni fa, eravamo ancora a mani vuote. Pensai che, forse, tutto il lavoro che stavamo facendo era solo una cazzata, era inutile, non avremo trovato niente. C’erano solo fogli scritti malamente con appuntati numeri di telefono di qualche poliziotto o questore, pensieri e citazioni di scrittori famosi, visite dal dentista o uscite con la famiglia. Niente di apparentemente rilevante.
 
“Hai scoperto qualcosa, Lee?” mi chiese Harry, mettendosi a sedere sul pavimento e passandosi il viso con un panno sporco.
 
Scossi il capo e mi sedetti davanti a lui, togliendogli il tessuto dalle mani e usandolo a mia volta.
 
“Dici che è stupido?” mi domandò, all’improvviso.
 
“Cosa?”
 
“Continuare a cercare sapendo che non c’è niente da trovare”
 
Lo fissai, un’onda di tristezza e sconforto gli passò attraverso il volto.
 
“No, Harry, no” risposi, prendendo le sue mani tra le mie, “sarebbe stupido arrendersi senza avere una buona ragione per farlo”
 
Il riccio abbassò lo sguardo sulle nostre dita intrecciate e le strinse più forte con un piccolo scatto. Inutile dire che, infondo, lo capivo. Aveva perso una persona cara, poteva cercare di farle giustizia quanto voleva ma ciò non includeva riaverla indietro. Quando la morte divide due persone non c’è niente che può sovrastarla tranne, forse, la morte stessa. Questo sempre se si è credenti e se si è convinti che ci sia un’altra vita al di fuori di quella terrena, perché, sennò, non varrebbe la pena. Se ci fosse, però, un Dio sopra le nostre teste perché tutte queste disgrazie avvengono? Perché non può semplicemente impartirci le sue lezioni di vita con piccoli fatti quotidiani come donare ad un’associazione contro il cancro o fare volontariato, aiutare una persona in difficoltà, andare in chiesa ogni domenica, invece di farci soffrire fino al punto di odiare la gente che ci sta intorno, noi stessi e lo stesso valore della vita? Fin da piccola, anche se non avevo ancora presente cosa significasse la parola ‘dolore’, mi ero sempre posta queste domande. Mamma rispondeva che dovevamo tutti credere in Dio, che dovevamo comportarci bene perché la vita era solo un periodo di prova prima dello stadio ultraterreno. La morte in sé era l’inizio della vera vita. Come sapesse tutte queste cose non l’ho mai capito ma io mi fidavo di lei e quindi facevo come mi diceva. Chissà se ha sempre avuto ragione o se, magari, nessuno in realtà sa cosa ci attende dopo la morte. Poco importa.
 
“Sono già quasi le cinque del mattino” mormorò Harry, riportandomi alla realtà.
 
Afferrai il cellulare e constatai che aveva ragione.
 
“Quindi, che si fa?” chiesi, aiutandolo ad alzarsi.
 
“Direi che continuiamo a cercare”
 
Annuii e cominciai a spostare qualche scatola, canticchiando la canzone Skinny Love di Birdy tra me e me.
Sollevai un piccolo scatolone che, nonostante le dimensioni, pesava più degli altri e urtai contro un’anta di legno.
 
“Ahia” mormorai, toccandomi il gomito con il quale avevo battuto.
 
Un piccolo livido violaceo si stava formando. Sbuffai, fissando la causa della mia botta. Un piccolo armadietto di legno si era spalancato a contatto con la mia spinta. Restai a fissare il contenuto.
 
“Harry” lo chiamai, “penso di aver finalmente trovato qualcosa”
 
Mi raggiunse nel giro di pochi attimi.
Gli mostrai ciò che avevo appena scoperto. Il mobiletto conteneva parecchie armi sistemate in sacchetti di nylon e documenti contenenti foto di apparenti criminali.
 
“Cos’è tutta sta roba?” chiese il ragazzo, mentre spostava cautamente i vari sacchetti e fogli dal fondo.
 
Lo aiutai, svuotando pian piano l’armadietto.
 
“Merda” si bloccò Harry, all’improvviso.
 
Prese tra le mani un piccolo contenitore dove era racchiusa una leggera polvere bianca.
 
“Ci metterei la mano sul fuoco che questa è droga” affermò, rigirando il barattolo tra le mani.
 
Spalancai gli occhi. Il padre di Harry con della droga in casa? Lui che aveva sempre combattuto per la giustizia? Impensabile.
Gli presi dalle mani la nostra nuova scoperta e la osservai attentamente in ogni lato. Intravidi attraverso il vetro una scritta quasi illeggibile sul coperchio scuro. Aprii il barattolo con attenzione.
 
“Cosa diavolo stai facendo?” intervenne il riccio, cercando di bloccarmi.
 
“Fermo!” urlai, non moderando il tono di voce.
 
Ci impietrimmo entrambi. Che stupida ero stata, che stupida.
Una luce si accese da una finestra al piano superiore della casa. Harry, con uno scatto degno di nota, premette l’interruttore e la luce nel capanno si spense.
La finestra si schiuse e una voce femminile ne uscì.
 
“C’è qualcuno?” chiese la donna.
 
“Mamma” sentii sussurrare con un gemito il ragazzo.
 
Mi mossi per cercarlo nel buio ma urtai contro un fascicolo aperto sul pavimento ed inciampai, rovinando a terra. Imprecai, rimanendo immobile. Sentii Harry mormorare non poche parolacce.
 
“C’è qualcuno, ripeto?” la signora Styles richiamò l’attenzione.
 
Una voce maschile sopraggiunse.
 
“Che succede, tesoro?” parlò un uomo.
 
“Penso ci sia qualcuno nel capanno, Ted, ho paura”
 
“È meglio scendere a controllare, ora vado” disse Ted.
 
La finestra si chiuse.
 
“Less, porca puttana! Che cavolo combini? Dobbiamo andarcene, e subito!” sibilò Harry, raggiungendomi.
 
I suoi occhi scintillavano, fendendo il buio. Mi prese per mano e uscimmo dal capanno.
Mi condusse dietro ad un cespuglio costellato di piccoli fiori estivi e mi face cenno di abbassarmi.
“Cosa stiamo facendo?” gli chiesi, stando attenta a non farmi sentire da nessun altro fuorché lui.
 
Mi intimò a fare silenzio e si accovacciò di fianco a me. Dopo pochi secondi la porta d’ingresso della casa si spalancò e ne uscì un uomo con una piccola torcia dalla luce potente. Presunsi fosse Ted.
 
“Chi è questo qui? Ted? Mia madre ha un altro marito?” mormorò, tenendo lo sguardo puntato sull’uomo.
 
Ted si diresse verso il capanno sul retro. Cambiai posizione, trovandone una più comoda.
 
“Cavolo” mi accorsi, all’improvviso, “penso mi sia caduto il flacone con la polvere bianca quando sono scivolata”
 
Harry mi fissò per qualche attimo, prima di portarsi entrambe le mani al viso.
 
“Spera solo che non lo trovi Ted”
 
 
***
 
 
 
Non so quanto passò prima che ci muovessimo dal nostro nascondiglio ma, quando ripresi conoscenza, ero premuta contro Harry, intento ancora a fissare verso il capanno.
 
“Cos’è successo?” chiesi, stirandomi fiaccamente.
 
 
“È da più di mezzora che è là quell’uomo, mi spieghi cosa diavolo sta facendo?” rispose Harry, spazientito.
 
Guardai l’ora, segnava le 5:30 del mattino.
 
“Vado a vedere, provo ad avvicinarmi” sussurrò il riccio, alzandosi cautamente.
 
Ebbi l’impulso di bloccarlo ma non lo feci.
 
“Fai attenzione” dissi solo.
 
Rimasi dov’ero, guardando il ragazzo fare slalom tra gli alberi silenziosamente. Lo vidi nascondersi dietro una parete della piccola casetta in legno e restare ad aspettare, cercando di intravedere all’interno attraverso una fessura.
Dietro di lui un passo.
Dietro di lui un’ombra.
Gridai e lui si girò. Ted era di fronte a lui, un coltello in mano e un’aria più che minacciosa.
Harry indietreggiò fino a toccare con la schiena la parete del capanno.
 
“Vieni fuori di lì, fanciulla” sentii chiamare.
 
Uscii allo scoperto, senza avere altra scelta e mi affiancai ad Harry che prese la mia piccola mano tra le sue, grandi e calde.
 
“Bene, bene. Che bella coppietta abbiamo qui. Avevate deciso di passare la nottata nel mio capanno, vedo” parlò Ted.
 
Noi rimanemmo in silenzio mentre l’uomo rigirava tra le dita il piccolo coltello da tavola, quasi a giocarci.
 
“Oh, tranquilli, non vi farò niente” riprese Ted, poi fissò intensamente Harry, socchiudendo gli occhi.
 
“Ehi, ma io ti conosco. Tu sei il figlio di mia moglie. Quello avuto con l’ex marito morto”
 
Il ragazzo annuii, aspettando un’altra affermazione.
 
“Harry, se non sbaglio” concluse.
 
“Si, sono io. Mi scuso se abbiamo disturbato, volevo solo tornare a prendere alcune cose che avevo dimenticato qui” disse il riccio, gesticolando e mantenendo un’aria calma.
 
“Alle 5 di mattina? Con questa bella ragazza? Incappucciato peggio di uno scassinatore?” l’uomo lo squadrò, con un sorriso di beffa.
 
Avvertii la mano di Harry farsi sudata. Lui riuscì solo ad annuire, con aria agitata.
 
“Va bene, spero tu abbia preso le tue cose” ci spinse Ted verso l’interno del giardino “e ora sparite”
 
Feci per prendere per un braccio Harry e dirigermi verso il cancello per uscire quando sentii un forte colpo alle mie spalle. Mi girai spaventata, il ragazzo mi strattonò.
 
“Corri, prendi tutto ciò che riesci, tutto il contenuto dell’armadietto, fa presto!” mi incitò, mentre teneva a terra Ted che era stato appena colpito al torace con un’asse di legno presa dal riccio e che si dimenava debole.
 
Senza pensare, corsi all’interno del capanno, presi tra le mani tutti i fogli e fascicoli che avevo accumulato sul pavimento quando avevo svuotato il mobiletto. Li piegai alla rinfusa e li sistemai nelle mie tasche, infine presi il flacone con la presunta droga e lo misi tra i fogli.
Uscii dalla casetta di legno e, con Harry al seguito, scappai verso la strada.

 

Spazio Autrice.


holaaa. Eccomi qui con un nuovo capitolo lla vigilia di natale! Come se qualcuno passasse la vigilia a leggere la mia ff ahahah be se non avete niente da fare, perchè no?
vabbe, tralasciando, scusate il mio immenso ritardo ma avevo il capitolo già pronto da tre settimane però, tra la scuola e una cosa e l'altra, alla fine sono riuscita a pubbliarlo solo ora.
Siamo a quasi tre mila letture al primo capitolo e la media delle recensioni al capitolo è di 11 recensioni *si scioglie*
davvero grazie, mi rendete felicissima aw.
btw spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, come sempre, fatemi sapere che ne pensate
twitter: @aspettamiharry

un bacio x

-Alessia

  
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