Mi scuso per questi continui ritardi di aggiornamento,
ma sapete…il liceo linguistico richiede studio e concentrazione =____=
Comunque io torno sempre, e non fuggo mai u.u
Mimiko si
alza dalla sedia. Ha il cuore in gola.
Comincia a
camminare a piccoli passi, mentre il fiato sopprime la sua naturalezza. Si
sente soffocare, vorrebbe fuggire, scappare. Vorrebbe, però, anche scoprire
cosa si nasconda in quella vasca. Come fa Tatsuya a sapere la presenza di
quelle strane macchie di sangue sulla superfice marmorea, notate da Mimiko in
precedenza.
Tum, tum,
tum.
Il suo
cuore rimbomba, raggiunge le pareti e si scaglia contro la sua paura, senza
riuscire a distruggerla.
La porta
del bagno è chiusa. Mimiko avvicina la sua mano lunga e magra. Afferra la
maniglia e sospira. La morte la guarda da lontano, mentre sussurra preghiere e
socchiude gli occhi. Spinge.
La porta
si apre con un rimbomante scricchiolio, la casa è in subbuglio: strani rumori
la percuotono. Strani scricchiolii e strepiti si susseguono con insistenza, ma
non fermano Mimiko, che avvicina terrorizzata la mano al bordo della vasca
bianca.
Ha paura. Sta
soffocando.
Ecco. I
suoi occhi si avvicinano sulla parete, fino a toccare il fondo della vasca. Nulla.
Non c’è nulla. Le macchie sono scomparse.
Come quelle
strane macchie, anche la paura sembra fuggire, abbandonando quella povera
disgraziata, che tira un sospiro di sollievo.
Mimiko si
alza in piedi, si controlla il trucco allo specchio. Ora le è tornato il
sorriso.
“Che
idiota…quel tizio voleva solo spaventarmi” pensa tra sé sorridente e felice “forse
quelle macchie erano solo frutto della mia stupida immaginazione”
Ma neanche
il tempo di pensare questa frase che…BAM!
Delle mani
dietro di lei le afferrano la bocca.
Mimiko si divincola disperata, tira gomitate al suo aggressore, ma questo non
muove la presa.
La ragazza
urla e morde, finchè riesce a liberarsi. Comincia a correre, mentre l’affanno
non l’abbandona. La porta d’ingresso è chiusa a chiave.
Le chiavi…le
chiavi…dove diavolo sono le chiavi?
Tutte le
chiavi, che erano poste sul tavolino all’ingresso, sono scomparse. Mimiko entra
nel panico. Si precipita in cucina: vuole uscire dalla finestra.
La apre
con il terrore nelle vene, poi avvicina uno sgabello e vi sale sopra. Tenta di
uscire con un balzo, ma scivola e cade a terra.
L’aggressore si avvicina: Mimiko riesce a sentire il suo respiro contro il suo
collo.
“Oddio…oddio”
grida disperata la ragazza, che si arma immediatamente di coltellaccio da
cucina. Le tremano le mani: se non troverà ben presto l’autocontrollo l’arma
potrebbe scivolarle dalle mani e trafiggerle il piede.
“Calmati
Mimiko, calmati” sussurra tra sé la ragazza disperata, mentre quell’ombra si
avvicina sempre più. Mimiko chiude gli occhi, finchè le sue orecchie non
sentono più nulla di strano. Riapre gli occhi e non vede più nessuna strana
ombra: sembra al sicuro, così, comincia a respirare normalmente.
Mimiko,
ormai ritrovato l’autocontrollo, abbandona il coltello nel lavandino.
Ma proprio
mentre pensa di essere al sicuro, la porta del frigorifero inizia ad aprirsi
lentamente, trascindandosi dietro uno strano scricchiolio allungato, che
inietta nel sangue il sentimento della paura. La ragazza fissa impietrita
quello strano fenomeno,mentre i suoi occhi diventano
vitrei dal terrore. Una gamba comincia ad uscire dal freddo limbo, ricoperta di
sangue. Qualcuno sta uscendo e vuole uccidere la povera ragazza impaurita.
La porta
si richiude. Quello strano individuo è finalmente fuori e può compiere la sua
spudorata vendetta.
Mimiko
riesce a vedere il suo volto ed è ancora più scioccata di prima: “Tu?” urla
impaurita, mentre il suo tono di voce subisce un calo a causa della forte
emozione.
Un grido. Il
suo cuore viene trafitto da un’arma contundente.
Silenzio.
Ssssssh…