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Autore: Destyno    26/12/2014    1 recensioni
Come avrete sicuramente intuito, questo è un remake de "La Caduta di Aetheria".
Perché? Semplice.
Mi sono accorto che i miei personaggi facevano schifo, il titolo non aveva senso e i capitoli mi hanno provocato il vomito dopo averli riletti.
Spero che questa sia un po' meglio XD
La trama è più o meno la stessa di prima: Michael è un ragazzo più o meno normale, che vive ad Aetheria, mondo magico dove due forze, il Creatore e la Tenebra, si combattono da millenni.
La Tenebra venne sigillata molti anni prima della nascita del nostro protagonista, ma il sigillo sembra stia per cedere.
Michael si scoprirà Custode del Tempo, uno dei Sette Elementi che sigillarono la Tenebra dentro l' Accademia che Michael frequenta, dove i giovani cittadini di Ten'nazil, la capitale, imparano la magia degli Elementi.
Assieme agli altri Custodi, dovrà lottare duramente per non farsi sottomettere dalla Tenebra.
Spero che sia meglio della prima versione ;)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III: Sogni
 
Lui è lì.
In piedi, sulla torre, e suona il violino.
 
La musica entra di prepotenza nel cuore del ragazzo, riempiendolo di luce.
Intorno al violinista, danzano piccole luci bianche, che tengono a bada il buio tutto intorno.
L’ombra allunga i suoi tentacoli di nebbia nera verso il musicista, ma la musica riecheggia troppo forte per lei, anche se non si arrende.
Ma ad un certo punto, la musica inizia a farsi più forte, e l’ombra si lascia trascinare assieme alla luce, creando un meraviglioso caleidoscopio tra bianco e nero.
 
E in quel momento il ragazzo si rende conto di non essere solo.
No, non è affatto solo.
Intorno a lui, intenti ad ascoltare la musica portatrice di luce, ci sono altre sei figure.
E, nell’istante in cui tenta di guardare i loro volti, la musica si fa più forte, e la luce lo trascina via.
 
 
«Perché i Demoni ci vogliono morti?» chiede qualcuno dalla folla.
L’Imperatore Etereo è in piedi, troppo alto per essere vero, è vestito con un lungo abito color porpora, dalle maniche talmente lunghe da nascondere alla vista di tutti le sue braccia.
Il suo volto, invece, è coperto da una maschera fatta di piume verdi che riflettono la luce.
L’Imperatore non risponde, facendo un cenno a uno dei suoi servitori, che gli porge quello che sembra un cubo, ma è evidente che è solo un frammento, come si evince dai bordi seghettati.
«Loro cercano di distruggere la Reliquia del Nostro Creatore. L’hanno già danneggiata, nei tempi antichi, spezzandola. Loro ne custodiscono un frammento, e vogliono anche il nostro, per distruggere l’unico vincolo che ci lega al Nostro Padre.»
 
 
«Sei davvero così pazzo da tentare un incantesimo del genere?!» grido.
L’uomo contro cui sto gridando è nascosto dall’ombra.
«Lo sai anche tu. Lui ci ha fatto dono di questa conoscenza per uno scopo ben preciso.» replica l’altro, atono.
«Davvero tutti voi siete d’accordo?» chiedo, affidando agli altri la mia ultima speranza.
«Non abbiamo molta scelta. Se non vogliamo ripetere l’errore commesso dai nostri predecessori, dobbiamo usare questo incantesimo.» una voce femminile spezza brutalmente il mio patetico miraggio.
«Perché non vuoi accettarlo? Le linee del Tempo ti si sono rivelate, è inutile  che lo neghi. Questa è l’unica soluzione praticabile.»
«NO! Mi…»
 
 
 
«Mi RIFIUTO!»
Apro gli occhi e sono seduto su un letto, con il volto sudato.
«Ma che… diavolo…» sussurro, passandomi una mano sugli occhi.
Cosa è successo? L’ultima cosa che mi ricordo è di quella ragazza con l’orecchino di giada e poi la porta che si chiude. Dopo, buio totale.
E poi mi prende il terrore.
Non ricordo nulla di quello che è accaduto nella stanza. Nulla.
Che Elemento ho scelto?
Ma, cosa più importante, a quale sezione sono stato assegnato?
Balzo in piedi e, con la stessa frenesia di un animale in trappola, mi guardo intorno a cercare un indizio che mi possa suggerire la mia collocazione, ma niente.
La camera dove mi trovo non ha nulla di particolare. Due scrivanie, due sedie e due letti, pertanto sono sicuro di avere un compagno di stanza, che al momento però non è presente.
Non posso nemmeno chiedere se è una cosa normale, che io non ricordi nulla.
L’ho appena pensato che la porta si apre, facendo entrare un Seraphin piuttosto sorpreso.
«Michael? E tu cosa…»
Poi il suo volto si allarga in un sorriso.
«Oh. Capito. Beh, per una volta non dovrò sorbirmi le stronzate di Demoni di sangue puro o di Angeli schifati» dice.
«Anche se non avrei mai pensato di vederti nella sezione Combattimento.»
 
 
No.
 
Non è possibile.
 
Io sono totalmente incapace anche solo di prendere a pugni qualcuno.
 
Non potrei mai sopravvivere al Confine.
 
«Michael?» sussurra Seraphin.
«Sai… sai quale Elemento mi hanno assegnato?» mormoro, tentando di darmi un contegno.
«N - no… io sono un Guerriero d’Aria, ma non so quale sia il tuo, di Elemento.» balbetta, incerto e confuso.
Povero Seraphin. Non sa nemmeno che cosa ha detto per farmi stare così.
«Ho detto qualcosa di male?» mi dice all’improvviso.
«No.» gli rispondo, scuotendo la testa.
«È solo che… io non sono capace di fare del male ad altre persone. Nemmeno se… se fossero dei mostri vomitati direttamente dai Reami Dannati, non potrei farlo... non ne sono capace.»
«Quindi credi di non poter affrontare… loro?» mi chiede, sedendosi vicino a me.
«Come potrei? Non so nemmeno perché Aetheria è in guerra.»
«Loro sono il Male, Michael. È compito nostro impedire che ci distruggano.»
«Ma non capisci, Seraphin? Hai mai visto una mappa dell’Isola? Gli Esiliati sono confinati nella parte nordorientale del nostro mondo! Sono tra il Grande Mare della Notte e la Barriera sul Confine! Siamo in netta superiorità, sia numerica che tecnologica! E allora dimmi, perché non siamo ancora riusciti a mettere fine a quest’assurdità?!?» grido.
Lui tace per un po’.
«Non lo so, Michael. Davvero non lo so.»
Volgo lo sguardo alla finestra, vedendo il cielo nero della notte.
«Andiamo a dormire. Domani ci aspetta una lunga giornata.»
 
 
La ragazza dagli occhi di zaffiro era seduta su uno dei rami del grande albero di magnolia che cresceva sulla montagna.
«Non hai il diritto di decidere il destino delle persone.» sputò quasi, rivolta al vecchio canuto che le stava di fronte, che la guardava da terra.
«Ma il suo destino è già scritto, ragazza. Per quanto si potrà sforzare, per quanto possa cercare di cambiare il corso degli eventi, il suo fato resterà immutato.» rispose l’altro.
«Anche lui è uno di noi, dunque?» chiese lei, appoggiandosi al tronco principale dell’albero con aria solo apparentemente stanca.
«Sì. Più precisamente, è il Primo
La ragazza alzò un sopracciglio, scettica.
«Il Primo, addirittura? È questo il destino che gli è riservato?»
Il vecchio abbassò lo sguardo.
«Sai benissimo che non sono io a tessere le fila del Fato. Non dimenticare che è stato lui a condannarvi a questo destino. Non dimenticarlo…»
La ragazza scese con grazia dall’albero, oltrepassando il vecchio, il cui viso era rimasto in ombra per tutta la durata della conversazione.
«… Sally…»
 
Poi la figura del vecchio si fuse con le ombre e scomparve.
 
Lo so, lo so, meriterei di essere linciato e poi interrogato a tappeto sulla grammatica latina, ma cercate di capirmi: sto capitolo mi sembrava fin troppo breve, e ho cercato di allungare un po’ il brodo dei “sogni” di Michael, poi sono arrivate le feste natalizie, ho inviato il capitolo alla carissima Vyolet (che non smetterò mai di ringraziare) che, poraccia, c’ha avuto una settimana d’inferno e mi ha inviato il capitolo il giorno di Natale (ossia, ieri).
Poi a Natale sono arrivati i parenti, e non sono riuscito a postare.
Considerate anche che avevo promesso di scrivere una One-Shot su l’altra fic che sto scrivendo, ma non ce l’ho fatta…
Consideratevi fortunati ad avermi qui per Santo Stefano!
Ma direi che vi ho tediati abbastanza ^^
Vi auguro buon Natale (anche se in ritardo), dedico questo capitolo alla fantasmagorica sassa, dato che è teatro del debutto di Sally, e, infine, vi ringrazio per aver avuto la pazienza di aspettare questo nuovo capitolo!
Grazie di tutto!
Con affetto,
Destyno.
   
 
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