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Autore: Namixart    27/12/2014    2 recensioni
Martina ha solo quindici anni, ma quando il suo migliore amico, Carter, scompare senza lasciare traccia, cade in una grave crisi di depressione. Perde il suo cuore e diventa un Nessuno dell'Organizzazione XIII.
Ma nessuno sa che Namixart, numero XV, Scintilla di Fiamme Oscure, non è ciò che sembra.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il corridoio che avevano imboccato subito dopo la battaglia con Xigbar condusse Namixart e Sora direttamente sul piano superiore della sala, dove poco prima avevano scorto Kairi combattere al fianco di quell’uomo che sembrava Xemnas.
- Perché Kairi era con l’Heartless di Xehanort? - mugugnò Sora mentre salivano le scale.
- Chi? - chiese Nami.
- Ah, giusto, non ti ho raccontato. Ho parlato con il Re, e mi ha spiegato che l’uomo che credevamo fosse Ansem, quello che ho sconfitto con Paperino e Pippo, in realtà è l’Heartless dell’apprendista del vero Ansem il Saggio, Xehanort. Il vero Ansem è scomparso molti anni fa. - spiegò Sora, gesticolando per rendere meglio l’idea di quei complicati collegamenti.
- Quindi… Quel tizio che abbiamo visto con Kairi dovrebbe essere morto da tipo un anno e dovrebbe essere cattivo, giusto? - fece Nami.
Sora annuì.
Sbucarono sulla sopraelevata appena in tempo per vedere Kairi che spazzava via l’ultimo Heartless con un solo fendente del suo Keyblade.
- Ottima prova, Kairi. - sorrise Nami, appoggiandosi a un muro.
La ragazza la osservò stranita per qualche secondo, prima di concentrare tutta la sua attenzione su Sora e sorridere.
- Sei diversa, Kairi. Ma sono felice che tu sia qui. - disse Sora.
Namixart si schiaffò una mano sulla fronte. Suo fratello era seriamente senza speranza.
- Tu e Riku non siete mai tornati a casa, quindi sono venuta io a cercarvi. - rispose Kairi.
Sora abbassò lo sguardo.
- Mi dispiace. - mormorò.
Ma non fece in tempo a rialzare gli occhi, perché Kairi era corsa verso di lui e lo aveva abbracciato.
- È tutto vero. - sussurrò, stringendo il ragazzo.
Sora, ripreso lentamente il controllo della sua mente, abbracciò a sua volta la ragazza.
Nami, dalla sua posizione accanto al muro, sorrise.
Sora sciolse l’abbraccio, anche se lasciò una mano sulla spalla di Kairi per qualche altro secondo.
- Ah, Kairi, ti ricordi di… - iniziò.
Nami sbuffò. Era evidente che il suo gemello non sapeva quale nome usare.
- Me. - completò al suo posto.
Kairi assunse un’espressione confusa.
- Ti… conosco? - chiese, inclinando la testa da un lato.
- È la mia sorellina! - esclamò Sora, saltando nel campo visivo di Kairi con il sorriso più largo che la sorella gli avesse mai visto.
Nami aprì la bocca per replicare, ma poi la richiuse con un sospiro rassegnato e sorrise all’indirizzo di Kairi.
- Chiamami Namixart. Prima o poi ti racconteremo tutto. -
Lei annuì, ancora pensierosa. Sora fece per dire qualcosa, ma scorse l’Heartless di Xehanort che apriva un corridoio oscuro.
- Ehi, Ansem. No, Heartless di Xehanort. -
L’uomo si fermò e rivolse in parte la testa verso Sora.
- Non avrei mai pensato di rivederti, ma… hai salvato Kairi. Devo esserti riconoscente. Grazie. - disse.
L’Heartless si voltò e fece per attraversare il corridoio. Kairi corse verso di lui.
- Riku! Non andare! - esclamò, afferrandogli una mano.
Sora e Nami sobbalzarono.
- Kairi? Cos’hai detto? - balbettò il ragazzo.
Lei si voltò e ripeté:
- Riku. -
 
 
Nami non si era unita alla riunione del trio. Sora, che aveva cercato l’amico per tutto l’universo, si era sciolto in un fiume di lacrime da coccodrillo non appena l’aveva riconosciuto.
La ragazza scosse la testa.
- Oh, andiamo. Che razza di uomo sei? - mugugnò con un sorrisetto.
- Ehi! Fatti gli affari tuoi! - esclamò lui, dall’altra parte della sopraelevata.
Nami sogghignò e si avvicinò ai tre. Riku distolse lo sguardo dai suoi amici e piantò gli occhi dorati dell’Heartless di Xehanort in quelli azzurri di lei.
- Come ti sei ridotto… - commentò Nami.
Riku scrollò le spalle.
- Ho vinto una battaglia, non di più. Non è ancora finita. -
La ragazza annuì.
- Suppongo di doverti ringraziare. - disse, percependo vagamente lo sconcerto di Sora, qualche passo dietro di lei.
- Hai recuperato i tuoi ricordi? - chiese Riku.
- I miei ricordi e mio fratello. Grazie. - sorrise Namixart.
Nel momento di silenzio che seguì, Sora si portò in mezzo agli altri tre e sorrise ancora.
- Che ne dite di un’ultima battaglia tutti insieme? Il Re sta aspettando! -
 
 
Kingdom Hearts illuminava tutto il Mondo Che Non Esiste di una fioca luce spettrale.
I rumori della battaglia tra i gemelli e Luxord arrivava attutito e ovattato alle orecchie del Superiore. Xemnas aveva gli occhi chiusi, le braccia aperte e il volto rivolto alla grande luna a forma di cuore.
- Kingdom Hearts… - mormorò, aprendo gli occhi e osservando con sguardo famelico le scintille di luce rosata che attraversavano il cielo buio.
- Gioisci, e saziati dei cuori che offriamo. Irradia di luce pallida questo regno vuoto, e condividi il tuo potere con tutti i Nessuno… -
Un fruscio dietro di lui annunciò la comparsa di un varco oscuro. Il Superiore non ebbe bisogno di voltarsi per sapere chi fosse il visitatore.
- Xemnas, Kingdom Hearts è pronto? - chiese Saïx.
- Lo sarà presto. - rispose Xemnas, ancora senza guardarlo.
- Quindi posso finirla con questa messinscena. - chiese ancora il numero VII.
Il Superiore si voltò lentamente verso di lui.
- Certamente. -
Sul volto di Saïx comparve un sorriso malevolo.
- Quanto ho aspettato queste parole! -
 
 
Il piccolo gruppo continuò la marcia attraverso il castello. Namixart era in testa agli altri, forte della sua conoscenza del castello e intenzionata a lasciare al vecchio trio qualche momento tutti insieme, come ai vecchi tempi. Tuttavia, Sora la affiancò velocemente.
Nami inclinò la testa con aria interrogativa.
- Non mi avevi detto di conoscere Riku. - commentò il fratello, senza guardarla.
Lei scrollò le spalle.
- Beh, mi è venuto in mente solo dopo che ho recuperato i miei ricordi, dopo… - si interruppe.
- Mi sarebbe piaciuto saperlo. Sapere che stava bene. - disse Sora.
Nami lo guardò, spalancando gli occhi.
- Mi stai dicendo che ce l’hai con me perché ho perso la memoria? -
Sora scosse la testa.
- Nah. Sono solo un po’ deluso. Com’è che le cose le vengo a sapere sempre per ultimo? - borbottò, riprendendo il suo solito sorriso scherzoso.
Namixart tirò un sospiro, anche se non era del tutto sollevata, e sorrise a sua volta.
- Ragazzi, guardate! - esclamò Kairi, dietro di loro.
Erano entrati in una sorta di caverna buia e misteriosa. Nami non aveva mai visto quella sala. Disposte su diversi livelli c’erano delle lapidi violacee completamente distrutte, con dei disegni sopra. Nami si avvicinò a una delle lastre sul livello inferiore e la esaminò attentamente, prima di fare un passo indietro, scioccata. Sulla lapide, anche se attraversata da numerose crepe, era ancora distinguibile la forma dei Chackram di Axel.
- Ma questi… - mormorò, mentre gli altri ragazzi la osservavano perplessi.
Fece scorrere lo sguardo su altre lastre. Accanto a quella di Axel c’era una lapide con il sitar di Demyx, sul livello superiore si apriva un portale con il Claymore di Saïx e, in corrispondenza del punto in cui probabilmente si trovava Luxord, se ne vedeva un altro, stavolta luminoso. Una delle lastre più lontane dall’entrata riluceva ancora di un bagliore azzurrino.
Nami si avvicinò, curiosa. Sulla lapide completamente integra c’erano due Keyblade incrociati. Roxas.
“Perché la sua non è distrutta? Può essere…” pensò la ragazza, scoccando un’occhiata a Sora, impegnato a osservare i portali con Kairi e Riku.
Scosse la testa. Di nuovo quella speranza stupida. Riprese a esaminare quello che sembrava un cimitero a tutti gli effetti.
Isolate rispetto alle altre lapidi, ce n’erano due ancora intere. Una, analogamente a quella di Roxas, brillava, mostrando uno Shuriken e un Keyblade.
Namixart represse una risata amara. Stava guardando la sua tomba.
Quella accanto catturò la sua attenzione. Ritraeva un bastone e, nonostante non fosse distrutta, non mostrava nessun portale o bagliore.
- Roxaura… Sei viva? - mormorò la ragazza.
- Ehi, Namixart! - chiamò Kairi, riportando la sua attenzione sui suoi amici.
- Probabilmente questi portali portano al luogo dove si trovano i loro proprietari. - disse Riku, mentre lei si avvicinava alla lapide di Luxord.
- Quindi attraversarli ci porterà a combattere con i membri numero VII e X. - concluse Kairi, indicando i portali.
- Meglio cominciare da Luxord. Sora l’ha già sconfitto da solo ad Agrabah, non dovrebbe essere troppo difficile replicare l’impresa. -
I tre annuirono. Sora di voltò verso la lapide.
- Andiamo. -
 
 
Quando i ragazzi attraversarono il portale, arrivarono su una terrazza grande, silenziosa e… senza traccia di Nessuno.
Nel cielo brillava Kingdom Hearts, ma c’era qualcosa di strano. Dalle parti più alte della fortezza sgorgava un raggio di luce smeraldina che attraversava il cielo fino a colpire la luna.
- Cos’è quello? - chiese Sora
- Dev’essere la macchina del Re e di DiZ… voglio dire, Ansem il Saggio. - spiegò Riku.
- Sono ai piani più alti. Meglio muoversi. - osservò Kairi.
I ragazzi iniziarono a dirigersi verso l’uscita, discutendo a proposito del raggio verde che, a detta di Riku, serviva a “codificare” Kingdom Hearts (qualsiasi cosa volesse dire).
A un tratto Nami sobbalzò, sentendo un pizzicore improvviso dietro la nuca. Lei e Sora si voltarono di scatto. Luxord era comparso nello spazio tra i gemelli e i loro amici. Il Nessuno fece un ampio gesto con le mani e un mazzo di carte apparve dal nulla per circondare Kairi e Riku. Ad un altro cenno di Luxord, le carte si dispersero, senza traccia dei ragazzi.
I gemelli evocarono i Keyblade e li puntarono verso il nemico
- Preferirei saltare i convenevoli. - disse lui, schioccando le dita.
Nami fece per correre verso di lui, ma riuscì soltanto a scontrarsi contro una parete invisibile.
- Che cosa? - esclamò, premendo i palmi delle mani sulla barriera.
Ad un tratto, venne circondata da una luce bianca accecante che la costrinse a chiudere gli occhi. Quando li riaprì, scoprì di essere congelata nella posizione di poco prima, intrappolata in uno spazio bianco con una sola finestra sul campo di battaglia.
Davanti a lei c’era Luxord, armato del suo mazzo di carte magiche.
“Non riesco a muovermi!” pensò, disperatamente.
Quasi rispondendo al suo grido mentale, la sua prigione si spostò in avanti, fluttuando lentamente nel vuoto.
Nami sgranò gli occhi, sorpresa.
“Attacco!” pensò, curiosa.
Improvvisamente si sentì trascinata in una centrifuga, con il cielo stellato che le vorticava davanti agli occhi. Quando tornò in posizione eretta, vide Luxord arretrare di qualche passo, evidentemente colpito dall’attacco di Namixart.
“Non so come, ma l’ho preso. Ancora!” ordinò lei.
Aveva capito il meccanismo. Sghignazzò mentalmente, prima di accorgersi che, a pochi metri da lei c’era una carta da gioco gigantesca con stampata l’immagine di Sora.
Sobbalzò, sorpresa, mentre la realizzazione si faceva strada nella sua mente.
Erano stati trasformati in carte.
 
 
Durante il suo periodo nell’Organizzazione, Nami non si era accorta di quanto sleale fosse Luxord. In quanto giocatore d’azzardo, sperava che sapesse attenersi alle regole, giusto? Sbagliato.
Namixart e Sora ritornarono alla loro forma umana dopo qualche minuto.
- Cavolo… sono tutto intorpidito… - protestò il ragazzo, massaggiandosi il collo.
- Sora! Attento! - gridò Nami.
Lui si abbassò appena in tempo per schivare una carta volante che andò a conficcarsi a terra qualche metro più in là.
- Grazie, sorellina. - esclamò, per niente sconvolto dall’arma letale che gli era appena passata sopra la testa.
Nami sbuffò.
- Concentrati! -
La ragazza rinforzò a fatica la stretta sul Keyblade e corse verso Luxord. Il Nessuno non mosse un muscolo del viso, ma lei si trovò al centro di una fortezza di carte da gioco giganti. Sulle pareti davanti a lei scorrevano simboli strani a velocità elevata, ma lei non ci badò troppo. Si lanciò verso la carta più vicina e cominciò a tempestarla di colpi. Non appena l’arma toccò la sua superficie, Nami se la sentì scivolare di mano, mentre una nebbiolina bianca l’avvolgeva. Quando la sua visuale fu sgombra, scoprì di trovarsi più o meno al livello del pavimento.
“Cosa diavolo è successo?” si chiese, guardandosi intorno.
Sora comparve al lato del suo campo visivo. La guardò con un’espressione a metà tra il divertito e il dispiaciuto.
- Mi sa che avresti dovuto fare attenzione ai simboli. Sei un dado. - disse, allontanandosi da Luxord.
“Un dado?” gridò mentalmente Nami.
“Questo è il colmo, io lo ammazzo.” pensò.
Scoprì di essere molto più efficace nella sua forma di dado, rispetto a quella di carta. Si muoveva molto più velocemente e riusciva a colpire Luxord più spesso. Anche in questo caso tornò al suo aspetto originale dopo qualche minuto.
Anche Sora era diventato un paio di volte una carta, ma impiegava molto meno tempo per tornare normale. Nami si chiese più volte perché, ma non trovò una risposta. Mano a mano che procedevano nella battaglia, la ragazza elaborò un’efficiente strategia per evitare le fastidiose trasformazioni da parte del nemico: avvicinarsi il meno possibile a lui. Anche Sora aveva intuito il trucco, ma in realtà tendeva a sfruttare le magie di Nami come diversivo e attaccare Luxord a distanza ravvicinata, con tutta la devastante potenza del Keyblade.
- Firaga! Thundaga! - gridò, lanciandosi di lato per evitare una carta assassina vagante.
Luxord innalzò una barriera di carte per difendersi dalle magie. Nami imprecò a mezza bocca: quel maledetto non era facile da colpire.
A un tratto Sora spuntò dal nulla e corse verso il nemico, ancora rinchiuso tra le sue carte. Nami si arrestò un attimo, impegnata a osservarlo.
Sora si lanciò verso le carte e colpì. L’impatto del Keyblade contro le carte produsse scintille tanto intense da accecare Nami per una frazione di secondo.
Quando riuscì ad aprire gli occhi, Sora si trovava dall’altra parte della muraglia di carte, il Keyblade ancora in posizione.
Le carte crollarono e svanirono, tagliate a metà da un solo colpo.
Luxord crollò in ginocchio. I gemelli si avvicinarono al Nessuno morente, che si voltò a fatica verso Sora.
- Come hai potuto… Roxas? - rantolò.
- È Sora! - ribatté il ragazzo, con veemenza.
Luxord abbassò lo sguardo e svanì senza aggiungere altro
Le carte riapparvero, rivelando Riku e Kairi.
- State bene? - chiese Kairi, correndo verso i gemelli.
- Tutto bene, non preoccupatevi. - rispose Sora.
- Muoviamoci. - continuò, avviandosi verso l’uscita.
Il cimitero aveva lo stesso aspetto di poco prima, fatta eccezione per la lapide di Luxord, adesso distrutta, e quella di Saïx che aveva cominciato a brillare.
A Namixart mancò il fiato per qualche secondo.
Riku le posò una mano sulla spalla.
- Stai bene? -
Lei sorrise.
- Sì. Pensavo e basta… -
- Mettiamo fine alle macchinazioni di quel maledetto. - disse il ragazzo nel corpo dell’Heartless, avviandosi verso la lapide.



[Ai pochi angeli che ancora mi seguono]
Mi dispiace infinitamente. La mia ispirazione era andata a sotterrarsi da qualche parte, insieme alla mia voglia di scrivere e al buon funzionamento del mio computer. MA! Adesso sono tornata! (Con un capitolo solo vagamente decente, ma sono tornata)
Voglio ringraziare le anime pie che non mi hanno abbandonato, perché vuol dire che avete voglia di vivere la storia di Namixart insieme a me. Grazie di cuore!
Ci vediamo al prossimo capitolo (possibilmente pubblicato in tempi accettabili),
Nami :3

PS
Non ho avuto tempo di rileggere il capitolo, perciò ogni correzione è incoraggiata e benvenuta.
  
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