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Autore: thembra    12/11/2008    1 recensioni
...Una ragazza arriva a Gotham e i suoi sogni e le sue certezze sfumeranno via come polvere, sollevate dal battito d'ali di un nero pipistrello... Primo chappy leggerente modificato XD TH
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Hey papi guarda!!”

“Nh?”

 

Un uomo sulla quarantina si chinò sorridendo alla proprietaria della vivace vocina che l’aveva chiamato.

 

“Cos’è?”

“…un bruco!!”

 

Si divertiva a tormentare il povero insetto con un bastone, lo osservava muoversi, arrotolarsi e cercare in tutte le maniere di sfuggire ai suoi attacchi, finchè lasciata la sua arma allungò la mano per acchiapparlo.

 

“Ahio!!”

“Visto?”

 

Si portò l’indice alle labbra succhiandole per alleviare l’improvviso bruciore mentre i suoi occhi scuri si riempivano di lacrime e presa da una rabbia improvvisa fece per schiacciarlo.

 

“No! Non lo puoi fare!”

“Ma mi ha punto!!”

“Questo perché tu gli hai fatto i dispetti, se lo lasciavi stare non sarebbe successo…”

“Ma io, non volevo, io…”

“Devi imparare a capire che  non conta solo quello che vuoi tu Francis”

 

Lo guardò poco convinta spostando poi lo sguardo sull’insetto che cercava di filarsela ondeggiando buffamente, sembrò capire e dopo essersi alzata raggiunse il genitore stando attenta a non calpestarlo.

 

“Scusami bruco!”

“Brava bimba!”

 

Suo padre era sempre stato così, in ogni cosa, in qualsiasi situazione, anche la più semplice o futile sapeva trovare un insegnamento da darle; quegli occhi color della cenere avevano visto tante cose, e sembrava fossero preparati anche a quelle che dovevano accadere.

 

“Tieni, questo è per te…”

Waaaaaah

 

Le si illuminarono gli occhi, quello che stringeva fra le mani era un ciondolo argentato e luccicante, il suo primo gioiello.

 

“Tienilo sempre con te….dentro si sono il papà e la mamma…”

“Si!”

 

 

…..

 

 

 

 

 

 

La mattina a villa Wayne era sacra, gli inquilini di quell’ abitazione non uscivano dal letto prima delle 11, tranne Alfred che alle sei di mattina già tutto indaffarato adempiva ai suoi doveri di maggiordomo.

 

Un trillo improvviso, meccanico e ben conosciuto risuonò all’improvviso fra le mura tirando giù dal letto sia Bruce che Dick, sebbene quest’ultimo fosse un po’ riluttante, non erano ancora le cinque.

 

“Qual è il problema?”

“Disturbi al sesto distretto…”

“Ma e la polizia? Stanotte abbiamo fatto le ore piccole e inoltre abbiamo rispedito il Joker al manicomio per la quinta volta, non potrebbero almeno per oggi…”

“…Robin!”

“Si sii ho capito…avviso Barbara?”

“Bravo…il suo canale è il pulsante rosso…”

“Fatto, yawn beh svegliami quando siamo…”

 

La batmobile si arrestò di colpo in mezzo all’incrocio già intasato da autobotti dei pompieri e curiosi insonni.

 

“…arrivati!!”

 

Scesero e raggiunsero il commissario Gordon già affiancato da Batgirl intento a spiegarle i dettagli.

 

“…hey ragazzi notte brava?”

“Spiritosa, guarda che…”

“Che abbiamo qui?”

 

Batman si intromise fra i due prima che le loro lingue si lasciassero sfuggire particolari più che utili alla loro identificazione.

Gordon era a conoscenza infatti che la figlia era stata da loro nella serata per il compleanno di Dick, e in quel momento li stava guardando dubbioso, se avesse capito qualcosa in più…

 

“Babbeo sta più attento accidenti!”

“E tu smettila di provocarmi allora!”

 

“Sai, non capisco se siano amici o cosa, un attimo prima litigano e subito dopo si allontanano a confabulare fra loro…”

“Lascia stare, ho rinunciato a capirli da un pezzo….piuttosto….ci sono vittime?”

“Fortunatamente no, ma la casa è andata distrutta…”

“A chi appartiene?”

“Huges Johnson…”

“…il pasticcere?”

“Si…lo conosci?”

“Diciamo che mi servo da lui…”

 

Il commissario lo guardò alzando un sopracciglio.

 

“Beh anche i pipistrelli sono golosi, non lo sapeva commissario?”

 

Ad interromperli arrivarono Robin e Batgirl facendo tornare la discussione sul binario originale.

 

“Ah certo…”

“Movente?”

“Intimidazione pare.”

“…”

“Lo stiamo interrogando ora, ma la sua bocca è cucita, ha una paura dannata, e se non parla non lo possiamo aiutare, per ora l’unica cosa che possiamo fare è metterlo sotto protezione…”

 

Il trio si allontanò dal poliziotto avvicinandosi ad un gruppo di agenti intenti a calmare la moglie e le piccole figlie del pasticcere, poi arrivarono a lui che con lo sguardo fisso a terra si ostinava a non voler spiccicare parola.

 

“La prego signor Johnson…se non ci dice chi la minaccia non saremo in grado di proteggere lei e la sua famiglia…”

“…”

“Signor Johnson le guardi, sono terrorizzate, la prossima volta potrebbe andar peggio…”

“…”

“Lo hanno visto? Hanno riconosciuto chi l’ha”

“Mio Dio Francis!!”

“Chi?”

“Lei c’era, lei ha visto…oddio!”

 

L’uomo cominciò ad agitarsi strattonando le divise degli agenti, parlando di continuo, poi guardò nella loro direzione proprio mentre stavano giungendo correndogli in contro.

 

“Aiutatela! Lei c’era, ha visto tutto, l’ammazzeranno!”

“Di chi parla?”

“Francis…la mia aiutante, lavora con me da poco ma prima ha visto tutto…lo ha visto…l’ammazzeranno!!!”

 

“Dove abita?”

“Al terzo distretto fuori città, rione dieci mi pare, una casetta vicino alla chiesa…mio Dio l’ammazzeranno per colpa mia…”

 

Si buttò a terra piangendo coprendosi il viso con le mani, se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.

 

“Aiutatela, salvatela vi prego!”

 

Non si era accorto il buon Huges che nessuno dei tre eroi era più li.

 

 

 

 

………….

 

 

 

 

“Nhm…”

 

Aprì gli occhi lentamente, come se non volesse cancellare dalla memoria quel viso familiare,

poi poco a poco ricordò tutto, il suo arrivo, l’intruso, lo spavento e…

si portò la mano al petto, il ciondolo non c’era più, quel dannato glielo aveva rubato e poi l’aveva colpita.

 

“Dove sono?”

“Ben svegliata Francis!”

 

 

…..

 

 

“La casa dovrebbe essere quella…”

 

Era tutto silenzioso lungo la via del decimo rione, le luci dei lampioni a malapena illuminavano la strada e le case di quel posto erano tutte simile e atone.

Tranne una casa che era poco più grande, con un giardino incolto attorno e dei vasi di fiori non ancora sbocciati.

In quella casa, a differenza delle altre c’erano delle luci accese.

 

“Dividiamoci…io  entro dalla porta, Batgirl vai sul retro, Robin…”

“Capito!!”

 

Risposero all’unisono precipitandosi la prima oltre il giardino,  Robin sulla veranda e con due agili salti al terrazzo del secondo piano.

La porta si aprì cigolando un pochino rivelando l’atrio della casa ampio e non ancora arredato.

A terra sul pavimento stava una borsa e da essa uscivano degli oggetti; era chiaro che le era caduta, tuttavia non c’erano segni di lotta o altro.

Si chinò raccogliendo gli oggetti sparsi sul chiaro marmo del pavimento rimettendoli nella sacca soffermandosi però ad osservarne uno.

Una penna d’ebano con il tappo e il pennino in argento lucidissimo, degli intarsi lungo il tubo e all’estremità un fregio raffigurante una croce greca argentata al centro della quale nasceva un cardo color porpora.

 

 

“Come fa una così a possedere un…”

“Hey! Qui non c’è nessuno!!!”

“Neanche al piano di sopra, è tutto in ordine…”

 

Sia Batgirl che Robin lo raggiunsero all’ingresso facendogli un misero rapporto.

 

“Allora avevo visto giusto.”

“Che cosa?”

“Quella ragazza…è l’erede dell’impero Diamond One, ma che diavolo ci fa qui a Gotham?”

“C’è l’ho mandata io…”

 

I tre scattarono voltandosi verso il portone d’ingresso da dove era appena entrato un uomo attorniato da altri uomini in tenuta da combattimento.

 

 

“…o meglio, il suo defunto padre…”

“Chi sei?”

“Sean Maresca…giù le armi ragazzi, possiamo fidarci di loro…”

“Ma noi di voi?”

 

Barbara non aveva abbandonato la posizione d’attacco sulla quale era scattata e continuava a tenere d’occhio i presenti.

 

“Sta calma Batgirl.”

“Le voci sulle tue imprese di protettore hanno fatto il giro del mondo Batman, e anche se non me lo aspettavo sono contento di averti incontrato…”

“…”

“Ho bisogno del tuo aiuto!”

 

 

 

…………….

 

 

“Ancora tu?”

 

Si trovava legata ad una sedia di fronte all’uomo che prima le aveva rubato il ciondolo e che ora stava in piedi a pochi passi da lei, a fissarla serio.

 

“Cosa vuoi da me?”

“So che sei l’erede della Diamond One dei Maresca…una piccola gallinella dalle uova d’oro per la nostra organizzazione, il presidente Sean si preoccuperà non appena saprà del tuo…”

“Secondo me salterà sulla poltrona invece…”

“Nh?”

“Sei rimasto indietro carino…lui mi odia, mi ha diseredata, licenziata, cacciata di casa, si è liberato di me e senza il minimo scrupolo!”

 

Tratteneva a stento le lacrime al pensiero di come era stata trattata dall’unico parente che le era rimasto e al quale voleva un bene immenso, sentimento che era stato contraccambiato per 24 anni con doni, gite scherzi e gesti d’affetto; ma che alla scomparsa del padre era mutato in odio profondo e invidia, era sfociato in liti pubbliche, umiliazioni e lotte in tribunale fino a che, stanca di tutto quel veleno se n’era andata senza dire nulla a nessuno cercando di rifarsi una vita normale anche se era sola.

Invece però tutto sfumava via come cenere al vento, i suoi miseri tentativi erano stati soffocati sul nascere da quel tizio che continuava a fissarla con sufficienza.

 

“…se fosse come dici tu, non saprebbe nemmeno dove ti trovi…”

“Infatti, non ho detto nulla a nessuno…”

“Spiegami allora come mai poco fa all’aeroporto di Gotham è atterrato in tutta fretta il jet privato della Diamond One…”

“Nh?”

“Spiegami come mai quello zio che ti odia tanto ha sguinzagliato i suoi migliori agenti in tutta Gotham per trovati cara Francis…”

“Cosa?”

“Vuoi saperlo il motivo?”

 

Si avvicinò inginocchiandosi per guardarla diritta negli occhi levando la mano chiusa a pugno.

Chiuse gli occhi pensando che la volesse colpire credendola una bugiarda, ma poi li riaprì avvertendo un tintinnio e un leggero movimento d’aria accanto alla guancia.

 

“Eccolo!”

“Il mio ciondolo?”

“Esatto…dentro c’è qualcosa di infinitamente importante…”

 

Schiacciò il minuscolo pulsante che fece scattare l’apertura del pendaglio, mostrandole la foto di suo padre sul lato sotto, e quella leggermente sbiadita di sua madre sopra.

 

“Non capisco…”

“Capirai…oh se lo capirai…”

 

Cominciò a ridere mentre si allontanava per uscire e lei sentiva i nodi alle corde farsi sempre più molli fino a sciogliersi e cadere a terra lasciandola libera da quella scomoda posizione, ma comunque prigioniera di quella buia e fredda stanza.

 

“Mettiti comoda, sarai mia ospite per un po’…”

“Aspetta!”

Corse verso la porta blindata arrivando un attimo dopo che si era richiusa sbattendoci contro i palmi delle mani.

“…aspetta…”

 

 

………….

 

 

“…sul serio hai avuto il coraggio di farlo?”

“Era l’unico modo!”

“Perciò, stai dicendo che per proteggerla hai sputato veleno e bugie in faccia a tua nipote? Non dovrei dirtelo, ma sei stato proprio un bastardo…”

“Batgirl!”

“…scusa…”

“La ragazzina ha ragione…”

“…”

“Volevo proteggerla da tutto il male che la circondava ed ho finito per spezzarle il cuore…e poi a cosa è servito? A Pretoria è stata più volte vittima di tentativi di rapimento e le nostre guardie da sole non potevano difenderla da praticamente tutti, l’abbiamo mandata qui ed è finita nei guai dopo neanche una settimana…io e mio fratello pensavamo entrambi che Gotham fosse abbastanza lontana per nasconderla al nostro mondo, e invece è andata ancora peggio.”

“Non preoccuparti, la troveremo…”

“L’ho allontanata dai pericoli di un mondo per catapultarla nell’oblio di un altro…”

“Se vogliono chiedere un riscatto gli servirà viva quindi non le faranno nulla.”

“Sono d’accordo Robin, va con Batgirl da Huges, fatti dire tutto ciò che sa, stavolta parlerà sono sicuro e fate attenzione pare che siano appena arrivate delle spie agite separatamente, io torno alla base, cercherò nei computer qualcosa che ci possa aiutare…voialtri continuate il teatrino, devono credere che la state ancora cercando e non fate parola del nostro incontro.”

“Sta bene, Andate ragazzi!!”

“Bene, noi usciremo fra poco.”

“Un’ultima cosa Batman…”

“Nh?”

 

Bruce si voltò versi l’uomo che parlò solo dopo essersi assicurato che nessuno dei suoi uomini fosse presente.

 

“C’è un motivo ben preciso se mio fratello l’ha condotta qui…”

“Nh?”

“Si tratta della Congrega…

“La Congrega?!?”

“E una setta alla quale facevano capo i maggiori industriali del mondo, mio fratello ne era un rappresentante e come gli altri aveva il compito di, ”

“Mantenere gli equilibri economici del mondo perfettamente bilanciati in vece dei tesorieri dei vari governi, ho sentito parlare di questa setta.”

“Quello che non sai, è che mio fratello è stato ucciso da loro…aveva scoperto qualcosa…”

“Cosa?”

“Non lo so! Non è riuscito a dirmelo, ma sono sicuro che c’è un motivo se ha mandato Francis qua, magari conosceva qualcuno, aveva dei legami…della amicizie fidate…”

“Maresca!”

“Nh?”

“Forse ho trovato…un ultima cosa, il simbolo della congrega è una croce con un cardo giusto?”

“Si, ma come lo sai?”

“Va via di qui! Mi farò vivo io!”

 

Detto questo l’uomo pipistrello si allontanò uscendo dal retro silenzioso mimetizzandosi nell’oscurità, scivolò lungo i muri di alcune abitazioni, e quando fu sicuro di aver aggirato le spie richiamò la sua auto e si diresse alla bat caverna.

Aveva un punto di partenza ora.

Aveva un punto di connessione finalmente.

Quel simbolo, quel fregio era stampato in rilievo sul fondo del calamaio nero e argentato che suo padre teneva sulla scrivania nello studio alla villa.

Ecco perché quella ragazzina possedeva una penna simile.

Era la figlia di uno della Congrega.

 

 

Proprio come lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TH

 

 

 

 

Ok, un chappy un poco più interessante mi auguro.

Ci sono dei punti oscuri ma sono voluti, spiegherò tutto man mano che procederò con la storia XP

Un grazie a coloro che leggeranno

 

E ad Ilaria 1993à mi fa piacere che la storia ti piaccia, perciò fammi sapere che te ne pare ok?

Mi faresti un grosso favore!!!

A presto

 

 

Chu!!!

 

 

 

 

 

  
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