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Autore: Liberty89    29/12/2014    5 recensioni
Ciò che l’eroe dei mondi non credeva possibile era il declino mentale che potesse subire una persona, che per troppo tempo era rimasta in stretto -strettissimo in realtà- contatto con l’Oscurità, anche a distanza di mesi. Sapeva che la gente tendeva a impazzire e fare cose che normalmente non avrebbe fatto, quando si faceva corrompere dal potere oscuro, ma non pensava davvero che qualcuno potesse dare i numeri.
Piccola (credo) fan fiction nata dalla visione di un'immagine su facebook, che narrerà le avventure di Capitan Riku e Mr. Paopou.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Riku, Sora, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Buona sera a tutti! Non mi aspettavo di scrivere così presto il secondo capitolo di questa pazza fan fiction, invece eccomi qui :3 L'ispirazione per altro in questo periodo è ballerina, quindi mi sono potuta dedicare a questa con mente leggera. Il delirio mentale del grande Riku continua e spero di farvi ridere ancora :3
Prima di lasciarvi alla lettura, dedico due righe ai ringraziamenti.
Grazie a darkroxas92, iris dedivitiis e Miryel che hanno messo la fic tra le preferite.
Grazie a darkroxas92, Devilangel476, EternalSunrise, GoldenEFP, hinata 92, hufflerin e Miryel per averla messa tra le seguite.
Non mi aspettavo tutta questa affluenza, grazie mille a tutti quanti <3
E ora, buona lettura!


Episodio 2: Ronda notturna - Questo è un complotto!

-Forza, seguimi! E resta all’ombra, non dobbiamo farci vedere!- ammonì Riku, prima di voltarsi e sgattaiolare dietro il muro della casa successiva, facendo attenzione a non entrare nel raggio di luce del lampione vicino.
Sora sospirò un assenso e lo imitò come meglio poté. Durante la sua avventura in giro per i mondi ne aveva provate tante: era stato trasformato in un mezzo delfino per salvare il regno sottomarino di Atlantica, a Halloween Town era diventato un vampiro, e nelle Pride Lands la magia di Paperino l’aveva fatto diventare un leoncino. Forse, ne aveva viste abbastanza da bastargli per una vita intera, ma proprio non riusciva ad abituarsi a quella buffa mise gialla e arancione: era talmente aderente da dargli l’impressione di star girando in mutande.
Forse era il caso di tentare di far rinsavire l’amico…
-Senti Riku.- chiamò in un sussurro, guardando come l’altro si acquattava dietro un cespuglio.
-Cosa fai in piedi? Vieni giù!- replicò lui, tirandolo per il braccio e facendolo inginocchiare accanto a sé. -Non devi usare il mio nome, adesso io sono Capitan Riku!-
…oppure era meglio fargli notare che dal suo nome di tutti i giorni a quello dell’identità “segreta” non cambiava poi molto?
-Ma dimmi tutto Mr. Paopou!-
Guardando verso l’alto in completa esasperazione, il castano si disse che probabilmente avrebbe fatto meglio a tacere e assecondare la follia del suo migliore amico, che da due notti lo trascinava in giro per l’isola in cerca di chissà cosa o chi, ma ottenendo un nulla di fatto al rientro.
-…ecco, cosa stiamo facendo esattamente?- domandò con voce tranquilla. -Abbiamo sconfitto gli Heartless e i Nobodies, è la seconda notte che giriamo senza trovarne traccia, quindi cosa stiamo facendo?-
Il silenzio che ricevette in cambio quasi lo spaventò, non si udiva nulla in quella notte priva di luna, anche il vento aveva smesso di soffiare e il respiro del mare non era altro che un fruscio lontano. E il non vedere lo sguardo dell’altro, a causa della retina bianca che gli copriva gli occhi, lo metteva a disagio. Si diede dell’idiota e dello stupido, dicendosi che non avrebbe dovuto aprire bocca perché ora rischiava di essere trafitto dal keyblade di un custode pazzo.
Deglutì, stringendo i pugni posati sulle gambe e soffrendo in silenzio per i pizzicotti che si tirò da solo, quella calzamaglia era davvero fin troppo aderente!
Sobbalzò quando l’argenteo gli posò le mani sulle spalle. -Mr. Paopou, anzi Sora.- esordì con voce grave.
-S-Sì?-
-Davvero non hai capito? L’intera comunità delle Destiny Islands dipende da noi e dalla nostra ronda.-
-Ronda? È questo che stiamo facendo?- chiese Sora, perplesso. -Ma non c’è alcun pericolo!-
-Questo è quello che vogliono farci credere.- bisbigliò Riku, facendosi più vicino all’amico e fissandolo attraverso la mascherina. -In realtà sono qui in mezzo a noi, aspettando il momento migliore per tornare alla carica e distruggerci tutti quanti. E noi due saremo i primi a cadere sotto questa congiura, ecco perché non dobbiamo usare i nostri nomi e dobbiamo mimetizzarci con la notte in cui loro vivono.-
Il tono serio e la convinzione con cui aveva esposto la teoria del complotto l’avevano quasi convinto, ma la spiegazione che aveva dato all’importanza dell’usare nomi fittizi e quelle ridicole e scomode calzamaglie l’avevano riportato sulla giusta strada: il suo amico era completamente impazzito.
Con un sospiro di sollievo, Capitan Riku tornò ad acquattarsi, pronto a scattare. -Bene, ora che è tutto più chiaro, possiamo proseguire. Dobbiamo arrivare fino al quartiere sud, oggi. Poi, domani notte riprenderemo da quello nord e scenderemo a ovest.-
-Domani? Rik- Cioè, Capitano ma lunedì c’è scuola, non possiamo uscire la notte prima!- obiettò, guadagnandosi la sua attenzione e quasi sicuramente un’occhiata stranita.
-E allora? Il nemico non si fermerà di certo fino al prossimo fine settimana. Gestiremo entrambe le nostre identità senza problemi, vedrai! Gli eroi non possono fermarsi di fronte a piccolezze come la scuola! Ora seguimi Mr. Paopou, la notte è ancora lunga!-
Dal retro della sua maschera a forma di stella, che per nulla si mimetizzava con l’ambiente circostante come il resto del suo vestiario, Sora sentì le sue ultime speranze di tornare a vivere una vita normale farsi piccole e lontane, esattamente come la sanità mentale del suo migliore amico, ora tutto impegnato in una capriola che era terminata chissà come a testa in giù in una pozzanghera.
Sospirando afflitto, Mr. Paopou si affrettò a seguire il suo compagno, evitando ovviamente di farsi lo shampoo nel fango.
  
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