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Autore: Mapix    30/12/2014    1 recensioni
Io non sono pazzo. Sono gli altri a dirlo, lo hanno deciso gli altri. vorrei essere pazzo, purtroppo non lo sono, ma gli altri dicono di si. Perché? Aiutami, non riesco ad accontentarli, loro dicono che sono così, ma io non mi ci sento, sono triste. Sono pazzo perché a un telefono da 800 euro preferivo i giocattoli da bambino; sono pazzo perché sostuisco le ragazze con le amiche; sono pazzo perché sono l'unico al mondo a pensarla così e farmi dei problemi.
Dimenticavo, mi presento: Piacere, il mio nome è Axel...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non vi annoiate se vi racconto il sogno che ho fatto ieri, vero? Meno male, perché stamattina mi sono svegliato sudando freddo, credo di essere caduto giù dal letto, ho avuto un pò di paura quando ho visto quel coltello affilato di fianco a me quando mi sono svegliato, era lì , nella mia mano, io lo guardavo, lui mi minacciava di morte, lo sentivo .
vedere questa ferita sul petto, cicatrizzata da poco? Ecco, questa è la minaccia di cui parlavo, c'è qualcuno che vuole che io muoia!
Non è la prima volta che mi accade : il mio corpo è costellato di cicatrici grandi e piccole, che si incrociano a volte a formare delle croci come quelle delle bandiere dei pirati; sembra quasi che qualcuno si diverti a giocare a "Tris" sul mio corpo e non riesca mai a mettere tre croci in fila e mettere fine a questo gioco macabro. Sono stanco.
Cmq sia, ho promesso di raccontare il mio sogno, ebbene, prestatemi ( se non vi spiace) un briciolo della vostra attenzione, mi basta e ne sarò felice:
Quel giorno il cielo era rosso, troppo rosso, su cui si stagliava un sole nero, che mandava i suoli riflessi sulla terra. La mia ombra era bianca, con due grandi occhi che mi fissavano, quasi ad invitarmi a non so quale strano rituale ideato da lei; e mi chiamava, era terrificante. mi sentivo in un quadro di Salvador Dalì, con le sue forme surreali al limite dell'impossibile e dell'irrazionale. Quella sera sono stato partecipe della sua visione della vita, ora che l'ho provata, non la dimenticherò mai, mai più.
E all'improvviso eccolo, in quello spettacolo di luci e ombre, che rappresenta in fondo tutto ciò che noi desideriamo, ciò che odiamo, la nostra bontà e la nostra crudeltà, le immagini di tutti i nostri sentimenti nascosti, quelli che non osiamo dire per paura, per vergogna e , perché no, anche per pazzia, quella pazzia del rifiuto della felicità in virtù di una vita che siamo soliti definire "normale;
Era tutto chiaro davanti a me, potevo vederlo : mi ritrovai circondato da una vampata di fiamme intorno a me che si erano chiuse a mezzaluna chiudendo me all'interno; facendo sparire tutto il paesaggio intorno. Il delirio di forme di Salvador Dalí svaniva davanti ai miei occhi, lasciando solo me, le fiamme, un profondo vuoto intorno a me.
Quasi come le fiamme mi avessero protetto, forse sarei svanito anche io se questa mezzaluna non mi avesse concesso le sue fiamme come rifugio materno contro il folle spettacolo intorno a me. Ma ecco, le fiamme pian piano si spengono, lasciando me solo, solo, solo.. Soltanto io e il profondo nero intorno a me. Ed ecco che i miei occhi si chiudono piano piano, sempre di più.
Io e l'oblio siamo una cosa sola.

Qui termina la mia breve storia. Poi mi sono svegliato con questo coltello in mano e questa ferita sanguinante sul petto ; per fortuna è una ferirà superficiale, rimarginerà come le altre.
Durante la notte accade qualcosa nella mia stanza, lo so. Devo capire cosa ho, prima che sia troppo tardi, prima che la mezzaluna smetta di proteggermi e io sparisca come tutto il mondo intorno a me.
Ho paura, non voglio morire. La morte mi brama, mi desidera, stanotte mi ha messo un mano un coltello. Domani? cosa accadrà?
Ora devo proprio andare, mio padre e la sua sottospecie di compagna stanno per rientrare ( ah dimenticavo, sono usciti stamattina presto) e non voglio che mi vedano, o meglio, non voglio vederli io, li odio.
Vi chiedo solo un favore prima di andare: pregate per me.
   
 
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