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Autore: callistas    14/11/2008    10 recensioni
Ciao a tutti! Sono tornata con un'altra storiaccia malefica! E' la classica favola del brutto anatroccolo rivisitata da me. Ovviamente, credo la si conosca e non servono ulteriori dettagli. Ma per chi non la conoscesse è la storia di un anatroccolo che quando è nato è bruttissimo, ma alla fine diventa un bellissimo cigno. In questa storia non ci sono animali ma persone. So che è un obrobrio di presentazione, ma spero di avervi dato l'idea. Commentate!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ugly Betty Ma che bellezza! 7 Recensioni solo per il primo capitolo! Sono…PUTREFATTA dalla gioia!
Comunque spero che il capitolo non sia stato troppo noioso. Purtroppo, come tutti i capitoli introduttivi, è solo un inizio per descrivere la situazione dei protagonisti. Il secondo, forse nemmeno questo sarà tanto movimentato, ma verrete a conoscenza del passato di Kagome e del suo babbo e di come mai Naraku si sia separato dalla moglie. Ma adesso, ci tengo a ringraziarvi per la pazienza che avete avuto nel leggere ‘sta cosa.

Mary_loveloveManga: ciao bella! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta, almeno questo piccolo pezzettino. Sarà mia premura aggiornare, da gran bastarda qual son io, una volta alla settimana. Già, già, già, già…chissà come ci rimarrà Inuyasha quando vedrà chi è in realtà Kagome Higurashi…mah…vediamo…se ti interessa rimani sintonizzata su questo canale!

Cri_91: grassie grassie anche a te per il commento. Mi fa piacere che la favola del brutto anatroccolo sia sempre qualcosa di piacevole da (ri)leggere. Spero che non rimarrai delusa dalla continuazione, e se lo fossi fammelo sapere. Sono sempre bene accette le critiche.

Inukag90: certo che la continuo! Non pensare che mi fermi qui! : -) Mi fa piacerissimo che anche a te l’inizio sia piaciuto. Posso chiederti qual è la parte descrittiva che ti è piaciuta di più (e quella di meno, ovviamente). Vorrei saperlo così almeno cerco di buttarmi su quel tipo di scrittura per certe fic che ho in mente. Grazie in anticipo se mi risponderai!

Laretta: ti prego…non ti “sbregare” i pantaloni per le troppe parole!!! : p   Comunque la trasformazione arriverà un po’ più avanti e ne vedremo delle belle. Non sai la voglia che ho nel dirvi tutto, ma sto cercando di controllarmi…E vedrai anche il dio greco che…stop.

Kagome19: divina fanciulla! Il vostro ritorno mi riempie di gioia! Vorreste fare un figlio con me? No, meglio di no… sarebbe fisicamente impossibile. Tutto bene? Mi fa piacere aver visto il tuo nome tra i commentatori. Spero di poterti vedere anche al prossimo!

Ryanforever: già…tutti la pigliano per i fondelli, un po’ come facevano con me alle elementari…poi sono cresciuta e… sono rimasta un cesso. Ah…che “bei” ricordi...ma non trastulliamoci in cose che non c’entrano niente...e comunque hai ragione tu. Ride bene chi…ha qualcosa per cui ridere…w i proverbi azzeccati! Fa piacere anche sapere che ogni tanto qualcuna apprezza la coppiata Naraku/Kagura in versione “buoni”. In questa storia non sapevo chi scegliere come genitori della ragazza e, visto che non mi piaceva scrivere “il signor Higurashi” o “la signora Higurashi”, lasciandoli sempre nell’anonimato, ho pensato bene di fare la ca**ata. Ti aspetto al prossimo cappy!

X_Mokona: sai, non avevo proprio pensato ad Ugly Betty, nonostante sia una sua grande ammiratrice. Sai che mi hai dato un’ideina niente male? Chissà come la impaglierò…sono contenta che quella frase ti abbia allietato…l’ho scritta di getto e non mi sono nemmeno posta il problema di riscriverla o di correggerla. Seguimi durante lo svolgimento della fic e dimmi se secondo te ci sono cose che magari avresti voluto omettere o certe altre che magari avresti voluto fossero approfondite.

(Mi alzo in piedi su un tavolo in mezzo ad una folla che mi guarda con tanto d’occhi…)

E voi tutti che avete l’ardire di seguire questa fic, commentate e aiutatemi a migliorar il di me stile di scrittura! Con cotal annuncio vi saluto e all’aggiornamento vi rimando…

(Mi inchino e lascio che mi si sotterri di uova o pomodori. Marci.)


Ci vediamo alla fine del capitolo!



Il mattino successivo, Kagome si alzò come al solito alle sette. Scese in cucina e preparò la colazione. Preparò solo il caffè dato che avevano ancora la torta al limone della sera prima; si preparò del latte e poi andò a chiamare il padre che dormiva ancora beatamente.
“Papà? La colazione è pronta.” – Naraku si svegliò e annuì con la testa. Dopo un minuto si alzò e scese in cucina, dove un buonissimo aroma di caffè gli riempì i polmoni.
“Caffè…che profumo…” – Kagome gli versò il caffè nella tazza e poi si sedette a fare colazione. Prima di addentare una fetta guardò l’ora e vide che era perfettamente in orario. Mangiò e poi andò a prepararsi. Salì in camera e infilò la sua divisa, legò i capelli nella sua coda bassa e infilò gli occhiali.
“Ciao papà…ci vediamo oggi!” – esclamò Kagome raggiante.
“Ciao tesoro!” – la salutò il padre.
Ma quando Kagome chiuse dietro di sé la porta, tirò un sospiro di tristezza, sapendo cosa le sarebbe aspettato una volta entrata in classe. I suoi compagni la prendevano in giro per l’apparecchio, per la sua orrenda coda di cavallo e per il suo essere così secchiona. Come già spiegato, il suo più accanito “ammiratore” era Inuyasha NoTaisho. Già si sentiva male ogni volta che lo vedeva entrare in classe, ma moriva letteralmente ogni volta che lei era interrogata si girava completamente verso di lei e la fissava per mezz’ora, incessantemente. Kagome ci aveva fatto l’abitudine, ma le prime volte erano state un vero gioco al massacro. Si inceppava, dimenticava le risposte, balbettava…ma poi con il tempo si era abituata e Inuyasha non le faceva più quell’effetto.
Entrò in classe, prima come al solito, e aspettò che la tortura avesse inizio.

“La piglierai in giro pure oggi?”
“Mi sembra ovvio…mi diverto troppo.”
“Sai Inuyasha…ho solo diciassette anni, ma ti posso assicurare che la vita è una ruota che gira.” – Inuyasha guardò il suo migliore amico con aria interrogativa.
“Che vuoi dire?”
“Che tutto quello che di negativo una persona fa nella vita, gli verrà restituita dieci volte tanto.”
“Senti Miroku…pochi giri di parole. Che vuoi dire?”
“Che verrà il momento in cui quella ragazza te le farà pagare tutte con gli interessi.” – Inuyasha lo guardò allibito e poi scoppiò a ridere.
“HAHAHA! Ma tu sei tutto scemo! HAHAHAHA! Cosa vuoi mai che mi succederà? Ma dico io…hai mai visto Higurashi? Sembra uscita da un film orror!” – Inuyasha era in cortile e non si era accorto che un paio di orecchie lo stavano ascoltando. Questo paio di orecchie erano attaccate ad una testa, i cui capelli erano legati in una coda bassa, e sugli occhi portava un paio di occhiali.
Kagome aveva sentito tutto.
Passò lontano da quel ragazzo così arrogante, che pensava che la bellezza fosse l’unica cosa che mandava avanti il mondo.
=La tua intelligenza NoTaisho mi spaventa ogni giorno di più…= pensò Kagome mentre entrava in classe.

La giornata era passata, fortunatamente, senza tanti intoppi. Inuyasha era totalmente preso dalla ragazza che gli sedeva davanti. Più che dalla ragazza, era preso dal sedere di lei. Aveva un tatuaggio tribale sul fondo schiena. La gonna era al limite della decenza e non arrivava nemmeno ad infilarsi tra il sedere e la sedia da tanto corta che era. Il ragazzo, ovviamente, con un righello le alzava la gonna, per poter intravedere un tanga leopardato.
Questo, era uno dei tanti mezzucci che usavano le ragazze per accalappiare il ragazzo più ambito dell’istituto. Kagome non si immischiava. Aveva pagato a sue spese l’aver interrotto Inuyasha nel sollevare la gonna di questa ragazza. Il bello era che, non fu Inuyasha ad arrabbiarsi perché Kagome lo aveva interrotto, ma addirittura fu la ragazza stessa che vide sfumato il suo proposito di accalappiare il ragazzo. Kagome ci rimase talmente male per la valanga di parole che si era presa, ingiustamente, che da quel giorno aveva deciso saggiamente di farsi i benemeriti affarucci suoi.
La scuola finì anche quel giorno e tornò a casa, dove ad attenderla c’era il padre, più preoccupato che mai.

“Ciao! Sono tornata!”
“Ciao tesoro…” – Kagome entrò e vide il padre fare un solco in salotto, perché continuava a fare avanti e indietro.
“Embeh? Che c’è stavolta?”
“NON SO CHE DIAVOLO FARE!” – Kagome spiccò un salto da record per lo spavento.
“Ma…MA SEI IMPAZZITO? CHE C’E’?” – solo allora Naraku si rese conto che era entrata la figlia.
“Ok Kagome…sei tu…” – Kagome lo guardò stortissimo.
“Guarda che mi avevi già salutata, sai…” – disse lei con ovvietà.
“No, scusami…” – Kagome capì che c’era di mezzo Kagura.
“Sentiamo…cosa succede?” – Naraku si bloccò di scatto, sbiancando.
“N-niente…perché?”
“Devi vederti con Kagura?” – disse Kagome mettendo una mano sul fianco e picchiettando a terra con il piede. Naraku si arrese e annuì mesto mesto.
“Già…oggi sono sei mesi esatti che ci conosciamo e oggi, io…beh…si ecco…” – Kagome rise. I momenti in cui suo padre s’impaperava erano rari, quindi era meglio approfittarne subito.
“Oggi volevi chiederle di sposarti?” – concluse lei appoggiando con noncuranza la cartella sul divano.
“Già…le ho pensate tutte, ma tutti i ristoranti di lusso sono già occupati. Non accettano le prenotazioni al di sotto di un anno.” – Kagome scosse la testa.
“Certo che voi uomini siete così…lenti, eh?” – Naraku guardò allibito la figlia. – “Pensi veramente che Kagura apprezzi  ristoranti di quel genere?”
“Perché no?” – chiese Naraku non capendo dove la figlia stava andando a parare.
“Quando è venuta a cena da noi, mi sembrava che apprezzasse il cibo. Se vai in uno di quei ristoranti poi la devi riportare da un’altra parte perché uscirà ancora affamata!”
“E cosa mi consigli?”
“Niente di particolarmente esagerato. Da quello che ho visto mi è sembrata una donna senza tante pretese. Portala al Minotauro. Sono certa che farai un gran figurone.”
“Ma…non so più come si fanno certe cose!” – Kagome alzò gli occhi.
“Guarda che sei tu che la devi sposare, mica io! Ingegnati!” – Naraku la guardò con gli occhi di un naufrago che vede una barca di salvataggio. Kagome sbottò a ridere per fermarsi dopo cinque minuti buoni. Il padre la guardava serio mentre picchiettava le dita sul ginocchio, in attesa che finisse. Quando Kagome se ne accorse, smise subito.
“Comuuuuunque…facciamo così. Infilati le scarpe che usciamo.” – Naraku ora era sorpreso.
“E dove andiamo?”
“Al Minotauro, no?”

Dopo dieci minuti padre e figlia erano all’interno del ristorante, in una saletta privata che leggevano la lista dei piatti proposti dalla casa. Kagome prese la penna e iniziò a fare un puntino vicino alle pietanze che preferiva.
“Allora…facciamo questo…questo…e questo qui…” – mise il tappo alla penna e passò la lista al padre che la guardò particolarmente soddisfatto. Kagome aveva scelto, in base ai gusti di entrambi, un primo, a base di lasagne fatte in casa condite con radicchio e scamorza, un secondo di carne, a base di rotolo di coniglio con polenta e una meringata alla frutta.
“I signori hanno scelto?” – fu Kagome a decidere tutto, mentre il padre e il capo sala la ascoltavano senza fiatare.
“Si. È possibile avere questo menu per stasera?” – il capo sala lo lesse e sorrise.
“Certo…hai un ottimo gusto, Kagome…” – fece notare il capo sala, che ormai conosceva la coppia da un bel po’.
“Mio padre vorrebbe un tavolo per due, abbastanza intimo. È un’occasione particolare e mi chiedevo se era possibile avere qualcosa di speciale…” – chiese lei.
“Certo, lascia fare a me.”
“Verranno qui per le otto e mezza, stasera…per il vino mi affido al tuo buon gusto, dato che sono astemia…” – il capo sala rise per quella ragazza che sapeva il fatto suo. – “…verso la fine della serata, dovrete portare al tavolo due bicchieri di spumante già pieno. Dentro il bicchiere dovrete metterci questo anello che ovviamente andrà nel bicchiere della signora…” – disse Kagome con ovvietà.
“Naturalmente…” – disse il capo sala divertito per quella scontatezza.
“…al resto dovrà persarci il signore dietro di me.” – disse Kagome indicando con il pollice il padre che era basito per la prontezza di riflessi della figlia.
Pagarono già la cena e poi uscirono per comprare da vestire al padre.

Entrarono in un negozio carino.
“Posso aiutarvi, signori?” – chiese una donna ai due. Kagome la ringraziò.
“Stiamo dando un’occhiata.”
“Certo…fate pure con comodo.”
Kagome iniziò a setacciare tutti gli appendini in cerca di un completo, non doveva essere troppo elegante, ma nemmeno da morti di fame.
“No…no…via…” – ad ogni appendino, Kagome lo accompagnava con un commento, finchè non arrivò quello giusto per il padre. – “Eccoti qui!” – esclamò cercando la taglia. Lo prese e condusse il padre nel camerino. – “Provatelo!” – il padre eseguiva tutti gli ordini di Kagome e fino ad allora la ragazza non lo aveva mai deluso. Uscì un Naraku completamente diverso. Kagome aveva scelto un completo nero, dal taglio giovanile. Sorrise. Suo padre era veramente spettacolare. – “Non ti schiodare!” – Kagome corse nel reparto scarpe e prese un paio di scarpe nere, anche queste dal taglio giovanile, un po’ squadrate in punta. Se non fosse stata la figlia, Kagome gli sarebbe saltata addosso. – “Allora?” – chiese Kagome. Naraku si guardò allo specchio e doveva ammettere che Kagome sapeva proprio farci con quel genere di cose.
“Allora lo compro.” – disse lui tornando in camerino per cambiarsi.
Uscirono dopo dieci minuti con due sacchetti pieni. Tornarono a casa che erano le sei di sera. Naraku doveva passare a prendere Kagura alle otto e da li andare direttamente al ristorante. Kagome, appena tornata a casa, si fece la doccia e fece i compiti per il giorno dopo.

Durante il tragitto per andare a scuola, Kagome sorrideva. Non aveva nemmeno sentito il padre rincasare, il che significava che aveva fatto moooooolto tardi. Era felice per il padre. Era da molto tempo che non lo vedeva così vivo e doveva ringraziare Kagura per tutto questo. Ricordava molto bene il momento in cui il suo papà aveva perso la voglia di vivere.

INIZIO FLASH

La giornata si prospettava normale come al solito. Kagome era andata a scuola, solo che quel giorno, nessuno lo sapeva, le ultime due ore furono buche perché l’insegnante si era ammalata. Così uscì da scuola e se ne tornò a casa, ignara di quello che l’aspettava. Già da fuori, si sentivano le urla della madre e dei chiari tentativi, inutili, da parte del padre di calmarla. Entrò in casa molto lentamente per non farsi sentire.
“Ragiona! Non puoi andartene così? Che dirò a Kagome?” – chiese il padre, ma la donna era irremovibile.
“NON MI INTERESSA COSA DIRAI A QUELLA MOCCIOSA! NON E’ COSA CHE MI RIGUARDI!” – la donna aveva già le valige in mano. Nessuno dei due si era ancora accorto della presenza di Kagome.
“E’ tua figlia! Come puoi parlarne in questo modo?” – tuonò Naraku indignato.
“QUELLA? MIA FIGLIA? MA NON FARMI RIDERE? NON PUOI DEFINIRE QUELLA RACCHIA MIA FIGLIA!” – Kagome sgranò gli occhi, ma la sua reazione fu completamente diversa. Sorrise in silenzio. Finalmente sua madre se ne andava di casa.
“KIKYO! NON TI PERMETTO UN’ALTRA PAROLA STORTA SU MIA FIGLIA!”
“E TIENITELA! CHI LA VUOLE LA CARICATURA DI RAGAZZA!” – solo in quel momento Kagome si fece scoprire. Naraku era sbiancato.
“Ka…Kagome…” – non doveva andare così. Solo allora il padre vide il sorriso della ragazza. Era come se fosse…contenta?
“Nessuno vorrà la caricatura di una ragazza, o una racchia, come preferisci. Ma nemmeno io voglio in casa una che si fa sbattere da ogni sorta di essere umano di sesso maschile che entra in casa mia.” – Kikyo sbiancò, mentre Naraku aveva preso un colorito rosso acceso. Il colore della rabbia.
“Che.cosa?” – sillabò lui in direzione di Kikyo.
“Oh beh…non so di che parli, Kagome…” – affermò la donna cercando di manterenere una certa dignità. Kagome la guardò con sufficienza, come per dire “guarda che so di che sto parlando.” Il padre conosceva perfettamente Kagome. Da quando era nata, si era sempre preso lui cura della figlia e lei non lo aveva mai deluso, mai una bugia, nemmeno innocente. Niente di niente. Così non fu difficile per Naraku credere subito a Kagome.
“Kikyo! Che storia è mai questa?”
“Credi a lei piuttosto che a me?” – urlò indignata la donna.
“Hai poco da fare l’offesa. Allora? È vero?” – Kikyo si arrese e confessò tutto.
“Si, dall’inizio alla fine. Sei solo un omucolo Naraku…non vali niente…a letto poi…” – Naraku arrossì. Non voleva che questi discorsi li sentisse anche Kagome, non tanto per eventuali figuracce, ma perché comunque erano segreti intimi e tali dovevano rimanere.
“Però ti sei fatta fregare. Sei rimasta incinta di me. E, mia dolce mammina…” – disse Kagome sarcastica. – “…chiudi le porte quano lo fai, perché…fai veramente schifo.” – Kikyo uscì da quella casa e non vi mise più piede. Kagome era felice. Felice per essersi sbarazzata di una donna che non l’aveva mai voluta veramente. Guardò il padre e vide che quello che ci stava più male era lui. – “Coraggio…sono sicura che troverai quella giusta.” – Naraku guardò la figlia e gli scappò qualche lacrima.
“Credo…che oltre a te, non ci saranno più donne nella mia vita…” – disse per poi avviarsi verso la camera da letto. Kagome ci rimase malissimo, ma poi con il tempo dimenticò quello che gli aveva detto, diventando così l’unica donna di Naraku.

FINE FLASH

L’unica fino a sei mesi fa. Era da qualche tempo che Kagome aveva notato un cambiamento nel padre. Era più solare, fischiettava quando faceva la doccia…cosa che non aveva mai fatto. E poi…la mazzata finale. Non solo aveva trovato una donna, ma le aveva pure chiesto di sposarlo.
=Papà non è mai stato molto fortunato con le donne. Se ha chiesto a Kagura di sposarlo, vuol dire che quella donna è veramente speciale.= Kagome fu destata dai suoi pensieri, dal suo “fan” numero uno: Inuyasha.
“Ciao, sono Kagome Higurashi e quando parlo sputacchio!” – l’intero istituto si mise a ridere, mentre Kagome li guardava uno ad uno con compassione. In special modo fissò Inuyasha, che smise subito di ridere. Poi, entrò in classe.
Quello sguardo aveva messo addosso ad Inuyasha una strana sensazione, che non gli era piaciuta per niente. Era come se fosse…preoccupato per Kagome? Sgranò gli occhi per quel pensiero.
=Io? Preoccupato? Forse sono state le psico-stronzate di Miroku a farmi vedere cose che non esistono…= entrò in classe anche lui e vide Kagome con il mento appoggiato sul palmo della mano sinistra mentre contemplava il cielo.
Come le lezioni ebbero inizio, ebbero anche una fine. Kagome corse fuori dalla classe perché voleva farsi raccontare tutto dal padre. Quando lo vide, sorrise. Evidentemente la cena era andata più che bene.

“Com’è andata?”
“HA ACCETTATO!” – esclamò, facendo volteggiare la figlia in aria. Kagome era felicissima per il genitore che se l’era meritata tutta quella felicità.
“Sono contenta! Quando?”
“Dobbiamo ancora deciderlo…passerà stasera e lo decideremo insieme!” – Naraku fece un respiro di soddisfazione. – “Kagome…sono così felice…vedrai…ricominceremo ad essere una vera famiglia!” – Kagome annuì, sinceramente convinta delle parole del padre. Il pomeriggio passò in fretta e arrivò la sera e con essa, Kagura.
“Ciao Naraku…” – disse Kagura sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.
“C-ciao…”
“Ciao Kagura!” – la salutò Kagome.
“Ciao Kagome!” – disse la donna, salutandola con affetto.
“Vedere!” – disse, volendo guardare l’anello scelto dal padre. – “Però…mica male, eh?”
“Grazie, Kagome…” – disse Kagura.
“Per cosa?”
“Per…l’organizzazione.” – Kagome si spiaccicò una mano sulla fronte.
“Te ne potevi stare zitto, no?” – disse ammonendo fintamente il padre.
“No, perché io e Kagura abbiamo pensato ad una cosa.” – Kagome li guardò perplessa.
“Cosa?”
“Sai tesoro…ho detto a Kagura che sei stata tu ad organizzare tutto ed è rimasta veramente impressionata. Ecco… noi volevamo chiederti se…” – ma Kagura lo precedette.
“…se il matrimonio ce lo volevi organizzare tu.” – concluse Kagura. Kagome era senza parole.
“I-io?” – chiese indicandosi.
“Si. Hai dimostrato di avere un gusto impeccabile e sono sicura che ci farai fare un’ottima figura. Allora?” – Kagome stava volando.
“Io…si. Si. SI! SI! SI! SI!” – disse abbracciando il padre e la futura moglie contemporaneamente. – “Quando vi sposate?”
“Ecco…pensavamo nella stagione calda…Giugno.” – Kagome sembrò pensarci su.
“Inizio, metà o fine?” – Kagura e Naraku si guardarono in faccia.
“Pensavamo verso il venti.” – Kagome sorrise radiosa.
“Perfetto. Lasciate fare a me. Voi divertitevi che al resto penso io.”










Innanzi tutto, il titolo del capitolo lo dedico a x_Mokona. Dopo che hai fatto quel riferimento mi sono detta che forse tante diversità tra questa Kagome e Ugly Betty non ce n’erano. Sono, se mi si passa il termine, sfigate, ma sanno gestire ogni situazione con umorismo, risolvendo sempre ogni situazione, anche la più disastrata. Kagome ha organizzato la cena per suo padre e Kagura e Ugly Betty salva la poltrona a Daniel (ogni-sacrosanta-volta).
Carissima x_Mokona…grazie ancora!

Non trovate che Kikyo sia, come disse quel grande di Masini, una STRONZA? (Senza il bella, ovviamente…). Mi scuso con tutti gli amanti di questo personaggio, anche se ultimamente ho sentito qualcosa cambiare. Per carità non fraintendetemi, la mia coppia preferita rimarrà sempre Kagome/Inuyasha e da li non mi schiodo, solo che se fino a ieri provavo odio per quella gentil donna di Via del Manganello, 69, ora sono carica di pena. Forse non sarà un bel sentimento, come non lo è l’odio, però adesso è quello che sento.
Adesso sapete cos’è successo a Kagome e Naraku. Sorprese? Scontato? Banale? Incredibile?
Fatemi sapere cosa ne pensate.

Nel frattempo vi mando tanti…BESITOS!
  
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