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Autore: Evil_Queen2291    01/01/2015    3 recensioni
Dopo il ritorno di Marian, Regina deve sopportare, ancora una volta, le conseguenze delle azioni altrui. Ed Emma è disposta a tutto pur di recuperare il loro rapporto.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Signorina Swan?”

Regina non aveva idea di cosa potesse essere accaduto per portare Emma Swan alla sua porta. All’una del mattino!

“Posso entrare?” l’espressione dello Sceriffo era mortalmente seria e Regina si spostò, lasciandole libero lo spazio necessario per superare l’ingresso.

“La Regina delle Nevi è qui?”

“Elsa è la Regina di Arendelle, non…”

“È qui?” insistette Emma, il cui tono si stava facendo velocemente astioso.

Regina corrugò la fronte. “Non vedo come la cosa possa riguardarla, signorina Swan. Questa era ancora casa mia l’ultima volta che ho controllato. E sì, Elsa è qui” incrociò le braccia al petto, difensiva.

La bionda corrugò la fronte, come se stesse considerando le sue possibilità. “Non dovresti tenere una sconosciuta in casa, Regina…”

“Per l’amor del cielo, Swan!” sbottò l’altra donna. “Elsa è qui da quasi due mesi e non ha fatto del male a nessuno!”

“Ma potrebbe…”

“NO” la interruppe Regina, avvicinandosi. “Non le permetto di parlare in questi termini di una persona che non ha fatto nulla per meritarlo. Ora, se non ha altro da dirmi, può anche andare via!”

La bruna le diede le spalle, avviandosi verso l’interno della casa senza aggiungere altro.

Trattenne a stento un sobbalzo quando si sentì afferrare il braccio, nell’incavo del gomito. Si ritrasse di scatto alla sua presa ed il movimento brusco fece barcollare leggermente Emma.

È ubriaca? Il pensiero la sfiorò per un istante, ma, ubriaca o no, non aveva intenzione di soprassedere.

“Regina, io…”

“Tu cosa, Emma? Illuminami, perché davvero non ho idea di cosa tu voglia ottenere ora!” le sibilò contro, attenta a non alzare la voce per non svegliare Elsa. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era spiegarle perché lo Sceriffo si era presentata ubriaca a casa sua in piena notte.

“Dovrei proteggerti…” mormorò, l’immagine della carta con il cavaliere a cavallo ben definita davanti agli occhi.

Regina si lasciò andare ad una risata piena, ma con un terribile retrogusto amaro che neppure Emma riuscì ad ignorare.

“Proteggermi?” la canzonò, facendo un passo avanti. “Non sai, Salvatrice, che le Regine Cattive non hanno bisogno di protezione?”

Era abbastanza vicina da poter sentire il suo respiro. Alcol, decisamente. “O sei solo troppo ubriaca per ricordarlo?”

Emma si morse il labbro. “Non parlare così…”

“No?” la voce della bruna grondava sarcasmo. “In che modo dovrei parlare, allora?”

Non dovresti parlare affatto, disse a se stessa. Trasportala a casa sua e falla finita con questa sceneggiata. Ma non lo fece.

“Non ho bisogno della tua pietà, Swan” aggiunse dopo diversi momenti di silenzio, in cui la bionda sembrò assorta nei suoi pensieri, guardando un punto indefinito del pavimento. “Non sono una tua responsabilità, né il tuo nuovo caso disperato da risolvere.”

Emma alzò gli occhi, con un’espressione che Regina non le aveva mai visto. E, per un attimo, ne rimase affascinata e terrorizzata.

“Non sei un caso disperato…” lo sceriffo fece un altro passo avanti, senza interrompere il contatto visivo. “Sei Regina. Il Sindaco di Storybrooke, la madre di Henry”

Per un attimo Regina sentì un nodo formarsi nella gola, ma si costrinse ad ignorarlo, mentre Emma si faceva sempre più vicina. Poteva distintamente distinguere le sfumature azzurre nei suoi occhi verdi, resi vivi da un qualcosa che ancora non riusciva a trovare il coraggio di definire.

“Sei la donna a cui devo dieci anni di ricordi meravigliosi” la voce di Emma era quasi un sussurro ora, basso e delicato. Sollevò appena una mano, sfiorando con esitazione una ciocca di capelli, senza, però, avvicinarsi davvero al viso.

“Sei il mio ricordo più bello” le confessò, muovendo in avanti il palmo, fino a sfiorarle la guancia. “Sei il primo viso che ho visto dopo aver bevuto la pozione a New York…”

Regina si ritrasse, sconcertata dalle sue parole. Per un attimo si concesse il lusso di lasciarcisi cullare, ma la sua parte razionale fu veloce a ricordarle che quella era Emma Swan, la Salvatrice. E che per quanto, inconsciamente, quelle parole fossero riuscite ad incrinare il muro di difese che aveva eretto, non poteva permettersi di concederle neppure il beneficio del dubbio.

“Vada via, signorina Swan” le disse, portandosi a distanza i sicurezza, anche fisicamente, da quello che stava succedendo.

“Regina…”

“Regina ‘niente’. Per una volta nella tua vita, Emma, fa quel che ti dico!”

Emma cercò di avvicinarsi di nuovo. “Ti prego…” I suoi occhi si erano coperti di un velo di lacrime e Regina esitò un istante, ma per l’altra donna fu abbastanza.
Le prese il viso tra le mani, premendo le labbra sulle su quelle della bruna.


 
Prima, quella sera…

“Sai, da come guardi quella birra sembra che ti abbia ucciso il gatto”

“Non stasera, Ruby. Non stasera” Emma aveva tutta l’intenzione di godersi quella dannata birra da sola ed il sorriso smagliante di Ruby la infastidiva. Perché c’era poco da sorridere.

La ragazza le si sedette di fronte, per nulla intimidita dal suo atteggiamento.

“Avanti, sputa il rospo”

Emma le lanciò un’occhiataccia, prima di prendere un altro sorso di birra.

“Vuoi farti pregare? Va bene…” Ruby sollevò il braccio, indicando al barman di portare loro da bere.

“Ruby, non ho intenzione di tornare a casa ubriaca…”

“Hook ti aspetta?” la bruna le lanciò un’occhiata suggestiva ed Emma non trattenne una smorfia, in parte di disgusto.

Il lupo mannaro incrociò le braccia, poggiandosi con la schiena alla poltrona dello stallo in cui erano sedute. “Tu mi preoccupi, sai?”

Lo sceriffo si passò le mani tra i capelli, evitando il contratto visivo.

“Ehi…” Ruby le posò una mano sull’avambraccio. “Stavo scherzando su Hook, sai?” le sorrise. “Se non vuoi parlare, mi sta bene. Ma per qualsiasi cosa, sai che io ci sono”.

“Lo so, Rubs. Lo so…”

Rimasero in silenzio, fino a quando una cameriera non portò loro una serie di shot dal contenuto rosso scuro.

Emma non trattenne un sorriso. “Blood shot, Ruby? Davvero?”

La donna le fece l’occhiolino, svuotando il primo bicchiere in un colpo solo. “Sono un lupo mannaro, mia cara”.

 
Ruby stava ridendo per qualcosa che, per quanto si sforzasse, Emma non riusciva a ricordare. Lo Sceriffo sembrò contemplare l’ipotesi di chiudere la serata prima che potesse fare qualcosa di stupido, ma, probabilmente, era già troppo tardi.

“Sai cosa non mi spiego, Rubs?” chiese, interrompendo la risata della ragazza, che tornò seria ed attenta in meno di una frazione di secondo. “Non mi spiego perché non voglia capire…”

“Emma, tesoro, devi essere un po’ più chiara di così”

“Regina”

Fu sufficiente il nome dell’ex sovrana perché Ruby cominciasse a collegare tutti gli indizi. Ecco svelato il dramma “Cosa vuoi dire?”  

“Come potevo sapere che quella prigioniera fosse Lady-Dannata-Marian!” urlò la bionda.

“Emma, abbassa un po’ la voce…”

“Tra tutte le persone che avrei potuto incontrare in quel fottuto sotterraneo, dovevo beccare la moglie-non-ancora-morta della sua ‘anima gemella’? Quali erano le possibilità che succedesse?”

Lo sceriffo la guardò negli occhi, in silenzio.

“Oh, vuoi davvero una risposta” Forse hai esagerato stasera anche tu, Ruby, si disse. “Emma, quando c’è di mezzo il destino le probabilità non contano. Regina ha la pelle dura, se ne farà una ragione”.

“Lo ha già fatto. Con Elsa”

“COSA?” per poco la bruna non saltò su dalla sedia.

“Andiamo, non le hai viste stasera farsi gli occhi dolci da Granny’s?”

Ruby scosse la testa.

“Ed Henry era al settimo cielo quando la Regina delle Nevi gli ha fatto nevicare sulla testa… E sai cosa ha fatto Regina?” Emma prese una pausa, il tempo necessario per buttar giù un altro shot. “Ha riso, Ruby! Se avessi fatto una cosa del genere, mi avrebbe lanciato una serie di palle di fuoco” sbatté il pugno sul tavolo, facendo tintinnare i bicchieri vuoti.

Ruby si illuminò all’improvviso. “Sai di cosa hai bisogno?”

“Rubs, ma mi stai ascoltando?”

“Sì, Emma, ma sono settimane che ti lamenti di Regina. Prima per Marian, poi per i suoi commenti non troppo gentili su Hook ed ora Elsa. Tu” le puntò il dito tra gli occhi “hai bisogno di distrarti! Ti leggerò il futuro!”

Emma sollevò il sopracciglio e Ruby si meravigliò di quanto simile fosse all’espressione di Regina. “Ho fatto un corso online” cominciò a frugare nella borsa, tirando fuori un plico di carte da divinazione.

“Ruby, davvero…”

“Silenzio, signorina Swan” la blocco la bruna, imitando il tono basso e roco della Regina Cattiva.

Emma si zittì immediatamente, quasi in automatico, e Ruby le scoppiò a ridere in faccia.

“Non sei divertente…” le lanciò l’ennesima occhiataccia. Anche questa volta, senza alcun risultato.

“Avresti dovuto vedere la tua faccia, Emma” prendendo qualche respiro profondo, la bruna cominciò a disporre le carte in gruppi da tre. Si prese anche la briga di spiegare allo Sceriffo il significato di ogni singolo gruppo, ma la soglia di attenzione della donna era andata persa dopo il sesto bicchiere. E ne ho bevuti almeno altrettanti dopo.

“Oh, Gli amanti!” l’esclamazione di Ruby la sottrasse ai suoi pensieri. “Ci sono novità per te in amore, cara la mia principessa”

“Odio quando mi chiami così”

Ruby fece spallucce, scoprendo un’altra carta. “Il Cavaliere, banale. Dovevo aspettarmelo che venisse fuori questo. Del resto, sei il Cavaliere Bianco…”

Emma annuì, facendo finta di capire a cosa si riferisse.

“E l’ultima carta è la persona che il tuo cuore desidera davvero”

La Regina.

Emma sbatté le palpebre, fissando l’immagine.

La Regina.

“Devo andare”

Emma si alzò di scatto, afferrando la carta della regina, ed uscì dal locale.


 
Sentire la bocca di Emma muoversi sulla sua era l’ultima cosa che Regina si sarebbe aspettata. Per un istante, si lasciò travolgere dall’impeto della donna, accettando quel bacio. Ricambiandolo.

Non appena, però, prese consapevolezza che Emma Swan la stava baciando, la spinse via da sé con forza, usando entrambe le mani.

“Come ti permetti?” le sibilò contro, avvicinandosi minacciosa.

“Regina…”

“Non ti ho dato il permesso di parlare!”

Emma indietreggiò istintivamente,

“Come ti permetti di venire a casa mia, ubriaca ed in piena notte, e di baciarmi!” la voce della sovrana sia era fatta carica di rabbia ed i suoi occhi lanciavano fiamme.

“Tu, fra tutti, avresti dovuto essere diversa!”

La bionda la guardò, in parte spaventata, senza riuscire a capire di cosa Regina stesse parlando. La donna sembrava esser entrata in un universo parallelo ed Emma ebbe la sensazione di essere di nuovo al cospetto della Regina Cattiva. Il solo pensiero le mandò un brivido gelido lungo la schiena.

“Non è stata Snow a crescerti, ma questo non le ha impedito di trasmetterti i suoi tratti migliori!”

“Regina…”

“NON INTERROMPERMI!” con un gesto del polso, Emma venne scagliata al muro e bloccata alla parente, come incatenata.

“È questo che fate voi Charming, non è vero?” Regina si avvicinò, minacciosa. “Decidete quello che vi piace e lo prendete, non è così?”

Emma sgranò gli occhi: l’espressione della regina era al limite della follia.

L’altra donna le afferrò il mento, non curandosi del fatto che la forza della sua stretta avrebbe certamente lasciato il segno. Le si avvicinò al punto di sfiorarle le labbra.

“La tua famiglia ha già preso troppo da me, Emma Swan, ma mi ero illusa che tu fossi diversa”

Ogni movimento della bocca di Regina si rifletteva sulle labbra di Emma, che dovette combattere l’istinto di cercare un contatto più profondo.

Dannazione, Swan, datti una regolata!

“Per anni ho giocato il ruolo della moglie perfetta di quell’uomo perché la dolce Snow si era scelta una nuova madre. Ma sai una cosa, Swan? Non ero che un trofeo da sfoggiare ed usare a suo piacimento”

Strinse ancora le dita, assicurandosi che Emma non potesse spostare la testa.

“Non sono stata abbastanza per salvare l’uomo che amavo e non sono stata abbastanza neppure per l’uomo che sono stata costretta a sposare. Non sono stata abbastanza per uccidere tua madre. Ed ora, grazie a te, non sono abbastanza da meritare una seconda possibilità”

Regina si allontanò improvvisamente e lo Sceriffo lasciò andare il respiro che non si era accorta di trattenere.

“Tu, fra tutti, avresti dovuto capire cosa significa” la voce della donna si incrinò leggermente, ma il suo volto rimase una maschera di collera. “Invece vieni qui e pretendi la tua parte del bottino…”

Tra le due scese un silenzio gelido.

Regina cercava di trattenere la tempesta che le stava scoppiando nel petto ed Emma non aveva la forza di dire nulla. La paura e l’alcol le impedivano di pensare con lucidità. Aprì la bocca diverse volte, ma non riuscì a sussurrare neppure una parola.

L’improvvisa libertà la prese alla sprovvista. Regina aveva sciolto le catene invisibili che la trattenevano ed ora le dava le spalle.

“Per amore di Henry, vai via. Adesso”

Emma sapeva che doveva dire qualcosa. Scusarsi. Implorare perdono. Diamine, qualsiasi cosa. Sollevò una mano verso la sagoma della donna, la cui posa rigida era innaturalmente calma.

Non disse nulla, ma si voltò ed andò via.

Solo quando Regina sentì la porta d’ingresso chiudersi, crollò su se stessa.
 
 

N.d.A. Scusate la lunga assenza, non ci sono scuse J spero l’aggiornamento valga l’attesa. Ad ogni modo, per la lettura delle carte ho fatto riferimento ad alcune notizie trovate online. Non sono un’esperta e non ho idea di come funzioni davvero la divinazione con i tarocchi (o la divinazione in generale, a dirla tutta). Perdonatemi eventuali imprecisioni, errori, et similia: sono in assoluta buona fede.
A presto, spero. 
 
   
 
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