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Autore: malefica00    02/01/2015    1 recensioni
''Ebbene si, mi sono deciso a seguire il consiglio di quella specie di Byun Baekhyun e scrivere un diario. Chi l'avrebbe mai detto che ha funzionato?"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Annyeong^^ ecco il penultimo capitolo. Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate, se volete.

24/12/2014
"Mi mostri il biglietto, prego"
"Ecco"
"Bene, ora può andare al check-in e dopo potrà imbarcarsi"
"Ok, grazie"
Mi dirigo lungo il grande corridoio che porta al nastro trasportatore dove c'è il mio bagaglio. Lo afferro e affretto il passo, seguo la freccia che indica l'imbarco del mio volo e finalmente arrivo. Sento un peso allo stomaco e un accenno di agitazione ma cerco di scacciarlo prendendo un lungo respiro.
Mi avvicino al gate e un hostess mi accompagna nell'aereo e mi indica dove sedermi. Mi siedo vicino al finestrino e poggio il capo al poggiatesta, cercando di rilassarmi e chissà magari farmi un riposino dato che la scorsa notte non ho chiuso occhio dall'agitazione. E non credo che ora la situazione sia migliorata rispetto a ieri sera.
Il rombo assordante emesso dall'aereo mi fa capire che il mezzo è appena decollato.
Ebbene si, sono partito.
      ~~~~~~~~~~~~~~~
"Signorino, vuole qualcosa da mangiare?" Un hostess mi si avvicina con un carrello pieno di cibo. L'ultima cosa che vorrei fare adesso è mangiare, quindi rifiuto gentilmente.
Sto per rimettermi gli auricolari quando la stessa hostess di prima mi si avvicina.                                                                                                          
"Scusi signorino D.O., potrebbe farmi un autografo? Sa non è assolutamente per me, ma c'è che.. c'è mia sorella... Sisi è per lei..." balbetta, incapace di formulare una frase sensata. Tronco la conversazione prendendo il suo block notes, le sfilo la penna dalla tasca della giacca, scrivo velocemente la mia firma disegnandoci un cuoricino affianco e glielo porgo. Mi ringrazia inchinandosi e imbarazzata se ne va via.
Finalmente solo, infilo le cuffiette e mi faccio cullare dal viaggio in aereo. Finalmente dopo mezz'ora sento le palpebre appesantirsi e con mia somma felicità sprofondo nel mondo dei sogni.    
     ~~~~~~~~~~~~~~
"Signorino, si svegli! Siamo arrivati!"  Una mano mi scuote leggermente la spalla. Appena realizzo ciò che la voce ha appena detto spalancò gli occhi e mi alzo subito dal sedile.
Dopo aver preso il mio bagaglio, scendo dall'aereo e un secondo dopo mi ritrovo in aeroporto. La prima difficoltà, cioè il viaggio, è stata affrontata, ora viene la parte più difficile ovvero affrontare Jongin. Cerco di non pensare che tra poco lo vedrò e staremo insieme, e soli. Senza il gruppo, Minho o Taemin tra i piedi.
La fortuna è dalla mia parte poiché all'uscita dell'aeroporto trovo un taxi, mi accomodo e gli porgo il foglietto con le indicazioni per la baita.
Arriviamo a destinazione circa venti minuti dopo. 

E ora sono qui, sull'uscio del portone a bussare energicamente. Non passa molto tempo prima che la porta si apra e ne sbuchi fuori la testolina di Jongin. Appena mi vede un sorriso mozzafiato si colora sul suo volto, e non posso fare a meno di imitarlo. É uno spettacolo vederlo così raggiante.
"Sono contento che tu sia venuto" mi sussurra mentre mi stringe in un forte abbraccio.                        
"Anch'io sono contento di essere qui, con te"                                                                 
"Parliamo dentro, entra. Credo proprio che tra un po' nevicherà" dice invitandomi ad entrare.
Sono stato così preso a pensare a Jongin da non accorgermi del gran freddo che fa. Questo dimostra l'effetto che ha su di me, sarei capace di passare tutto il giorno con lui e le ore volerebbero senza che me ne renda conto.
Jongin afferra il mio bagaglio e mi fa strada nella baita. Appena varcata la soglia, ispeziono l'interno e ne resto incantato, la prima stanza è il salotto. Le pareti sono di legno di pino, ogni lastra presenta varie venature e sfumature di marrone. É una casetta semplice all'apparenza, l'ambiente aleggia di un intenso profumo dolce e c'è un bel camino scoppiettante a rendere il posto più accogliente. C'è un divanetto e un piccolo tavolinetto da pranzo, pronto e apparecchiato. In un angolo della stanza c'è un albero di Natale addobbato con palline e luci, e in cima c'è una stella dorata.
 
Un altro profumo invade le mie narici, è un misto tra muschio e cibo. Seguo la scia del profumo fino ad arrivare in quella che deduco essere la piccola cucina. La scena che mi si presenta davanti sembra quasi una visione... Kai intento a cucinare...
Mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro, stringendolo tra le mie braccia esili.
"Non ci posso credere... Dov'è finito il Kai che non sapeva cucinare neanche un uovo al tegamino?" gli sussurro all'orecchio.                                                         
"Ci sono tante cose che non sai su di me, piccolo Kyu" si volta verso di me e mi sorride, per poi ricominciare a mescolare nella padella.

Ed io semplicemente resto lì, con la testa poggiata sulla sua spalla, a respirare il suo profumo. Sa di miele.        
"Sai di miele" gli sussurro ancora. Ma questa volta nessuna risposta. Lui continua a mescolare, finché non spegne il fornello e versa il contenuto della pentola in una scodella. Ha cucinato gli spaghetti al sugo e basilico, non mi aspettavo che fosse in grado di cucinare cibo italiano.
"Kai, sei un pozzo di sorprese!" lo seguo mentre porta la scodella con la pasta in soggiorno sul tavolino apparecchiato.                                                          
"E la prima volta che mi sono cimentato a cucinare, volevo farti una sorpresa..."                          
E ci sei riuscito, non vedo l'ora di cenare, durante il viaggio non ho mangiato niente ed ora ho troppa fame. Ci mettiamo inginocchio sopra morbidi cuscini. La candela al centro del tavolo illumina la stanza e rende l'atmosfera ancora più romantica. Alzo lo sguardo su di lui ma lo trovo già intento a fissarmi a sua volta. I suoi occhi sono la cosa più bella che abbia mai visto, superano perfino il suo sorriso.
"Avanti, prova la cena, spero di non aver cucinato uno schifo" la sua calda voce mi risveglia da quel torpore che stava assalendo il mio corpo.
"Non preoccuparti, sarà una cena squisita" gli sorrido, rassicurante. Con un abile gesto di polso, attorciglio abbastanza spaghetti tra le bacchette e li infilo in bocca in un solo boccone. Mastico bene e cerco di ingoiare al più presto quella poltiglia. Perché si, è decisamente una poltiglia. La pasta è scotta ed abbastanza insipida. Più che insipida mi sa di dolce. O cavolo... Non ci avrà mica messo lo zucchero al posto del sale? É cattivo a dirlo ma non ho mai mangiato una schifezza come questa.     "Allora...cosa ne pensi? Com'è?" mi domanda con gli occhi che brillano.                                                 
"É la pasta più buona che abbia mai mangiato!" mento spudoratamente. Mi sentirei in colpa a distruggere il risultato di tanto impegno con una sola frase. E conoscendo Jongin di impegno ce ne avrà messo a tonnellate.
"Davvero ti piace?" domanda incredulo.                                                                                                          
"É buonissima!"
          ~~~~~~~~~~~~~~~~
"Che ne dici di accomodarci sul divano?" mi propone Jongin.
La cena meravigliosa si è svolta per la maggior parte del tempo in un silenzio imbarazzante. Non sapevo come rompere il ghiaccio. Il meteo è stato il nostro argomento principale. Perciò, credo proprio che sia arrivato il momento di parlare. Mi siedo sul divano vicino a lui e mi stringo un cuscino al petto. Non si direbbe, ma sono molto agitato in questo momento.
"Ehm.. Credo tu voglia sapere perché ti ho invitato..."                                                                     
Annuisco piano.                                                                                                                                          
"Bene... Allora, io ricordo tutto"                                                                                                                        
Non capisco. Cosa ricorda?                                                                                                                               
Sto per aprire bocca ma subito me la chiude poggiando un dito sulle mie labbra.                            
"Ti prego, lasciami parlare" annuisco di nuovo e lui riprende il discorso "Io ricordo cosa ci siamo detti la sera che mi è presa la febbre. Ricordo di averti detto che il mio cuore fa male quando ti vedo con Minho, ed è vero. All'inizio ero convinto che foste solo amici ma quando ti ho visto baciarlo mi è crollato il mondo addosso. Il mio cuore si era ridotto in macerie. Non potevo credere che ti piacesse lui, non lo potevo accettare. Non ti rivolsi la parola e credimi, sono stato malissimo. Ma è colpa mia, io ti ho fatto soffrire dal principio, da quando ti sei confessato parecchi mesi fa'. Magari il fatto che ti sia eccitato mi mandò in panico, ma fu quando dicesti che eri innamorato di me che mi uccise. Fu un colpo al cuore tremendo. Anch'io ti vedevo come più di un semplice amico, ma avevo la fottutissima paura di essere sbagliato, che il mio amore fosse sbagliato. Fin da piccolo mi è stato insegnato che la famiglia era composta da uomo e donna, quindi non ti chiedo di perdonarmi, ma solo di capirmi. Forse anche tu hai passato la stessa cosa, ma sono sicuro che il mio comportamento idiota ti abbia fatto soffrire più di tutti. Ti ho evitato, ho fatto finta di ignorarti in questi mesi, ma posso giurare che sei stato il mio pensiero fisso ogni giorno. Andavo a letto ogni sera con il senso di colpa, volevo provare a disinnamorarmi di te, ma la verità è che non ci sono riuscito, ho capito che senza di te non posso vivere. L'ho capito troppo tardi, quando ti stavo perdendo per sempre.
Probabilmente ti sentiresti più felice con Minho, so che ti piace. Ma non riesco a capire come hai potuto pensare che fossi innamorato di Taemin, per carità! Saremo anche migliori amici, ma solamente amici, non potrà esserci nient'altro di più. E poi, non hai visto come Taemin mangia Minho con gli occhi ogni volta che lo guarda?"

Jongin si contorce le mani dall'agitazione, ed io sono più che confuso dal suo discorso. Finalmente ho capito che era la paura a bloccarlo, e che abbiamo una chance per essere felici insieme. Ma mi sorge un dubbio...
"Come fai a saperlo?"                                                                                                                                             
"Che ti piace Minho e pensavi che mi piacesse Tae? Ho letto il tuo diario. Dalla prima all'ultima pagina. La scorsa volta quando ho dormito con te, durante la notte, la febbre era scesa ma il freddo persisteva ancora nel mio corpo, il piumone non mi bastava più, così mi alzai per prendere un'altra coperta. Girai in ogni cassetto, finché, per puro caso non trovai il tuo diario. Non sapevo neanche che ne possedessi uno, ma me lo lessi tutto. Ogni parola, ogni riga, ogni pagina. Lessi di come tu diventasti depresso a causa mia, di come Baek ti consigliò di sfogarti e tutti i tuoi sentimenti...                                                  
Ho letto del piano tuo e di Minho, per farmi ingelosire e devi sapere che ha funzionato, ero geloso da morire ogni volta che vi vedevo insieme. Ma nonostante nelle ultime pagine tu abbia scritto della nascita dei tuoi sentimenti per faccia da rana, sono state proprio quelle pagine a darmi ancora un briciolo di speranza. Perciò perdonami se ora sono ancora più innamorato di te..."   

"Ti prego Soo, dimmi qualcosa..."

Scorgo le lacrime cadere pian piano dai suoi occhi. Piano mi avvicino a lui e prendo il suo viso tra le mie mani. Lo guardo negli occhi lucidi, con attenzione inizio a lasciare un piccolo bacio su ogni lacrima furiosa che scende sulle sue guance. Jongin sgrana gli occhi dalla sorpresa, ma io continuo. Lascio una lunga scia di baci, iniziando dalla fronte, passando per la punta del naso, per arrivare fino al collo e risalire fino a fermarmi alla sua bocca. Mi stacco leggermente dalla sua pelle dorata per guardarlo negli occhi. Gli sorrido, e di nuovo torno a fissare la sua bocca, le sue labbra piene e carnose. Le ammiro per poco perché subito dopo lascio il posto alla mia bocca che si avventa sulla sua. Bacio le sue labbra dapprima delicatamente, ma appena mi accorgo che lui ricambia il bacio, approfondisco sempre di più, fino a chiedere il permesso di entrare ad esplorare la sua bocca. Le nostre lingue giocano alla perfezione, si rincorrono, si cercano e si trovano. Sento la sua mano abbracciarmi per la schiena mentre l'altra mi circonda il collo. Mi avvicina ancora a sé e mi stringe, prendendo il controllo del bacio che ora è diventato fin troppo passionale. Lui per me è un bisogno vitale, è la mia linfa. Spero di averglielo dimostrato. Ci sciogliamo un attimo per riprendere fiato, e in quel momento ne approfitto.                                                                                                                                               
"Jongin, io ti amo"                                                                                                                                                       
Ho fatto uso di tutto il coraggio che avevo messo da parte, per questo momento. Questa semplice frase che gli ho sussurrato con il fiato corto, l'ho detta con il cuore in mano.                                               
"Ti amo anch'io" detto questo riprende a baciarmi, con maggiore necessità. Come se l'atto di fondere le nostre labbra, le une con le altre, ci garantisse l'ossigeno.
Jongin ha accettato il mio cuore, e mi sta donando il suo. Glielo posso leggere negli occhi.
   
 
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