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Autore: Mapix    02/01/2015    1 recensioni
Io non sono pazzo. Sono gli altri a dirlo, lo hanno deciso gli altri. vorrei essere pazzo, purtroppo non lo sono, ma gli altri dicono di si. Perché? Aiutami, non riesco ad accontentarli, loro dicono che sono così, ma io non mi ci sento, sono triste. Sono pazzo perché a un telefono da 800 euro preferivo i giocattoli da bambino; sono pazzo perché sostuisco le ragazze con le amiche; sono pazzo perché sono l'unico al mondo a pensarla così e farmi dei problemi.
Dimenticavo, mi presento: Piacere, il mio nome è Axel...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che bello. Adesso che ci penso, è bello. Pensateci: cosa può significare il fatto che molto spesso sia molto più vicino alla morte che alla vita, che mi ritrovi pieno di ferite delle quali molte di cui ignoro la causa? Cosa può significare il fatto che io sia ancora qui, con un supposto stato di incoscienza perenne, che però non mi condanna ancora al finire dei miei giorni?
Significa che la morte è la mia compagna di giochi.
Proprio così! È tutto un grande gioco. La vita e la morte sono due parti diverse dello stesso gioco. Tutto ciò mi fa sorridere, mi fa pensare alla mia mamma che da lassù mi guarda giocare al suo stesso gioco, solo che ancora non sono arrivato dov'è arrivata lei.
Mamma! Dove sei? Mi manchi. Giochiamo insieme, vieni a prendermi e giochiamo. Non ci voglio stare qua.
Ma io non posso raggiungerla, ancora non è il momento.
Ma perché non è il momento? Io sono bravo a giocare! Mamma...
Toh, guarda, ho gli occhi lucidi, in un attimo un fiume di lacrime arriverà a bagnare il mio viso e mostrerà il vero volto del "pazzo": un ragazzo di 27 anni per il quale il tempo ha deciso di fermarsi, di proteggermi dal male di questo mondo, un bambino che preferisce i giocattoli piuttosto che un telefono da 800€, sono un bambino che preferisce avere delle amiche piuttosto che delle ragazze, sono'unico al mondo a pensarla così.
Per questo sono pazzo. Per questo lo dicono.
Signori, vi presento la mia pazzia.
Ma non voglio fare questi discorsi e dedicare del tempo a chi non se lo merita, preferisco continuare a piangere piuttosto.
Anzi, non voglio che il mondo mi veda, quindi piangerò a pancia in giù, così mi vedrà soltanto il mio letto. Maledetto letto, ma qualcuno deve pur vedermi, spero che per ora non mi stia deridendo, così come il cuscino, pensavi che mi fossi scordato di te? Tu sei il più infame di tutti, che mi guardi in continuazione in viso e vedi le lacrime gocciolare una ad una. Ora ti capovolgo così anche tu guarderai il letto e non potrai più ridere.
Mi diverte, mi diverte troppo questo gioco. Nessuno deve vedermi, tutti mi vedono e io rido. Se non mi vedessero piangerei, ma ci sono quindi devo ridere. Che posso fare? Sono le regole. Avete mai visto qualcuno piangere in pubblico?
Soltanto i pazzi piangono in pubblico. E io? Io sono pazzo, sto piangendo in pubblico, ci sono le sedie, il letto, l'armadio, il cuscino.. loro mi guardano, si divertono a vedermi soffrire, Ma un giorno tutto questo finirà.
Venite, venite con me, oggi ho la visita dallo psicanalista, forse ne capirete di più su di me, oppure vi confonderete ancora di più. Non lo so, se avete imparato a essere folli mi capirete senza nessun problema.
   
 
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