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Autore: kiara_star    18/11/2008    4 recensioni
Nuova fic ZoroxSanji sui problemi del “cambio di casa”... perché anche i pirati hanno determinate esigenze! ^__^
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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... è tempo di Recupero !

 

 

Zoro iniziò a camminare lentamente.

Dietro quella porta sapeva di aver lasciato una stanza vuota, senza occhi né orecchie indiscrete, di aver lasciato sola la persona che lo faceva morire di desiderio e che non aspettava altro di stare con lui... sapeva che era difficile che un’occasione così ghiotta sarebbe potuta ricapitare, sapeva che se non approfittava ora, forse se ne sarebbe pentito amaramente, ma quello che sapeva sopra ogni cosa, è che finalmente si era vendicato!

Sorrise annuendo soddisfatto.... Sì, si era vendicato...

Pochi attimi dopo fermò i suoi passi inghiottendo, mentre il sorriso si smorzava sulla sua bocca.

...

Una stanza vuota...  Sanji solo...  le sue mani... quelle labbra...

...

Strinse forte i suoi pugni. Non avrebbe ceduto, a costo di consumarsi la mano nel bagno!!!

Questa volta quel cuoco avrebbe dovuto capire con chi aveva a che fare, avrebbe dovuto ficcarsi nella sua testa ossigenata che con Roronoa Zoro non si doveva giocare!

Dio era veramente dura, ma poteva farcela. Indurì ancora i pugni mentre sentiva il cuore martellargli nelle orecchie. Inghiottì ancora.

...

La vendetta... valeva davvero quella tortura? Se... se avesse ceduto anche questa volta, sarebbe stato un uomo senza onore? Si sarebbe considerato un debole? Uno senza spina dorsale?

 

NO!  Non era la risposta che si stava dando, ma era quella che voleva sentirsi dire.

Si voltò velocemente raggiungendo con pochi passi la porta della cucina. L’aprì con ferocia e la chiuse immediatamente dopo.

Lo cercò. Non lo vedeva.

Poi una chioma bionda si voltò a guardarlo con le mani insaponate nel lavandino.

- Che vuoi? – esclamarono quelle labbra. Senza neanche rendersene conto, Zoro si ritrovò fiondato su di esse. Le mani bagnate di Sanji lo spinsero via

- Non avevi detto che non ti andava? – esclamò il cuoco con sguardo accusatorio.

- Ho cambiato idea – rispose velocemente l’altro tornando ad assaporarlo. Anche stavolta il cuoco lo scacciò.

- Eh, no caro mio. Ora sono io che non voglio – asserì ondeggiandogli l’indice davanti al viso. Zoro ringhiò

- Ma che vuol dire idiota, due minuti fa... – Sanji lo interruppe.

- Eh.. Ho cambiato idea – affermò deciso mentre tornava ad immergere le mani nel lavandino.

Zoro sentì il fumo uscirgli dalla testa. Ma davvero credeva di poterlo trattare così?

Senza troppi preamboli lo afferrò per il bracco facendolo voltare. La schiuma sulle mani del biondo schizzò su alcuni mobili delle cucina.

L’espressione furiosa sul viso dello spadaccino si specchiava in quella infastidita del cuoco.

- Avanti che vorresti fare ora? – sospirò annoiato Sanji.

Dio quanto l’odiava quanto faceva così.

- Non ci arrivi proprio! – esclamò furente Zoro lasciandogli il braccio.

- Ora mi hai stancato con queste prese – borbottò Sanji massaggiandosi il polso dolente.

- E poi sei tu che te ne sei andato facendo il prezioso... che ti aspetti che faccia idiota – aggiunse ancora il biondo.

‘Prezioso’? Ah... allora gli dava fastidio quando veniva mollato sul più bello?! Per una volta aveva assaporato quello che lo spadaccino doveva buttare giù in continuazione.

Zoro lo guardò ghignando. La frase che aveva appena pronunciato aveva completato la sua vendetta. Ora non aveva più bisogno di stupidi “giochetti”, lo avevano stancato. Doveva riprendere il comando, come era solito fare, e poi sapeva che quel cuoco non chiedeva di meglio.

- Togliti la camicia – esclamò con voce risoluta.

Sanji lo guardò perplesso... Tzè ora si metteva pure a dargli ordini. Si rigirò immergendo per l’ennesima volta le mani nell’acqua insaponata ignorando le parole dello spadaccino, ma sapendo perfettamente che non avrebbe mollato.

- Sanji muoviti e toglitela prima che te la stappi – comandò paurosamente calmo Zoro.

- Accomodati – sospirò ridacchiando il cuoco.

Un attimo dopo due grandi mani lo raggiunsero al petto. Lo spadaccino afferrò i lembi della camicia blu del cuoco e con un gesto deciso li separò facendo saltare quasi tutti i bottoni che li tenevano uniti.

- Sei impazzito? – ringhiò Sanji cercando di colpirlo con un calcio. Zoro lo schivò saltando qualche passo indietro.

- Ti aveva avvisato. Ora se preferisci può anche toglierti il resto, altrimenti per me non ci sono problemi – con quelle parole Zoro si tolse la maglia gettandola sul tavolo. Via anche la verde panciera e le spade. Si sedette sul divano allungando un braccio lungo lo schienale e aspettando la replica di Sanji che era rimasto fermo spalle al lavandino.

- Non costringermi a venire a prenderti – sussurrò ancora lo spadaccino. Il suo sguardo carico di desiderio trafisse il biondo che sentì il crollare di ogni possibile opposizione. Sorrise sospirando. In cuor suo si aspettava una reazione simile, oddio non poteva sperare di meglio.

Lentamente, senza neanche asciugarsi le mani, si avviò verso di lui. Quando gli fu di fronte lo guardò per qualche secondo, poi con un gesto rapito completò l’opera dello spadaccino facendo saltare anche gli ultimi bottoni. Le dita di Zoro scivolarono sul suo ventre afferrandolo per la cintura e tirandolo a sé. Le sue labbra si posarono calde sul suo ombelico mentre gli occhi andarono a perdersi in quelli del cuoco. Sanji sorrise ancora allontanando il viso dello spadaccino che indietreggiò ritornando spalle allo schienale del divano.

Il bel cuoco si accomodò a cavalcioni sulle sue ginocchia, potendo già constatare la durezza fra le gambe del ragazzo. Lasciò che fosse Zoro a far scivolare via dalle sue spalle la leggera seta blu. Le mani dello spadaccino accompagnarono la lenta discesa della camicia, accarezzando la pelle diafana delle sue braccia. Quando finalmente l’indumento raggiunse i suoi polsi, Zoro lo tirò a sé con un braccio, mentre con l’altro staccò definitivamente la fastidiosa stoffa dal corpo che lo faceva ardere di desiderio.

Le mani di Sanji, ancora bagnate, si posarono sulle sue ampie spalle.

- Non poteva asciugartele prima – lo rimproverò Zoro leggermente infastidito da quel freddo contatto. Sanji inclinò la testa di lato lasciando che i capelli biondi ricadessero sul suo viso.

- Se aspetti potrei farlo – sussurrò sorridendo il cuoco. Zoro scosse la testa.

- Non dire idiozie – e con quella frase fece aderire il suo addome a quello del biondo, mentre le loro labbra di fusero nuovamente. Le mani di Sanji presero a bagnare i capelli verdi del ragazzo mentre quelle di Zoro accarezzavano fameliche la bianca schiena del cuoco.

Finalmente poteva sentire il calore di quel corpo fra le sue braccia. Lo strinse più forte facendo scendere le mani lungo le gambe del biondo per poi risalire nuovamente fino alle sue natiche e ancora su, per ritrovare il caldo contatto della sua pelle.

La sensazione delle grandi mani di Zoro che scorrevano bramose sulla sua schiena fece capire a Sanji quanto gli era mancato quel contatto.

- Zoro...- sospirò staccando di poco le loro labbra.

Zoro lo guardò spostando leggermente i capelli biondi dal suo viso.

- Che c’è? – chiese con tono già ansimante. Sanji sorrise rifiondandosi senza remora sulla sua bocca. Poi fece scendere le mani lungo il petto del giovane.

- Mi sei mancato – sospirò ancora il cuoco. Senza dargli possibilità di replica, lasciò che la sua lingua incontrasse nuovamente quella di Zoro.

Le sue mani, intanto avevano iniziato ad accarezzare vogliose il sesso del bel pirata da sopra i pantaloni troppo stretti. Zoro avvertì il caldo tocco si Sanji che lo stava facendo impazzire.

Anche lui gli era mancato, eccome...  Staccò le labbra per prendere aria.

Il cuoco sbottonò alla svelta l’apertura dei suoi pantaloni per poter incontrare finalmente il membro gonfio dello spadaccino.

I gemiti presero a susseguirsi sulle labbra di Zoro mentre la mano di Sanji lo eccitava da morire.

Aveva passato gli ultimi tempi a sognare quelle mani così tante volte, che ora non sapeva se fosse realtà.

- Sei.. sei la mia dannazione – ansimò a fatica. Sanji gli bloccò la bocca ancora una volta. Le mani dello spadaccino si persero nei capelli biondi del cuoco e fra la sua schiena di velluto. Lentamente scese con le dita tentando di infilarle nei suo pantaloni. L’indumento troppo stretto, gli impedì di dargli piacere come voleva.

- Togliteli – sospirò allora con voce rotta. Le mani del cuoco provarono a sbottonarsi i pantaloni inutilmente. Zoro dovette dargli una mano sentendo il respiro di Sanji farsi sempre più corto. Quando finalmente la patta fu aperta, lo spadaccino avvolse il corpo del cuoco fra le braccia facendolo sdraiare di schiena sul divano. Velocemente gli sfilò i pantaloni andando con la mano a stimolare il suo sesso, mentre le labbra presero a baciare il suo collo. Sanji gemeva affondando le dita fra i capelli verdi di Zoro.

- Dio quanto ti voglio – sussurrò ansimante lo spadaccino. La sua bocca incontro ancora quella eccitata di Sanji che pareva volerlo divorare.

Le corte unghie del biondo stavano lasciando delle piccole striature rosse sulla schiena dello spadaccino che sentiva di impazzire. Lentamente infilò un dito nell’apertura del biondo sentendo inarcarsi sotto di sé. Quando i gemiti di Sanji aumentarono ne inserì un’altra, muovendole animatamente. Il biondo alzò la gamba portandola sulla spalla di Zoro che gli morse voracemente l’incavo del ginocchio.

- Che aspetti – sospirò con gli occhi velati di piacere Sanji, sentendo di impazzire.  Zoro si perse in quell’espressione tremendamente eccitata che era disegnata sul suo volto. Dio quanto lo desiderava!

Allargò ancora la sua gamba sapendo di poter osare e lentamente iniziò ad entrare. Sentì il corpo di Sanji resistere alle sue spinte iniziali, come era logico dopo quel periodo di “pausa” .

Il cuoco morse forte il suo labbro impedendo a qualsiasi lamento di uscire, non voleva che Zoro si fermasse. Voleva sentirlo dentro, anche col tutto quel dolore che pareva dimenticato. Avvicinò il volto dello spadaccino al suo. Le sue labbra ancora una volta ad impedire al dolore di uscire dalla sua bocca.

- Zoro... – sussurrò ancora. Quel sospiro come un lasciapassare.

Lo spadaccino lo baciò ancora entrando completamente in lui. Sentì le unghie di Sanji affondare nella sua pelle. Sapeva che gli stava facendo male, ma non poteva resistere. Cercò di contenere la profondità delle sue spinte, ma sentirlo così caldo sotto di lui non faceva che aumentare il desiderio di possederlo sempre di più.

- Perdonami – sospirò sulle sue labbra. Sanji lo accarezzò sul viso sentendo il ritmo delle sue spinte farsi sempre più forte.

- Non.. smettere – ansimò ancora il biondo. Voleva sentirlo, non chiedeva di meglio. Anche quel male faceva parte del suo piacere, quanto lo vedeva muoversi con tanta passione far le sue gambe qualsiasi dolore spariva, c’era solo lui e quell’ardore che lo spaccava in due.

La mano di Sanji ancora sul volto di Zoro, ora bagnato dal sudore. Lo spadaccino afferrò quella bianca mano con la sua. La strinse forte baciandola.

Sanji tirò a sé il suo viso sentendo le labbra di Zoro bagnare ansimanti la sua spalla. Il biondo morse forte il collo teso dello spadaccino sentendo via via il dolore sfumare. Il sapore della sua pelle salata lo inebriava così come i gemiti che provenivano dalle sue labbra. Forti scariche invadevano prepotenti il copro del biondino che sentiva di non resistere ancora molto.

- Più forte... spingi di più.. – ansimava eccitato avvinghiato  al copro possente dello spadaccino. Zoro aumentò il ritmo delle sue spinte, sentendo il corpo di Sanji  ardere sotto di sé. Presto il seme del cuoco fluì copioso fra i loro ventri mentre i gemiti dello spadaccino aumentarono paurosamente.

- Sanji... – ansimava non una ma mille volte. Le mani del cuoco lo avvolgevano calde mentre le labbra dello spadaccino assaporavano ancora le sue. E proprio su quelle labbra Zoro, gemette profondamente quando si liberò nel suo copro. Si lasciò cadere sul petto di Sanji mentre sentiva le dita del cuoco perdersi fra i suoi capelli

- Dio... è stato... è stato – ansimava affaticato lo spadaccino. Sanji sorrise.

- Si è stato così anche per me – ridacchiò ancora il cuoco. Zoro alzò il volto guardando accigliato.

La mano di Sanji gli arruffò i capelli bagnati. Certo che se la prendeva per niente, ma in fondo gli piaceva anche per questo.

- Vieni qui – sospirò poi il biondo tirandolo a sé. Sentì lo spadaccino mordergli il collo.

- Ahi mi fai male – lamentò.

- È quello che ti meriti – ghignò allora Zoro pizzicandolo su un fianco. Di tutta risposta il cuoco gli graffiò energicamente la schiena.

- Brutto bastardo – ringhiò lo spadaccino mentre tentava di stritolarlo fra le sue braccia.

 

 

- Robin non dovremmo andare a vedere che combinano quei due? Non vorrei che mi rovinassero pure la cucina... – mormorava Franky mentre smanettava con delle tenaglie. L’archeologa sorrise.

- Non preoccuparti. E poi è da un po’ di tempo che non se le danno di santa ragione. Qualche mobile rotto può anche starci – asserì tranquilla. Il cyborg ridacchiò.

- Eh me ne sono accorto... però stamattina ci stavo rimettendo pure il bagno.... Sarà meglio che gli costruisca una bella camera privata – la sua espressione lasciava intendere che ci stava pensando sul serio.

- Non sarebbe una cattiva idea – sorrise ancora Robin.

Dei passi si udirono nelle vicinanze.

- Nami dove stai andando? – chiese la mora riconoscendo la figura della compagna.

- Ho un po’ di fame... vedo se è avanzato qualcosa –  rispose la rossa.

- Non ti conviene andare in cucina – le consigliò Franky continuando a lavorare. Nami lo guardò dubbiosa, poi l’espressione sul viso di Robin le chiarì tutto.

- Non ditemi che quei due... – non riuscì a finire la frase che sospirò avvilita.

- Ohi Robin passami quella pinza – chiese Franky mentre Nami faceva ritorno nella sua stanza borbottando qualcosa del tipo “domani gliene dico quattro”.

- Franky non credi che sia divertente? – domandò ridacchiando la mora. Franky si asciugò la fronte con una mano voltandosi verso di lei.

- Cosa? – chiese.

Robin scosse la testa.

- Nulla – affermò sorridente allungandogli la pinza che le aveva chiesto.

 

 

- Ohi guarda lì ce ne un altro – esclamò ridacchiando Zoro, mentre con un dito indicava un bottone sotto la sedia.

- Potresti darmi una mano invece di startene lì a poltrire – brontolò Sanji abbassandosi per raccogliere il piccolo oggetto. Lo spadaccino sbadigliò allungandosi sul divano

- E perché mai. In fondo la camicia è la tua – rispose strafottente. Sanji mormorò qualcosa fra i denti andando a recuperare l’ultimo bottone.

Sì la camicia era la sua, ma chi era quel genio che gli aveva fatto saltare tutti i bottoni? Vabbè un po’ di colpa ce l’aveva anche lui...

- Uff... e ora dovrò farli riattaccare – sospirò mettendo i piccoli bottoni in un posacenere. Poi prendendo una sigaretta dalla tasca si sedette poco più in là di Zoro. Lo spadaccino si girò stendendosi sulla pancia e piegando il braccio così da poggiare la testa su una mano. Iniziò a fissare il cuoco che effettuava quello “stupido” rituale tutte le volte. Gli occhi dello spadaccino sembravano delle dita puntate. Sanji si voltò sbuffando.

- E ora che c’è? – chiese tenendo stretta fra i denti la sigaretta.

- Nulla – mormorò a stento Zoro ritornando a stendersi sulla schiena con le braccia dietro la testa.

Eccolo che tornava a fare l’offeso... Sanji gettò la sigaretta sul tavolo.

- Già stanco? – sussurrò.

Zoro aprì gli occhi trovandosi il viso al contrario del cuoco a pochi centimetri dal suo. Ghignò portandolo con una mano a sé affinché le loro labbra si unissero in quel bacio “capovolto”.

- Abbiamo parecchio da recuperare... – ridacchiò il cuoco

- Almeno che tu non trovi più divertente fare da “solo” – maliziò ancora il biondo tornando a baciare il suo bel compagno. Con un dito Zoro gli sollevò la fronte staccando le loro labbra

- Devo dire che poi non c’è una gran differenza a farlo con te – sbeffeggiò lo spadaccino. Sanji sorrise ambiguo

- Sicuro? – sussurrò passandogli la lingua sulle labbra e mordendogli poi quello inferiore.

- Oddio, in effetti un po’ di differenza c’è... – ammise ridacchiando Zoro mentre lo tirava a se baciandolo profondamente.

La camicia aperta di Sanji scivolò di nuovo via mentre riprendeva contatto con quel bel corpo color ambra. Zoro dal canto suo, non aveva intenzione di lasciarlo andare finché non si fosse ripreso tutte le sue rivincite.

Il piano era chiaro: fino alla prossima interruzione, non avrebbero fatto altro che “recuperare” il tempo perso.

 

 

 

 

 

 

The end

 

 

 

 

Alla fine non vi ho fatto soffrire poi tanto suvvia!  ^__^

Spero solo vi sia piaciuta. Non mi sono “spinta” troppo oltre, perché volevo attenermi al rating.

Comunque come in tutte le storie che si rispettino, anche qui c’è una morale... quale?

Semplice:

 

Chi fa da sé... si diverte la metà!

 

^__^  grazie per aver letto e commentato la mia fic. Sappiate però, che dato il vostro sostegno, Zoro e Sanji mi hanno chiesto l’aumento di stipendio per le prossime fic ç__ç ... che tipi avari ( si vede che la vicinanza di Nami fa male... >__>)

 

1000 baci dalla vostra pazza autrice zorosanjiana    Chiara

 

 

P.S Grazie a Regina di Picche per le correzioni ^__^   sono sempre utili!

 

  
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