... è tempo di Recupero !
Zoro iniziò a camminare
lentamente.
Dietro quella porta sapeva
di aver lasciato una stanza vuota, senza occhi né orecchie indiscrete, di aver
lasciato sola la persona che lo faceva morire di desiderio e che non aspettava
altro di stare con lui... sapeva che era difficile che un’occasione così
ghiotta sarebbe potuta ricapitare, sapeva che se non approfittava ora, forse se
ne sarebbe pentito amaramente, ma quello che sapeva sopra ogni cosa, è che
finalmente si era vendicato!
Sorrise annuendo
soddisfatto.... Sì, si era vendicato...
Pochi attimi dopo fermò i
suoi passi inghiottendo, mentre il sorriso si smorzava sulla sua bocca.
...
Una stanza vuota... Sanji solo...
le sue mani... quelle labbra...
...
Strinse forte i suoi
pugni. Non avrebbe ceduto, a costo di consumarsi la mano nel bagno!!!
Questa volta quel cuoco
avrebbe dovuto capire con chi aveva a che fare, avrebbe dovuto ficcarsi nella
sua testa ossigenata che con Roronoa Zoro non si doveva giocare!
Dio era veramente dura, ma
poteva farcela. Indurì ancora i pugni mentre sentiva il cuore martellargli
nelle orecchie. Inghiottì ancora.
...
La vendetta... valeva davvero quella tortura? Se... se
avesse ceduto anche questa volta, sarebbe stato un uomo senza onore? Si sarebbe
considerato un debole? Uno senza spina dorsale?
NO! Non era la risposta che si stava dando, ma era
quella che voleva sentirsi dire.
Si voltò velocemente
raggiungendo con pochi passi la porta della cucina. L’aprì con ferocia e la
chiuse immediatamente dopo.
Lo cercò. Non lo vedeva.
Poi una chioma bionda si
voltò a guardarlo con le mani insaponate nel lavandino.
- Che vuoi? – esclamarono
quelle labbra. Senza neanche rendersene conto, Zoro si ritrovò fiondato su di
esse. Le mani bagnate di Sanji lo spinsero via
- Non avevi detto che non
ti andava? – esclamò il cuoco con sguardo accusatorio.
- Ho cambiato idea –
rispose velocemente l’altro tornando ad assaporarlo. Anche stavolta il cuoco lo
scacciò.
- Eh, no caro mio. Ora
sono io che non voglio – asserì ondeggiandogli l’indice davanti al viso. Zoro
ringhiò
- Ma che vuol dire idiota,
due minuti fa... – Sanji lo interruppe.
- Eh.. Ho cambiato idea –
affermò deciso mentre tornava ad immergere le mani nel lavandino.
Zoro sentì il fumo
uscirgli dalla testa. Ma davvero credeva di poterlo trattare così?
Senza troppi preamboli lo afferrò
per il bracco facendolo voltare. La schiuma sulle mani del biondo schizzò su
alcuni mobili delle cucina.
L’espressione furiosa sul
viso dello spadaccino si specchiava in quella infastidita del cuoco.
- Avanti che vorresti fare
ora? – sospirò annoiato Sanji.
Dio quanto l’odiava quanto
faceva così.
- Non ci arrivi proprio! –
esclamò furente Zoro lasciandogli il braccio.
- Ora mi hai stancato con
queste prese – borbottò Sanji massaggiandosi il polso dolente.
- E poi sei tu che te ne
sei andato facendo il prezioso... che ti aspetti che faccia idiota – aggiunse
ancora il biondo.
‘Prezioso’? Ah... allora
gli dava fastidio quando veniva mollato sul più bello?! Per una volta aveva
assaporato quello che lo spadaccino doveva buttare giù in continuazione.
Zoro lo guardò ghignando.
La frase che aveva appena pronunciato aveva completato la sua vendetta. Ora non
aveva più bisogno di stupidi “giochetti”, lo avevano stancato. Doveva
riprendere il comando, come era solito fare, e poi sapeva che quel cuoco non
chiedeva di meglio.
- Togliti la camicia –
esclamò con voce risoluta.
Sanji lo guardò
perplesso... Tzè ora si metteva pure a dargli ordini.
Si rigirò immergendo per l’ennesima volta le mani nell’acqua insaponata ignorando
le parole dello spadaccino, ma sapendo perfettamente che non avrebbe mollato.
- Sanji muoviti e toglitela
prima che te la stappi – comandò paurosamente calmo Zoro.
- Accomodati – sospirò
ridacchiando il cuoco.
Un attimo dopo due grandi
mani lo raggiunsero al petto. Lo spadaccino afferrò i lembi della camicia blu
del cuoco e con un gesto deciso li separò facendo saltare quasi tutti i bottoni
che li tenevano uniti.
- Sei impazzito? – ringhiò
Sanji cercando di colpirlo con un calcio. Zoro lo schivò saltando qualche passo
indietro.
- Ti aveva avvisato. Ora
se preferisci può anche toglierti il resto, altrimenti per me non ci sono
problemi – con quelle parole Zoro si tolse la maglia gettandola sul tavolo. Via
anche la verde panciera e le spade. Si sedette sul divano allungando un braccio
lungo lo schienale e aspettando la replica di Sanji che era rimasto fermo
spalle al lavandino.
- Non costringermi a
venire a prenderti – sussurrò ancora lo spadaccino. Il suo sguardo carico di
desiderio trafisse il biondo che sentì il crollare di ogni possibile
opposizione. Sorrise sospirando. In cuor suo si aspettava una reazione simile,
oddio non poteva sperare di meglio.
Lentamente, senza neanche
asciugarsi le mani, si avviò verso di lui. Quando gli fu di fronte lo guardò
per qualche secondo, poi con un gesto rapito completò l’opera dello spadaccino
facendo saltare anche gli ultimi bottoni. Le dita di Zoro scivolarono sul suo
ventre afferrandolo per la cintura e tirandolo a sé. Le sue labbra si posarono
calde sul suo ombelico mentre gli occhi andarono a perdersi in quelli del
cuoco. Sanji sorrise ancora allontanando il viso dello spadaccino che
indietreggiò ritornando spalle allo schienale del divano.
Il bel cuoco si accomodò a
cavalcioni sulle sue ginocchia, potendo già constatare la durezza fra le gambe
del ragazzo. Lasciò che fosse Zoro a far scivolare via dalle sue spalle la
leggera seta blu. Le mani dello spadaccino accompagnarono la lenta discesa
della camicia, accarezzando la pelle diafana delle sue braccia. Quando
finalmente l’indumento raggiunse i suoi polsi, Zoro lo tirò a sé con un
braccio, mentre con l’altro staccò definitivamente la fastidiosa stoffa dal corpo
che lo faceva ardere di desiderio.
Le mani di Sanji, ancora
bagnate, si posarono sulle sue ampie spalle.
- Non poteva asciugartele
prima – lo rimproverò Zoro leggermente infastidito da quel freddo contatto.
Sanji inclinò la testa di lato lasciando che i capelli biondi ricadessero sul
suo viso.
- Se aspetti potrei farlo
– sussurrò sorridendo il cuoco. Zoro scosse la testa.
- Non dire idiozie – e con
quella frase fece aderire il suo addome a quello del biondo, mentre le loro
labbra di fusero nuovamente. Le mani di Sanji presero a bagnare i capelli verdi
del ragazzo mentre quelle di Zoro accarezzavano fameliche la bianca schiena del
cuoco.
Finalmente poteva sentire
il calore di quel corpo fra le sue braccia. Lo strinse più forte facendo
scendere le mani lungo le gambe del biondo per poi risalire nuovamente fino
alle sue natiche e ancora su, per ritrovare il caldo contatto della sua pelle.
La sensazione delle grandi
mani di Zoro che scorrevano bramose sulla sua schiena fece capire a Sanji
quanto gli era mancato quel contatto.
- Zoro...- sospirò
staccando di poco le loro labbra.
Zoro lo guardò spostando
leggermente i capelli biondi dal suo viso.
- Che c’è? – chiese con
tono già ansimante. Sanji sorrise rifiondandosi senza remora sulla sua bocca.
Poi fece scendere le mani lungo il petto del giovane.
- Mi sei mancato – sospirò
ancora il cuoco. Senza dargli possibilità di replica, lasciò che la sua lingua
incontrasse nuovamente quella di Zoro.
Le sue mani, intanto avevano
iniziato ad accarezzare vogliose il sesso del bel pirata da sopra i pantaloni
troppo stretti. Zoro avvertì il caldo tocco si Sanji che lo stava facendo
impazzire.
Anche lui gli era mancato,
eccome... Staccò le labbra per prendere
aria.
Il cuoco sbottonò alla
svelta l’apertura dei suoi pantaloni per poter incontrare finalmente il membro
gonfio dello spadaccino.
I gemiti presero a
susseguirsi sulle labbra di Zoro mentre la mano di Sanji lo eccitava da morire.
Aveva passato gli ultimi
tempi a sognare quelle mani così tante volte, che ora non sapeva se fosse
realtà.
- Sei.. sei la mia
dannazione – ansimò a fatica. Sanji gli bloccò la bocca ancora una volta. Le
mani dello spadaccino si persero nei capelli biondi del cuoco e fra la sua
schiena di velluto. Lentamente scese con le dita tentando di infilarle nei suo
pantaloni. L’indumento troppo stretto, gli impedì di dargli piacere come
voleva.
- Togliteli – sospirò
allora con voce rotta. Le mani del cuoco provarono a sbottonarsi i pantaloni
inutilmente. Zoro dovette dargli una mano sentendo il respiro di Sanji farsi
sempre più corto. Quando finalmente la patta fu aperta, lo spadaccino avvolse
il corpo del cuoco fra le braccia facendolo sdraiare di schiena sul divano.
Velocemente gli sfilò i pantaloni andando con la mano a stimolare il suo sesso,
mentre le labbra presero a baciare il suo collo. Sanji gemeva affondando le
dita fra i capelli verdi di Zoro.
- Dio quanto ti voglio –
sussurrò ansimante lo spadaccino. La sua bocca incontro ancora quella eccitata
di Sanji che pareva volerlo divorare.
Le corte unghie del biondo
stavano lasciando delle piccole striature rosse sulla schiena dello spadaccino
che sentiva di impazzire. Lentamente infilò un dito nell’apertura del biondo
sentendo inarcarsi sotto di sé. Quando i gemiti di Sanji aumentarono ne inserì
un’altra, muovendole animatamente. Il biondo alzò la gamba portandola sulla
spalla di Zoro che gli morse voracemente l’incavo del ginocchio.
- Che aspetti – sospirò con
gli occhi velati di piacere Sanji, sentendo di impazzire. Zoro si perse in quell’espressione
tremendamente eccitata che era disegnata sul suo volto. Dio quanto lo
desiderava!
Allargò ancora la sua
gamba sapendo di poter osare e lentamente iniziò ad entrare. Sentì il corpo di
Sanji resistere alle sue spinte iniziali, come era logico dopo quel periodo di
“pausa” .
Il cuoco morse forte il
suo labbro impedendo a qualsiasi lamento di uscire, non voleva che Zoro si
fermasse. Voleva sentirlo dentro, anche col tutto quel dolore che pareva
dimenticato. Avvicinò il volto dello spadaccino al suo. Le sue labbra ancora
una volta ad impedire al dolore di uscire dalla sua bocca.
- Zoro... – sussurrò
ancora. Quel sospiro come un lasciapassare.
Lo spadaccino lo baciò
ancora entrando completamente in lui. Sentì le unghie di Sanji affondare nella
sua pelle. Sapeva che gli stava facendo male, ma non poteva resistere. Cercò di
contenere la profondità delle sue spinte, ma sentirlo così caldo sotto di lui
non faceva che aumentare il desiderio di possederlo sempre di più.
- Perdonami – sospirò
sulle sue labbra. Sanji lo accarezzò sul viso sentendo il ritmo delle sue
spinte farsi sempre più forte.
- Non.. smettere – ansimò
ancora il biondo. Voleva sentirlo, non chiedeva di meglio. Anche quel male
faceva parte del suo piacere, quanto lo vedeva muoversi con tanta passione far
le sue gambe qualsiasi dolore spariva, c’era solo lui e quell’ardore che lo
spaccava in due.
La mano di Sanji ancora
sul volto di Zoro, ora bagnato dal sudore. Lo spadaccino afferrò quella bianca
mano con la sua. La strinse forte baciandola.
Sanji tirò a sé il suo
viso sentendo le labbra di Zoro bagnare ansimanti la sua spalla. Il biondo
morse forte il collo teso dello spadaccino sentendo via via
il dolore sfumare. Il sapore della sua pelle salata lo inebriava così come i
gemiti che provenivano dalle sue labbra. Forti scariche invadevano prepotenti
il copro del biondino che sentiva di non resistere ancora molto.
- Più forte... spingi di
più.. – ansimava eccitato avvinghiato al
copro possente dello spadaccino. Zoro aumentò il ritmo delle sue spinte,
sentendo il corpo di Sanji ardere sotto
di sé. Presto il seme del cuoco fluì copioso fra i loro ventri mentre i gemiti
dello spadaccino aumentarono paurosamente.
- Sanji... – ansimava non
una ma mille volte. Le mani del cuoco lo avvolgevano calde mentre le labbra
dello spadaccino assaporavano ancora le sue. E proprio su quelle labbra Zoro,
gemette profondamente quando si liberò nel suo copro. Si lasciò cadere sul
petto di Sanji mentre sentiva le dita del cuoco perdersi fra i suoi capelli
- Dio... è stato... è
stato – ansimava affaticato lo spadaccino. Sanji sorrise.
- Si è stato così anche
per me – ridacchiò ancora il cuoco. Zoro alzò il volto guardando accigliato.
La mano di Sanji gli
arruffò i capelli bagnati. Certo che se la prendeva per niente, ma in fondo gli
piaceva anche per questo.
- Vieni qui – sospirò poi
il biondo tirandolo a sé. Sentì lo spadaccino mordergli il collo.
- Ahi mi fai male –
lamentò.
- È quello che ti meriti –
ghignò allora Zoro pizzicandolo su un fianco. Di tutta risposta il cuoco gli
graffiò energicamente la schiena.
- Brutto bastardo –
ringhiò lo spadaccino mentre tentava di stritolarlo fra le sue braccia.
- Robin non dovremmo
andare a vedere che combinano quei due? Non vorrei che mi rovinassero pure la
cucina... – mormorava Franky mentre smanettava con delle tenaglie. L’archeologa
sorrise.
- Non preoccuparti. E poi
è da un po’ di tempo che non se le danno di santa ragione. Qualche mobile rotto
può anche starci – asserì tranquilla. Il cyborg ridacchiò.
- Eh me ne sono accorto...
però stamattina ci stavo rimettendo pure il bagno.... Sarà meglio che gli
costruisca una bella camera privata – la sua espressione lasciava intendere che
ci stava pensando sul serio.
- Non sarebbe una cattiva
idea – sorrise ancora Robin.
Dei passi si udirono nelle
vicinanze.
- Nami dove stai andando?
– chiese la mora riconoscendo la figura della compagna.
- Ho un po’ di fame...
vedo se è avanzato qualcosa – rispose la
rossa.
- Non ti conviene andare
in cucina – le consigliò Franky continuando a lavorare. Nami lo guardò
dubbiosa, poi l’espressione sul viso di Robin le chiarì tutto.
- Non ditemi che quei due...
– non riuscì a finire la frase che sospirò avvilita.
- Ohi Robin passami quella
pinza – chiese Franky mentre Nami faceva ritorno nella sua stanza borbottando
qualcosa del tipo “domani gliene dico
quattro”.
- Franky non credi che sia
divertente? – domandò ridacchiando la mora. Franky si asciugò la fronte con una
mano voltandosi verso di lei.
- Cosa? – chiese.
Robin scosse la testa.
- Nulla – affermò
sorridente allungandogli la pinza che le aveva chiesto.
- Ohi guarda lì ce ne un
altro – esclamò ridacchiando Zoro, mentre con un dito indicava un bottone sotto
la sedia.
- Potresti darmi una mano
invece di startene lì a poltrire – brontolò Sanji abbassandosi per raccogliere
il piccolo oggetto. Lo spadaccino sbadigliò allungandosi sul divano
- E perché mai. In fondo
la camicia è la tua – rispose strafottente. Sanji mormorò qualcosa fra i denti
andando a recuperare l’ultimo bottone.
Sì la camicia era la sua,
ma chi era quel genio che gli aveva fatto saltare tutti i bottoni? Vabbè un po’ di colpa ce l’aveva anche lui...
- Uff...
e ora dovrò farli riattaccare – sospirò mettendo i piccoli bottoni in un
posacenere. Poi prendendo una sigaretta dalla tasca si sedette poco più in là
di Zoro. Lo spadaccino si girò stendendosi sulla pancia e piegando il braccio
così da poggiare la testa su una mano. Iniziò a fissare il cuoco che effettuava
quello “stupido” rituale tutte le volte. Gli occhi dello spadaccino sembravano
delle dita puntate. Sanji si voltò sbuffando.
- E ora che c’è? – chiese
tenendo stretta fra i denti la sigaretta.
- Nulla – mormorò a stento
Zoro ritornando a stendersi sulla schiena con le braccia dietro la testa.
Eccolo che tornava a fare
l’offeso... Sanji gettò la sigaretta sul tavolo.
- Già stanco? – sussurrò.
Zoro aprì gli occhi
trovandosi il viso al contrario del cuoco a pochi centimetri dal suo. Ghignò
portandolo con una mano a sé affinché le loro labbra si unissero in quel bacio
“capovolto”.
- Abbiamo parecchio da
recuperare... – ridacchiò il cuoco
- Almeno che tu non trovi
più divertente fare da “solo” – maliziò ancora il biondo tornando a baciare il
suo bel compagno. Con un dito Zoro gli sollevò la fronte staccando le loro
labbra
- Devo dire che poi non
c’è una gran differenza a farlo con te – sbeffeggiò lo spadaccino. Sanji
sorrise ambiguo
- Sicuro? – sussurrò
passandogli la lingua sulle labbra e mordendogli poi quello inferiore.
- Oddio, in effetti un po’
di differenza c’è... – ammise ridacchiando Zoro mentre lo tirava a se baciandolo
profondamente.
La camicia aperta di Sanji
scivolò di nuovo via mentre riprendeva contatto con quel bel corpo color ambra.
Zoro dal canto suo, non aveva intenzione di lasciarlo andare finché non si
fosse ripreso tutte le sue rivincite.
Il piano era chiaro: fino
alla prossima interruzione, non avrebbero fatto altro che “recuperare” il tempo
perso.
The end
Alla
fine non vi ho fatto soffrire poi tanto suvvia!
^__^
Spero
solo vi sia piaciuta. Non mi sono “spinta” troppo oltre, perché volevo
attenermi al rating.
Comunque
come in tutte le storie che si rispettino, anche qui c’è una morale... quale?
Semplice:
Chi fa da sé... si
diverte la metà!
^__^ grazie per aver letto e commentato la mia fic. Sappiate però, che dato il vostro sostegno, Zoro e
Sanji mi hanno chiesto l’aumento di stipendio per le prossime fic ç__ç ... che tipi avari (
si vede che la vicinanza di Nami fa male... >__>)
1000
baci dalla vostra pazza autrice zorosanjiana Chiara
P.S Grazie a Regina di Picche per le correzioni ^__^
sono sempre utili!