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Autore: Isidar Mithrim    08/01/2015    6 recensioni
Ancora una volta, Albus Silente cambia il corso della vita di Remus Lupin quando lo rintraccia in una casetta diroccata e fatiscente dello Yorkshire. Felice di vedere il Preside, Remus rimane sbalordito quando Silente gli offre la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure [JKR, Pottermore]
Sono queste le poche righe che ci regala la Rowling per accennare al momento in cui la vita di Remus Lupin prenderà una piega che lo cambierà per sempre. Sono queste le poche righe che portano Lunastorta a dare un nuovo corso alla sua esistenza, queste che lo portano ad incontrare Harry, a riabbracciare Sirius, ad amare Tonks, a dar la vita a Teddy ed infine a morire da combattente. Poche, troppo poche per chi come me abbia amato questo personaggio e abbia sofferto nel vederlo perire... Ma, se avrete la pazienza e la bontà di leggere, scoprirete un po' più estesamente come secondo me accadde che Remus divenne insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.
{Quarta classificata al contest "Il festival delle edite" di l@dyriddle e vincitrice del premio IC per Albus Silente}
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Old Generation Ordinary Tales'
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Il cacciatore di taglie


Era una fresca sera d’estate quando Albus Silente, Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, si materializzò davanti al cancelletto di una logora, piccola casetta che si stagliava solitaria nell’aperta campagna dello Yorkshire.
C’era solo la luce della luna calante a schiarire il sentierino in ciottoli che conduceva da lì al portone della dimora, ma era sufficiente per percorrerlo a passo sicuro.
Silente spinse verso l’interno il cancelletto arrugginito, che si aprì cigolante al suo tocco, quindi percorse il breve vialetto e calò tre volte il proprio pugno sulla malandata porta di legno.

Una manciata di minuti dopo non aveva ancora ottenuto risposta, così bussò nuovamente, questa volta amplificando il suono con un pizzico di magia.
Dovette attendere molto poco prima che la porta venisse aperta.
Sull’uscio apparve un uomo logoro come la sua casa, gli occhi marcati da profondi solchi violacei, gli abiti sudici e dimessi, il respiro affannato che tradiva il repentino scatto che doveva aver compiuto nel precipitarsi alla porta.
Eppure, la mano che teneva puntata la bacchetta su Silente era ferma, sicura, pronta.

Il Preside lo guardò con un sorriso attraverso i suoi occhiali a mezzaluna.
“Remus, che piacere vederti” disse. Poi i suoi occhi si posarono sulla bacchetta ancora alzata. “Sì, immagino che forse avrei dovuto preannunciarti la mia visita…”
L’uomo, per tutta risposta, continuò a fissarlo in cagnesco, quindi parlò con tono duro.
“Pensavo di aver fatto un lavoro migliore, con le difese attorno alla casa. Non ti ho sentito arrivare.”
“Oh, sono delle ottime difese, Remus, ma qualche bel trucchetto ancora me lo ricordo, nonostante l’età avanzi! Ora, sono desolato per averti disturbato a quest’ora tarda, ma ci sarebbero una serie di argomenti che mi premerebbe discutere assieme a te, se fossi così gentile da lasciarmi entrare.”
 “Sai perfettamente che non ti farò entrare fino a quando non mi avrai provato di essere veramente tu, Silente. Anche se mi auguro davvero che tu sia l’unica persona in grado di ingannare i miei incantesimi senza lasciare traccia del suo passaggio.”
“Molto bene, molto bene” disse Silente. “Mi fa piacere vedere come tu non abbia perso le vecchie e sane abitudini alla prudenza.”
L’anziano mago diede le spalle a Remus e, sfoderata la bacchetta, evocò mentalmente il proprio Patronus. Una fenice argentea si levò maestosa nell’aria, poi scomparve avvolta dalle fiamme e si dissolse in polvere. Silente si girò di nuovo verso Remus, il sorriso ancora sulle labbra, e vide un grosso lupo anch’esso argenteo passargli al fianco e allontanarsi veloce per svariati metri, prima di svanire.

Finalmente Remus abbassò la bacchetta, riponendola sotto le vesti rovinate. Contagiato dalla cordialità di Silente, le sue labbra si schiusero in un leggero sorriso.
“Be’, immagino non debba sorprendermi di trovarti qui, viste le ultime notizie” disse infine al Preside, quindi si fece da parte per lasciarlo entrare.

**

L’interno della casa non era meno fatiscente di quanto l’esterno promettesse.
Fatta eccezione per il bagno, il cui lavandino ingiallito si intravedeva dietro una porta socchiusa, la casa era in effetti costituita da un’unica stanza.
Il mobilio era ridotto all’essenziale – un letto, un piccolo armadio e un tavolo con due sedie – e mangiato dai tarli, ma tutto sommato la casa sarebbe risultata pulita, se non fosse stato per il caos che vi regnava, ingigantito dallo spazio angusto.
Il tavolo era cosparso di giornali e riviste sgualciti o in parte strappati. In molti la foto di Sirius Black giganteggiava in copertina e catturava inevitabilmente lo sguardo a causa dei movimenti repentini del soggetto, altri erano stati sfogliati per mettere in evidenza le notizie attinenti.
Sopra il letto erano gettati disordinatamente una serie di abiti trasandati accanto a una vecchia valigia che attendeva solo di essere riempita, mentre là vicino si trovavano vari oggetti e ingredienti magici di scarsa qualità o facile reperibilità, come uno spioscopio e piante di edera velenosa.
Al centro della mensola sopra al caminetto era radunata una piccola scorta di cibo, mentre ai due lati c’erano un vasetto con  della polvere volante – il minimo indispensabile per due o tre viaggi – e una vecchia radio.
Quella era la casa di un uomo solo, povero e pronto a partire.

Silente si guardò intorno mentre si avvicinava alla sedia che gli era stata porta. Il Preside ringraziò amabilmente per quella cortesia.
Remus raccattò i giornali sparsi e li spostò da un lato,  versò dell’acqua nel bollitore, accese sotto di esso il fuoco con un colpo di bacchetta e infine si accomodò sull’altra sedia.
Per un po’ Silente non fece altro che fissarlo intensamente attraverso i suoi occhiali a mezzaluna. Il licantropo sostenne lo sguardo fino a quando il Preside non lo distolse per riguardare ancora la stanza.
“Vedo che ti stai preparando a partire, Remus” disse infine, con il tono gioviale di chi sta facendo un apprezzamento sul colore delle tende.
“Non credo che occorra il tuo intuito per coglierlo, Silente.”
“Oh, sì, senza dubbio, ma sono il dove vuoi andare e il perché la parte più intrigante della faccenda, non trovi?”
“Come se non fosse altrettanto ovvio” commentò Remus con voce amara.
Silente prese in mano una delle riviste, che titolava Sirius Black affetto da Sindrome di Stoccolma?, e la sfogliò distrattamente.
“Ovvio?” – domandò poi, posando Il Cavillo e guardando nuovamente Remus negli occhi – “Ciò che mi risulta ovvio è che ho davanti a me un mago capace, giusto e talentuoso che negli ultimi anni ha avuto ben poche occasioni di dimostrarlo. Un mago che ha vissuto solo troppo a lungo, ma che finalmente ha ritrovato le forze per uscire, per agire, per far fruttare le sue doti.”
Remus fece un flebile sorriso.
“Eppure, mi chiedo… saranno davvero i suoi nobili ideali ad animarlo, ad avergli dato nuova forza?”
Silente cominciò a rovistare tra i giornali e non smise fino a quando non ebbe trovato il foglio che cercava. Lo dispiegò davanti a sé.



“Mi domando… quale fandonia questo mago ha raccontato a se stesso per convincersi che fosse giusto partire per mettersi sulle tracce di Sirius Black?”

Remus lo guardò basito.
“Si è convinto che sia un suo obbligo morale provare a catturarlo perché chi, se non lui, sarebbe in grado di capire, forse addirittura anticipare le sue mosse? Oppure si è detto che forse diventando un cacciatore di taglie potrebbe finalmente riuscire a sbancare il lunario?” continuò a pungolarlo Silente con tranquillità, mentre Remus aveva ricominciato a fissarlo in cagnesco.
 “Credi che non abbia le capacità di catturarlo?” domandò il licantropo con tono basso e furente.
“Oh, questo non lo metterei mai in dubbio, mio caro Remus!”
“E allora capirai bene che trovarlo è una mia responsabilità e un mio diritto! Tanto per cambiare, avrei uno scopo che renderebbe la mia inutile vita un po’ meno inutile.”
“Sarebbe senz’altro un nobilissimo scopo. Il problema però – riprese Silente – è che se davvero ti sentissi in obbligo di aiutare a catturarlo non saresti ancora qui a fare preparativi, ma avresti già usato quel poco di Polvere Volante che ti resta per recarti al Ministero e raccontare loro tutto quello che sai.”
“Peccato che il Ministero non voglia avere nulla a che fare con i Lupi Mannari!”
“E questa è un’altra delle bugie che ti stai propinando… perché sarebbero pronti a collaborare con te pur di rimettere in prigione il primo mago che sia mai evaso da Azkaban.”
“Bene, sentiamo, allora, quale sarebbe questa grande verità, eh? Visto che a quanto pare mi sto raccontando un sacco di idiozie!”
“Oh, la verità è molto semplice, tu vuoi cercarlo da solo perché non lo vuoi catturare.”
Remus fece un’amara risata.
“No, hai ragione, non voglio rimettere dietro alle sbarre l’uomo che ha tradito e ucciso i miei migliori amici, il braccio destro di Voldemort e uno dei maghi più potenti e pericolosi in circolazione!”
“No, infatti. Non lo vuoi catturare.”
Silente trasse un sospiro profondo.
“Lo vuoi uccidere. Smetti di mentire a te stesso. Sai bene anche tu che non sono l’obbligo morale né il denaro ad animarti, ma un cieco, insaziabile desiderio di vendetta.”
Remus rimase in silenzio per qualche secondo, colpito nel vivo.
“E se anche fosse?” disse poi con tono basso e duro. “Neanche tu, con tutti i tuoi nomi altisonanti, puoi permetterti di venire qua a biasimarmi, anzi, soprattutto tu, che sai quanto profondamente e radicalmente Black abbia rovinato la mia vita! E non solo la mia.”
“Sono assolutamente d’accordo con te.”
Remus lo fissò allibito.
 “Si dà il caso, infatti” continuò Silente “che io sia qua non per biasimarti, bensì per proporti un’alternativa, una che tutto sommato credo renderebbe… come avevi detto? La tua inutile vita un po’ meno inutile. Una che, tutto sommato, solo io e i miei altisonanti nomi potremmo offrirti.
E ora, se volessi essere così paziente da ascoltare questo vecchio ancora per un po’, potremmo parlarne davanti a quel tè che avevi cominciato a preparare e che fossi in te servirei, prima che evapori tutta l’acqua” concluse il Preside serafico e sorridente, mentre il bollitore cominciava a fischiare.

In silenzio, Remus si alzò, recuperò due tazze nello scolapiatti sopra al lavello, mise dentro ognuna un cucchiaino e dell’acqua fumante e infine le portò in tavola.
Dalla mensola sopra il camino recuperò due bustine di tè e dello zucchero, quindi si sedette nuovamente.
Attese che l’acqua nella propria tazza prendesse colore, tolse il filtro, aggiunse un cucchiaino di zuccherò e mescolò.
Solo dopo che ebbe assaggiato qualche sorso spostò di nuovo lo sguardo su Silente.
“Ti ascolto.”
Silente posò la tazza e lo fissò con i suoi penetranti occhi azzurri.
“Devi sapere, mio caro Remus, che da qualche decennio a questa parte sono due le preoccupazioni che mi affliggono prima che inizi un nuovo anno scolastico.
La prima è se finalmente per il mio compleanno qualcuno mi regalerà un bel paio di calzini di lana, invece dei soliti, sopravvalutati libri. Trovo che serva sempre un bel paio di calzini! La seconda” riprese il Preside “è se quest’anno avrò per una buona volta un professore di Difesa Contro le Arti Oscure in grado di insegnare effettivamente qualcosa di utile ai miei studenti. Sempre che lo abbia, s’intende! E se già so come per la prima preoccupazione non ci sia speranza, sono invece qui per capire se possa risparmiarmi la seconda…”
“Mi… mi stai offrendo un lavoro da insegnante a Hogwarts?” domandò Remus, incredulo.
“Assolutamente” disse Silente compiaciuto. “Credo che difficilmente mi sarebbe potuto venire in mente un candidato più idoneo!”
“Stai scherzando?”
“Affatto” sorrise ancora Silente. “Certo, dovresti rinunciare alla tua… battuta di caccia, chiamiamola così, per trasferirti a Hogwarts in pianta stabile.”
Remus, stupito dall’offerta, aveva quasi dimenticato dei suoi preparativi per la partenza. Poi anche il suo piccolo problema peloso gli tornò alla mente.
Il pensiero fu piacevole quasi come una doccia fredda d’inverno.
“Ma come farei con la Luna piena? Ed evita di nominarmi la Stamberga Strillante, perché non correrei di nuovo il rischio che uno studente venga morso – o peggio – a causa mia.”
“Oh, no, certo che no, ma il caso vuole che un nostro insegnante sappia preparare con dovizia la pozione Antilupo e che la Scuola sarebbe disposta a farsi carico dell’acquisto di tutti gli ingredienti.”
Un barlume di speranza si accese negli occhi di Remus.
Poi capì a quale insegnante facesse riferimento Silente e il tè gli andò quasi di traverso.
“Piton?” esclamò “Vuoi farmi bere l’Antilupo preparata da Piton?”
“Ho totale fiducia nella bontà delle intenzioni di tutti i miei insegnanti e assoluta fiducia nel talento di alcuni. Severus rientra tra questi” asserì Silente fermamente, per la prima volta senza sorridere.
Remus non sembrava impressionato dalle parole del Preside.
“Tempi bui ci attendono” sospirò Silente, cambiando improvvisamente argomento. “Con Voldemort che presto o tardi temo ritornerà e Sirius in libertà, Merlino solo sa quanto Harry avrebbe bisogno di un professore capace di insegnargli davvero a difendersi…”
A sentire il nome di Harry, Remus ebbe un sussulto.
“Credi… credi che Sirius potrebbe cercarlo?”
“In effetti, mi sorprenderei del contrario. E mi stupisce che tu, tanto determinato a trovarlo, non ci abbia pensato.”
“In realtà, è proprio sulle tracce di quel che resta di Voldemort che lo immaginavo…”
“Oh, non dubito che sia uno dei suoi prossimi obiettivi, ma non ti negherò certo che avere a Hogwarts un uomo di fiducia che conosca il castello bene quanto Black – e Black meglio di chiunque altro – mi farebbe senz’altro dormire sonni più tranquilli.”
“Com’è?” chiese Remus, che sembrava soprappensiero.
“Il castello? Ospitale come sempre, ma io sono di parte” ridacchiò Silente.
“Intendevo… Harry. Com’è?”
Silente sorrise dolcemente a Remus.
“Perché chiederlo a me quando hai la possibilità di vederlo con i tuoi occhi?”
Detto questo, guardò l’orologio e si affrettò a posare la tazza sul tavolo.
“Be’, si è fatto tardi, non vorrei sottrarti altro tempo prezioso, se non sei interessato cercherò un altro candidato, è stato un piacere rivederti e –”
“Va bene” lo interruppe Remus.
“Va bene, cosa?” domandò Silente sornione.
“Va bene, verrò a insegnare a Hogwarts. Ma solo per quest’anno, viste le circostanze.”
Silente sorrise compiaciuto.
“Ottimo! Al primo settembre, allora!”
“Al primo settembre.”
Nonostante tutto, finalmente anche Remus sorrideva.


*********


Eccomi qua caro lettore/lettrice!!


Grazie per essere arrivato fino in fondo a questo capitolo!
Allego un po’ di note, purtroppo non ho il dono della sintesi, ma la buona notizia è che non sei obbligato a leggere :P

È da qualche anno che mi frullava in testa questa scena! Ne avevo buttata giù una prima bozza su carta, per poi ovviamente perderla. Poco tempo fa, però, mi sono reimmersa nel mondo potteriano dopo un po’ di “digiuno”, e l’ho recuperata, cominciando a darle forma… L’ultimo guizzo d’ispirazione l’ho avuto su Pottermore, quando leggendo il contenuto speciale scritto da JKR su Remus ho trovato da una parte alcuni riscontri dell’idea che mi ero fatta della vita di Lunastorta prima di Hogwarts e della scena in sé, dall’altra degli spunti per arricchire/modificare l’episodio. Rispetto alla biografia della Rowling (di cui sotto vi ho allegato uno stralcio), qualche piccola incoerenza c’è, perché ormai così mi ero immaginata il tutto, ma nel complesso spero che la vicenda risulti sufficientemente realistica ed i personaggi abbastanza IC (

Dice infatti JKR (su Pottermore): “Ancora una volta, Albus Silente cambia il corso della vita di Remus Lupin quando lo rintraccia in una casetta diroccata e fatiscente dello Yorkshire. Felice di vedere il Preside, Remus rimane sbalordito quando Silente gli offre la cattedra di DCAO. Si lascia persuadere ad accettare solo quando Silente gli rivela che avrà a sua disposizione una fornitura illimitata di Pozione Antilupo, per gentile concessione dell’insegnante di Pozioni, Severus Piton”

Le similitudini che riscontrai leggendo il pezzo sono principalmente legate alla scena di Silente che va personalmente a bussare alla porta di questa casa sperduta e malandata in mezzo alla campagna. O meglio, io me la ero immaginata in mezzo alla campagna, e visto che qua c’è scritto che è nello Yorkshire ho mantenuto tale posizione, poi magari è in qualche sperduta periferia stile Spinner’s End… Però credo Remus volesse un certo isolamento visto il suo problemino, ecco.

La prima differenza tra quello che avevo immaginato e le parole di JKR è legata all’aggettivo “felice” riferito a Remus nel vedere Silente… Io mi ero immaginata Lunastorta in una fase di incoercibile arrabbiatura contro il mondo e di sete di vendetta contro Sirius, quindi non molto bendisposto al sorriso, né a rinunciare alla sua caccia (né tantomeno alle prediche), però alla fine provando ad allentare un pochino i toni della sua arrabbiatura credo di essermi avvicinata di più al Remus di HP3, quindi sono contenta di aver fatto il tentativo (insomma, io me lo immaginavo molto in stile HP7 in questa circostanza)

La seconda differenza riguarda la Pozione Antilupo. Nella parte precedente della biografia dice che Remus per costi e difficoltà di preparazione non poteva accedere alla Pozione Antilupo, ed è per questo che è la cosa che alla fine fa pendere la bilancia verso il “Sì”…
Io avevo invece partorito l’idea che Remus – pur rimamendo volutamente in solitudine - ad ogni Luna piena si recasse con gli altri Lupi Mannari interessati al San Mungo (o altra clinica apposita) per farsi somministrare gratis la pozione.  Nella prima versione era leggendo le riviste della sala d’attesa che veniva a sapere di Sirius, in questa versione immagino che avesse l’abitudine di raccoglierli in giro quando sentiva alla radio notizie interessanti.
Quindi ho sempre pensato che fosse stata la possibilità di conoscere di Harry ad essere il vero fattore di convincimento, insieme alla possibilità che Sirius si presentasse da quelle parti… Quest’idea ho deciso di portarla avanti, anche se ho aggiunto la parte sull’Antilupo.

Ora ho anche scritto l'altra faccia della medaglia di questa storia, cioè quando Silente dice a Piton che ha bisogno dell'Antilupo per Remus. Potete immaginare la sua felicità ;) Si chiama 'Antichi dissapori', qualora foste interessati!

Infine, grazie mille della lettura e alla prossima!
Ps: a stesura completata mi sono resa conto come il titolo, molto adatto all’idea iniziale che mi ero fatta, forse non sia poi così pertinente alla versione definitiva… Ma oramai mi ero affezionata!

Pps: Stando a Wikipedia, Silente è nato il 26 agosto 1881

   
 
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