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Autore: Blackshadow90    08/01/2015    1 recensioni
Ginevra:una cicatrice e un tatuaggio che le ricordano sempre il passato.
Riccardo:arrogante e sexy, vuole a tutti i costi scoprire i suoi segreti.
Cosa lega questi due ragazzi?Le gare di moto,la scuola,ma soprattutto la casa che condividono con due amici.
Dal cap. 6:
-E se facessimo una gara?-disse Riccardo,amavo le sfide,non dicevo mai no.
-Una gara?-chiesi interessata
-Si:se vinci tu ,ti lascerò in pace,promesso,ma se vinco io...-lasciò la frase in sospeso.
-Se vinci tu,invece?-
-Quando vincerò allora ti dirò cosa voglio-era fin troppo presuntuoso.
-Affare fatto-amavo giocare con il fuoco.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“IMPREVISTO: Non previsto; dovuto a circostanze puramente            fortuite; inaspettato; circostanza imprevedibile

E’ questa la definizione che riporta il dizionario eppure non avrei mai pensato che un imprevisto mi avrebbe rovinato il capodanno e avrebbe allontanato la persona che amo  

POV GINEVRA:

Era la mattina di Natale ed eravamo tutti quanti riuniti in soggiorno per scartare i regali; ero emozionata e curiosa di aprire i miei ma prima di tutto quello di Riccardo che era enorme e invitante. Mentre gli altri avevano iniziato a scartare io ne avevo approfittato per sgattaiolare in cucina e prepararmi una cioccolata, seguita da Riccardo, che era abbastanza strano: ero sicura che stava organizzando qualcosa perché l’avevo beccato ,appena sveglia, che parlava al telefono e diceva che andavano bene tre stanze.

-Allora non vuoi proprio dirmi con chi stavi parlando stamattina?- gli baciai il collo e mi morsi un labbro sperando di farlo parlare con qualche mossa sensuale

-Amore ti ho già detto che è una sorpresa…e ti prego smettila di morderti il labbro mi stai facendo impazzire-

-L’obbiettivo è quello- sorrisi leccandomi lentamente il labbro superiore

-L’hai voluto tu- con un sorriso perverso si avviò verso la porta della cucina, la chiuse a chiave e poi prese la chiave e la infilò nei pantaloni o forse nei boxer; rimasi a bocca aperta per la sorpresa.

-Sei proprio insopportabile- misi il broncio

-Però mi ami-

-Dammi la chiave-

-Se la vuoi, devi venire a prendertela- rise lui divertito

-Cos’è una sfida? Lo sai che non ho paura- dissi orgogliosa

-La convinzione fotte la gente-

-Dipende dai punti di vista-  mi parai di fronte a lui che mi superava di dieci centimetri buoni e lo guardai furiosa; allungai una mano per riprendere la chiave ma venni bloccata da lui.

-Sei proprio una bambina capricciosa- mi prese in giro lui; si allontanò veloce e iniziammo ad inseguirci in tondo ridendo come matti e facendo cadere gli oggetti, rimasto in trappola vicino alla porta fece gli occhi da cucciolo bastonato.

-Mi dispiace ma con me non attacca- gli saltai al collo ,facendogli perdere l’equilibrio e mi sedetti subito su di lui a cavalcioni per impedirgli di muoversi. Un lampo di divertimento e desiderio passò nei suoi occhi e anch’io non potei impedirmi di pensare alla posizione in cui ci trovavamo e la sua erezione che premeva contro la mia coscia di certo non aiutava a cancellare le immagini sconce che mi stavano passando per la mente.

-Non volevi prendere la chiave?- aveva il respiro affannato per l’eccitazione

-Certo- allungai la mano e la infilai nei boxer, sotto lo sguardò stupito di Riccardo che di certo pensava che non avessi il coraggio, ma proprio in quel momento la maniglia della porta iniziò a muoversi e sentimmo le voci attutite di Alice e Marco che ci chiamavamo preoccupati. Trovai la chiave e, leggermente imbarazzata ,tirai fuori la mano vittoriosa.

-Mi stupisci sempre, gattina- odio i soprannomi

-Lo so “tigrotto”- lo presi in giro e mi guardò storto

-“Tigrotto” è orrendo- rispose lui

-E tu non chiamarmi gattina-

-Va bene amore- vittoria!!

Infilai subito la chiave nella toppa e spalancai la porta, forse però era meglio se mi fossi guardata allo specchio.

-Una sveltina in cucina?- rise Marco mentre Alice rideva sotto i baffi, mi guardai allo specchio e capii il perché: avevo il viso in fiamme e i capelli in disordine e ora tutti mi fissavano compreso Angelo che aveva uno sguardo gelido.

-Ma che dici?! Ci siamo rincorsi perché io anzi lui… non stare lì impalato a ridere e aiutami- mi voltai disperata verso Riki.

-Ha ragione lei- scoppiò a ridere e lo fulminai con lo sguardo

-Lasciamo perdere…-

- Ragazze vi va di uscire? Voglio fare un pupazzo di neve- disse allegro Emiliano

-Si, andiamo- disse Alice

-Noi due rimaniamo a casa, dobbiamo aggiustare delle cosa sul terrazzo e controllare la macchina che non sta funzionando- strano… quella macchina ha sempre qualcosa rotto.

-Aspetta, ma non hai aperto il mio regalo- dissi a Riccardo, ci tenevo molto.

-E tu non hai aperto il mio, ma non ti preoccupare piccola, li apriremo insieme e ti dirò io quando-

-Arrogante e presuntuoso- lo presi in giro

-Capricciosa e orgogliosa- gli feci la linguaccia e mi girai ancheggiando

-Allora ci vediamo dopo- mi mandò un bacio

POV RICCARDO:

Appena uscirono tutti, io e Andrea prendemmo il telefono e il computer e iniziammo a fare chiamate a destra e a sinistra per capodanno; avevamo deciso di fare una sorpresa alle ragazze e portarle in montagna e ci eravamo messi d’accordo con Marco, Angelo ed Emiliano perché dovevano tenerle occupate. Avevo deciso con Andrea che saremmo andati a Madesimo, un piccolo comune della provincia di Sondrio: distava solo due ore di macchina e sembrava un posto carino, adatto a Ginevra che amava quei paesini e avevo anche prenotato l’albergo quella mattina. Lei si era svegliata e aveva fatto subito domande- la sua curiosità e la sua cocciutaggine sono le cose che più adoro- pensai, perché aveva cercato in ogni modo di farmi parlare, e devo dire che stavo per cedere….per non parlare poi della chiave, pensavo che si sarebbe arresa e invece ha infilato la mano nelle mie mutande senza battere ciglio e mi ha eccitato in una maniera incredibile; se non ci avessero interrotti l’avrei presa lì, nella cucina e le avrei tappato quella bocca perfetta e sexy con la mia.

-Ehi fratello, ti sei incantato?- Andrea mi riportò alla realtà

-No no, dimmi-

-Ti ho chiesto quanti giorni restiamo lì-

-Allora partiamo il 30 pomeriggio così facciamo con calma e arriviamo la sera perché ci vogliono due ore e dobbiamo anche calcolare il traffico e poi la sera dell’1 dobbiamo stare qui visto che i ragazzi tornano in Sicilia-

-Sarei voluto stare fino alla befana- già avrei voluto anche io ma Ginevra ci teneva ad accompagnarli in aeroporto

-Ai preso le tute e la mia tavola da snowboard dal garage?- chiesi

-Si, ho preparato tutto-

Sapevo che quel viaggio avrebbe reso felice Ginevra che essendo nata al sud non era abituata alla neve, e anche io ero felice di fare una vacanza con lei, sarebbe stato romantico, anche se avevo una strana sensazione….

 

30 DICEMBRE:PARTENZA

POV GINEVRA

Ero elettrizzata all’idea di partire, avevo sempre adorato i viaggi e amavo anche la neve, infatti appena eravamo saliti in macchina e avevo visto la tavola da snowboard nel portabagagli avevo intuito la meta: la montagna. Non vedevo l’ora di arrivare e vedere il posto che avevano scelto, ma avevo anche una sorta di radar per i guai e avevo paura che a causa della mia sfortuna sarei finita in ospedale cadendo dalla funivia o con gli sci. Andrea si era messo al posto di guida con Alice accanto mentre Angelo, Marco ed Emiliano si erano messi dietro, io invece sarei andata con la macchina di Riccardo: un’Audi.

-Non sapevo avessi una macchina- eravamo appena saliti in macchina e stava accendendo il navigatore: forse distraendolo avrei potuto leggere la meta

-Non la uso mai, per questo la lascio a casa dei miei-

-Capisco…te lo chiedo di nuovo, mi dici dove andiamo? Non amo le sorprese- lo guardai sbattendo le ciglia; con i miei funzionava sempre.

-Questo l’avevo già capito, ma la risposta è no- sorrise e mi diede un rapido bacio

Misi il broncio e guardai fuori dal finestrino il paesaggio bianco che rendeva tutto allegro e natalizio; non avevo mai amato l’inverno, l’estate era la mia stagione, ma la neve rendeva tutto magico. Il riscaldamento era al massimo e dopo soli dieci minuti stavo già sudando: tolsi cappello, sciarpa e guanti. Riccardo mi fissava continuamente e io ridendo sotto i baffi mi girai dall’altro lato facendo la finta offesa, ma quando partì  Ed sheeran con quella musica così dolce con lui che canticchiava sottovoce mi sentii sciogliere e mi appoggiai alla sua spalla, inspirando il suo profumo di menta e fumo. Me la cantava nell’orecchio e ogni tanto girava lo sguardo. Sembrava la muta promessa che non mi avrebbe mai abbandonata e mi avrebbe amata per sempre, ad ogni costo e pensai che forse come diceva la canzone avevamo trovato  l’amore, davvero.

-Può un momento essere più perfetto?- sussurrai

-Tutti i momenti passati con te sono perfetti- io lo amo, ma ora ho di nuovo paura

-Sei troppo sdolcinato- scherzai

-E’ colpa tua, tu mi rendi diverso- sorrise in imbarazzo

-Quanto manca?- cambiai argomento

-Manca ancora molto, dormi- era dolce e premuroso

-Posso farti una domanda?-

-Tutto quello che vuoi-

-Io… sono stronza, orgogliosa, insopportabile, fredda a volte, acida, irritante sono piena di difetti eppure tu hai detto di amarmi e sei cambiato completamente per me, perché? Perché hai scelto me?-

-Tu pensi di essere sbagliata ma non è così, ti comporti in questo modo solo per proteggerti, ho visto come sei davvero: sei generosa, dolce, forte e coraggiosa. Sei una vera e propria forza della natura e non ti fermi davanti a niente,  ho scelto te perché non potrei immaginare nessun’altro al mia fianco, io TI AMO e te lo ripeterò finché non capirai che è la verità- non sapevo cosa rispondere

-Ora però dormi piccola- mi baciò la fronte e riportò gli occhi sulla strada, io invece mi addormentai.

 

-Svegliati amore siamo arrivati- una voce bassa e dolce  mi svegliò e sentii un’aria fredda alle gambe, aprii subito gli occhi curiosa di vedere il paesaggio. La prima cosa che vidi fu Riccardo, in piedi davanti lo sportello aperto, con in mano le nostre valigie;

-Benvenuta a Madesimo- gridò eccitata Alice, tirandomi fuori dall’auto.

Erano circa le otto e mezza di sera ed era tutto buio, ma le luci mostravano una magnifica baita di legno con l’insegna dell’hotel  e sullo sfondo tante case bianche: era semplicemente bellissimo. Ci trovavamo nel parcheggio dell’hotel e gli altri stavano già scaricando i bagagli, io andai ad aiutarli e subito entrammo: un’aria calda e profumata di cioccolata ,ci accolse. Al bancone c’era una donna di mezza età intenta a sorseggiare della cioccolata, appena ci vide ci venne incontro.

-Buonasera ragazzi, voi avete prenotato le tre stanze vero?- chiese cordiale

-Si-rispose Riccardo

-Venite vi accompagno-

Salimmo su una rampa di scale, anch’essa in legno e ci condusse in fondo al corridoio, lungo le  pareti era appese numerose fotografie di bambini sulla neve e alcuni quadri di paesaggi.

-Queste sono le due stanze matrimoniali- disse indicando due stanze una accanto all’altra con i numeri 25 e 26

-Questa invece è la camera tripla- indicò la porta in fondo col numero 30

-Ecco a voi le chiavi, la colazione è alle 8:00, il pranzo dalle 12:00 alle 14:00 e la cena dalle 20:00 alle 22:00, per qualsiasi cosa chiedete a me- sorrise gentile

-Grazie mille- disse Andrea

-Di niente- se ne andò in fretta ed entrammo ognuno nella propria stanza; appena entrai restai a bocca aperta: c’era una sorta di ingresso con un divanetto beige e di fronte la tv al plasma a muro, oltrepassato l’ingresso c’era un grande arco di legno di castagno che partiva dal soffitto fin giù e segnava l’inizio della zona notte. Qui c’era un bellissimo letto matrimoniale tondo con la base dello stesso legno usato per le finestre e i pensili posti su di esso e infine il bagno ovviamente anch’esso in legno e molto elegante. Avevo sempre sognato di vivere in una di quelle casette di legno nei boschi come Heidi e ora mi ritrovavo circondata dalla natura e dal legno di questa stanza.

-Ti piace?- mi chiese lui

-Riki ma scherzi?! E’ bellissima!- lasciai i bagagli e mi buttai sul letto, lui mi raggiunse e mi baciò la spalla, poi guardò il letto con un sorriso strano.

-Pensi a quanto è morbido il letto?- dissi sarcastica accarezzandolo

-Penso a te, nuda nel letto- quella semplice frase bastò ad infiammarmi e a risvegliare sensazioni piacevoli nel basso ventre. Presi l’iniziativa e mi misi su lui togliendogli la maglietta, poi gli baciai il petto lenta facendolo sospirare, e arrivai fino ai pantaloni, li sbottonai e glieli sfilai. Lui osservava ogni mio movimento studiandomi e osservandomi compiaciuto.

-Non smetti mai di stupirmi- poi in un solo movimento le posizioni cambiarono e mi ritrovai sotto di lui

-Ora tocca a me spogliarti- ammiccò malizioso; scendendo con una scia di baci lungo il collo, mi tolse rapido la maglietta e i jeans: lui era capace di farmi sentire donna, di farmi sentire bella solo con il suo tocco. Poi mi venne un idea che mi ronzava in testa già da un po’.

-Stavo pensando…e se andiamo prima a fare una doccia?- alzò il viso, poggiato sulla mia pancia, e fece un sorriso luminoso

-E’ un idea fantastica-

Mi alzai e andai verso la porta seguita da Riki che continuava a baciarmi il collo, dove avevamo lasciato le valigie, per prendere un completo intimo e il pigiama, quando qualcuno bussò la porta. Eravamo troppo presi l’uno dall’altra  per accorgerci di essere in biancheria e quando Riccardo aprì, sarei voluta sprofondare: Angelo era lì davanti seguito dagli altri e noi eravamo mezzi nudi.

-Ehm…volevo solo avvisarvi che stiamo andando a mangiare- Angelo mi guardò il corpo e Riccardo gli lanciò un’occhiata furente

-Vi raggiungiamo dopo- e gli chiuse la porta in faccia

-Potevi essere meno maleducato- lo sgridai

-Eri mezza nuda e ti stava guardando-

-Riccardo non è la prima volta che mi vede mezza nuda e ora  possiamo andare a fare la doccia?- il suo sguardo si addolcì

-Si, scusa-

Amavo fare le cose con calma, soprattutto se lui era con me, ma era già tardi e se avessimo perso tempo sotto la doccia, non avremmo cenato così rimandammo la “questione” al dopo cena. Mangiammo tranquilli e per fortuna ero seduta lontana da Angelo: gli volevo bene ma certe situazioni erano imbarazzanti anche tra migliori amici. Tornammo in camera alle dieci e dopo esserci distesi sul letto ci spogliammo e riprendemmo tutto da dove si era interrotto senza preoccuparci di niente e nessuno.

-Wow sei…instancabile- risi tra le sue braccia muscolose e mi baciò fra i capelli

-Si piccola, sono un vero stallone- gli tirai un pugno sul petto e lui scoppiò a ridere

-Ehi calmati piccola furia, scherzavo-

-Che ne dici del secondo round?- chiesi maliziosa spostandomi su di lui

-Non vedevo l’ora che me lo chiedessi- mi circondò tra le braccia e continuammo a rotolarci sotto le coperte.

 

Il suono di una tromba si diffuse per tutta la stanza e saltai per la paura: era la mia sveglia. La spensi subito per evitare che Riccardo si svegliasse e mi rimisi al calduccio tra la sue braccia; lo guardai e il suo viso era dolce e rilassato e non riuscivo a tenere ferme le mani così lo accarezzai e lo baciai piano.

-Mmh…- scoppiai a ridere e lui mi strinse

-Perché ridi?- aprì un occhio e mi baciò il naso

-Sei buffo quando dormi, ora però devi alzarti dobbiamo andare a sciare-gridai felice

-Di solito a prima mattina sei scorbutica- mi prese in giro

-E’ vero ma oggi si scia-

POV RICCARDO:

Era davvero felice e allegra così mi alzai a mi vestii in fretta insieme a lei, pronti per la neve. Scendemmo al piano inferiore a fare colazione dove trovammo gli altri e mi avviai da Andrea, tutto sorridente.

-Vedo che hai passato una bella serata- alzò troppo la voce infatti i ragazzi si girarono ma ne fui contento perché aveva sentito anche Angelo e nonostante i miei buoni propositi mi sentivo in competizione con lui.

-Bellissima…tu la sai la strada per arrivare alla pista?-

-Si tranquillo-

-Ok allora sbrighiamoci perché le piste stanno aprendo ora-

Mezz’ora dopo eravamo tutti con la gli sci ai piedi ad ammirare il paesaggio e i numerosi sciatori che ridevano e scherzavano; Ginevra aveva scelto lo snowboard come me e Angelo e di certo era molto riconoscibile con la sua tuta rosa e gli occhiali fuxia.

-Voglio andare laggiù- gridò eccitata Ginevra

-Aspetta Gin, puoi cader…- non feci in tempo a finire la frase che finì con le gambe all’aria; era già la seconda volta che cadeva ed ero sicuro che a fine serata le sarebbe uscito un livido enorme sul sedere, ma era testarda e nonostante tutti gli avvertimenti che gli avevo fatto, non mi ascoltava, e mi avrebbe fatto seriamente impazzire.

-E’ meglio se prima ti insegno ad andare sulla tavola- la tirai su

-Mi insegnerà Lollo…ha dei parenti in trentino che visita spesso ed è bravissimo con lo snowboard- devo darle fiducia, lei mi ama.

-Va bene, sta attenta- le diedi un rapido bacio e poi saltellò verso Angelo.

POV GINEVRA:

-Allora maestro cominciamo?-

-Ogni desiderio è un ordine principessa-

Fu una mattinata bellissima ma anche stancante, non pensavo che uno sport del genere fosse così faticoso; tutte le volte che avevo visto un servizio in tv sembrava abbastanza semplice e invece solo dopo quattro ore di esercizio finalmente riuscivo a percorrere la pista ad una velocità moderata e pur non essendo una grande sportiva avevo un buon equilibrio. Avevo fatto così tante cadute che avevo perso il conto e adesso mi ritrovavo con il sedere e le ginocchia doloranti ma non mi importava e non vedevo l’ora di ritornare il pomeriggio perché volevo fare una gara con Angelo.

-Piccola- mi voltai e vidi Riccardo che mi veniva incontro veloce, frenò e mi sollevò gli occhiali sulla fronte

-Mi sono divertita un mondo anche se adesso mi fa tutto male, e Lollo è un bravo maestro- risi io massaggiandomi le natiche

-Da quanto tempo fai snowboard?- apprezzai il suo interessamento verso Angelo e notai anche il tono gentile

-Da quando ero piccolo, perché ho degli zii in trentino a cui sono molto legato e mi invitano ogni anno-

-Secondo me saresti bravo come istruttore- li osservavo mentre parlavano pacifici ed ero davvero orgogliosa di loro due

-Non è il mestiere che fa per me-

-Che lavoro fai?-

-Sono un meccanico, mi hanno sempre appassionato i motori-

-Anche a me… ehi ragazzi andiamo a mangiare- nel frattempo avevamo raggiunto gli altri e tutti insieme tornammo in albergo per pranzare, dopo un rapido riposo saremmo tornati il pomeriggio a sciare e poi la sera avremmo festeggiato la vigilia di capodanno, sarebbe stato bellissimo…..

 

ANGOLO AUTRICE:

Helloooo:D La scuola è ricominciata, che tristezzaa… allora nel cap. precedente vi avevo accennato qualcosa, la storia però non è ancora finita, purtroppo scrivendo mi sono accorta che il capitolo per intero sarebbe stato troppo lungo infatti questa prima parte sono già 10 pagine perciò la seconda parte la pubblicherò in seguito. Grazie mille a tutti quelli che seguono la storia, mi rendete davvero felice

Un bacio enorme :*

Balckshadow90

   
 
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