Nota
dell’autrice: Sono tornata con un nuovo capitolo. Il tempo per scrivere si sta
drasticamente riducendo. Comincia la parte calda del trimestre e devo
concentrarmi sullo studio. Comunque sto cercando di scrivere mentre la prof
interroga quelli sventurati dei miei compagni (altrimenti come faccio a
descrivere Rattigan senza un modello di diabolicità, comunemente detto
prof?).
No
scherzo, i miei prof sono dei grandi, non li cambierei
mai.
Allora….
Passiamo all’unica mitica recensitrice Hikary.
Sono
contenta che ti sia piaciuto, vedrai cosa combina Corny in questo chappy.
Non
vedo l’ora di leggere le tue creazioni. Io l’ispirazione l’ho trovata
riguardando il cartone e leggendo delle storie in inglese su
fanfiction.net.
Forse
questo ti può aiutare.
Via,
bando alle ciance e vediamo di concludere qualcosa.
Spero
che il capitolo ti piaccia.
Capitolo
5
Era
passata una mezz’oretta circa, da quando Basil, Topson e Cornelia si erano
ritirati nelle proprie camere per farsi un bagno e cambiarsi. Ora il detective e
il dottore si trovavano di nuovo nel salottino, in attesa di Cornelia e della
cena.
“Che
cara ragazza, eh Basil?” stava dicendo Topson.
“Bah,
è una delle tante” rispose Basil fingendosi indifferente.
“Sai,
dal modo in cui l’hai salutata, credo che per te non sia semplicemente una delle
tante. E poi, come la tenevi tra le braccia, come la guardavi….” Ribatté il
dottore con una punta di malizia nella voce.
“Beh,
come vuoi” disse il detective con la sua solita espressione di noncuranza,
arricchita però da un tenue rossore sulle guance che, questa volta, la,luce
tremolante del camino non nascose agli occhi del dottore.
Quest’ultimo,
benché morisse dalla voglia di mettere il suo amico in difficoltà per una volta,
si trattenne passando abilmente ad un altro argomento.
“Prima
Cornelia ha accennato ad una frequentazione con Rattigan. Ti va di parlarmene o
sono troppo indiscreto?”
Lo
sguardo di Basil vagò per qualche secondo, passando in rassegna ogni singolo
oggetto della stanza (tranne gli occhi indagatori di Topson), soffermandosi
infine sul libro di Cornelia, che era rimasto appoggiato sul
tavolino.
Lo
prese e lo osservò attentamente, finché la sua espressione si addolcì in un
sorriso.
“Cara
ragazza dici eh?” disse all’indirizzo del dottore “Quando la conoscerai meglio,
ti renderai conto che è il corrispettivo al femminile di Rattigan in quanto a
piani diabolici.”
Porse
dunque il libro a Topson che, dopo essersi messo gli occhiali, analizzò il
volumetto a sua volta: aveva la copertina foderata con del velluto rosso e il
titolo, elegantemente ricamato con del filo d’oro, introduceva una storia troppo
al femminile per poter far parte della sua biblioteca: Jane Eyre di Charlotte
Brönte.
Il
dottore guardò interrogativamente l’amico, che continuava a
sorridere.
“Non
noti niente di strano Topson?”
“No, mi sembra un libro
comune.”
“Se
ti sentisse Cornelia…. Quel libro è il suo preferito, Jane Eyre è la sua eroina,
il suo modello. Glielo regalai nel giorno del suo dodicesimo compleanno e, da
allora, lo porta sempre con sé, rileggendo ogni tanto i brani che più le
piacciono. Non ti sembra dunque strano che nell’andare via se lo sia
dimenticato?”
“Beh,
sai, nella fretta….”
“Credimi,
non se lo dimenticherebbe mai, piuttosto sarebbe rientrata nella stanza con gli
occhi bassi a riprenderselo. No, se l’è scordato di proposito insieme ai suoi
bagagli, perché sapeva che le sarei corso dietro a chiederle scusa e che l’avrei
fatta rientrare in casa.”
“Accidenti.
E’ un’attrice veramente bravissima.” Commentò ammirato
Topson.
“Già,
lo era anche ai tempi della scuola. E il bello è che dice cose vere quando
recita così, solo che lo fa nel modo più giusto per ogni occasione. E’ per
questo che lei piaceva e piace tanto a Rattigan, perché sono molto simili. Lei
però ha degli obiettivi nobili come ti ho già detto. Quando quel sorcio di fogna
le chiese di uscire per la prima volta, era già sulla buona strada per diventare
il criminale che è adesso. Lei, con quella relazione, sperava di fare qualcosa
per redimerlo. Quante volte le ho detto che tutto era inutile, che ormai era
perduto, lei ha continuato a provare per anni, anche trattandomi male, come ha
detto lei, e coinvolgendomi nei suoi piani da buona
samaritana.”
Basil
sospirò, riprendendo fiato e poi continuò:
“Io
e Rattigan ci siamo odiati subito: pensavamo entrambi che l’uno volesse
allontanare Cornelia dall’altro. Lei soffriva terribilmente per questa
situazione. Tante volte si è trovata a dover scegliere tra me e lui, perché noi
volevamo sentirci al primo posto per lei. Mpf mi viene in mente un episodio che,
al solo pensiero, mi fa ridere. Tu sai che io suono il violino giusto?” Il
dottore annuì “Ma non sai che anche Cornelia e Rattigan sanno suonare uno
strumento: il pianoforte lei, l’arpa lui. Lei frequentava un corso veramente
serio, in cui le veniva insegnata anche l’arte della composizione. Per un saggio
di fine anno, le venne richiesto di comporre un duetto per pianoforte ed un
altro strumento. Quando ce lo venne a dire, saltammo su entrambi, pretendendo di
essere noi lo strumento accompagnatore. Sai cosa fece quella poveretta per
metterci d’accordo? Compose uno splendido brano per arpa, violino e pianoforte e
ci costrinse a suonare insieme. Inutile dire che i nostri rapporti peggiorarono
però…”
“Scusa
se ti interrompo Basil, ma vorrei chiederti una cosa: cosa le ha fatto cambiare
idea su di lui? Cosa le ha fatto smettere di provare a
redimerlo?”
“Beh,
diciamo che una sera si è spinto troppo in là, ma per fortuna lei è anche
maestra di scherma e boxe, ed è riuscita a salvarsi.”
“Oh
mi dispiace, certo che è strano che una ragazza possa praticare questi
sport.”
“Beh,
diciamo che ha usato la scusa di doversi rinforzare i muscoli per la danza e la
musica. Non penso che qualcuno ci abbia mai creduto veramente, ma l’hai vista,
con quel bel faccino, farebbe sciogliere anche una statua di
marmo.”
“Chi
farebbe sciogliere cosa?” disse la diretta interessata entrando nel
salottino.
Sia
Basil che Topson restarono a bocca aperta: la ragazza si era messa un semplice
abito da casa bianco, che le fasciava morbidamente il corpo. I capelli, ancora
un po’ bagnati, le cadevano sulle spalle e, alla fievole luce che emanava il
caminetto, sembrava veramente un angelo.
“Buonasera
Miss.. ehm Cornelia. Non ci hai messo molto a prepararti” la accolse
Topson.
“Beh,
mica devo andare ad una serata di gala.”
“E
in quel caso quanto ti ci vorrebbe?” chiese malignamente Basil che era riuscito
a nascondere il rossore, che si era fatto più vivo sulle guance all’entrata
della ragazza.
“Di
sicuro meno di te quando devi sceglierti una cravatta.” Fu la pronta
risposta.
‘Ma
come diavolo fa a restare così impassibile dopo l’episodio di pochi minuti fa?
Ah
già,
è un’attrice’ si disse il detective.
Improvvisamente
un campanello risuonò nel salottino: la cena era pronta.
“Bene,
direi di avviarci in sala da pranzo. Sono proprio curioso di vedere cosa ha
preparato Mrs Judson per il tuo ritorno” disse Basil.
Mentre
attraversavano il corridoio che portava in sala da pranzo
però….
Toc
toc toc. Qualcuno aveva bussato alla porta d’ingresso.
“Ma
chi sarà a quest’ora?” Queste parole, uscite dalla bocca di Topson, descrissero
in pieno il pensiero del terzetto.
“Vado
a vedere chi è. Voi restate qui, non si sa mai” disse il detective avviandosi
cautamente verso la porta.
I
due rimasti indietro guardavano con attenzione ogni sua mossa. Lo videro aprire
la porte, guardarsi rapidamente intorno e poi raccogliere qualcosa dallo
zerbino.
“Cos’è
Basil?” chiese Cornelia, curiosa come al solito.
“E’
un messaggio” disse lui dopo un attimo di silenzio “Dice:
Caro
Basil, ti sono mancato vero? Non temere finalmente sono tornato e possiamo
riprendere i nostri giochi. Tanto per cominciare ti informo che domani sera,
alla festa in maschera a Buckingham Palace, ruberò una delle stelle
d’Inghilterra. Non riuscirai a fermarmi, io riesco sempre dove
voglio.
Cordiali
saluti
Rattigan.”
Tra
i tre cadde il silenzio.
“Beh,
mi pare poco originale come inizio no?” commentò Cornelia.
“Non
lo sottovalutare, sai anche tu di cosa è capace. Se solo potessimo andare alla
festa…”
“Beh,
io un modo ce l’avrei” Topson e Basil la guardarono
incuriositi
“Sapete,
è da anni che la regina mi rivuole a Londra e mi vuole incontrare. Non penso che
sarà difficile richiedere tre permessi.”
“Ma
è fantastico hai sentito Basil?” commentò il dottore.
“Sì,
per una volta stimo il tuo mestiere mia cara” disse il detective all’indirizzo
della ragazza notando, quasi con orgoglio, che era un po’
arrossito.
“La
partita si riapre.
FINE
DEL CAPITOLO
Fiuuu
ce l’ho fatta. Beh è un pò tardi, quindi dico solo che spero che il capitolo sia
piaciuto e che commentiate.
Grazie
a tutti coloro che leggono.
Baci
A
presto
Bebbe5