Il carro dei suonatori è arrivato stanotte! Non sei contenta, Maddalena?
Corri, corri in camera, indossa il vestito delle grandi occasioni, quello rosso! Oh, come mi piace il rosso!
Cosa fai? Oh, ti stai preparando per trovare l'hombre della tua vita, non è vero? Bene, molto bene! Mi querita, questa sera non rimarrai delusa!
Che corpo Maddalena, che corpo! Quelle curve, quei seni! Mi fai diventare loco!
No, è inutile, non ti serve la borsa stasera! Vieni, vieni al nostro ballo!
Ci saranno maschere, fiori, colori! Le chitarre e le trombe suoneranno tutta la notte! La calaca in confronto non sarà nulla! E questo solo per te, mia Maddalena!
Come? Mamita Estrella sta dormendo? Non viene con te stasera? Pazienza, mia cara, pazienza! Dille che torneremo in città, così può unirsi anche lei alle nostre danze!
Vieni, sali sul carro, e partiamo verso la serata che non scorderai... mai!
Ah ah ah!!!

Estrella si svegliò di colpo, madida di sudore. Aveva il fiatone.
Guardò fuori dalla finestra. Era ancora notte: la falce della luna si stava nascondendo dietro le grandi rocce del canyon... e non prometteva niente di buono!
Quel sogno, quel maledettissimo sogno.
Si alzò dal letto e uscì dalla camera. Zoppicando, col cuore che le batteva all'impazzata, corse subito nella stanza di Maddalena.
La porta era socchiusa.
«Maddalena... Stai dormendo, mi vida?»
Il letto era vuoto.
«Maddalena! Maddalena!»
La donna non si accorse che aveva iniziato a gridare. Tolse le lenzuola dal letto, quasi come se la cercasse tra le pieghe, come se, per magia, fosse comparsa all'improvviso dicendole che stava bene, che era solo un brutto sogno.
Ma non fu così.
Il piede le faceva sempre più male, ma si fece forza. Uscì dalla stanza con l'intento di cercare la figlia scomparsa, ma si trovò sbarrata la strada da un'ombra.
«Maddalena! Maddalena, sei tu?»
La voce della donna era spezzata dalle lacrime.
«Mamita, sono io! Cosa stai facendo? Perché piangi?»
Maddalena prese un fazzoletto e asciugò le guance alla madre.
«Mi amor, mi amor, credevo che i suonatori... gli hechicheros, ti avessero portato via con loro!»
Maddalena sorrise.
«Ma mami, è stato solo un brutto sogno! I suonatori non sono hechicheros! Vieni, ti faccio vedere!»
E prese la madre per un braccio.
«Dove mi stai portando, Maddalena?»
Il volto della donna anziana si faceva sempre più terrorizzato man mano che si avvicinava all'uscio.
Poi la figlia aprì la porta.
La piccola piazzetta era piena di suonatori di chitarra, di tromba e di maracas: drappi color viola e giallo sventolavano da tutte le parti, brillando al chiarore della luna.
Le donne ballavano, i bambini si rincorrevano e i vecchi bevevano seduti davanti alle porte delle case.
«Visto mamita? Era solo un sogno! Solo un brutto sogno!»
Il viso di Maddalena era rassicurante.
Estrella fece qualche passo in avanti, cercando di convincersi. Ormai si era tranquillizzata, sua figlia era al sicuro. E quella storia degli hechicheros, doveva ormai saperlo, era una leggenda nata solo per far tornare a casa presto le figlie, prima che gli hombre mettessero addosso a loro gli artigli!
E si mise a ridere.
«Maddalena, scusami! Devo averti fatto stare in pensiero! Loca! Loca!»
Si girò e...
… il volto di Maddalena era cambiato. Stava ancora sorridendo, ma non era più rassicurante.
Era un volto scavato, pallido. Un volto che bramava qualcosa da divorare.
«Mi mamita, perché non ti unisci a noi? Vedrai, è divertente! Le chitarre! Le trombe! I colori! Ritmo! Danziamo tutta la notte!»
Maddalena tese le braccia verso la madre, due braccia scheletriche coperte di gesso e terra.
«No, mi vida, no!!»
La giovane donna rise, rise ad alta voce! Un suono che feriva, come un ululato di coyote!
«Vamos mis amigos!»
Si avventarono addosso a Estrella in un lampo, senza che lei potesse fare nulla, trascinandola nel carretto, dove delle braccia color della notte la strappavano, la graffiavano, la smembravano!
Maddalena, saltando sul carro al posto di guida, si girò verso gli altri.
«Ed ora... Fandango!»
 

Il carro delle danzantes è arrivato stanotte! Non sei contento, Alejandro?