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Autore: Alhena Devon    10/01/2015    3 recensioni
Dalla storia:
-Harry ragazzo mio, non ti posso spiegare niente per ora, non ho tutte le informazioni, e prima di spiegarti quello che ti sta succedendo io preferirei cercare alcune informazioni ma...- continuò il preside - tieni questo e non lo togliere mai mi hai capito?- io annuì e lui mi consegnò un ciondolo, rappresentava due fenici incrociate una rossa scarlatta e una nera.
Quella nera portava una spada con un serpente attorcigliato sulla zampa e quella scarlatta portava tra le zampe un'altra spada con dei rubini incastonati nell'elsa e infine dietro c'era uno strano simbolo, una stella a 8 punte metà bianca e metà nera. Infine mi disse di indossarlo sempre e che lo avrei dovuto avvertire per ogni singola cosa fuori dal normale.
Cos'è che mi nasconde?
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-Mira, Mira è mezzora che ti chiamo mi vuoi dare ascolto e smettere di sbavare!!- ecco la guastafeste di mia sorella
-Che c'è?- rispondo seccata
-Volevo solo chiederti di venire con me a fare un giro, ma vedo che sei impegnata- disse con aria maliziosa
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Questa è la mia prima ff è spero che possiate aiutarmi e l'unico modo per aiutarmi è RECENSIRE (è un'ordine)
Buona Lettura
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo revisionato dalla mia fantastica beta: Lady_Kid

Grazie tesoro 


Cene in famiglia e baci notturni
 

 

Entrammo nella sala da pranzo e fummo accolti dall'odore delizioso di carne arrosto e patate



«Oh ragazzi entrate, sedetevi, la cena è quasi pronta» a parlare era stata una signora tozza e robusta, con un sorriso stampato in faccia, capelli rossi e lentiggini, doveva essere la Signora Weasley



 «Oh cara tu devi essere la nuova arrivata, piacere io sono la Signora Weasley» mi disse con un sorriso da mamma chioccia.
«Ehm si… il mio nome è Mira, piacere Signora» dissi io imbarazzata dalle troppe attenzioni.
«Bene, bene cara ora va e siediti, la cena è quasi pronta e dopo che tutti si saranno saziati faremo le presentazioni» disse allontanandosi verso quella che doveva essere la cucina.
 Ci sedemmo ed io mi ritrovai accanto ai gemelli e di fronte ad Harry che mi sorrise rassicurante come se sapesse che ero imbarazzata dalla situazione.
 Quando fummo tutti a tavola iniziammo a mangiare chiacchierando del più e del meno mentre i gemelli mi raccontavano delle loro avventure ad Hogwarts e del loro futuro negozio di scherzi.
 «Sai non sappiamo ancora come chiamarlo» affermò Fred.
«Ma sarà grande, colorato e pieno di scherzi di ogni genere, per rallegrare un po’ le giornate di tutti in questi tempi così bui» aggiunse George.
«Ah, puoi dirlo forte George» disse Fred.
 Io sorrisi, mi piaceva molto la loro idea, erano persone formidabili e avevamo già stretto un buon rapporto.
«Beh che ne dite di W&W cioè Weasley and Weasley» s’intromise Ron.
«Bleh che schifo» affermò George.
«Un po’ di originalità no, eh Ronnie?» lo prese in giro Fred.
«Uffa volevo solo aiutare» disse girandosi a parlare con Hermione.
«Che ne dite di Tiri Vispi Weasley?» chiesi io.
«Uhm fammi pensare» disse Fred.
«...io direi…» continuò George.
«…che è meravigliosamente perfetto» annunciarono in coro e sempre sincronizzati mi diedero un bacio: Fred sulla guancia destra e George sulla guancia sinistra.
 Scoppiai a ridere e le guance mi si colorarono di un leggero rosso.
«Tu sei un genio» affermò Fred.
«Quasi meglio di Hermione» ridacchiò George.
 La diretta interessata si girò e gli lanciò un’occhiata raggelante e minacciosa.
«Cosa hai detto?» chiese lei stringendo gli occhi a fessura.
«Niente» rispose con un’aria da angioletto.
«Meglio per te» esclamò e si rigirò.
 In quel momento ci guardammo e scoppiammo a ridere tutti e tre fino alle lacrime seguiti a ruota da tutta la tavola che aveva seguito la nostra conversazione.
«Ragazzi ma dov’è Ginny?» chiese dopo un po’ la signora Weasley.
«Oh beh vede…» iniziai io imbarazzata.
«Non aveva fame» finì per me Hermione.
 La guardai grata e lei mi sorrise.
 Finita la cena ci spostammo tutti in salotto.
«Bene Signorina White credo che lei abbia delle domande» affermò Sirius
«Oh beh, vorrei sapere quando posso ritornare a casa, sa per informare la mia famiglia» risposi io.
 Pensai a mia madre e mio padre che potevano essere preoccupati a morte e a mia sorella; chissà se era preoccupata per me, pensai, visto che non eravamo in ottimi rapporti.
 Lei era la ragazza che usciva, aveva tanti amici e studiava quel che bastava per poter superare l’anno; io invece ero l’opposto.
 Adoravo leggere e allo stesso tempo ascoltare musica. Ero riservata e per questo non avevo mai avuto amicizie vere ma solamente approfittatori e maiali che mi correvano dietro.
 Ero intelligente, astuta, attenta ai dettagli e con notevoli capacità di osservazione e introspezione.
 Credevo che se mi avessero smistata sarei potuta essere una serpe con i fiocchi.
 Quello che però mi allontanava di più da mia sorella era l’aspetto.
 Lei aveva i capelli castani e lisci, gli occhi anch’essi scuri, un viso dolce, un naso a patata e soprattutto una carnagione olivastra.



 Io invece ero di carnagione chiarissima come quella di un vampiro, avevo anche la loro stessa grazia nel muovermi e camminare, i miei capelli erano lisci e di un castano scuro , i miei occhi erano di un verde acquato con taglio a mandorla, avevo dei lineamenti dolci ma marcati, un naso sottile, una mascella stretta e delle labbra piene.




 Eravamo diverse e questo lei lo aveva sempre odiato.
 Ma poi molte sorelle non si assomigliano, no?
«Oh non preoccuparti i tuoi genitori sono stati avvertiti della tua nuova disposizione. Sono d’accordo a farti rimanere qui e farti frequentare Hogwarts» mi rassicurò Sirius
«Hogwarts?» chiesi io allibita. Io ero una strega? No, impossibile!
«Si vedi cara esiste un mondo parallelo a quello babbano…» iniziò dolcemente la Signora Weasley, prontamente interrotta da Harry
«Non c’è n’è bisogno Signora Weasley le ho spiegato già tutto io, credo che Mira sia stupita di poter venire a Hogwarts – le spiegò lui per poi rivolgersi a me - credo proprio che tu sia una strega e che per qualche motivo a noi sconosciuto tu non abbia ricevuto la tua lettera quando era giusto riceverla» finì Harry.
«Wow- sospirai io appoggiandomi allo schienale- è fantastico» esclamai.
«E già» disse lui mettendosi più comodo.
«Bene ora si passa alle presentazioni» prese parola Fred mettendosi davanti a me con accanto George.
«Guarda che io ti conosco già Fred» gli ricordai perplessa.
«Guarda che io sono George» ribatté lui.
«Ah-ha tu sei Fred - dissi indicandolo - e tu sei George» continuai indicando quello accanto a lui.
«E tu come hai fatto a riconoscerci?» chiesero loro con la bocca spalancata, erano quasi cominci.
«È facile siete molto diversi, ma non vi dirò come faccio» risposi facendogli una pernacchia.
«Oh bene cara, credo che tu già conosca Ron e i gemelli che sono miei figli insieme a Ginny -



prese parola la Signora Weasley - e lui è mio marito Artur Weasley -



continuò lei indicando l’uomo accanto a sé- inoltre io ho altri tre figli, Bill il più grande che lavora alla Gringott, Charlie il secondogenito che lavora in Romania con i draghi e... e Percy che lavora al ministero, seguito poi dai gemelli, da Ron e Ginny ultima in famiglia e unica figlia femmina» finì lei.
«Noi invece ci conosciamo già, non è vero Signorina White?» mi domandò Sirius
«Certo Signor Black» risposi io con un sorriso.
«Oh chiamami Sirius» aggiunse lui
«E tu, Sirius, chiamami Mira» finì io ridacchiando.
«Io, signorinella, sono Alastor Moody ex-auror» si presentò quasi ringhiando l’uomo che stamattina mi aveva aperto la porta dicendomi di aspettare la cena e ritornarmene in camera.



«Molto piacere» risposi educatamente io.
 Man mano si presentarono tutti.
«Nymphadora Tonks, ma tu chiamami Tonks» disse una ragazza che cambiava continuamente il colore dei capelli.



«Kingsley Shacklebolt, auror» si presentò un uomo alto e dalla carnagione scura.



«Mundungus Fletcher» e anche un omino basso e all’apparenza non molto affidabile.



«Elphias Doge» continuò un altro.



«Hestia Jones» e anche l’ultima donna mi disse il suo nome.



 Finite le presentazioni la Signora Weasley ci ordinò di andare a dormire perché l’indomani saremmo andati a Diagon Alley a comprare le cose che sarebbero servite per la scuola visto che Silente era venuto per una riunione e le aveva consegnato le lettere per noi.
 Tutti stanchi e assonnati ci dirigemmo verso le nostre camere.
 La mia era tra la stanza di Harry e Ron e quella di Hermione e “Ginevra-antipatica-oca”, invece di fronte alla mia c’era quella dei gemelli.
 Andai a dormire con la testa che scoppiava d’informazioni, ero anche eccitata, finalmente domani sarei entrata nel mondo magico e avrei visitato Diagon Alley.
 Mi misi il pigiama prestatomi da Hermione e dopo essermi lavata mi buttai sul letto esausta, con i capelli sparpagliati sul cuscino.
 Essendo estate avevo solo un paio di pantaloncini corti e una canotta lunga bianca, mi stavo per addormentare quando sentii qualcuno scendere al piano inferiore.
 Era l’una del mattino ed era abbastanza improbabile che qualcuno fosse ancora sveglio, così andai a controllare.
«Harry?» chiesi intontita.
«Si?» mi chiese lui girandosi.
«Ma che ci fai sveglio a quest’ora?» domandai a mia volta incredula.
«Potrei farti la stessa domanda» mi rispose lui divertito e imbarazzato…
 STOP!! Imbarazzato?
 
“Certo genio ma ti sei vista?”
“Oh cara vocina da quand’è che non ci sentiamo?”
“Da oggi”
“E comunque perché mi dovrei guardare, sono solo in…”
“Alleluia l’hai capito”
“Oh mio dio”

 
 Arrossii fino alla punta dei capelli.
«Non riuscivo a dormire» dissi con la testa bassa per l’imbarazzo.
«Neanch’io» disse distogliendo lo sguardo.
 Tra noi calò un silenzio imbarazzante interrotto solo dai battiti dei nostri cuori che pompavano il sangue in sincronia.
 Ad un certo punto si avvicinò con un passo da pantera.
 Io ero ancora con la testa abbassata per cercare di nascondere l’imbarazzo.
 Mi sentivo stupida e inadeguata per uno come lui; lui era troppo per me ma il mio unico desiderio era stare vicino a lui.
 Era sempre più vicino.
 Si avvicinò ancora di più e mi sussurrò all’orecchio, portandomi una ciocca di capelli dietro di esso:
«Sei bellissima» con voce roca e bassa facendomi tremare di desiderio.
 Mi mise due dita sotto il mento e mi alzò il viso.
 Il mio cuore batté più forte di fronte a quegli smeraldi così preziosi che mi guardavano e sembravano perforarmi, inchiodandomi lì ferma a fissarli ed ammirarli;
 Sussultò al contatto delle sue mani sulla mia pelle;
 Fremette allo scontrarsi dei nostri respiri.
 Avvicinò il suo viso al mio, era sempre più vicino finché le nostre labbra s’incontrano e combaciano perfettamente come i tasselli di un puzzle.



Fu un bacio lungo, casto, ma quel semplice scontrarsi di labbra mi fece venire i capogiri ed esplodere il cuore, mozzandomi il respiro.
 Mi aggrappai a lui come se non ci fosse un domani, volendo di più.
 Anche lui si avvicinò facendo aderire i nostri corpi, mi leccò le labbra chiedendomi il permesso e senza che io avessi tempo di capire quello che stava succedendo le mie labbra si aprirono autonomamente, come se aspettassero solo questo da tutta la vita, come se rispondessero a lui.
 Il bacio diventò più profondo, era uno scontrarsi di lingue, le sue mani che si muovevano sulla mia schiena e le mie tra i suoi capelli che sembrano fatti di seta, ognuno voleva di più, il mio corpo fremeva e si avvicina per avere più contatto con quel magnifico corpo scolpito.
 Mi premette contro la porta approfondendo di più il bacio, il suo profumo mi inebriava i sensi, le sue mani scottavano sulla pelle.
 Sentivo che potevo morire tra le sue braccia e sarei stata felice, sentivo di poter toccare le stelle, andare sulla luna e ritornare, bere il nettare degli dei solo per scoprire che niente era più buono delle sue labbra, niente sarebbe stato meglio di questo bacio.
 Solo per mancanza di ossigeno ci staccammo guardandoci negli occhi.
 Avevamo le guance arrossate per lo sforzo, gli occhi che scintillavano e il sorriso sulle labbra.
 Non c’era bisogno di parlare, i nostri occhi lo facevano per noi, com’è che si dice? Uno sguardo vale più di mille parole e mai frase mi era sembrata più appropriata.
 Si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio come poco prima:
«Buonanotte mio angelo» con una voce dolcissima
«Buonanotte Harry» gli risposi io e dopo un ultimo bacio a fior di labbra se ne andò.

«Buonanotte mio angelo tentatore» sussurrai io con il sorriso sulle labbra entrando nella mia stanza e mettendomi a dormire con ancora impresso quel bacio nella mia mente e il suo odore sulla pelle.


 
 Nel mentre nel buio del corridoi una figura si mosse.
 Era rimasta lì tutto il tempo e reclamava vendetta.
«Me la pagherai! Me la pagherai Mira White e questa è una promessa - disse al nu
lla con sguardo crudele e voglioso di vendetta - farò di tutto per fartela pagare».
   
 
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