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Autore: Sylvia Naberrie    13/01/2015    2 recensioni
Soraya Keto, ex Padawan del maestro Sifo-Dyas, è tornata al Tempio Jedi, stavolta da Cavaliere.
È venuta ad assistere alle Prove degli Iniziati e solo uno di loro sarà il suo futuro allievo.
Ma non tutto sarà rose e fiori. Il Consiglio manderà Soraya ad indagare nel sistema Hutt sulla scomparsa di una famiglia di mercanti, in una disperata caccia al tesoro in pianeti dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Riusciranno Soraya e la sua Padawan a portare a termine la missione?
Genere: Angst, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams and Revenge'
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CAPITOLO 11
"L'INFILTRATO"



Padawan e Maestra si trovavano davanti la finestra dell'appartamento abbandonato, ad osservare il palazzo diroccato con i visori tattici, che si erano portate dal Tempio Jedi per quella missione.
"Cosa vedete?", chiese ansiosa Yiram.
"Il palazzo non è sorvegliato molto bene. C'è solo la rete che lo protegge all'esterno e qualche guardia fuori. Niente che non possiamo raggirare", rispose Soraya.
"E Noal? Lo vedete? È lì?"
"No. Non c'è nessun bambino fuori per ora"
Nihall osservava bene il palazzo, per ricercarne un punto debole. Ma per quanto cercasse, questo sembrava non averne.
"Posso?", chiese Yiram tendendo la mano verso il suo visore ottico.
"Sì, tieni", Nihall glielo diede senza problemi, tanto non aveva trovato niente. Si diresse verso il suo lettino ma non vi si distese. Si sedette a terra a gambe incrociate e incominciò a meditare.
Doveva trovare una soluzione, per quei bambini. Non potevano lasciarli lì, non potevano. Era in quei momenti che in lei, Nihall, montava tutto l'orgoglio di essere una Jedi. Non avrebbe abbandonato quelle persone, mai.
Doveva esercitarsi molto con la Forza se voleva aiutare dei bambini. Già dal giorno prima, quando avevano scoperto il palazzo e trovato quell'appartamento abbandonato, si era esercitata molto con la Forza, meditando più di due volte al giorno, com'era invece solita fare al Tempio, non essendo la meditazione una delle sue attività preferite. Ma adesso sentiva che le sarebbe servita molto.
"Sei stanca?"
Nihall aprì gli occhi e vide la sua maestra avvicinarsi a lei e sedersi di fronte.
"No, maestra. Mi sto esercitando", rispose.
"Ho notato. Mediti di più e ti concentri di più nella Forza. Vedo che hai preso a cuore questa missione", notò la maestra sorridendole.
"Sì... beh, voglio fare tutto ciò che mi è possibile per aiutare quei bambini", affermò determinata. Soraya le sorrise e le accarezzò una guancia.
"Brava, Padawan. Così parla un Jedi", e detto questo si alzò. Nihall la osservò allontanarsi e sorrise fra sé e sé. Stava facendo la cosa giusta, lo sentiva.

Quella notte, Nihall sognò.
Si trovava davanti all'enorme palazzo, davanti alla rete spinata che la proteggeva. Camminò per tutta la lunghezza fino a raggiungere un angolo all'estremità, proprio alla fine della rete. Sentiva la Forza che la spingeva ad agire e spostare degli arbusti che coprivano la visuale. E proprio lì, coperto dall'edera c'era una piccola breccia.
Il sogno poi si spostò. Si trovava dentro il palazzo. I corridoi erano bui e grigi, con la vernice scrostata e con grandi macchie di umidità. Nihall si incamminò in quel lungo corridoio fino a raggiungere una stanzetta, con tanti lettini - circa una quarantina - uno accanto all'altro. Quasi tutti erano occupati dai bambini, solo cinque lettini erano senza proprietario.
All'improvviso si accese una luce rossa a intermittenza seguito dal suono di un allarme, che nel sogno risuonava ovattato. Nihall scattò la testa, impaurita, così come anche i bambini addormentati, che si svegliarono spaventati e velocemente scesero dai letti per uscire di corsa.
"No no no, fermi!", gridò allarmata Nihall agitando le mani, impaurita che i bambini la travolgessero. Ma quelli sembravano non averla sentita e corsero proprio dove si trovava lei. Nihall si schermò il viso con le mani, attendendo che la spingessero.
Ma il colpo non venne mai.
Nihall riaprì gli occhi e con stupore scoprì che i bambini la trapassavano come se fosse aria e che nessuno si era accorto della sua presenza. Così Nihall capì.
Non era un sogno, era una visione.
Decisa a scoprire dove voleva condurla la Forza, la zabrak seguì i bambini nel cortile esterno, lo stesso che vedevano dell'appartamento. I bambini si misero in ordine, in uno schieramento formato da due file. Davanti ai bambini marciavano dei soldati armati di bastoni, pronti a punirli nel caso in cui avessero disubbidito.
Nihall li guardò per qualche minuto, ma la sua attenzione si concentrò più in là, dove si trovava una baracca sorvegliata da due soldati. Oltre questa c'era una sbarra e un cancello elettrico. Da lì probabilmente arrivavano e partivano i camion per i bambini.
In quel momento la visione sfumò e Nihall si ritrovò distesa sul suo letto, nell'appartamento. Era ancora notte fonda, perciò tentò di nuovo di riposare. Il giorno dopo sarebbe stato decisivo, lo sentiva.

"Padawan, ti sento ansiosa. C'è qualcosa che non va?"
Nihall si risvegliò dalla sua ormai abituale meditazione. Forse risvegliarsi non era il termine adatto. Non riusciva a concentrarsi, come aveva detto la sua maestra, era troppo ansiosa e impaurita.
"No, maestra. Solo ho uno strano presentimento verso quei bambini. Spero agiremo presto", mentì Nihall. Non voleva dirle il vero motivo per cui aveva ansia. Anche se non le aveva mentito del tutto.
Quella mattina si era svegliata con un brutto presentimento rivolto verso quei bambini. Probabilmente c'entrava quella visione, forse quello strano allarme che era suonato. Soraya le si avvicinò.
"Hai ragione, Nihall. Ma ci servono ancora alcuni giorni per pianificare tutto. Dobbiamo scoprire come si muove il nemico e cosa fanno ai bambini, dove li portano e quand'è il miglior momento per prelevarli tutti e con loro anche Noal. Presto li salveremo, sta' tranquilla", la rassicurò Soraya. Nihall le fece un sorriso forzato mentre la sua maestra si rialzava. La sua ansia non si era placata. Temeva che la maestra smascherasse la sua idea.
Soraya stava per allontanarsi, quando si girò di nuovo verso di lei, guardandola sospettosa.
"Nihall c'è qualcosa che devi dirmi?"
La Padawan sudò freddo e sentì una goccia di sudore scivolarle sulla fronte. Tentò di ricomporsi e di tranquillizzarsi.
"No, maestra. Nie...", Nihall venne interrotta dal grido di Yiram.
"Maestra Keto! Venga a vedere!", urlò la donna indicando con la mano libera fuori dalla finestra, mentre con l'altra teneva il visore ottico. Soraya la raggiunse così come anche Nihall.
Guardando verso la palazzina, Nihall vide un camioncino bianco entrare, probabilmente dal cancello vicino il baracchino che da quella visuale era invisibile. Il camioncino si parcheggiò davanti ad una grande porta. Dei soldati gli si avvicinarono e aprirono le ante del furgone. Ciò che videro fece loro accapponare la pelle.
File di bambini disposti a fila indiana, ognuno incatenato alle mani e legato a quello di davanti. Bambini e bambini con abiti stracciati e contusioni al viso, alle gambe, alle braccia. Bambini dai cinque anni fino ai quattordici anni circa.
Yiram si tappò la bocca scioccata, con le lacrime agli occhi. Soraya guardava il raccapricciante spettacolo orripilata, mentre Nihall rabbrividiva, senza parole.
"Che avranno fatto a mio figlio?", chiese a nessuno in particolare Yiram scoppiando a piangere.
Nihall guardò la sua maestra. Il suo sguardo era duro, impassibile. Quasi Nihall provò paura nel vedere quello sguardo freddo nella sua maestra.
"Dovremo agire prima del previsto", disse soltanto prima di allontanarsi. Nihall la vide andare via prima di ritornare a guardare quei bambini.
"Sì, maestra. Bisognerà agire prima", disse fra sé e sé Nihall.
Il momento era giunto.

Quella notte Nihall non dormì. Si trovava in una sorta di oblio, per metà sveglia e per metà in contatto con la Forza. Non appena sentì che era arrivato il momento, si alzò senza far rumore.
Aveva pianificato tutto.
Prese la cintura con i suoi strumenti da Jedi e agganciò la spada laser che tutte le notti teneva a terra, vicino al cuscino, per precauzione.
In punta di piedi si diresse verso la porta e uscì.

Soraya si svegliò nel cuore della notte. Non sapeva di essersi addormentata, dopo ciò che aveva assistito qualche ora prima. Ma appena sveglia, avvertì un brutto presentimento.
Prese le sue spade laser, che sin da ragazza - da Padawan - teneva sotto al cuscino, e uscì dalla stanza, affidandosi alla Forza. Subito capì che qualcosa non andava.
Nell'appartamento avvertiva solo un'altra persona oltre a lei. Andò nella stanza di Yiram, temendo che la donna avesse fatto qualche sciocchezza per riprendersi il figlio. Ma la donna, non appena la vide sulla soglia, si alzò.
"Pensavo di essere la sola a non aver preso sonno", disse Yiram vedendola sveglia.
"Dov'è Nihall?", chiese Soraya. Yiram la guardò confusa.
"Non è nella sua stanza?", Yiram la seguì nella sottospecie di soggiorno che fungeva da stanza per Nihall.
Il letto era vuoto. Soraya si precipitò a toccare le lenzuola e il cuscino. Erano ancora tiepide. Guardò sotto il letto, dove ormai aveva imparato che la sua Padawan posava la spada laser. Niente.
"Maledizione!", imprecò Soraya correndo verso la sua stanza a prendere il comlink, seguita da Yiram. Lo accese e chiamò Nihall, sperando che se lo fosse portato appresso. Il comlink fece qualche squillo, quando una voce rispose.
"Maestra, non posso parlare", rispose Nihall sottovoce.
"Nihall, dove diamine sei finita! Ti pare modo di andartene questo?! Vieni subito qui!", gridò Soraya attraverso lo strumento.
"Shhhh, maestra, la prego faccia piano!", bisbigliò impaurita Nihall. Soraya fece un respiro profondo per calmarsi.
'La rabbia non è da Jedi', si disse mentalmente.
"Dove diamine sei?", disse con una calma che però non lasciava presagire nulla di buono.
"Nel palazzo. Dove tengono i bambini"
"Che...", cominciò a gridare Soraya ma si trattenne. Non doveva far baccano o avrebbero scoperto la sua Padawan. Yiram dalla porta si tappò la bocca, impaurita.
"Padawan, sei impazzita? Esci di lì!", sussurrò concitata Soraya, mettendoci anche un tono di rimprovero e rabbia.
"Non posso maestra, ormai mi sono infiltrata. Farò uscire i bambini guidandoli da dentro"
"Tu sei impazzita, Padawan! Ti farai scoprire e manderai a monte il MIO piano, quello che non avrebbe fatto male a nessun innocente! Non so perché la Forza mi abbia detto di prendere te... sei incosciente, sconsiderata, irrispettosa e testarda!", disse Soraya esasperata. Nihall non rispose e Soraya si pentì di ciò che aveva detto. L'aveva ferita.
"Maestra, se non vi fidate di me, fidatevi della Forza. Lei mi ha detto di venire qui stanotte, Lei mi ha suggerito il piano per far evadere i bambini. Almeno fidatevi di Lei", rispose Nihall dopo un po' prima di chiudere la chiamata.
"Nihall aspetta!", gridò Soraya. Nihall non rispose, ma Soraya sapeva che era ancora in linea.
"Dobbiamo sentirci ogni notte, a quest'orario, per discutere sul da farsi e dovrai informarmi su tutto ciò che accade lì, capito? Appena arrivi nascondi tutte le attrezzature da Jedi e vestiti come gli altri bambini, devi mimetizzarti. Non dire da dove vieni e cerca Noal, così almeno una parte del piano sarà fatta. Osserva tutto ciò che ti circonda e se c'è qualcosa che può tornarti utile per la fuga o qualcosa di strano, ricordatela e me la vieni a dire non appena ci sentiremo. Vedi anche se riesci a capire dove portano i bambini una volta usciti di lì. Quando tutto sarà pronto, concorderemo un segnale per portare tutti i ragazzini fuori e far passare la voglia a quei tipi di prelevarli dalle loro famiglie. Siamo intesi?", concluse la Jedi.
"Sì, maestra"
"Bene, Padawan. Fa' attenzione. E che la Forza sia con te".
"Che la Forza sia con te, maestra", rispose Nihall poco prima di chiudere.
Soraya gettò il comlink sul letto e guardò esasperata Yiram, sospirando.
"Speriamo bene", fu il suo unico commento.

Nihall si avventurò ancora nel condotto oltre una botola che aveva scorto in sogno. Era già passata oltre la rete, proprio dove la visione le aveva indicato la breccia. Fortunatamente le guardie erano già passate da quella parte, per questo aveva trovato via libera fino a quel momento.
Con la Forza, sentì che il piccolo pannello alla sua destra era quello giusto, lo tolse dal suo alloggiamento e si ritrovò proprio nella stanzetta dove dormivano tutti i bambini. Lentamente scese, evitando di far rumore. I letti erano tutti occupati tranne cinque, proprio come nel suo sogno. Lentamente si avvicinò a un letto vuoto, di fronte a quello di un bambino addormentato. Fortunatamente sul cuscino c'era una camicia da notte piegata e pulita.
Nihall si svestì e indossò la camicia da notte, poi prese i suoi vestiti e la cintura e li mise nel condotto dove era passata. Per un attimo fu in dubbio se prendere la spada laser o meno. Alla fine la precauzione vinse e sganciò la spada laser dalla cinta, poi corse verso il letto e si distese controllando che nessuno l'avesse vista. Tutti addormentati.
Subito nascose la spada laser sotto il letto, non troppo lontano dal suo braccio disteso.
Ma non aveva visto che il bambino davanti a lei si era accorto del suo arrivo e di nascosto l'aveva osservata.
Nihall chiuse gli occhi, ignara di tutto.












Note dell'autrice

Salve a tutti! E buon 2015! :D
Sono in ritardissimo, lo so, non uccidetemi >.<
Sono stata travolta dal vortice delle feste e il rientro a scuola mi ha impegnato parecchio... Spero possiate perdonarmi :(
Ma eccomi qui con un capitolo emozionente (spero) di D&R II!
Questo è uno dei miei capitoli preferiti ^^
Finalmente Nihall si mostra per quello che è: una Padawan un po' troppo intraprendente xD ma con un cuore d'oro :3
A voi com'è sembrata? ^^
Bene, penso sia tutto :) scusate se non mi intrattengo oltre, ma sono un po' indaffarata xD
Grazie a tutti voi che leggete e recensite la storia! :D
Nel caso in cui vogliate farmi domande eccovi il mio profilo Ask.
Un bacio, a presto, e che la Forza sia con voi!
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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