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Autore: funkia    22/11/2008    5 recensioni
Piccoli pezzetti di vita mancanti dalla saga di Nothing's too Easy! “Catherine Jacinthe?” L’aveva appena sussurrato tra sé, ma C.j. balzò spaventata e si voltò di scatto coprendo quella che doveva essere una lettera. Lo guardò con occhi sgranati e a bocca aperta, prima di diventare rossa di rabbia e alzarsi in piedi per fronteggiarlo. “Come diavolo ti permetti di leggere la mia roba senza il mio permesso?!”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seth camminò a passo svelto all’interno della struttura

                UN ALLENATORE NEL PALLONE

 

 

I Wish you didnt love me
I wish youd make this easy
It was love that caught me

 

                                                                  Kaci Brown - Unbelievable

 

Seth camminò a passo svelto all’interno della struttura. Era nervoso, non avrebbe saputo da dove cominciare. Insomma, era già un po’ che era nell’ambiente, ma quella era tutta un’altra cosa. Una mano si posò sulla sua spalla, si voltò per trovare due occhi grigi al suo fianco.

 

“Rilassati Malfoy, puoi farcela. Il consiglio non avrebbe scelto te se non sapessimo che non puoi farcela.”

 

Seth annuì appena e fece un sorriso nervoso. “Lo so, è solo… fare il vice allenatore è tutta un’altra cosa che fare il cronista. Insomma, starò sul campo… con i giocatori!”

 

L’uomo al suo fianco rise e annuì. “Sì, l’idea è quella.”

 

Camminarono ancora fino ad una porta verde, all’interno si sentiva qualcuno che urlava e Seth ingoiò il vuoto. L’uomo che era con lui aprì la porta e gli fece cenno di entrare. Seth trattenne il fiato per qualche secondo quando all’interno riconobbe i Cannoni, i giocatori che avrebbe dovuto allenare.

 

MacKanzie?”

 

Un omone robusto e dalla faccia un po’ burbera si voltò verso di loro.

 

Myers, che diavolo vuoi?”

 

L’uomo accanto a Seth piegò appena le labbra in un sorriso. Fece cenno all’altro uomo di avvicinarsi e batté una mano sulla schiena di Seth facendolo avanzare di qualche passo.

 

MacKanzie, questo è Seth Malfoy. E’ il tuo nuovo vice.”

 

Seth alzò la mano educatamente ma quello la ignorò. Lo squadrò anzi da capo a piedi con aria critica prima di rivolgersi di nuovo a Myers. “Un altro bamboccio? Ma che vi passa per il cervello a voi del consiglio, eh?”

 

Myers si fece serio. “Sai anche tu che il consiglio è molto giudizioso quando si tratta di scegliere i nuovi candidati. Se Seth è qui oggi è perché è un ragazzo pieno di potenzialità, ha un gran cervello e mi ha illustrato più di una volta delle tattiche interessanti.”

 

“Come ti pare…” si voltò verso la squadra. “Logan! Quando hai finito coi pesi va fuori ad allenarti con la pluffa, l’ultima partita hai fatto schifo!”

 

Un ragazzo dai capelli castani si alzò da una panca e fece una smorfia sfacciata verso MacKanzie. “Ho fatto schifo perché ho un allenatore che fa schifo. Mi metta col nuovo allenatore, e vediamo se la prossima partita non sarò perfetto.”

 

MacKanzie diventò rosso di rabbia. “Chiudi quel forno o ti sbatto fuori dalla squadra!”

 

Logan rise e scosse la testa. “Suvvia, capo, sto solo scherzando. Che suscettibile.”

 

Seth rimase a bocca aperta guardando il ragazzo, che avrà avuto più o meno la sua età, camminare fino a loro, dare una pacca sulla spalla all’allenatore scorbutico e uscire come se niente fosse. Myers gli rivolse un sorriso incoraggiante e un po’ imbarazzato. “Temo di dover andare.” Disse con tono di scuse.

 

MacKanzie lo guardò con sufficienza. “Sì, sì, come vuoi. Lasciami il ragazzo e levati dai piedi, devo lavorare!”

 

Myers decise di non replicare e lasciò la stanza con un ultimo sguardo a Seth. Seth rimase in piedi alle spalle di MacKanzie senza sapere cosa fare. Era completamente pietrificato.

 

“Non lasciarti intimorire, fa così con tutti.”

 

Seth si voltò sorpreso, i suoi occhi si fermarono su una ragazza alle sue spalle che riconobbe essere la cercatrice della squadra. Rimase senza fiato. La ragazza gli sorrise e Seth si sentì un vero stupido a stare lì in piedi senza dire niente.

 

“Ciao,” disse titubante. “Tu sei… Kim Dovey, giusto?”

 

Lei sorrise. “In persona.” Disse stendendo la mano. “E tu sei?”

 

Seth Malfoy.”

 

“Molto piacere, Seth.”

 

Dovey!” Tuonò MacKanzie da dietro le spalle di Seth. “Non battere la fiacca e torna a lavoro. Non voglio vederti a giro a chiacchierare, neanche se si tratta del tuo vice!”

 

Kim sorrise mortificata e si eclissò lasciando di nuovo Seth lì da solo. MacKanzie gli posò pesantemente una mano sulla spalla e lo squadrò da capo a piedi.

 

“Allora ragazzo, sei quei citrulli del consiglio ti hanno mandato qua ci sarà un motivo. Dì un po’, hai mai allenato una squadra?”

 

Seth si schiarì la gola. “Non una squadra ufficiale.”

 

MacKanzie inarcò un sopracciglio. “Che significa?”

 

“Beh, io… pianifico le tattiche di gioco per la mia famiglia… qualche volta…”

 

“Ragazzo,” Fece l’uomo pazientemente. “Non penso che tu possa paragonare una squadra a una partitella tra due o tre persone…”

 

“Oh, no signore.” Fece Seth deciso. “Ho otto cugini e un fratello, e se hanno tempo giocano anche i miei zii. Beh, a dire il vero capita raramente che giochiamo tutti insieme, zio Harry e zio Ron sono impegnati col lavoro e…”

 

Harry e Ron?!” Si intromise un componente della squadra, Mark Hemerson. “Harry Potter e Ron Weasley?!”

 

Seth si guardò intorno e notò che tutti lo stavano fissando curiosi. “Ehm…” iniziò incerto. “Beh, sì… loro… beh, a dire il vero non sono proprio zii di sangue, sono più…”

 

“Per la miseria, capo!” Fece un altro avvicinandosi a MacKanzie. “Ti hanno mandato il nipote di Harry Potter!”

 

“No… no, lui non è proprio…”

 

“Come minimo sarà un raccomandato…”

 

Seth chiuse gli occhi e digrignò i denti. “Adesso basta!” Urlò. Tutto lo spogliatoio si zittì e tutti lo fissarono allibiti. “Non sono qui perché sono il nipote di Harry Potter! Harry Potter non è veramente mio zio, è solo il fratello di mia madre! Una madre che mi ha adottato quando la mia è morta! Sono qui perché seguo il Quidditch da sempre, sono stato il cronista di tutte le partite di questa stagione e sono il migliore per formulare nuove tattiche! Non voglio sentire nessuno, e dico nessuno, qua dentro nominare Harry Potter un’altra sola volta!”

 

Tutti rimasero shockati a guardarlo. Persino MacKanzie lo fissò a bocca aperta. Dopo qualche secondo batté le mani insieme entusiasta.

 

“Sembra che per una volta il consiglio mi abbia mandato un uomo con le palle. Figliolo, sento che io e te andremo d’accordo.” Si voltò verso la squadra. “Avete sentito il vostro vice? Tornate ad allenarvi e tenete la bocca chiusa!”

 

I ragazzi bisbigliarono appena tra loro ma tornarono al loro posto ritornando ad allenarsi diligentemente. Seth incrociò le braccia soddisfatto e sorrise tra sé mentre MacKanzie gli batté una mano sulla schiena incoraggiante.

 

Malfoy, hai detto? Ah, ragazzo, vieni! Voglio proprio sentire che tattiche hai elaborato…”

 

Seth lo seguì fuori dalla stanza, ma prima di varcare la soglia giurò di aver visto Kim Dovey sorridergli.

 

**

 

 

“Vira a destra, Trent! A destra! … Ma insomma Logan, cerca di stare concentrato sul gioco! Logan! Logan!” Urlò Mackanzie con quanto più fiato aveva in gola. “Dannato ragazzo! Ottimo giocatore ma pessimo carattere… Basta! Basta! L’allenamento è finito mi avete stancato!”

 

Senza dire un’altra parola Mackanzie lasciò il campo scotendo la testa. Seth si sforzò di trattenere un sorriso guardandolo andare via. Erano passate ormai un paio di settimane da quando era entrato nel team e tutti gli allenamenti finivano allo stesso modo. Con Logan che sbagliava casualmente la tattica di gioco e Mackanzie che se ne andava infuriato.

 

La squadra planò a terra fermandosi davanti a Seth che li guardò con mezzo sorriso e annuì. “Va bene, andate a cambiarvi. Domani riproveremo questo schema.”

 

La squadra fischiò in apprezzamento e si diresse verso gli spogliatoi.

 

“Ah, Logan?”

 

Il ragazzo si girò sorpreso. “Sì, capo?”

 

Seth sorrise. “Andavi benissimo… fino a quando non hai deciso che eri troppo stanco e hai sbagliato lo schema di proposito.”

 

Logan fece per qualche secondo una faccia sorpresa ma la rimpiazzò subito con un bel sorriso. “Grazie Mister.”

 

Non appena anche l’ultimo giocatore fu uscito dal campo Seth prese una sacca abbandonata sulla panchina e si avviò verso l’interno dello stadio. Sorpassò l’ufficio di Mackanzie sentendo borbottare dentro alla stanza. Ridacchiò tra sé sorpassando un altro paio di porte fino ad arrivare alla palestra. Entrò senza fare rumore, sistemò la sacca al suo fianco e cominciò ad allenarsi con i pesi.

 

Dopo un quarto d’ora Seth sentì la porta scattare. Si voltò spaventato e incrociò gli occhi sorpresi di Kim Dovey.

 

“Oh, non pensavo ci fosse qualcuno.” Disse lei con un sorriso mortificato.

 

Seth si alzò dalla panca asciugandosi la fronte. “Non fa niente, Dovey, avevo quasi finito.”

 

La ragazza entrò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle. Fece qualche passo verso di lui sorridendo. “Puoi chiamarmi Kim. Quando non c’è Mackanzie intendo.”

 

Seth aggrottò la fronte ma decise di lasciar perdere. “Bell’allenamento. Ti ho osservato, hai una coordinazione impressionante. Hai una capacità di adattamento ai nuovi schemi davvero notevole.”

 

Kim sorrise di nuovo. “Mi hai osservato?”

 

“E’ il mio lavoro.”

 

Kim si avvicinò a Seth guardandolo da capo a piedi. “Però, non avrei mai detto che avessi dei bicipiti del genere. Le felpe del team non ti rendono giustizia.”

 

Seth alzò un sopracciglio e abbassò lo sguardo per darsi un’occhiata. Sapeva di non avere un fisico niente male, appena poteva andava ad allenarsi, ma non era certo paragonabile ai fisici scolpiti dei giocatori di Quidditch. E Kim Dovey era circondata da giocatori di Quidditch. Si schiarì la gola in imbarazzo.

 

“Sì, può darsi…” Fece vago.

 

Kim si tolse l’asciugamano che teneva attorno al collo e lo lanciò sulla panca. “Sai, già che ti ho trovato qui devo chiederti una cosa sullo schema. E’ ottimo naturalmente, ma penso di sbagliare qualcosa perché perdo il controllo della scopa per qualche secondo quando faccio quella finta sul lato sinistro.”

 

“E’ perché ti pieghi troppo poco.” Rispose Seth pronto. “Sei una giocatrice eccezionale, Dovey, ma ti concentri troppo su quello che devi fare e rimani rigida. Cerca di rilassarti e divertirti mentre giochi. Su quella mossa devi essere più morbida e elastica.”

 

“Perché non mi fai vedere?”

 

Seth la fissò per qualche secondo poi fece qualche passo verso di lei “Ok.” Disse spostandosi alle sue spalle. La prese titubante per i fianchi e spostò il suo peso sulla gamba sinistra. “Questo è quello che fai tu di solito. Lo senti come sei rigida?” Kim annuì e Seth la mosse di nuovo facendola piegare di più su un fianco. “Ecco. Adesso fletti le gambe… perfetto. E’ così che dovrebbe essere.”

 

Kim si mosse appena sulle gambe strusciando il sedere contro la coscia di Seth. Si voltò verso di lui e sussurrò. “Sono abbastanza morbida, adesso?”

 

Seth si schiarì la gola a disagio. “Sì, così… va bene.”

 

Lei si appoggiò al suo petto, alzò il mento e passando una mano dietro al collo di Seth fece collidere le labbra del ragazzo con le sue. Seth rimase talmente spiazzato che senza neanche rendersene conto si trovò a ricambiare per qualche secondo prima di fare uno scatto indietro come ustionato.

 

Kim si voltò sbalordita. Non si aspettava una reazione del genere. Nessun uomo aveva mai avuto una reazione del genere.

 

Seth la fissò a bocca aperta. “Ma sei impazzita?!”

 

“Calmati.” Fece lei confusa. “Non c’è bisogno di fare tante storie, era solo un bacio…”

 

“Senti.” Fece lui chiudendo gli occhi per poi riaprili subito dopo. “Ho lavorato sodo per arrivare dove sono. Per diventare vice allenatore di una squadra di Quidditch professionale. Sono il tuo vice allenatore e questo non può accadere. Né ora né mai.”

 

Lei rise. “Questo genere di cose succede continuamente in questo ambiente. Jamie stava con il vice prima di te.”

 

“Ma davvero?” Chiese Seth alzando un sopracciglio. “Mi chiedo perché adesso non sia più il vostro vice.”

 

Kim non rispose.

 

Seth raccolse la sua roba e si avviò verso la porta. “Allenati su quella finta, Dovey.” E uscì senza un’altra parola.

 

 

**

 

“Ma insomma, possibile che tu non sia mai contento?”

 

Ashley stava camminando a fianco a Draco che aveva appena fatto una smorfia degna di lui. Alle loro spalle Dean e Seth si scambiarono un sorriso.

 

“No.” Fece Draco cupo. “Non c’è nessun motivo di festeggiare il mio compleanno. Mi fa sentire vecchio e basta.”

 

“Guarda il lato positivo, papà.” Lo chiamò Dean con un sorriso nella voce. “Quando andiamo fuori a cena non siamo costretti a fingere che la cena di mamma ci piaccia.”

 

Ashley si voltò piccata. “Figlio degenere. Smetterò di darti da mangiare fino a che non implorerai in ginocchio.”

 

Dean rise. “Oh andiamo, Ashley, sto solo scherzando!”

 

Seth alzò lo sguardo sull’insegna del locale. “Siamo arrivati.” Disse rivolto al resto della famiglia che si arrestò all’istante.

 

Era un locale abbastanza sfarzoso ed esclusivo, Seth aveva dovuto prenotare con mesi di anticipo. Draco fu il primo ad entrare seguito subito da Ashley che aveva qualche problema a camminare sui tacchi alti. Il cameriere venne loro incontro.

 

“Posso essere utile?”

 

Draco annuì. “Abbiamo un tavolo per quattro. Malfoy.”

 

Quello annuì e fece segno di seguirlo. “Da questa parte.”

 

Li fece accomodare in un tavolo quasi sul fondo della sala, abbastanza intimo come aveva richiesto Draco personalmente, e in poco tempo gli venne servito del buon vino.

 

“Allora.” Chiese Draco prendendo un sorso. “Come va la squadra?”

 

Seth alzò gli occhi su di lui e scrollò le spalle. “Abbastanza bene. Logan e Mark sono perfetti. Ho qualche problema con Kim Dovey, mi pare poco concentrata in questo periodo. Jaime si è infortunata ieri, ma con un po’ di fortuna si rimetterà nel giro di una settimana.”

 

Ashley sorrise. “Bene. Sono proprio contenta del tuo nuovo lavoro.”

 

“Grazie.”

 

Dean saltò su concitato. “A proposito di lavoro!” Disse. “Non indovinereste mai cosa è successo oggi! Stavo smistando la posta arrivata dall’estero quando ad un certo punto cosa mi trovo tra le mani? Una lettera di Viktor Krum! E sapete a chi era indirizzata? A zia Hermione! Cavolo, non potevo crederci! Sono andato subito a casa della zia per darle la lettera personalmente… appena lo zio l’ha saputo è andato su tutte le furie! Sono dovuto scappare prima che mettessero di mezzo pure me!”

 

Draco scosse la testa con mezza risata mentre Ashley rise di gusto. “Sì, c’era da aspettarselo. Ron non ha mai buttato giù la storia di Viktor Krum.”

 

“Quale storia?” Chiese Seth curioso.

 

“Al quarto anno zia Hermione è uscita un paio di volte con Krum.” Fece Ashley. “Durante il Torneo Tremaghi. Quando Krum è tornato in Bulgaria hanno continuato a scriversi per un po’. Ron è sempre stato geloso di Hermione…”

 

“Geloso?” Draco alzò un sopracciglio sarcastico. “Weasley lo avrebbe ridotto in poltiglia se solo avesse potuto.”

 

“Beh, tu non sei mai stato geloso di mamma?”

 

“Mai avuta l’occasione.” Disse lui sinceramente con una scrollata di spalle.

 

Dean allargò gli occhi. “Mamma, non hai mai avuto un ragazzo pri…”

 

“Mister?”

 

Una voce estranea richiamò la loro attenzione e tutta la famiglia si voltò verso una ragazza che stava in piedi accanto al loro tavolo. Dean spalancò occhi e bocca fissandola ammirato.

 

“Oh mio Dio, tu sei Kim…”

 

Dovey!” Lo interruppe Seth fissandola sbalordito.

 

Kim sorrise un po’ imbarazzata. “Non pensavo di trovarla qui. E’ un locale molto esclusivo… non che non se lo possa permettere ma…”

 

“E’ il compleanno di mio padre.” Fece lui cercando di tirarla fuori dall’imbarazzo. Indicò Draco e Ashley dall’altra parte del tavolo. “Questi… ehm… questi sono i miei genitori.”

 

Kim strinse loro la mano con un sorriso gentile. Il suo sorriso si allargò quando strinse la mano di Draco. “Sa, suo figlio le somiglia davvero tanto.”

 

Draco fece mezzo sorriso. “Fascino di famiglia.”

 

“E questo è mio fratello Dean.” Disse Seth indicandolo. “Fratellastro.”

 

Dean roteò gli occhi e baciò la mano di Kim. “Incantato. Non posso credere che un angelo come te sia qui tutta da sola.”

 

Dean!” Fecero contemporaneamente Ashley e Seth.

 

Kim arrossì appena. “Oh no, io… dovevo venire con Jamie ma non si sentiva bene e allora… sarebbe stato un peccato disdire dopo tanti mesi di prenotazione…”

 

“Forse dovresti andare a fare compagnia alla tua amica, Seth.” Fece Draco con voce calma e uno sguardo eloquente.

 

Seth alzò lo sguardo su di lei. “Se ti fa piacere, ovviamente.”

 

Kim fu presa in contropiede. “Oh, io… ne sarei onorata.”

 

Con permesso Seth si alzò dal tavolo e seguì Kim fino ad un altro tavolo a metà della sala. Si sedettero guardandosi un po’ a disagio, era strano stare seduti l’uno davanti all’altra nei loro vestiti eleganti invece che su un campo con le loro divise sudate. Un cameriere portò loro il menù e cominciarono a consultarlo in silenzio.

 

“Il dottore ha detto che Jamie si riprenderà presto.” Fece Seth cercando di romper il ghiaccio. “Non pensavo che stesse ancora male.”

 

“Era un po’ pallida quando l’ho vista stasera. Credo che le ossa non siano ancora del tutto ricresciute. Ha già deciso il prossimo schema, Mister?”

 

Seth.” Disse lui con un sorriso sereno. Lei aggrottò la fonte fissandolo. “Chiamami Seth e dammi del tu per favore. In questa situazione ‘Mister’ mi fa sentire a disagio.”

 

Lei sorrise. “Solo se tu mi chiami Kim.”

 

“Penso che si possa fare.”

 

“Mi dispiace di averti portato via dalla tua famiglia proprio durante il compleanno di tuo padre.”

 

Seth rise. “Non preoccuparti, a papà neanche piace festeggiarlo. Mamma lo costringe ogni anno. E’ favoloso come riesca a convincerlo a mettersi il suo vestito più elegante e uscire di casa.”

 

“Mamma…” sussurrò Kim tra sé. “E’ la mamma di Dean, vero? Per questo siete fratellastri.”

 

Seth la fissò sorpreso. Non si aspettava una domanda del genere. “Sì.” Ammise lui. “E’ sua madre. Siamo fratellastri perché Draco è nostro padre.”

 

“Oh!” Stavolta toccò a Kim essere sorpresa. “Credevo… credevo che tuo padre si fosse sposato con la mamma di Dean dopo che la tua è…”

 

“No, lui non…” Seth scosse la testa cercando di non ricordare. “E’ una storia davvero complicata, non mi va di parlarne.”

 

“Scusami.” Fece lei abbassando lo sguardo.

 

Seth le sorrise rassicurante. “Non è colpa tua, non potevi sapere.” Il suo sorriso si allargò. “Tu, piuttosto, possibile che non abbia trovato neanche uno spasimante da portare a cena stasera? Una bella ragazza come te non dovrebbe avere certi problemi.”

 

Kim fece una smorfia. “A quanto pare non sono abbastanza.”

 

Seth lesse tra le righe e capì quello che Kim cercava di dirgli. Lasciò perdere una volta per tutte il menù  e appoggiò i gomiti sul tavolo, il mento posato sulle dita. Chiuse gli occhi qualche secondo prendendo un bel respiro e li riaprì fissandola dritto negli occhi.

 

“Non è affatto vero. La prima volta che ti ho vista ho pensato che fossi bella da togliere il fiato.”

 

Kim lo guardò curiosa poi fece una risatina rialzando il menù. “Cos’è, hai cambiato idea dopo?”

 

“Non ho mai cambiato idea.”

 

Alzò di nuovo lo sguardo su di lui. Era serio. Più serio di quanto l’avesse mai visto. “E allora perché…”

 

“Non può succedere, Kim.” Disse Seth con un sospiro. “Sono il tuo vice. Il tuo Mister. E tu sei una giocatrice di Quidditch, il che ti mette in una posizione scomoda quando si tratta di gestire una vita privata. Sei già sulle copertine di qualsiasi giornale senza alcuna motivazione, ma se i giornalisti scoprissero un’eventuale relazione… sarebbe uno scandalo. Per di più con un tuo allenatore. Ci metterebbe in ridicolo entrambi.”

 

“Però!” Disse lei impressionata. “Devi averci pensato su parecchio.”

 

“Fa parte del mio lavoro.”

 

“Lavoro… riesci solo a pensare al lavoro, non è vero?”

 

Seth alzò un sopracciglio. “Cerco di non distrarmi più del dovuto.”

 

Il cameriere arrivò ad interrompere la conversazione. “Cosa posso portarvi?”

 

“La specialità della casa.” Dissero in coro. Si voltarono sorpresi l’uno verso l’altro e si sorrisero. Non appena il cameriere fu abbastanza lontano Seth si rivolse di nuovo a Kim.

 

“A dire il vero non ho neanche letto cosa sia la specialità della casa.”

 

Kim scoppiò a ridere.

 

“Perché ridi?”

 

“Perché non l’ho letto nemmeno io.”

 

 

**

 

 

Dopo cena Seth si era offerto di riaccompagnare Kim a casa. Non avrebbe mai permesso che una ragazza se ne andasse a giro da sola a quell’ora di notte. Tutto sommato era stata una serata piacevole, avevano scoperto di avere diverse cose in comune oltre al Quidditch. Entrambi odiavano il pesce, erano allergici alle margherite e andavano pazzi per i Wizboys, un gruppo musicale che andava forte allora. Ma soprattutto entrambi collezionavano giornali di Quidditch.

 

“… stai scherzando, vero? La nimbus era forte alla sua epoca ma adesso è un rottame. Noi si può neanche lontanamente paragonare alla Thunder!”

 

Kim roteò gli occhi e sospirò. “E’ questo il problema di voi uomini sul Quidditch, pensate solo alla velocità! La Thunder è fantastica, è la scopa più veloce di tutti i tempi, ma è fragile e si ha poco controllo. Basta una folata di vento e la partita è compromessa. Non fanno più le scope come un tempo… la Nimbus aveva un’equilibratura…”

 

“Beh, se proprio devi preferire le scope di un tempo per lo meno dimmi che preferisci una Firebolt.”

 

mmmh.” Storse il naso lei. “Non male. Ma non mi piace lo stile. La curvatura del legno… non lo so c’è qualcosa che non mi convince…oh!” Fece improvvisamente. “Sono arrivata.”

 

Seth si voltò sulla sua destra trovandosi davanti ad una palazzina. Focalizzò gli occhi su Kim e fece un sorriso modesto. Lei rispose con mezzo sorriso. Entrambi rimasero a guardarsi senza sapere cosa dire. Kim si passò una mano tra i capelli distogliendo lo sguardo.

 

“Allora… beh, grazie per… la compagnia. Ci vediamo domani mattina.”

 

Seth annuì schiarendosi la gola. “Sì, noi…” La guardò di nuovo. “domattina.”

 

“Esatto.”

 

“Già.”

 

Si fissarono ancora per qualche secondo prima di gettarsi l’uno nelle braccia dell’altro con una foga mai vista prima. Dallo slancio Seth la fece sbattere contro al muro continuando a baciarla con fervore e Kim non si fece pregare nemmeno per un secondo. Le braccia di Kim asserpentate dietro al collo di Seth, quelle di Seth la legavano stretta in un abbraccio. Erano così vicini che non si capiva più dove finisse uno e iniziasse l’altro.

 

Seth si allontanò solo per qualche secondo da Kim ma lei lo spinse di nuovo contro di sé riattaccandosi alle sue labbra. Passarono ancora diversi minuti prima che lei lo lasciasse andare. Seth si tirò indietro lentamente, fissandola negli occhi, mentre lei si sbatté una mano sulla bocca.

 

Lui assaporò le proprie labbra.

 

“Pensavo…” Iniziò lei a con il fiato corto. “Pensavo che non volessi…”

 

“Lo pensavo anche io.”  Fece lui continuando a fissarla. Lentamente alzò una mano fino a toccarle una guancia. Sospirò. “Non posso.”

 

“Quindi adesso…” Kim abbassò lo sguardo aggrottando la fronte. “Adesso che si fa?”

 

Seth scosse la testa confuso. Le prese le mani tra le sue e sospirò di nuovo. “Kim, non posso rendere pubblica questa… beh, non so neanche come definirla…”

 

“Possiamo provarci?”

 

Seth alzò di scatto la testa e la fissò negli occhi sorpreso. Rimase un attimo a bocca aperta. Poi la chiuse lentamente e ingoiò il vuoto.

 

Kim si morse un labbro. “Non c’è bisogno che lo diciamo a nessuno. Non per ora almeno. Possiamo provarci.”

 

Lui sorrise e la trasse a sé, lasciando le sue mani e incrociando le braccia dietro alla sua schiena. Si abbassò sul suo orecchio.

 

“D’accordo.”

 

 

**

 

 

MacKanzie affiancò Seth sul campo stando con il naso all’insù, osservando attento i suoi giocatori durante l’allenamento. Grugnì.

 

“Non so cosa fosse capitato a Dovey la settimana scorsa ma oggi è stata eccellente.”

 

Seth si schiarì la gola lentamente e annuì. “E’ più concentrata.”

 

L’uomo scosse la testa. “Ah, lo vedi qual è lo svantaggio di avere donne nel team? Che se hanno problemi di cuore si lasciano andare. Spero solo che chiunque sia quel deficiente che la distrae in questo modo sappia quello che fa perché se ci fa perdere il Campionato gli stacco la testa!”

 

Seth spalancò gli occhi. “Ma no… sono… sono sicuro che K- Dovey saprà equilibrare le due cose. Deve equilibrare le due cose.”

 

MacKanzie lo guardò fiero. “Bravo Malfoy, questo è parlare da allenatore!”

 

“Già… da allenatore.” Sospirò tornando a fissare Kim che da lontano gli strizzò l’occhiolino e sorrise tra sé sfrecciando sulla scopa.

 

 

**

 

 

Gente, finalmente ce l’ho fatta a postare qualcosina

Era veramente un’eternità e mi scuso ma la mia vena poetica non se la sentiva proprio in questo periodo…

Adesso sto scrivendo un sacco di cose ma non riesco a concludere nulla -______- spero comunque di riuscire presto a postare qualcos’altro, magari anche un altro MM

 

Vi saluto con un baciotto caloroso

Zia fufù

 

   
 
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