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Autore: Evil_Sah    18/01/2015    2 recensioni
Dal testo: "Del resto si sa: 'Le Regine Cattive Sono Solo Principesse Che Non Sono State Salvate'. Non ancora...
Emma dice a Regina che le cose sarebbero più semplici se svelassero la loro relazione ma Regina, non vuole, ha paura, ha paura del giudizio degli altri e ha paura che qualcosa possa andare male, ha paura di tutto!
SWANQUEEN
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo17. Nonuccidetemiciao




Il trasloco avvenne pochi giorni dopo, con un paio di incantesimi le cose di Emma erano perfettamente riposte negli scatoloni. Il maggiolino della bionda era abbastanza grande per contenerli tutti, ma Regina l’aveva comunque raggiunti dai Charming per darle una mano.
Ovviamente Snow, prima della partenza, iniziò a fare le sue moine da madre super apprensiva, chiese ad Emma se fosse sicura di aver preso tutte le sue cose e che adesso avrebbe dovuta chiamarla ogni giorno, anche se si sarebbero comunque viste spesso. Regina non arrivò nemmeno a metà del discorso, diede un bacio alla bionda e le sussurrò che l’avrebbe aspettata in macchina, infine salutò Mary Margaret e David. Lo sceriffo scese circa dopo una decina di minuti e quando entrò in macchina trovò il sindaco ad armeggiare con la radio in cerca di un po’ di musica decente.

“Alla buon’ora Miss Swan!” disse la mora sbuffando e spegnendo l’autoradio.
“Chiedo perdono…Maestà!” rispose Emma mettendo in moto la macchina.

Regina le mando un’occhiataccia al ‘Maestà’, al quel punto la bionda spalancò gli occhi e partì.
Ovviamente il viaggio non durò molto, il loft dei Charming non era troppo distante dalla villa di Regina.
La ragazza parcheggiò, e una volta scese dalla macchina iniziarono a scaricare gli scatoloni, portandoli sul portico.
Regina aprì la porta ma, prima che Emma potesse entrare, ci si parò davanti e le sorrise, le fece uno dei suoi sorrisi più belli.

“Benvenuta a Casa, Miss Swan!” disse poi.

La donna aveva passato la giornata precedente a sistemare casa e a liberare la cabina armadio da alcuni vestiti usava raramente, aveva liberato i suoi cassetti per fare spazio alla biancheria della sua Emma.   
Pensare che presto avrebbero passato la maggior parte del loro tempo insieme l’aveva fatta addormentare col sorriso stampato in volto.

Emma le sorrise, finalmente aveva trovato un luogo da definire ‘casa’, ma non perché si ritrovava un tetto sulla testa, semplicemente perché era un luogo in cui si sentiva bene, in cui si sentiva accettata e soprattutto amata. Anche dai Charming era così, ma Regina è Regina, e lei non aveva mai amato nessuno quanto amava lei.

Si avvicinò leggermente al sindaco e la baciò con trasporto, poi la spinse, delicatamente, all’interno dell’abitazione e chiuse la porta alle sue spalle. La mora si staccò da lei e le accarezzò il viso, rimasero qualche secondo ad osservarsi e poi, anche se contro voglia, sciolsero definitivamente l’abbraccio in cui si erano strette.

Emma si tolse la sua inseparabile giacca rossa, si rimboccò le maniche e prese un respiro profondo.

“Abbiamo del lavoro da fare!” disse, poi, imitata da Regina, iniziò a portare di sopra gli scatoloni con i suoi vestiti. 

A sistemarli ci pensò Emma, mentre Regina si occupò dei vari oggetti che avrebbero ricordato a chiunque entrasse in quella casa la presenza della Swan. I suoi soprammobili erano alternati da ‘palle di neve’ raffiguranti diverse città. Aveva deciso di scambiare alcuni quadri ed inserì, in varie cornici, tutte le loro foto.

Considerando che avevano iniziato il loro ‘lavoro’ quella mattina, e che verso il tardo pomeriggio avevano già sistemato tutto, finirono abbastanza in fretta.

Sistemate le ultime cose Emma si buttò a peso morto sul divano, imitata, in modo più elegante da Regina, che prima di sedersi posò il vassoio con la cioccolata calda, appena fatta, sul tavolino davanti a loro.

Henry le aveva chiamate poco prima, dicendo loro che sarebbe tornato poco prima per cena.

“Stanca, Swan?chiese Regina, aveva ancora un po’ di fiatone.
“Quando la smetterai di chiamarmi così?” chiese  a quel punto Emma.
La mora la guardò e sorrise “Quando tu smetterai di chiamarmi Regina!” rispose alzando un sopracciglio con aria di sfida.
“OK! Aspetta! Che?! Regina è il tuo nome!”
“Appunto!” disse l’altra sorridendole ancora, poi le scoccò un veloce bacio e si alzò dal divano.
Emma sbuffò e ridusse gli occhi a due fessure.
“Ti odio!”
Regina rise alzando l’angolo della bocca.
“Non è vero” disse quasi in un sussurro.
“E tu che ne sai?” disse, allora Emma incrociando le braccia al petto.
“Beh, Swan…tanto per cominciare sei sul mio perfettissimo ed immacolato divano a sorseggiare della cioccolata calda che ho appena preparato e, se non sbaglio, ho dovuto fare spazio nei miei cassetti per metterci la TUA biancheria. Ah…Inoltre, correggimi se sbaglio, hai appena traslocato definitivamente a casa mia. Il tutto accompagnato da più di otto mesi di relazione!” rispose con un sorriso stampato in volto.
“Non basta.” Disse di rimando la bionda.
Regina si avvicinò lentamente a lei e le scostò una ciocca di capelli dal viso.
“No?” chiese in un sussurro.
“No…” rispose lo sceriffo deglutendo a vuoto. Se c’era qualcosa alla quale la Salvatrice non poteva resistere, beh…erano sicuramente le labbra scarlatte della sua Regina, quando si trovavano così vicine, spesso, le mancava il fiato. Il sindaco eliminò definitivamente la distanza che c’era tra loro, posando le sue labbra su quelle dello sceriffo. Si separarono per prendere aria e i loro occhi si incatenarono. La bionda fece uno scatto e strinse le mani dietro la nuca della mora, e il bacio da che era lento e dolce divenne passionale. Inutile dire che Emma avrebbe voluto approfondire ancora il contatto, ma Regina la fermò.
La bionda mise su il broncio e quando la sovrano lo vide non poté fare a meno di baciarla.
“Vacci piano, Tigre…” disse ridendo.
“Ma….andiamo, Gina! Siamo solle. Completamente sole! È un’occasione più unica che rara!” la mora rise ancora.
“Lo so…ma io sono stanca. Inoltre devo cucinare per due persone in più. Quindi, visto che Henry sarà qui tra poco, sarà meglio che mi metta subito al lavoro!” rispose. Emma la guardò perplessa.
“Due in più?”
“Se ti conosco tanto bene come credo, e sappiamo entrambe che è così, Henry ha preso da te! Ed Henry mangia davvero tanto.” Aggiunse poi con la voce più bassa, come per non farsi sentire.
“Senti, cara! Io non mangio tanto! Io mangio quello di cui ho bisogno!” Regina le si avvicinò e le stinse le guance.
“Certo, cara. Come vuoi tu!” poi le posò un bacio sul naso e andò in cucina.
Emma si limitò a sbuffare e ad accendere il televisore.

Regina mise tutti gli ingredienti sul tavolo ed iniziò a cucinare per la sua famiglia.
Preparò i piatti preferiti dei grandi amori della sua vita, suo figlio e la sua fidanzata.
Ci mise tutto l’amore di cui era capace, perché sapere che quella sarebbe stata la prima di tantissime cene con quelle due persone, speciali, le riempiva il cuore di gioia, lo faceva battere all’impazzata. La cosa le face stampare un sorriso in volto, che ritrovò il suo spazio dopo anni di sofferenze e lacrime.

Emma, tempo prima, le disse le parole di una canzone, le quali le si fissarono in mente.

“Smile, without a reason why.
Smile, as if you were a child.
 Smile, no matter what they tell you.
 Don’t listen to a word
 they say
‘cuase life
 is beautiful that way.”  
(Sorridi, senza ragione.
Sorridi, come se fossi un bambino.
Sorridi, non importa ciò che ti dicono.
Non ascoltarne una parola.
Perché la vita è più bella in questo modo.)

 
Spesso pensava a quelle parole, era sempre stato raro che sorridesse, poi arrivò Miss Swan e le risultò praticamente impossibile. Poi, però, conobbe Emma, e il sorriso aveva deciso di rimanerle stampato sempre sul viso. Era il periodo più bello e felice della sua vita, e aveva sempre dubitato che potesse avere eguali.

Henry arrivò pochi minuti prima che la cena fosse pronta.
Entrò in casa, lanciò la giacca sull’appendiabiti e butto lo zaino sul pavimento. Andò in cucina e salutò Regina con un bacio sulla guancia, poi si diresse in salotto e dopo essersi buttato sul divano, vicino ad Emma, la salutò con un abbraccio.
Rimasero entrambi a guardare la televisione fin quando Regina non li chiamò per andare a tavola. Passarono la serata ridendo e scherzando, proprio come una normale e tranquilla famiglia. Finirono di mangiare, poi Henry propose di vedere un film…Non lo avesse mai fatto…ci misero quasi un’ora per decidere. Emma e Regina avevano gusti totalmente differenti. Alla fine optarono per un film che avevano visto e rivisto un milione di volte. Si trovarono d’accordo solo perché l’attrice che interpretava la protagonista piaceva, stranamente, ad entrambe.
Arrivati più o meno a metà, Emma e Regina smisero di guardarlo, iniziarono ad osservare l’una gli occhi dell’altra e ogni tanto si scambiavano qualche bacio.

Henry non poté fare a meno di sorridere quando le vide. Era strano…all’inizio, quando venne a sapere della loro relazione, non ne era proprio entusiasta. Gli sembrava assurdo. Ma non perché si trattava di due donne, bensì per ciò che secondo il suo libro sarebbe dovuto accadere tra le due: Emma, come Salvatrice, era destinata a sconfiggere Regina, la Regina Cattiva.
Poi, nel mese che passò da quando glielo avevano detto, poté osservare quanto in realtà le due si amassero.


Il film finì, il ragazzo ripose il Dvd nella sua custodia e lo mise al suo posto.
Emma e Regina rimasero ancora un po’ strette sul divano, quando Henry diede ad entrambe la ‘buonanotte’.
Il silenzio piombò nella sala, mentre Emma accarezzava i capelli scuri della compagna, di Regina, la sua Regina.
Per la prima volta da quando stava insieme non dovevano salutarsi per vedersi poi il giorno dopo, il pomeriggio o direttamente la sera.
Il silenzio fu rotto dalla stessa Regina.

“Che dici, andiamo a dormire?” chiese in tono dolce.
“Nella nostra camera?” chiese di rimando Emma
“Nella nostra camera!” confermò la sovrana con un sorriso.

Mentre salivano le scale si tenevano per mano.
Si lavarono, si prepararono e si misero sotto le coperte, l’una di fronte all’altra e con le mani incrociate.

“Buonanotte…” disse Emma baciando dolcemente Regina.
“Notte…” le rispose, sorridendole ancora.

Era la prima notte che avrebbero passato insieme, nella loro casa, e l’idea che da quel momento ci sarebbe stato qualcuno al loro fianco durante la notte, a calmarle durante gli incubi, o che le avrebbe aspettate sveglia che tornasse dal lavoro, le faceva sentire in paradiso.
L’idea che la mattina si sarebbero svegliate l’una stretta tra le braccai dell’altra le faceva inevitabilmente sorridere. 




*coff coff* 
Io....
'Ops' e.e 
Ok...seriamente. E' passato più di un mese da quando ho pubblicato l'ultimo capitolo, e mi dispiace avervi fatto aspetteare così tanto! 
Solo che...davvero! Io non avevo idea di cosa scrivere. Inoltre ho avuto non pochi problemi col computer(e per tutto il mese sono stata nel mio angolino ancora troppo depressa dal midseasonfinale). Spero comunque di essermi fatta perdonare con questo capitolo, visto che è leggermente più lungo del solito.
Al solito fatemi sapere che ve ne pare e se vi piace. E mi scuso per gli errori di battiture e.e  BACI <3 

venitemi a trovaare nella pagina LastThingI'll do: https://www.facebook.com/pages/Last-thing-Ill-do/702416636480130?fref=ts 
         Sarah         
 
   
 
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