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Autore: Martiverse    26/11/2008    13 recensioni
(...) In cima ad una scogliera, la più alta di tutte, sorgeva una rosa rossa come il tramonto, bella come il sole. Un ragazzo vide il fiore, e se ne innamorò. Tutti i giorni si fermava ai piedi della scogliera. Quelle rocce erano inaccessibili e così si doveva accontentare di stendersi ai piedi dell'altura, fissandola da lontano con amore, senza mai poterla toccare. A volte gli arrivava il profumo ed il ragazzo era felice così, aspettava il giorno in cui sarebbe finalmente potuto andare dalla sua rosa per amarla per sempre. Ma sulle isole tirava un forte vento. Un vento crudele che si prendeva gioco della rosa e la sbatacchiava di qua e di là secondo i suoi capricci, sotto gli occhi impotenti del ragazzo che tanto amava quel fiore...ma non poteva intervenire...Il ragazzo guardava la rosa ogni giorno, anche se con il tempo il vento le strappava i petali e li gettava lontano...ma lui continuava a trovarla bella. Solo quando il vento strappò al fiore anche il suo ultimo petalo il ragazzo si rese conto di essere stato un codardo. Che senza curarsi della sua vita avrebbe dovuto scalare l'altura, rompersi le mani, pur di proteggere quel delicato fiore di cui era innamorato follemente. La rosa aveva perso ogni energia, ogni scintilla di vitalità...allora il ragazzo decise di cercare in mezzo al deserto tutti i petali della rosa...per poterla rimettere a posto e finalmente poterla amare..."
"Li ha trovati?" chiese Axel.
"Li sta cercando" concluse Riku. (...)
Fanfiction yaoi ambientata in una lontana terra dove si cerca la pace tra paesi in guerra, dove la magia esiste e viene temuta, dove la bellezza risiede nel più fragile fiore tra le dune d'oriente.
Genere: Triste, Avventura, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Demyx, Riku, Roxas, Sora
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dune d'oriente
La Rosa del deserto

 

✧✧✧

 

Il Thawb è il vestito d’uso a dune

 

✧✧✧

 

1 Lacrime nere

 

Riku stava camminando in corridoio senza fretta…si chiese cosa fosse successo di preciso al banchetto…
…chi era quello sciamano di cui avevano parlato Roxas e la guardia?
L’improvvisa scomparsa della luce aveva forse a che fare con la fuga di Sora?
Beh, certo doveva essere più d una coincidenza che si fossero spente le fiaccole proprio mentre la danzatrice era in pericolo…
…quegli occhi color mare….avevano per caso a che fare con le torce trovate bagnate e spente…
…magari stava solo correndo troppo con la fantasia.
Quando vide la maniglia della sua porta davanti alla piccola pianta di cachi che aveva di fronte alla stanza trasse un sospiro sollevato…indiziava già a credere di essersi perso in tutti quei corridoi ampi e simili…
Sentì uno scalpiccio in fondo al corridoio e le voci delle guardie che aveva visto davanti alla sala del banchetto.
Non se ne curò, afferrando la maniglia di camera sua…ma qualcosa lo bloccò.
“Non muoverti” era una voce forzatamente decisa.
Riku sapeva riconoscere bene le vere emozioni delle perone dal tono di voce, doveva saperlo fare per capire se chi aveva davanti gli stesse dicendo la verità o stesse mentendo spudoratamente…altrimenti si potevano compromettere molti accordi che un ambasciatore come lui avrebbe dovuto prendere…
Chiunque fosse stato alle sue spalle voleva sembrare deciso, ma stava morendo di paura.
Riku non si mosse, sentendo la lama di un coltello carezzargli il collo.
Quando le voci delle guardie si fecero più intense sentì la persona alle sue spalle sobbalzare…era evidente che erano quelle a spaventarlo.
Riku abbassò lo sguardo cercando di intravedere il suo aggressore, una mano ancora stretta attorno alla maniglia della camera da letto.
Quando intravide un piede nudo e una gamba fine malamente coperta da una gonna rossa su cui drappeggiavano dei campanelli d’oro, gli tornò subito in mente la figura della danzatrice.
“…Sora?” chiese incerto.
La lama si pressò con più forza contro il suo collo e Riku desiderò non aver mai parlato. “…come sai il mio nome?!”
“...Sei quella danzatrice…” disse Riku come se questo spiegasse tutto.
“DanzaTORE” lo corresse la voce alle sue spalle “Sono un ragazzo, maledizione!”
Riku rimase in silenzio.




eh?
Le voci delle guardie erano ormai vicinissime e Sora gli premette la lama del coltello con più forza contro il collo.
“Non dire una sola parola o ti ammazzo.” Ringhiò.
All’improvviso allontanò l’arma ed alzò la tunica di Riku.
“Eh?! Ma che fai?!” esclamò lui diventando paonazzo…ricordandosi che sotto il vestito non aveva altro indumento, come d’abitudine.
Sora non gli rispose infilandosi sotto la sua tunica e schiacciandosi contro il suo corpo nudo.
Appena un secondo prima che le guardie comparissero in fondo al corridoio.
La lama del coltello gli si posò fredda contro un fianco, facendolo rabbrividire.
“Non una parola…” ripeté Sora soffiandogli sulla schiena.
Le guardie gli si fermarono davanti, inchinandosi con rispetto.
“Ambasciatore Riku…” salutarono riverenti.
Riku rispose impacciato all’inchino sentendo il corpo esile di Sora seguire i suoi movimenti e premergli il petto contro la schiena come se il danzatore si spingesse a possedere il suo corpo…
Quando si rialzò era totalmente rosso in volto e a confermarglielo furono le espressioni confuse delle guardie.
Subito però tornarono alla loro faccia testa per ricominciare la caccia al fuggitivo.
“Non avete mica visto la rosa del deserto?” chiese una guardia a Riku.
L’ambasciatore fu tentato dal rivelargli tutto.
Si che l’ho visto! Più che altro lo sento, dato che ha il suo bacino premuto contro le mie natiche…
Bhè, non poteva dirgli così…
Si, l’ho visto. Mi sta minacciando con un coltello! Fermatelo! E’ sotto il mio Thawb!”
Se solo non gli avessero dato un vestito che gli stava due volte…se solo fosse rimasto con il suo bel caffettano azzurro!
Il danzatore sembrò intuire i suoi pensieri traditori e fece scorrere il coltello sui fianchi di Riku, fino a raggiungerne il bacino.
Quando sentì dove la lama era puntata Riku spalancò gli occhi, disorientato.
“Se ci tieni al tuo amico qua sotto ti conviene non aprire bocca…” lo ammonì Sora in un sussurrò che gli giunse a mala pena alle orecchie…impossibile che lo avessero sentito anche le guardie.
"Non...non l'ho visto...mi dispiace..." balbettò.
Le guardie annuirono chinando la testa e proseguendo di nuovo lungo il corridoio arancio.
"Molto bravo..." gli mormorò Sora soddisfatto ritirando la lama del coltello.
Uscì dal Thawb di Riku e scosse la testa per togliersi i capelli dalla fronte.
Riku si voltò guardarlo e subito si ritrovò il coltello puntato contro il petto.
"T'ho detto di muoverti per caso?" ringhiò Sora.
Riku non rispose, bloccato.
Ma non per il terrore...dalla parte opposta del corridoio aveva intravisto due guardie che si avvicinavano in silenzio.
E con loro c'era anche Roxas.
Riku riportò lo sguardo in quello di sora per non insospettirlo.
"Ehi..." disse lui dopo aver guardato Riku in faccia per la prima volta "Tu sei quello della festa...quello che non mi guardava il culo!"
Riku inarcò un sopracciglio perplesso da quella definizione inaspettata e poi annuì.
Era un termine strano ma azzeccato, dopotutto lui alla festa era stato l'unico che lo aveva fissato negli occhi.
Anche mentre le guardie raggiunsero Sora, una che gli afferrava il polso facendogli cadere il coltello e l'altra che lo tirava indietro stringendogli il collo con forza, lo stava fissando negli occhi.
“Bastardo!” gli urlò Sora divincolandosi come un anguilla con il suo corpo esile e minuto.
I campanellini attaccati ai suoi veli tintinnarono in una melodia furiosa come il suo sguardo determinato.
“Traditore che non sei altro! Bastardo! Bastardo!” venne zittito da Roxas, che gli tirò un violento pugno in pieno stomaco.
Sora si piegò in due dal dolore, un rivolo di saliva gli uscì dalla bocca con un rantolo soffuso.
Il principe sorrise sadico, guardandolo mentre smetteva di ribellarsi.
“Tu non puoi scappare” gli disse in un sibilo cattivo “Sei di mia proprietà, dillo.”
Sora rimase in silenzio, la testa ciondolante in avanti.
Serrò i denti in un ringhio furibondo, come un cane rabbioso.
Non spiccicò una sola parola, disobbedendo apertamente agli ordini del suo sovrano e padrone.
Riku lo guardava, orripilato dalla scena, ammirato per quel coraggio da una persona che non dovrebbe averne…
Era solo un misero schiavo…ma aveva più coraggio e voglia di ribellarsi di quanta ne avesse lui.
Ma, certo, c’era differenza tra loro due.
Se Riku avesse fatto una mossa così azzardata, l’accordo sarebbe saltato…se l’avesse fatta lo schiavo, come aveva appena fatto, ciò che rischiava era molto di più.
La sua stessa vita era dir poco…
Roxas afferrò il mento del danzatore con una mano, alzandoglielo in modo da far incrociare gli sguardi.
“Dillo” ripeté con astio, senza ottenere alcuna risposta. “Dillo o sarai punito.”
Sora fu scosso da un brivido di terrore.
Aprì piano le labbra movendole a vuoto senza riuscire a farne uscire una sillaba.
Infine si decise e sputò con forza sul volto del principe.
Venne immediatamente gettato a terra dalle guardie.
Una gli serrò i bracci dietro la schiena mentre la seconda gli posava un piede sulla schiena per impedirgli di alzarsi.
Roxas si pulì la fronte con la manica del caffettano dai risvolti in oro.
Lo sguardo fisso, pazzo, iracondo.
“100 frustate…” ringhiò “100 frustate lente
“No!” gridò Sora mentre le guardie lo alzavano afferrandolo per le braccia.
Incrociò lo sguardo di Riku, ancora bloccato sulla porta.
“Ti prego!” gli urlò disperato, divincolandosi con il suo corpo dai movimenti agili ed aggraziati. I campanelli che aveva attaccati tintinnavano come impazziti “Ti prego non permetterglielo! Salvami ti scongiuro!”
Riuscì per un attimo a liberare un braccio e lo allungò in una disperata ricerca di aiuto verso Riku, afferrandogli il thawb rosso scuro sotto cui poco prima aveva trovato riparo.
Ma subito le guardie lo tirarono indietro, trascinandolo via.
“Ti prego!” urlò ancora il danzatore.
Stava piangendo e le lacrime gli avevano tirato via il mascara da sotto gli occhi.
Il suo pianto era nero di morte.
Riku non poté nemmeno pensare a come salvarlo, che il principe Roxas lo aveva afferrato prendendolo a braccetto.
“Devi scusare quello stupido schiavo. La sottomissione è un concetto troppo difficile persino per uno del suo livello.” Disse scuotendo la testa, rassegnato.
“RIKU! RIKU!” adesso il danzatore urlava il suo nome…doveva averlo sentito dalle guardie quando gli si era nascosto sotto il Thawb.
Riku si voltò verso di lui, come per riflesso incondizionato, ma dolcemente una mano di Roxas gli riportò il viso in avanti.
“Non ti devi preoccupare per lui…è solo uno stupido schiavo…”
E Riku chinò lo sguardo a terra, convinto finalmente ad ignorare quelle strazianti richieste d’aiuto.
Solo uno schiavo.
Gli rimbombò nella mente.
Solo uno stupido schiavo…

✧✧✧

C’era il deserto.
Un immenso deserto di sabbia di cui non riusciva a vedere la fine.
Solo sabbia, sabbia, sabbia per migliaia di chilometri…
Riku era solo, senza il suo cavallo bianco come la neve, senza una scorta, senza nessuno…
Si guardò introno, spaesato.
Come era finito lì?
Proprio non ricordava…
E poi, all’improvviso, la sabbia si mosse sotto i suoi piedi.
Tremò e si spostò per poi andare all’attacco delle sue caviglie scoperte.
Non aveva il vestito rosso, né il suo caffettano blu…aveva un vestito tintinnante…un vestito da danzatore…il vestito di Sora…
Appena vi pensò lo vide apparire dal nulla.
Stava in ginocchio di fonte alla sabbia che affondava, ma non vi veniva trascinato.
Riku invece stava sprofondando sempre di più…ormai la sabbia lo aveva trascinato più in basso e gli arrivava al ventre abbronzato.
Si rese conto che, se non usciva, di lì a poco sarebbe morto.
“Aiutami!” urlò verso Sora.
Si accorse che stava piangendo quando vide cedere sulla sabbia una lacrima nera petrolio, mista al mascara che doveva aveva sugli occhi.
I ruoli si erano invertiti…e Sora, sulla riva, si alzò in piedi.
Indossava un caffettano blu mare…quello che Riku si era portato da casa…
Sora sbuffò guardandolo mentre disperatamente allungava una mano verso i suoi piedi, cercando un appiglio.
“Aiutami! Aiutami ti prego!” ansimò Riku sentendo la sabbia raggiungergli il collo e graffiargli la giugulare con i granelli ruvidi e secchi.
Sora fece un passo indietro, lasciandolo al suo destino.
“Chi non ha compassione non ne merita.” Disse serio.
Il suo sguardo era grave, triste…
Riku sentì la sabbia che gli entrava in gola e lo soffocava.
Non riusciva più a respirare…più che cercava di prendere aria più che la sabbia entrava nel suo corpo e lo riempiva, strangolava…asfissiava…
“AH!” Riku si tirò a sedere di scatto.
Si guardò in torno risucchiando aria come se non dovesse farlo mai più…e si tranquillizzò un po’ scoprendo che era nella camera che gli aveva dato il principe.
Nascose la testa nel cuscino, spaventato.
Era solo un sogno. Solo un sogno. Sta tranquillo, non è successo niente, calmati Riku…
Anche continuando a ripeterselo non ci riusciva.
Se chiudeva gli occhi vedeva le terrificanti immagini del sogno…se li apriva gli compariva immediatamente il viso di Sora rigato da lacrime nere.
Si sentiva maledettamente in colpa.
Ma perché?!
Era solo uno schiavo, un maledettissimo schiavo!
Ha disobbedito agli ordini del suo padrone, un principe per di più…è giusto che venga punito.
E’ giusto così.
Lo è sempre stato, perché ora dovrebbe essere diverso?!
Eppure quel dannato volto fine ed indifeso.
E quegli occhi…
Quei dannatissimi occhi color mare dipinti in un espressione di sofferenza e paura.
Terrore allo stato puro.
Gli ricordò lo sguardo che aveva avuto un cavallo selvatico al mercato di Tel’haffir, poco prima che gli piantassero un marchio a fuoco sulla carne viva.
Un simbolo di appartenenza e sottomissione…lo stesso simbolo che le frustate avrebbero lascito sul corpo debole ed indifeso del danzatore…
Gli sembrò di sentirlo mentre gridava, chiedeva aiuto…implorava pietà…
Ma il ricordo più vivo furono i suoi singhiozzi spezzati e ansanti.
Così vivo che gli sembrava che il danzatore fosse lì con lui…poco distante…
...un momento…
Riku si alzò in piedi di scatto ascoltando i rumori della stanza.
Non era il ricordo ad essere vero…lo erano i singhiozzi.
Non capiva da dove provenissero…
Camminò lento posando un orecchio su ogni parete ma ogni volta non gli sembrava quella giusta…
Ricontrollò ben due volte prima di capire che i singhiozzi venivano dal piano inferiore…sotto il pavimento della sua stanza.
Svelto Riku aprì l’armadio, indossando il suo comodo caffettano azzurro.
In silenzio si chiuse la porta alle spalle e contò i passi che i suoi piedi nudi fecero per potersi orientare anche al piano inferiore.
Trovò le scale per scendere al piano inferiore e camminò veloce attraverso un arcata coperta solo da un piccolo tettuccio sorretto da un colonnato di pietra.
Quando si fermò era davanti ad una porta fatta di grata dietro la quale poteva solo intravedere un buio fitto e persistente…
E i singhiozzi li sentiva bene, ancor più nitidi di prima.
“Ehi, tu!” una voce lo fece voltare di scatto.
Una guardia lo aveva raggiunto di fretta, forse insospettita dal caffettano di colore azzurro, ma la sua espressione si tranquillizzò quando la torcia che aveva in mano illuminò il viso di Riku.
Chinò il capo come per scusarsi della fiducia mancata e si inchinò.
“Ambasciatore Riku…”
Riku ricambiò distrattamente l’inchino, poi indicò la porta di ferro.
“Cosa c’è la dentro?” chiese.
“Le prigioni, signore.”
“Ah.” Rispose Riku monosillabico.
Rimase un attimo immobile a riflettere sulla risposta che gli era stata data e poi si voltò verso la guardia, deciso. “Posso entrarci?”
La guardai sembrò sorpresa a quella richiesta, ma poi annuì ed aprì la porta sfilandosi dalla vita un mazzo di chiavi dorate.
Fece strada a Riku, illuminando il sentiero con la fiaccola.
Riku si fermò quando il rumore dei singhiozzi fu così intenso che chi stava piangendo non poteva essere altro che a pochi passi da loro…
“Qui” disse secco, facendo fermare la guardia.
Quello si bloccò e, probabilmente capendo che l’ambasciatore era stato attirato lì dai singulti, illuminò la zona da cui proveniva il rumore.
A Riku mancò il fiato, esattamente come quando nel suo sogno la sabbia gli era entrata in gola e lo aveva soffocato.
Il danzatore era steso a terra, nudo in un lago di sangue.
I polsi gli erano stati legati a due grossi anelli di metallo che sporgevano dalla parete ed anche da essi scendevano dei rivoli rossi che probabilmente si era provocato quando aveva cercato di liberarsi.
Teneva gli occhi chiusi, gonfi di lacrime, le tracce del mascara ormai non erano altro che delle piccole righe mischiate al fango sui lati del mento.
La testa era reclinata su una spalla, il corpo abbandonato a terra...se Riku non lo stesse sentendo singhiozzare avrebbe potuto giurare che fosse morto.
“...per tutti gli dei misericordiosi…” riuscì a dire, esterrefatto da quella scena orribile.
Lui e la guardia rimasero in silenzio a lungo, a fissare quel corpo esile deturpato dal sangue.
Come il più bel fiore che viene calpestato ed i suoi resti rimangono a terra, distrutti, perdendo la loro essenza primaria.
“Apri questa porta” ordinò Riku alla guardia, afferrando le sbarre della cella come se volesse scardinarle con la sua sola forza “Aprila.”
“Non posso” si scusò la guardia “Il principe l’ha ordinato”
“Non è della legge di un re che sto parlando, è di decenza umana! Apri questa porta, me ne assumerò la colpa e responsabilità personalmente.” Ordinò Riku, furioso.
Fissò la guardia con fare omicida, i suoi occhi chiari quasi mandavano lampi d’odio.
La sentinella fu scossa da un brivido ed aggeggiò maldestramente con il mazzo di chiavi, per poi trovare quella giusta ed aprire la porta.
Riku gliele strappò di mano, fondandosi sul corpo del danzatore.
Gli sciolse le catene attorno ai polsi e posò le chiavi a terra, guardando quel corpo singhiozzante senza sapere bene come fare ad aiutarlo.
Non appena cercò di alzarlo afferrandolo per una spalla lui gemette con più forza, inarcando la schiena e spingendo la testa contro il pavimento.
Riku ritritò le mani di fretta.
Doveva portarlo via di lì.
“Scusami” gli sussurrò piano, infilandogli una mano dietro la schiena.
Sora gridò dal dolore strizzando le palpebre.
Con orrore Riku sentì i profondi solchi lasciati dalle frustate premergli contro un braccio, mentre l’altro glielo posava sotto le gambe…il caffettano blu non sarebbe stato più usabile per via delle macchie di sangue.
“Scusami!” ripeté vedendo il viso sofferente di Sora, quando lo alzò prendendolo in braccio.
Lui gridò ancora, dolente. Poi gettò all’indietro il capo senza trovare la forza di sostenerlo.
“Ti porto via di qui…” lo rincuorò Riku, sperando che capisse quello che gli stava dicendo “Sta tranquillo…ti porto in un posto sicuro”
Non sapeva quanto fossero vere le sue parole…o a quali pericoli stesse andando incontro disobbedendo apertamente ad un ordine rilasciato dal principe in persona…
Sapeva solo di aver capito il significato del suo sogno…e di aver scoperto di avere in sé più compassione di quando non avrebbe mai creduto.

✧✧✧

 

Oh come foga duneeeeeee! >:D
Povero Sora D:>
Roxas…sei così malvagio… >:)

Rispondo ai commenti:
BaByCrAzY : Grazie^__^
Comunque Sora e Roxas hanno 18 anni, Riku 19. Sora comunque è un uomo…ma si sente donna dentro XD No, scherzo, è un uomo e basta XD
KH4: eheheheh..supposizioni, eh? adoro le supposizioni *__* Sono contenta che ti piaccia anche questa ^__^
SoRifan : Io non smetto MAI di scrivere! E soprattutto non smetterò mai di essere MALVAGIA! Muahahahahahahah! Grazie per gli auguri…sei l’unica che l’ha notato -.-“ E poi…Sora femmina…insomma…dovresti conoscere la sua inclinazione a vestirsi da donna XD E’ uomo, è uomo, tranquilla XD
Zexion94 : Mi dispiace dirtelo ma Zexion in dune per ora non è in programma….in compenso sto scrivendo un'altra ff tutta dedicata a lui: “Foto” *__* Però ho ancora da finire di scriverla…lulz
CrAzYtEn : Grazie! Eheheheh io tifo sia AkuDemy che AkuRoku…ma non ti anticipo nulla! *-*
Isuzu : Grazie mille*__* *fiera per l’elogio all’ambientazione e co.* Il tuo commento mi ha lasciato un sorriso a trentadue denti…lol
Il_Trio_Infernale : Grazie *__* Non credevo che Roxas principino avrebbe riscosso così tanto successo O__O ^__^

Ci vediamo al prossimo capitolo! Commentate numerosi! XD
- Marti

   
 
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