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Autore: Ang_V97    28/01/2015    0 recensioni
Due fratelli gemelli, Katherine e Micheal, che dopo tante difficoltà si troveranno a dover fare una scelta: l'amore o il loro rapporto. Ciò sarà causato da un incontro molto "particolare" che metterà i due fratelli e i loro amici -Alexis e Lucas- in condizione di scoprire loro stessi, i loro sentimenti, il loro vero essere oltre che l'immenso mondo che li circonda.
Una storia d'amore, amicizia ma sopratutto fratellanza che porterà i protagonisti in un nuovo mondo, più vero e più adatto al loro modo di essere.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le 3.37 di notte e finalmente erano usciti da quella casa infernale; la festa proseguiva ma loro non avevano assolutamente voglia di starsene lì a subirsi gli sguardi, le risate e i commenti sussurrati da quel branco di gente che nemmeno conoscevano e che certamente non avevano intenzione di conoscere né tanto mento rimorchiare. «Senti Luke. Va' a casa mia a dormire. Io devo parlare con Michael e voglio farlo stanotte stessa o al massimo domani mattina presto… Scusa» La ragazza dai lunghi capelli rossi si era già avviata verso il dormitorio del fratello quando si rese conto, mezzo secondo dopo per intenderci, che Lucas e Alexis stavano facendo la strada con lei. «Non guardarci con quella faccia Kate: tuo fratello avrà anche dato di matto stasera ma se ti succedesse qualcosa perché io me ne sono andato mi farebbe il culo. Quindi, scusa, ma avrai i bodyguard stanotte!» Lei scosse il capo però sorrise e si strinse nel suo cappotto buttando aria fredda al dolce retrogusto di vodka alla fragola dalle labbra. 
Aveva bevuto un po' nel vano, vanissimo, tentativo di scacciare suo fratello dai propri pensieri come se qualche shot potesse funzionare; ormai sapeva perfettamente che potevano litigare anche nel modo peggiore eppure nulla avrebbe mai potuto minare quel rapporto così “perfetto”. Ma ora come ora non riusciva a capire perché suo fratello si fosse comportato in quel modo, perché le avesse urlato contro e soprattutto perché se ne fosse andato senza nemmeno preoccuparsi di dire nulla a lei o quantomeno a Lucas. “Cazzo ti è preso Mike?” Uno sbuffo leggero uscì dalle labbra della rossa e forse fece così attenzione che i suoi due amici nemmeno se ne accorsero. «Kate ma come farai ad entrare? Sai che c'è l'agente Sylvester stanotte e quello è un rompipalle. Se vede che siamo mezzi sbronzi poi, ci uccide» A quel problema Katherine non aveva pensato ma ben presto trovò la soluzione: «Usiamo l'entrata dal retro. Io e Michael la usammo parecchie volte nella settimana di orientamento» C'era sempre suo fratello nelle sue parole, nei suoi racconti, nei suoi ricordi: lui c'era quando si ruppe la gamba per salire alla casa sull'albero, cercando di imitarlo; c'era quando il suo primo ragazzo la lasciò e aveva il cuore infranto; c'era quando aveva fatto l'amore per la prima volta e temeva di essere rimasta incinta. Lui c’era sempre. Il loro legame superava l'indescrivibile, superava l'immaginabile.
Riuscendo a passare, chissà come, inosservati davanti a gli occhi dell'unica guardia notturna che davvero faceva il suo lavoro, i tre ragazzi riuscirono a raggiungere il retro dell'edificio e fu qui che si salutarono; «Buonanotte ragazzi. A domani. Luke... grazie. A buon rendere, mh?» Un sorriso dolce si fece strada sul viso di Katherine ma si spense subito dopo: non appena i suoi amici si voltarono e lei sentì la porta chiudersi alle proprie spalle i suoi occhi si riempirono di lacrime e nel tentativo di non trovarsi scie di lacrime e trucco sulle guance trattenne il respiro fino a diventare tutta rossa in viso e sentire un gran caldo. Dopo essersi data della cogliona da sola per quel suo comportamento così infantile e immaturo iniziò a camminare a passo svelto per quei corridoi che davano davvero l'idea di squallido e freddo e un brivido le percorse la schiena; non che avesse freddo o paura, ma i sotterranei dell'ala ovest non le erano mai piaciuti e quelli, poi, che puzzavano di muffa e spazzatura le facevano quasi senso. Tutti questi piccoli dettagli non li aveva mai notati, nonostante fosse passata in quei corridoi decine e decine di volte ma ovviamente non era mai sola: c'era sempre Mike con lei, ed ora era tutto così diverso e semplicemente orribile.  
Ci vollero circa 10 minuti per attraversare tutto l'edificio e arrivare così alla camera di Michael, per la quale aveva la chiave, prestatale gentilmente da Lucas; quando entrò Kate si guardò attorno notando l'immenso disordine e casino lasciato in giro dai due ragazzi e subito, voltando lo sguardo, vide suo fratello ancora nella stessa identica posizione in cui si era addormentato: steso a pancia in giù con il viso nel cuscino e messo in diagonale, ancora ovviamente vestito; la sorella quindi pensò bene di togliergli le scarpe ma così facendo scoprì che Mike era solo in dormiveglia e quindi sentendosi toccare si svegliò del tutto; o almeno così sembrava. Tirandosi a sedere in mezzo al letto fissò gli occhi ancora assonnati sulla figura esile di Kate che stava proprio davanti a lui e iniziò a farfugliare frasi come: “Perché sei qui?” e “Non ti sopporto, vattene!” Ovviamente udendo tali parole la rossa si sentì mancare la terra sotto i piedi, sentendosi come se davvero si trovasse di fronte ad un totale estraneo; ma poi Mike continuò a biascicare un: “Esci dalla mia testa biondina, ti prego”; Kate quasi ci rimase secca udendo quelle parole: davvero Michael aveva perso la testa per Alex? Quando? Come? Non era possibile, le sembrava assurdo anche solo pensarli insieme. Certo, da sbronzi era un continuo “sesso, coccole, toccatine e parole provocanti”, ma mai la ragazza dai capelli rossi avrebbe pensato che suo fratello si fosse invaghito di Alexis da “sobrio”. Avvicinandosi al letto di Michael si stese accanto a lui, solo dopo che il ragazzo si era nuovamente addormentato, stavolta profondamente però e facendogli posare la testa sulla propria spalla prese ad accarezzargli lentamente i capelli fino a quando non si addormentò anche lei consapevole però che l'indomani avrebbe dovuto affrontare una mega strigliata da parte di colui che ora gli dormiva tra le braccia a causa di un sicuro dopo-sbornia.  
Come previsto alle 6.30 del mattino i raggi del Sole stavano filtrando dalle tapparelle rimaste aperte dal pomeriggio prima e i due fratelli furono costretti a svegliarsi. «Katie? E tu che... Lasciamo stare. Perché puzzi di alcool?» «Buongiorno anche a te fratellone. Io sto bene, e tu? Anzi no… ho un mal di testa assurdo.» «Così impari a bere. Lucas mi sentirà tra poco» Katherine avrebbe voluto rispondere a tono ma il mal di testa era proprio forte, per non parlare del freddo che durante la notte aveva sentito ma che aveva cercato di combattere stringendosi semplicemente al corpo del fratello, infatti quest'ultimo si era svegliato con lei che lo abbracciava come un koala abbraccia il proprio albero e questo non l'aveva né sorpreso né soprattutto infastidito considerando che anche lui aveva avuto freddo e nessuna voglia di alzarsi, mentre la sorella – vestito minuscolo a parte – emanava calore e averla accanto in qualche modo aveva fatto placare tutta quella rabbia che si teneva dentro a causa della gelosia e della confusione che Alexis aveva fatto scaturire in lui.  
«Kate... riguardo a ieri…» Ma la ragazza non gli diede il tempo di concludere la frase che già gli aveva rivolto un sorriso dolcissimo e confortante. «Beh. Ti sei divertita alla festa? Che hai fatto, a parte ubriacarti di… – Annusò l'aria e il cuscino sul letto – Vodka alla fragola?» In pochi secondi quella domanda attraversò Katherine come un fulmine squarcia il cielo di notte, facendola reimmergere in quel ricordo così nitido e chiaro nonostante l'alcool. 
Iniziò a raccontare mentre stava seduta in un angolo del letto, abbastanza vicina al fratello per poter tenere la testa sulla sua spalla e fu come rivivere la scena per filo e per segno, come se fosse in di nuovo lì. «Io, Alex e Luke siamo stati tutta la sera su un divano orribile insieme ad altra gente che non faceva altro che limonare, bere e urlare; la musica era orribile e non c'erano né Josh né Jasmine. Insomma un disastro su tutti i fronti se vuoi saperlo. Io poi, ero così nervosa e arrabbiata e... triste – quest'ultima parola la mormorò più che dirla a voce alta – che non avevo voglia per niente di ballare quindi mi alzavo solo per prendere da bere, come hai detto tu: vodka. Fiumi di Vodka. Ad un certo punto ero così fusa che non riuscivo a reggermi su quei dannati trampoli quindi Alex e Lucas hanno proposto di tornare a casa ed io ho approvato in pieno la mozione. Comunque mi ero avvicinata alla porta, dove c'era l'attaccapanni e allungando la mano per prendere quello che sembrava il mio cappotto ho fatto scontrare la mia mano con quella di una ragazza…» In quel preciso istante il viso di Katherine divenne rosso quanto e più dei suoi capelli e Mike capì che sotto c'era qualcosa che probabilmente a sua sorella non avrebbe fatto piacere sentire e quindi non perse tempo a dirla. «Sorellina! Hai una cotta per una ragazza?» Domanda puramente retorica che venne accompagnata da una risatina indisponete che provocò al ragazzo un dolore al braccio dovuto al una sorta di pugno che Kate gli diede. «Sono innamorata di Josh, ricordi? Hai sempre pensato che io fossi lesbica, ma perché? Bah!» «Ehi, io non penso che tu sia lesbica. Dico solo che ogni volta che vedi Alex nuda diventi rossa e rimani su quel pensiero per ore, idem quando passano le fotomodelle in biancheria in TV. Ammettilo sorellina: le ragazze ti fanno eccitare quanto fanno eccitare me. Non c'è niente di male ad essere gay o bisex. Ricorda che: gay is okay!» Effettivamente le ragazze avevano sempre provocato in Kate reazioni che lei definiva strane perché erano simili a quelle che le provocavano i maschi. La cosa assurda era che per quanto lei fosse legata a Mike non aveva mai avuto il coraggio di confidarlo nemmeno a lui, era forse l'unico vero segreto che aveva. Ma lui lo sapeva lo stesso e anche se lei negò, la esortò a continuare il racconto della serata. «Beh questa ragazza, Jessica, si chiama così… Mi ha detto che la giacca che stavo per prendere era sua così le ho chiesto scusa e prendendo il mio giaccone me ne sono tornata da Luke e Alex. Quando poi siamo finalmente usciti l'ho rivista ed era con un ragazzo. Pensavo fosse il fidanzato, invece era il fratello gemello. Buffo, vero? Ieri però non lo trovavo buffo e potrei essermi messa a frignare davanti ad una decina di persone. Meno male che Alexis sa come calmare le mie crisi» Una risata divertita nacque sul viso di Kate facendo però spegnere ogni possibile sorriso di Michael. Non che al ragazzo non facesse ridere l'idea di sua sorella che si dimostrava una pazza, ma l'idea che stesse così male a causa sua lo mandava fuori di testa, tanto quanto la consapevolezza che l'aveva trattata di merda solo perché per una manciata di secondi aveva visto Alexis non come la solita bambinetta dai capelli biondi capace solo di criticare ogni sua mossa, ma come una donna bellissima e forte in grado di conquistargli cuore e cervello. 
Scuotendo il capo scacciò per l'ennesima volta quei pensieri che per tutta la notte l'avevano tormentato e tornò a concentrarsi sul racconto della sorella; «Insomma Jessie mi ha vista piangere e mi si è avvicinata, poi non ricordo granché: solo che ci siamo presentate, che mi ha presentato suo fratello e che mi ha detto che mi aveva vista a lezione di Diritto Penale anche se io non l'avevo notata...» «Okay Sis, ma come mai mi racconti di lei?» Era la domanda cruciale e lui lo sapeva bene, stava per cedere e lo percepiva. Non voleva il male di sua sorella, voleva solo saperla felice e se la sua felicità fosse stata con una ragazza, allora perché non incoraggiarla a farsi avanti? Kate dal canto suo rimase paralizzata, anche lei come suo fratello sapeva che a quella domanda non avrebbe potuto rispondere con nient'altro che la verità e la verità una sola: «Credo mi piaccia Michael… Mi piace come mi piaceva Josh e la cosa mi terrorizza...» Portandosi le gambe al petto e circondandole con le braccia poggiò il mento sulle ginocchia e vedendola in quello stato così inerme e “piccola” Michael non poté fare a meno di mettere un braccio attorno alla sua vita e stringerla a sé. «E perché mai, baby? Avere una cotta è normale. Com'è che disse quella di quel programma stupido? “Le cotte fanno girare il mondo”. Quindi tranquillizzati e pensa che Taylor Swift scriverà una canzone su di voi!» Era riuscito ancora una volta a strappare un sorriso alla sua sorellina triste e spaventata e lei non poté fare a meno di chiedersi se almeno una volta era riuscita a ricambiare il favore, se era riuscita a farlo ridere nei momenti bui e riportarlo a galla quando stava affondando. Ma in quel momento decise di essere egoista, di essere piccola, di essere coccolata e rimase in silenzio stretta tra le braccia del fratello “maggiore”, che poi aveva solo 10 minuti più di lei, eppure se ne vantava continuamente. «Mikey… sai che stanotte hai detto una cosa interessante quando mi hai vista?» Purtroppo per Mike il momento della verità era giunto anche per lui e un rosso sangue andò a dipingere le sue gote, le quali erano ben intonate al proprio maglione che non aveva ancora avuto il tempo di togliere. «Dimmi che non ti ho davvero scambiata per quella rompipalle e petulante ragazzina bionda che odio con tutto me stesso, per favore...» «Sei cotto di lei vero? Da quanto? Perché non me l'hai detto?» «Mi vergognavo, Katie. Che figura ci faccio? Passo una vita a darle della stronza e poi me ne infatuo? Non so che mi sia preso, lo giuro. Ti basta sapere che ieri sera ho mandato a fanculo Lisa Miss Maglietta Bagnata!» Scuotendo il capo in segno di pura disperazione Michael nascose il viso nei capelli della sorella, la quale schiudendosi piano aprì le braccia per stringere il fratello maggiore così da poter ricambiare le coccole da poco ricevute. «Siam messi male fratello. Siamo messi proprio male!» «Ma tu guarda se una delle uniche volte che siamo d'accordo è su un argomento così tragico!» Scoppiando entrambi in una fragorosa, divertita e gioiosa risata i due ragazzi strofinarono il naso l'uno contro l'altro.  
«Cazzo Mike io ho sonno! Torniamo a dormire? Guarda ti lascio anche il letto, dormo in quello di Lucas. Basta che prima di mezzogiorno non mi svegli» Continuando a ridacchiare Katherine si alzò dal letto di Michael e chiuse le tapparelle della camera così che tornasse buia e andò a mettersi sotto le coperte del letto dell'amico di sempre.
Forse era perché per la prima volta avevano detto ad alta voce i loro sentimenti, forse era perché avevano fatto pace o ancor più semplicemente si erano svegliati di buon umore, ma sia Michael che Katherine si riaddormentarono in pochi minuti con un gran sorriso sulle labbra, come se avessero entrambi la consapevolezza che da quel momento le loro vita avrebbero preso una piega diversa, migliore... forse felice.
  
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