Cinque anni dopo.
Hiccup era appena tornato dal giro di ronda attorno all'isola, insieme a Moccicoso e Gambedipesce. I loro draghi si erano posati sul suolo della piazza centrale e stavano scendendo dalle selle, quando due bambini, una femmina di cinque e un maschio di tre anni, andarono incontro, rispettivamente, a Hiccup e Moccicoso, correndo. Dietro di loro, le rispettive madri, Astrid e Testa Bruta, li raggiunsero, la prima tenendo in braccio un altro bambino, di un paio d'anni.
I due uomini presero in braccio i figli e baciarono le mogli, andando verso la casa del capo.
"È andata bene la ronda?" domandò Astrid, andandosi a sedere a capotavola e lasciando i figli liberi di giocare, insieme al bambino di Moccicoso e Testa Bruta.
"Sì, capo." rispose Moccicoso, mentre tutti si sistemavano attorno al tavolo "Nulla da segnalare."
"Qui tutto bene, piuttosto?" chiese Hiccup, sistemandosi accanto alla moglie "Qualche drago ha dato in escandescenze in mia assenza?"
"Nulla di ingestibile, tranquillo." lo rassicurò Astrid "Abbiamo passato tutto il tempo a casa, ho fatto compagnia a Bruta, visto che non può muoversi molto."
"Beh, ormai manca poco." ammise Moccicoso, carezzando il pancione della moglie "Non può andare troppo in giro."
"Ma io qui mi annoio..." si lamentò la giovane, spostando malamente la mano del compagno.
"Beh, magari quando sarà nato e sarà abbastanza grande per spostarlo si potrebbe andare tutti a visitare la tana dell'Alfa." propose Hiccup "È un po' che non vado a trovarlo, e ammetto che mi manca..."
"È normale, tesoro." rispose Astrid, comprensiva, prendendogli la mano "È pur sempre il posto dove sei cresciuto."
Il giovane stava per rispondere, ma venne interrotto da una lite improvvisa tra Valka e Tufetto, il figlio maggiore di Moccicoso e Bruta. I quattro adulti si voltarono verso i bambini, impegnati in una baruffa, mentre il piccolo Stoick li ignorava, continuando a giocare con il Terribile Terrore di casa, ignorando la sorella e il cugino.
I due uomini richiamarono l'attenzione dei figli, che smisero di litigare e corsero da loro.
"Mi ha tirato i capelli!" si lamentò la bambina, indicando Tufetto.
"Mi ha rubato il gioco!" replicò il bambino, piagnucolando.
Moccicoso e Hiccup si scambiarono uno sguardo, sospirando.
"Ascoltate, bambini..." disse il castano "Non dovete litigare. Si può risolvere tutto parlando, sapete?"
"Inoltre, se ora litigate, cosa farete quando sarete sposati?" continuò il moro, scompigliando i capelli del figlio "Voi due siete promessi, sapete?"
"Io non voglio sposare quello!" protestò Valka.
"Non è nulla di vincolante, signorina." la rassicurò il padre "Ma passerà ancora un bel po'di tempo prima che questo succeda, possono succedere un sacco di cose. Anche io e la mamma eravamo promessi, sai? Solo che io poi sono stato portato via e mi credevano morto, ma poi sono tornato e mi sono innamorato di lei."
"Lui non mi piace!" insistette la piccola, mettendo il broncio "Non lo voglio come fidanzato!"
Hiccup sospirò. La figlia era davvero testarda come un Incubo Orrendo selvatico.
Quindici anni dopo.
Era grande festa a Berk, si stava per celebrare un importante matrimonio.
Hiccup era emozionato, perché a sposarsi sarebbe stata sua figlia, e ora la stava accompagnando all'altare, dal suo sposo, Testa di Tufo Jorgenson, figlio di Moccicoso, diventato un bel giovanotto di 18 anni.
Camminava lento, tenendo tra le mani la spada di suo padre, che avrebbe scambiato durante la cerimonia con quella portata dallo sposo, e si voltò verso la figlia.
La ventenne indossava lo stesso abito usato, venti anni prima, dalla madre, e le stava a pennello.
Eh, sì, proprio così: Valka era incinta. Aspettava un figlio da quel giovane che da piccola non sopportava, ma che ora amava alla follia, dopo che i due giovani, arruolatisi insieme nella Cavalleria di Berk, a seguito di uno scontro, si erano dispersi e a avevano dovuto badare a sé stessi per più di un mese, e quando erano tornati non erano più gli stessi, erano cambiati, rivelandosi maggiormente uniti e innamorati.
Ma questa è un'altra storia.

Fine