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Autore: Vicarious10    01/02/2015    2 recensioni
Durante il matrimonio dei suoi più cari amici, Sonic non avrebbe mai pensato che la minaccia più grande che avesse mai affrontato stava per incombere sulla sua vita. Lui e i suoi compagni di avventura si ritroveranno ad essere impotenti per la prima volta nella loro vita di fronte alla guerra più grande di tutte. L'unica speranza risiede nell'aiuto di un misterioso alleato, l'unico in grado di prevedere le mosse del nemico.
La battaglia per la sorte di Mobius sta per cominciare.
Uniti o divisi, niente sarà più come prima.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.

Assalto a Angel Island


Tra tutti quelli che aveva conosciuto nel corso degli anni, Sonic the Hedgehog poteva dire di essere stato veramente sbalordito di fronte a solo uno di questi. Aveva sedici anni quando lo incontrò, durante quella che ricordava essere una noiosa giornata di inizio estate. Già all’epoca aveva perso l’abitudine di girovagare senza meta per il mondo, stabilendosi nella sua terra di origine, Il Regno degli Acorn, rimanendo più in contatto con le persone care. Mentre correva come suo solito sulle spiagge della costa ovest del paese, un grande bagliore lo fece deviare dalla sua traiettoria, per evitare uno scontro con qualsiasi cosa fosse stata la causa di quel fenomeno. Alzatosi da terra dopo una lieve caduta, volse lo sguardo verso un mobiano della sua stessa specie. Aveva la pelliccia bianca, con degli aculei posti all’apparenza in modo del tutto simmetrico. Aveva degli strani segni circolari sul palmo di entrambe le mani che emanavano una leggera luce. Fu l’inizio di una delle sue più bizzarre e colossali avventure la cui fine gli diede l’amicizia di quello sconosciuto.
Si chiamava Silver the Hedgehog ed era arrivato lì dal futuro. Nel suo tempo viveva in un continente conosciuto come Terranova ed era un membro della Timeline Security, ovvero un’organizzazione di mobiani dai poteri straordinari il cui compito era quello di evitare che i criminali del loro presente tornassero nel passato per cambiare irrimediabilmente la storia di Mobius. In quella prima occasione, l’avversario che dovettero affrontare fu Eggman Nega, un androide il cui carattere e intelligenza erano basate sull’arcinemico del riccio blu, creato da una setta di scienziati pazzi adoratori di quello che per loro era il vero eroe di Mobius. L’androide era tornato in quel tempo per aiutare il Dr. Eggman a conquistare definitivamente il pianeta, non sapendo però che era stato seguito a ruota da Silver. Aveva la stessa età di Sonic ai tempi, rivelando tra l’altro che quella era la sua prima missione ufficiale e che era comunque pronto a tutto per impedire la distruzione del suo tempo. Dopo quei fatti, il riccio argentato riportò con se Eggman Nega, facendo la promessa che, se un giorno avessero avuto bisogno di lui, sarebbe tornato ad aiutarli. Promessa che mantenne con successo nel corso degli anni, quando qualche pericoloso criminale evaso dalla prigione nel futuro si presentava con cattive intenzioni. Riusciva a compiere quei viaggi temporali tramite una pietra chiamata Chronos Emerald, la cui creazione risale alle remote epoche dei loro antenati. Aveva anche la capacità di manipolare il potere degli Smeraldi del Chaos, ma, al contrario di Sonic e Shadow, non possedeva una supervelocità. Aveva il dono della telecinesi, permettendogli cose come il controllo degli oggetti o persone circostanti e la capacità di volare. Era un ragazzo molto più serio del riccio blu, ma entrambi condividevano un’evidente sensibilità verso chi gli stava intorno e un innato senso di giustizia. Sonic poteva definirlo a tutti gli effetti una degli amici più sinceri e leali che avesse mai avuto, rivolgendogli i suoi pensieri più di una volta. Infatti, mentre ripercorreva a mente le sue avventure con quel guerriero proveniente dal futuro, si ritrovava per l’ennesima volta a farsi domande su di lui, anche se in circostanze del tutto differenti.
Erano le 7 e 40 e ormai erano tutti stati svegliati da Amy e dal suo volto evidentemente sbalordito e shockato. Non ebbero nemmeno il tempo di preparasi a causa della curiosità, rimanendo nei loro pigiami ad ascoltare il breve annuncio del loro supersonico amico.
Dobbiamo andare immediatamente da Knuckels aveva detto senza alcuna esitazione e con sguardo serio.
Senza lasciargli il tempo di fare domande, il riccio gli mostro la prova decisiva che il gatto di nome Cable era veramente chi diceva di essere. Il gruppo rimase piuttosto interdetto alla vista della foto, non capendo esattamente che significato potesse avere per loro un oggetto visto e rivisto miriadi di volte. Era troppo malridotta per sembrare l’originale, questo era vero, ma non gli sembrò nulla di sconvolgente.
-Sonic.. credo che tu abbia bisogno di schiarirti le idee-
La prima a parlare fu Bunnie, pensando sicuramente di stare parlando a nome di tutti.
-Che intendi dire?- chiese il riccio.
-Voglio dire che ti stai facendo prendere dal panico. È solo una foto, non significa nulla-
-Cosa? Guardala Bunnie! È la nostra foto!- protestò.
-No che non lo è. È solo un duplicato rovinato apposta per confonderci- concluse la ragazza coniglio.
-Sono d’accordo con Bunnie- intervenne Rob.
Il riccio blu li guardò entrambi sbalordito dal fatto che non riuscissero a capire la gravità della situazione.
-Credo che Shadow avesse ragione: quel tipo voleva solo prenderci in giro per chissà che cosa. Magari è un alleato di Eggman e vuole liberarlo dalla prigione, oppure è un altro degli psicopatici amici di Scourge pronto a farci la pelle- ipotizzò Bunnie.
-Oppure viene davvero dal futuro ed è qui per fermare una catastrofe!-
Il modo in cui Sonic espresse il suo disappunto era molto simile ad un urlo di rabbia. Accanto a lui, Amy non proferiva alcuna parola. Inizialmente anche lei pensò che quella fotografia potesse provenire davvero dal futuro, ma dopo aver sentito le ipotesi della sua amica sembrò essersi convertita alla sua opinione. Tails era l’unico di cui non si riusciva a capire la propria opinione. Rimaneva zitto al suo posto a squadrare il ricordo della sua prima vera festa di compleanno. Anche Cream era in disparte a quel conflitto a parole, non riuscendo a trovare una risposta a quella situazione.
-Calmati. Non hai chiuso gli occhi nemmeno per un momento, è normale che quel che ha detto quel gatto ti abbia fatto andare in paranoia- disse Rob cercando di rassicurarlo.
-Ok, sentite: non ci costa niente salire sul Tornado e andare a fare un salto a Angel Island. Andiamo a controllare e basta. Se avete ragione voi, vi farò una maledetta statua d’ora a Station Square, ma se ho ragione io..-
-Se hai ragione tu!? Sonic, ti rendi conto di cosa diavolo stai dicendo? Non puoi aver ragione tu perché è impossibile che sia così! Silver è l’unico che può andare avanti e indietro nel tempo e se anche ci fosse qualche problema sarebbe stato lui in persona ad avvertirci. E poi non possiamo andare a Angel Island senza un permesso del Re o che qualcuno la stia veramente attaccando!-
Sonic venne colpito in pieno dalle parole di Bunnie, che cercava in tutti i modi di far ritornare alla ragione il suo amico. Era più che convinta delle sue affermazioni e non riteneva possibile che potessero essere smentite.
-Che vadano al diavolo i permessi, dobbiamo andarci ora! Cable non avrebbe potuto duplicare la nostra foto senza venirsela a prendere qui alla base ed è impossibile che sia successo visto le diavolerie che Tails ha progettato come antifurto. Quella sul tavolo è la nostra foto e viene dal futuro insieme al gatto che adesso, a causa di quell’idiota di Shadow, sta marcendo da qualche parte in una prigione del G.U.N.!-
L’aumento del tono di Sonic stava preannunciando lo scoppio di una lite fra lui e la ragazza mentre Amy e suo cugino cercavano di calmarli.
-Adesso basta! Calmatevi entrambi! Se c’è davvero qualche problema non dovremmo stare qui a litigare come dei pazzi- esclamò la riccia.
-È quello che sto cercando di dirvi!- protestò Sonic.
La ragazza gli lanciò un occhiataccia per farlo stare zitto, per poi rivolgersi verso Tails.
-Tails, connettiti al codec sul tuo orologio e contatta Knuckels-
La volpe fece cenno di si con la testa, portando il polso a cui era attaccato il suo codec all’altezza della bocca.
Sonic e Bunnie si lanciarono uno sguardo di intesa, dandosi a mente degli idioti per non averci pensato prima. Incredibilmente era stata la persona più nervosa del gruppo a calmare le acque.
-Scusatemi.. io..-
-Tranquillo- lo interruppe Bunnie -Rimanda le scuse a quando capirai di avere torto-
Il riccio ha sempre pensato che la ragazza fosse brava a fare commenti dal tono acido, ma in quel momento li trovò del tutto fuori luogo oltre che irritanti, soprattutto se erano rivolti nei suo confronti. Non lo faceva apposta, ma non gli andava giù il fatto che i suoi amici non condividessero con lui la consapevolezza che qualcosa di molto brutto stesse per accadere. Si sentiva l’unico ad averlo capito mentre risentiva la voce di Cable rimbombargli in testa.
-Ragazzi, c’è qualcosa di strano- proferì Tails dopo aver cercato di contattare Knuckels tramite il suo codec.
Tutti si voltarono verso di lui di scatto.
-Non riesco a chiamare Kncukels, c’è una specie di interferenza..-
-Che significa?- chiese titubante Cream.
-Sembra che una specie di segnale sconosciuto stia deviando del tutto la chiamata- spiegò la volpe, la cui preoccupazione cominciava ad aumentare.
Il riccio blu si girò verso la ragazza coniglio in attesa di una sua eventuale risposta di protesta.
-Magari è per via del Master Emerald..- disse Rob.
-Sai che non è così- lo interruppe Sonic.
Detto questo, il ragazzo si avviò fuori dalla cucina dove erano riuniti. Tutti capirono che si stava dirigendo alla sala di lancio del loro velivolo.
-Muovetevi a prepararvi- disse con tono serio.
-Fermati! Non riusciamo a contattare Knux, e allora? Non significa niente!-
Bunnie lo seguì, bloccandolo per la spalla con il suo braccio robotico.
Sonic sentì la presa d’acciaio stringersi lievemente, sentendo l’irritazione della sua amica.
-Cerca di ragionare. Non possiamo andare a Angel Island senza nessun preavviso. Verremo fermati dai soldati per aver infranto il divieto imposto dai saggi-
-Ok, se le cose stanno così ci andrò da solo. Non volete venire con me? Nessun problema, ma non rimarrò qui con le mani in mano senza avere la conferma definitiva che forse mi sono fatto davvero prendere in giro da un tizio qualunque-
Detto questo, Sonic si divincolò dalla presa, percorrendo il corridoio che portava al retro della base dove era custodito il Tornado.
Bunnie, offesa, lo guardò andarsene, mentre Rob, Amy, Tails e Cream si guardarono tra di loro confusi.
-Va bene..- cominciò la ragazza coniglio -Prepariamoci ad avere di nuovo guai con gli echidna-

Qualche minuto prima che il diverbio tra i membri dei Freedom Fighters ebbe inizio, un altro scontro era cominciato fra le mura di uno stabilimento del G.U.N. al confine di Emerald Town. In questo caso, però, il combattimento in questione va preso nel significato principale del termine.
Un riccio nero e un gatto dai lunghi artigli d’acciaio si squadravano in un breve lasso di tempo dopo un tagliente scambio di parole nella sala di decollo degli aerei militari.
Con i pugni avvolti dall’energia del Chaos Control, Shadow the Hedgehog sogghignava alla vista di un nuovo avversario da combattere. Per troppo tempo era rimasto senza una sfida che mettesse alla prova le sue capacità e, finalmente, il destino sembrava avergli regalato una grande soddisfazione.
Dall’altro lato, lo straniero di nome Cable non vedeva niente di soddisfacente in quel momento. Non poteva perdere tempo e non avrebbe nemmeno dovuto trovarsi in quella situazione, ma dovette accettare a malincuore quello che per lui era un ingrato scherzo del fato. Il suo avversario era un essere immortale dalle capacità fuori dal comune, ma non si sarebbe fatto scrupoli per questo. Doveva metterlo al tappeto il prima possibile per poter raggiungere Angel Island o le conseguenze sarebbero state catastrofiche.
Come un fulmine, il riccio nero scattò verso il suo avversario arrivando al suo fianco. Il gatto non fece in tempo a voltarsi verso di lui quando un pugno lo prese in pieno volto, spezzando senza sforzi la sua guardia. Shadow sorrise quando lo vide indietreggiare, ma dovette ricredersi dopo averlo visto in volto. Cable gli ringhiò contro mentre un piccolo rivolo di sangue usciva dalle sue narici.
Prima ancora che potesse schernirlo, il riccio dovette indietreggiare in fretta per evitare i colpi del rivale. Aveva anche lui una velocità impressionante nell’attaccare, che aggiunta al pericolo che rappresentavano le lame sulle sue mani rappresentava una minaccia da non prendere alla leggera.Dopo averlo bloccato saldamente per i polsi, Shadow tirò una potente testata contro il gatto, sentendo di aver spezzato ulteriormente il suo orientamento.
-Tutto qui quello che sai fare?- chiese sarcastico il riccio nero.
Per tutta risposta, una violenta ginocchiata arrivò sulla sua pancia, per poi essere colpito da una gomitata altrettanto devastante in pieno volto. Prima che gli artigli di Cable potessero raggiungere il suo addome, Shadow saltò all’indietro colpendolo sul mento con un calcio, noncurante del dolore subito dagli attacchi precedenti.
Appena toccò terra, il riccio partì con uno Spin Dash verso il felino, colpendolo in pieno e scaraventandolo lontano da lui contro uno degli aerei parcheggiati. Mentre il suo avversario si rialzava in piedi, il riccio  preparò una Chaos Spear, puntandola in direzione del gatto.
-Sei un maledetto idiota..- sibilò Cable.
Shadow lanciò il colpo elettrico, come per dargli un’indifferente risposta che mettesse fine a quello scontro.
Con sua grande sorpresa, però, il gatto falciò la saetta con i suoi artigli, scattando verso di lui con fare  iracondo. Appena fu abbastanza vicino, il riccio tirò un calcio rotante all’altezza del volto che venne prontamente evitato dal rivale. Per un soffio evitò l’ennesimo fendente dei suo artigli, costretto quindi ad indietreggiare in fretta. Senza un attimo di tregua, Cable tirò un colpo dal basso con il braccio sinistro facendo saltare il riccio per evitarlo. Poco prima che l’agente del G.U.N. toccasse terra, l’avversario sferrò un calcio che lo colpì alla gola, facendolo stramazzare al suolo poco distante da lui.
Gli saltò immediatamente addosso, bloccandogli le braccia con le ginocchia e puntandogli al volto gli artigli.
-Io non voglio questo. Non capisci? Stiamo perdendo tempo!- esclamò guardandolo negli occhi.
Trovandosi quelle affilatissime lame vicine agli occhi, Shadow mantenne un calma glaciale, caricando di nuovo una scarica elettrica dalle sue mani.
-Devi fare meglio di così per spaventarmi- commentò elettrificando il gatto. Non appena fu libero, colpì il nemico al petto, togliendogli abbastanza fiato da stenderlo a terra.
-Knuckels morirà per colpa tua, dannazione!-
Mentre gli ringhiava contro, Cable si rialzò massaggiando il punto dove era appena stato colpito.
-Basta!-
Stanco di quelle patetiche avvertenze, Shadow si buttò contro l’avversario che, a sua volta, lo respinse via con una gomitata allo stomaco. Deciso a finire quella battaglia, il riccio nero tirò a sé Cable afferrandolo di nuovo per i polsi, facendo leva sulle gambe per lanciarlo contro la parete accanto a loro con tutta la sua forza. Gli corse di nuovo incontro, colpendogli la mascella con un calcio rotante. Fece per tirare a sé la gamba quando Cable gliela afferrò facendogli perdere l’equilibrio.
Quando venne sbattuto anche lui contro il muro, Shadow dovette riconoscere che quell’essere, pur essendo un infido bugiardo, era davvero un instancabile combattente proprio come aveva pensato.
Quando sentì la gamba libera dalla stretta di poco prima, il riccio scattò in piedi con un colpo di reni, trovandosi quei letali artigli puntati contro. Più veloce che poté, fece un balzo verso sinistra per allontanarsi.
Con lo sguardo vide tre lievissimi tagli sull’addome. Volse di nuovo l’attenzione verso quello che era appena diventato per lui un odiato antagonista, notando nei suoi occhi qualcosa di diverso.
Non avevano più la concentrazione di poco prima. Qualcosa che sembrava un’indomabile fuoco dentro di lui aveva preso il controllo. Anche la postura era leggermente diversa: si stava incurvando su se stesso, con la testa rivolta verso il basso e le braccia tese.
Dall’altro lato, anche Cable aveva notato un cambiamento simile nel riccio nero. Non si curava minimamente delle ferite che gli aveva procurato e aveva un’espressione d’ira totale mentre lo squadrava.
Suonò un campanello d’allarme nella mente di entrambi.
Shadow non stava più combattendo per dimostrare una vaneggiante supremazia mentre il gatto non lo stava più affrontando per stordirlo e scappare in direzione del suo obiettivo primario.
Volevano uccidersi e avrebbero fatto uso di tutte le loro forze per completare questo compito.
Infastidito, il riccio nero prese parola per primo.
-Preparati a raggiungere la tomba-
-Smettila con le minacce e passa ai fatti- ringhiò Cable in risposta.
Si buttarono entrambi l’uno contro l’altro nello stesso momento, cominciando un intenso scontro corpo a corpo. Con la velocità che lo aveva sempre caratterizzato, Shadow scagliò una serie di pugni contro il nemico, sentendo i suoi guanti macchiarsi di sangue. Come controffensiva, il gatto spezzò quella catena con un colpo dal basso, facendo indietreggiare il riccio e riuscendo solo a colpirlo di nuovo di striscio sul petto.
Shadow ripartì di nuovo alla carica, abbassandosi per sferrare un potente calcio alle gambe dell’avversario.
Non appena questo cadde a terra a pancia in su, il riccio gli saltò immediatamente addosso afferrandogli il collo con entrambe le mani. Cable, con altrettanta velocità, ritrasse gli artigli dentro le braccia e puntò i pugni chiusi contro il petto del rivale.
Lo sguardo di entrambi si incrociò, trovandosi in una situazione dal fatale pericolo per entrambi.
Shadow avrebbe potuto spezzare la colonna vertebrale del gatto facendo ricorso a tutta la sua forza, mentre Cable avrebbe potuto infilzare mortalmente il suo cuore con un gesto altrettanto semplice.
-Sei stato bravo, però ora è finita. Arrenditi- gli intimò il riccio nero.
-Anche se sei veloce, rimarresti comunque fregato se solo osi muovere un muscolo. Ho gli artigli puntati contro di te e non ci metterei nulla ad estrarli per farti a pezzi-
Un’altra cosa che l’agente del G.U.N. dovette irrimediabilmente riconoscergli era che aveva molto coraggio. Poche volte si era ritrovato ad affrontare un simile combattimento e, quasi sempre, l’avversario non aveva mai niente a che fare con la vera minaccia. Cable combatteva con grande valore, proprio come lui aveva sempre fatto. Quella somiglianza gli diede ulteriormente i nervi, sentendosi in bilico tra la vita e la morte.
-Dimmi chi sei e perché sei qui- sibilò furioso.
-Sai una cosa? Mi sono rotto di sentirmi fare questa domanda. La situazione ora è questa: o tu mi uccidi e assisti alla morte di tutti i tuoi amici oppure..-
-Oppure cosa!?- urlò Shadow interrompendolo.
-..oppure mi lasci andare e mi aiuti a fermare la fine del mondo -
Il riccio nero rimase interdetto da quella proposta. Anche dopo quel violento scontro, anche mentre stavano per uccidersi l’un l’altro, gli aveva fatto quella richiesta con gli occhi colmi di determinazione.
La furia di entrambi si era placata lentamente, mentre nella mente di Shadow si faceva largo un’idea che fino a qualche minuto prima avrebbe ritenuto impossibile.
Se avesse davvero ragione?
Mentre se lo chiedeva, notò che Cable aveva abbassato le braccia.
-Dicono che hai abbastanza fegato da correre il rischio dei tuoi errori. Ora però voglio che tu ti chieda questo: “mi sento abbastanza fortunato?”-
Con quella parole, il gatto diede a Shadow l’impressione che gli stesse leggendo nel pensiero.  Cosa avrebbe dovuto fare comunque? Non aveva la certezza che, non appena lo avesse liberato, quello sconosciuto non avrebbe riprovato ad attaccarlo, eppure sentiva una domanda farsi strada nella sua testa. Nessuno dei farabutti che aveva affrontato possedeva una forza così grande nel combattimento. Solo chi era mosso da una giusta causa più grande di lui era degno di un simile spirito e Shadow lo sapeva bene. Non era per questa grande ragione che aveva accettato di unirsi al G.U.N.? Per aiutare e proteggere nell’ombra gli innocenti che lo circondavano?
Alla fine, quasi inconsapevolmente, pronunciò dentro di sé quella fatidica domanda.
Mi sento abbastanza fortunato?
Cosa sarebbe successo se lo avesse ucciso? Dopo aver visto il fuoco che bruciava dentro Cable mentre evitava i suoi artigli era ancora sicuro che fosse solo un impostore? Poche volte si era ritrovato ad un bivio simile, morso dall’incertezza e dal dubbio che tutto quello che aveva pensato in precedenza fosse tutto uno sbaglio. Proprio come anni addietro, quando Sonic e i suoi amici lo aiutarono a mettersi sulla retta via, capì che qualsiasi cosa stesse succedendo era troppo grande per lui. Così, come tutte le rare volte in cui non riusciva a trovare una risposta, sotto gli occhi del suo interlocutore, decise di agire d’istinto.
Tolse le mani dal collo di Cable per poi alzarsi lentamente tenendo lo sguardo puntato su di lui. Quando si rimisero entrambi in piedi, si lanciarono una reciproca occhiata interrogativa.
-Mi credi?- chiese il gatto.
Il riccio non seppe cosa rispondere, ma venne salvato in tempo da una figura amica appena uscita dall’ascensore.
Rouge the Bat smise di avvicinarsi al suo compagno quando capì chi era la seconda figura di fronte a lui.
-Shadz?-
Stava quasi per chiamare i rinforzi quando Shadow la fermò con un gesto della mano senza distogliere lo sguardo.
-Non so chi tu sia e non so nemmeno se sono davvero disposto a crederti, ma per ora voglio fidarmi di te. Ti avverto, però, che se osi soltanto pensare al momento più opportuno per colpirmi alle spalle o per scappare non ci sarà niente e nessuno che potrà proteggerti da me. Sono stato chiaro?-
A quella risposta, Cable gli volse le spalle, lasciando il riccio nero interdetto.
-Se falliamo, non ci sarà niente e nessuno che potrà salvarci da lui- disse mentre si avvicinava ad uno degli aerei.
-Qualcuno vuole spiegarmi cosa diavolo sta succedendo?- sbottò Rouge, lasciata distrattamente in disparte.
-Succede che portiamo il prigioniero ad Angel Island- fu la secca risposta di Shadow dopo essersi girato verso di lei.
-Cosa? Sei impazzito! Non abbiamo il permesso né di portarlo via da qui e nemmeno di recarci a..-
-Risparmia il tuo ammonimento, Rouge. Non sei mai stata una tipa che rispettasse le regole. Avvertiremo il G.U.N. quando saremo arrivati-
-Perché dovremmo andare lì? Non hai detto che quel tipo era un bugiardo?-
Udita la domanda della ragazza, Cable si girò verso di lei, guardandola come se si stesse trattenendo per la fretta.
-Ok, tesoro, ora ti spiego. Ho fatto a botte con il tuo amico per convincerlo, perdendo già fin troppo tempo, perciò non rimarrò qui un altro minuto di più a cercare di spiegarti quale razza di inferno si sta per abbattersi sugli echidna. Quindi, ho ti fidi di me come ha fatto lui o te ne stai qui al riparo mentre degli innocenti vengono massacrati. Chiaro il concetto?-
Offesa dal tono aggressivo delle sue parole, la ragazza digrignò i denti per quella mancanza di rispetto, riconoscendo che quello straniero non solo le dava i nervi, ma che dimostrava un carattere simile a Shadow seppur con qualche piccola differenza.
-Parla, cosa sta per succedere agli echidna?- chiese il riccio nero.
Mentre il gatto aprì con forza l’entrata di un velivolo militare a tre posti e di media grandezza, sentì un profondo senso di sconforto nel sentire quella domanda così dritta al punto.
-Stanno per uccidere più di 60.000 di loro-

Alla fine, Cable era riuscito a convincere il più diffidente degli eroi di cui Silver gli aveva sempre raccontato, avviandosi finalmente verso l’isola fluttuante per impedire l’avvento di un futuro catastrofico, ma, nonostante in cuor suo sperasse che tutto questo non fosse ancora cominciato, quando sarebbe finalmente arrivato a destinazione avrebbe cambiato totalmente umore e idea. Tra le mura della stanza principale del tempio dove, sopra una piramide, era custodito il Master Emerald, l’echidna rossa conosciuta come Knuckels si lanciava furibondo contro l’essere più inquietante che avesse mai visto. La mastodontica lince nera rimase sorridente a guardarlo, venendo travolto dalla furia e dalla potenza del guardiano dello smeraldo gigante. Un solo pugno da parte sua bastò a scaraventarlo a terra, dando all’eroe di Echidnapolis la piena libertà di massacrarlo. Senza dargli il tempo di riprendere fiato, Knuckels affondò il piede nel volto del mostruoso straniero, sentendo il pavimento sotto di loro rompersi come una cristalliera. Seguì una serie di pugni rivolti allo stomaco, mentre dei soffocati gemiti di dolore arrivarono alle sue orecchie. La soddisfazione che ottenne nel percepire i chiodi dei suoi guanti mentre bucavano la carne del nemico placò per un attimo la sua rabbia, rivolgendo la sua attenzione al volto.
Sbarrò gli occhi sorpreso nel apprendere che, con un’espressione tra il divertito e il sofferente, la lince non aveva smesso di sorridere. Knuckels riprese subito l’opera, scagliando un unico e poderoso pugno sulla sua mascella. Poi, dopo avergli stretto il braccio sinistro, mise tutta la forza che aveva nelle gambe per scaraventarlo di nuovo lontano da lui. Dopo l’impatto, rimase con il fiatone ad osservare la cortina di polvere che si era sollevata nell’aria. Ritornò il silenzio intorno a lui, rendendosi conto di essere circondato dai cadaveri del suo piccolo gruppo di soldati. Avevano tutti un’espressione sofferente, macabramente ornata dal sangue sui loro corpi tumefatti. Volse poi l’attenzione sulle sue mani, guardando le macchie nere che gli coprivano i guanti.
Doveva essere il suo sangue, pensò il ragazzo.
-Oh.. sei stato davvero.. fantastico!-
Il suono cupo di quella voce mise di nuovo Knuckels sulla difensiva, tornando a guardare con odio il suo avversario.
Mentre si alzava, un liquido nero gli usciva ininterrottamente dalla bocca, dando ai suoi denti affilati un aspetto ancora più terrificante.
-Voglio sapere chi sei! Che sei venuto a fare qui!?-
Le urla di rabbia dell’echidna sembrarono non interessare minimamente alla bestia nera, ormai di nuovo in piedi senza il minimo segno di dolore.
L’espressione del suo volto cambiò radicalmente, divenendo in un certo senso più reale, ma non per questo meno paurosa.
-Sei riuscito a farmi molto, molto male. Avevo ragione a dirgli che mi sarei occupato solo io di te. È più divertente del previsto-
Che razza di discorso sta facendo? fu la domanda che Knuckels si pose a mente.
-Di che diavolo parli!?- provò a chiedergli.
-Adesso però sono io a volerti chiedere una cosa: ce l’hai messa tutta?-
Quella domanda così bizzarra non aveva alcun senso per il guardiano, che nel frattempo non accennava minimamente ad abbassare la guardia.
-Intendo: hai usato tutta la tua forza nel colpirmi?- spiegò notando l’espressione confusa dell’echidna.
-Stai cercando di farmi arrabbiare di più!?- tuonò Knuckels.
-No, voglio solo sapere se mi ha colpito con tutta la tua forza o se ti sei limitato. Voglio che tu sia assolutamente sicuro di averlo fatto, così la tua reazione sarà ancora più divertente per me-
Appena la lince finì di parlare, l’ira prese di nuovo il sopravvento sull’echidna, facendolo lanciare con più foga di prima verso il suo assurdo interlocutore. Caricò un pugno più forte dei precedenti, lasciandosi prendere dalla foga del momento, tenendo gli occhi aperti per non perdersi un solo attimo della sua prossima vittoria.
Quando però la lince fermò con la mano quel pugno, ogni traccia di coraggio e rabbia sparì dai suo occhi, lasciando il posto alla consapevolezza che qualcosa di orrendo stesse per incombere sulla sua vita.
-Ecco, era proprio quello di cui parlavo- sibilò il mostro.
Knuckels venne travolto da un suo gancio come se fosse stato investito da un treno, venendo lanciato di nuovo dentro la stanza dello smeraldo. Avvertì un doloroso bruciore sul volto, una sensazione che gli era molto familiare. Si tirò faticosamente in piedi, mentre una voce gli fece visita nella sua testa: la voce disperata di Cable quando aveva provato ad avvertirli. Se fosse stato abbastanza lucido in quel momento, l’echidna si sarebbe maledetto per non aver preso quelle parole come una verità effettiva. Chiunque fosse, qualcuno stava attaccando la sua casa, lontano dagli occhi e dall’aiuto dei suoi amici. Aveva la vista annebbiata per il dolore, riuscendo solo a vedere la mostruosa sagoma della lince avvicinarsi a passo lento.
-Che ne dici adesso, Knuckels? Sei ancora tu il più forte di tutti?-
Quell’assurda domanda nascondeva una sottile provocazione che Knuckels colse con rabbia, scaturita dalla sensazione di impotenza di fronte a una bestia che gli aveva quasi rotto la testa con un singolo pugno.
Barcollante, l’echidna strinse i denti e partì di nuovo alla carica non appena la vista accennò di essere tornata alla normalità. Sferrò un gancio sinistro sull’addome dell’avversario, ottenendo solo una risata di scherno da parte sua. Ci provò di nuovo, ma la bestia fu più veloce di lui nel colpirlo, stendendo il guardiano con un sonoro montante.
-Avanti, che ti succede? Non hai detto che me l’avresti fatta pagare?-
Knuckels sentì il sapore del suo stesso sangue in bocca, mentre il dolore si mischiava alla paura con la conseguenza di renderlo quasi immobile. Steso sul pavimento, sentì il cuore battergli forte in petto mentre la mano del suo carnefice si avvicinava a lui. Venne tirato su per il braccio sinistro, trovandosi faccia a faccia con il mostro. I suoi occhi violacei trasmettevano una sensazione di terrore, mentre la sua bocca si aprì di nuovo per l’ennesima derisione.
-Non devi sentirti triste per questo. In tanti ci hanno provato, ma nessuno di loro ci è riuscito. Ho solo un’ultima  curiosità che voglio togliermi-
Mentre lo fissava, Knuckels  cercava di nascondere la propria paura con tutta la forza rimastagli. Deciso a non darsi ancora per vinto, sferrò un ultimo pugno dritto sul volto della bestia. Questa volta, però, era come se avesse colpito un pezzo d’acciaio.
La creatura tornò a sorridere, gelando il sangue della sua vittima.
-Voglio vedere quanto sono  dure le tue ossa-
Con una forza immane, la lince nera strinse la presa sul braccio di Knuckels, crogiolandosi nel sentire le urla del guardiano. Pensò che quello era il suono più dolce e melodioso che avesse mai udito mentre percepiva l’arto cominciare a spezzarsi.
Knuckels  cercava di divincolarsi in tutti i modi, mentre alcune delle lacrime che cercò di trattenere scesero lungo le sue guancie, mischiandosi con il sangue. I suoi sensi impazzirono sotto quella morsa, riuscendo solo a riconoscere l’orrenda risata della bestia.
Quando le forze stavano ormai per venirgli meno, la presa scomparve improvvisamente. La bestia venne colpita sulle tempie da un calcio, barcollando all’indietro per il dolore. Tra lui e Knuckels, ormai steso a terra, vi era un’altra echidna dalla pelliccia rosa che imbracciava un fucile.
La ragazza puntò l’arma contro il nemico, ringhiandogli contro come non aveva mai fatto prima.
-Sta lontano da lui!- urlò Julie-Su mentre gli scaricava il caricatore addosso.
La potenza dei proiettili costrinsero il nemico ad indietreggiare considerevolmente, sentendo aprirsi mille ferite sul suo petto. Quando il rumore degli spari cessò, la ragazza si voltò con gli occhi colmi di lacrime verso il fidanzato. Sapeva che doveva mantenere la promessa fattagli quando si erano conosciuti anche quel giorno.
-Knuckels.. cosa ti ha fatto?- disse disperata mentre si inginocchiò accanto a lui.
-Julie.. scappa.. corri a chiamare.. aiuto..- disse Knuckels in un lamento pieno di dolore.
Mentre la ragazza gli teneva il volto fra le mani, la bestia alle sue spalle gli lanciò un’occhiataccia carica di nervosismo.
-Lurida stronza.. io odio essere interrotto!- tuonò la sua cupa voce in un terrificante urlo di rabbia.
-Stai lontano da lui!- tornata a squadrare quella bestia, Julie-Su buttò via il fucile e si preparò ad attaccare.
-Se hai tanta fretta di morire, ragazza, ti accontento subito-
La ragazza si lanciò contro l’odiato sconosciuto, decisa a vendicare la brutalità che Knuckels aveva subito. La vista del suo amante ridotto in quello stato la faceva infuriare, per questo non l’avrebbe fatta passare liscia al colpevole, chiunque egli fosse e da ovunque provenisse.
D’un tratto, poco prima che potesse toccare l’avversario, qualcosa si frappose fra lei e il suo obbiettivo, scaraventandola di nuovo accanto all’echidna rossa.
Sentì il braccio destro come se fosse in fiamme, notando con orrore un lungo taglio su di esso che, fortunatamente, non era abbastanza profondo da metterla K.O..
Volse lo sguardo di fronte a lei, cercando una spiegazione a quella ferita, trovandola immediatamente dove era accaduto l’impatto. Una figura totalmente coperto da un lungo telo nero la fissava impassibile con occhi dello stesso colore della lince. Oltre ad essi, la veste lasciava scoperte delle piccole orecchie a punta e le braccia, lasciando che Julie-Su notasse un dettaglio al limite dell’inquietante. Gli arti sembravano essere robotici, rivestiti di metallo fino alla punta delle dita, da cui partivano per ognuna di esse delle piccole quanto affilate unghie, anch’esse del colore grigiastro delle braccia.
Più che unghie, la ragazza pensò di poterle definire artigli a tutti gli effetti, notando quelli della mano destra ancora sporchi del suo sangue.
-Vi avevo detto che me la sarei cavata da solo- sbottò la lince infastidita.
-Avevi anche detto che non ci avresti messo molto e che non ci sarebbero stati problemi, ma, a quanto sembra, abbiamo fatto male a crederti-
La voce del nuovo arrivato era calda e pacata, totalmente differente da quella dell’altro.
-È solo una stupida echidna, Knuckels l’ho già messo al tappeto. Non c’è nessun problema, Scar-
-Siamo stanchi di aspettare, Xanto. Rimedierò al tuo fallimento mettendo la parola fine a questa storia-
Nel frattempo, Knuckels cercava di mettersi in piedi, andando in contro all’acuto dolore delle sue ferite.
-Julie.. ti prego, vattene via!- urlò disperato.
Non si sarebbe mai perdonato se quei mostri le avessero fatto del male di fronte a lui.
-Non ti lascerò qui da solo- disse decisa la ragazza.
-Comunque non ne avresti l’opportunità, Julie-Su. Dì le tue ultime preghiere- disse il mobiano chiamato Scar.
Al primo passo che fece, Julie-Su lo vide parare qualcosa con un semplice gesto del braccio.
Entrambi si girarono verso la direzione da cui era partita la freccia, lasciando che Julie-Su ringraziasse il fato.
Sonic, Amy, Bunnie, Rob, Tails e Cream stavano sull’uscio dell’entrata della grande stanza, osservando la scena con rabbia.
-Prima dovrai fare i conti con noi, verme!- tuonò il riccio blu mentre si preparava a combattere.

  
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