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Autore: Astrea9993    02/02/2015    1 recensioni
"Tu vivi a cavallo tra i due mondi, sei perfetta per questo incarico"
Per un momento rimasi a meditare in silenzio. Probabilmente sarebbe stato rischioso ma, per la prima volta, mi veniva offerta in concreto la possibilità di rendermi davvero utile, mi veniva assegnato per la prima volta un incarico, un incarico che potevo portare a termine solo io.
Sono ormai passati tre anni e, i nostri eroi, hanno ormai concluso il loro ciclo di studi ad Hogwarts. Quelle mura sicure e ricche di ricordi sono ormai lontane ed ora James, Sirius, Remus, Lily, Marlene e Nelly sono immersi in una guerra che imperversa sempre più e che li trascinerà in una spirale di intrighi magici e Babbani.
Questa fanfiction è il seguito della mia long "Persona Priva di Poteri Magici" quindi vi consiglio di leggerla prima di procedere alla lettura di questa storia.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte, Marlene McKinnon, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 4
 
Se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te
 
 
"Non pensarci neanche!" Esclamai notando lo sguardo di Lestrange che, seppure sofferente, correva alla bacchetta.
"Dammi solo un motivo per premere il grilletto, non chiedo altro." Lo minacciai senza poter evitare che la rabbia e il disprezzo trasudassero dalla mia voce.
"Hai ancora bisogno di ulteriori motivi per uccidermi?! Sei più stupida di quanto pensassi!" Mi canzonò Lestrange, era stupido da parte mia pensare che bastasse questo per spingerlo ad arrendersi ed implorare per la salvezza.
Persino nella sconfitta Rabastan Lestrange non perdeva quella crudele arroganza.
Fu in istante e poi, senza neppure rendermene conto, mi trovai a levare per la seconda volta la pistola.
Non avevo mai pensato di uccidere Lestrange.
Certo, lo avevo odiato con una furia talmente ardente da risultare dolorosa ma mai avevo pensato alla giustizia eppure, in quel momento, premere il grilletto appariva così allettante. Rabastan Lestrange non meritava di vivere, questo era l'unico pensiero che affollava la mia mente.
Certo, Azkaban sarebbe stato peggio della morte ma mi avrebbe dato la stessa soddisfazione?!
 
 
 
*****
 
 

"Dov'è Nelly?" Chiese Sirius mentre, dopo aver colpito con uno schiantesimo uno degli avversari riusciva a raggiungere Lily e i coniugi Potter.
"La tua ragazza ha tralasciato gli ordini per agire, a mio avviso molto stupidamente, di propria iniziativa." Replicò Thompson piuttosto infastidito.
In un altro momento Sirius si sarebbe preso la soddisfazione di mandare a quel paese quell'idiota di un Babbano ma, in quel momento, trovare Nelly era la priorità.
Sirius sapeva che Antonella White era perfettamente in grado di cavarsela da sola, in fin dei conti lui e Nelly si stavano addestrando assieme ed era ben conscio dell'abilità di quella ragazza così minuta, eppure, in quell'istante, c'era qualcosa che lo preoccupava più del pericolo costituito dal fuoco e dai Mangiamorte, in quel momento Sirius temeva quell'oscurità e quella sofferenza che avevano consumato per mesi la donna che amava e che temeva glie l'avrebbero strappata via un'altra volta se solo le avesse permesso di rivedere Lestrange.
Eppure Sirius sapeva che Nelly avrebbe cercato quel Mangiamorte e che lo avrebbe affrontato da sola come sapeva bene che Lestrange l'avrebbe attaccata nuovamente se solo ne avesse avuto l'occasione. 
La loro battaglia non era ancora conclusa e forse non sarebbe mai terminata ma lui non avrebbe mai permesso a quella guerra di consumare Antonella.
Sirius si guardò attorno, a detta di Thompson, Nelly, si era inoltrata tra gli alberi che circondavano il margine del giardino ma l'area di ricerca appariva piuttosto ampia.
"Sirius, James, andate da Nelly." Intervenne Lily decisa.
"Non intendo lasciati da sola!" Esclamò immediatamente James.
"Non preoccuparti per me, so badare a me stessa, e poi non sono da sola." Lo rassicurò Lily.
Lily non era da sola.
La S.T.R.O.N.G. squad era con lei mentre Nelly era dispersa chissà dove.
Sirius non poteva permettersi di perdere altro tempo.
"Andate" intervenne nuovamente Lily "ho già lasciato indietro Nelly una volta e non intendo farlo di nuovo."
"Non è stata colpa tua!" Esclamò James.
"Vai da lei, non preoccuparti, io starò bene, non intendo morire il giorno delle mie nozze!" Ribadì Lily con decisione mentre lasciava che il suo sguardo scorresse per un attimo sugli amici.
Tutt'attorno infuriava la battaglia ma, se i Mangiamorte pensavano di incontrare una scarsa opposizione negli invitati, si sbagliavano di grosso.
Marlene e Remus stavano cercando di domare le fiamme che avevano aggredito il gazebo che era stato eretto a pochi metri di distanza dalla casa per evitare che queste si propagassero ulteriormente, Alice e Frank combattevano fianco a fianco contro un Mangiamorte, accanto a loro anche Emmeline era immersa nello scontro.
"Dobbiamo andarcene, non possiamo rimanere ancora allo scoperto!" Si intromise Walker.
"Andate!" Sentenziò Lily mentre si avviava verso la casa "noi ce la faremo."
 
 
 
*****
 
 
 
La pistola sembrava essere diventata improvvisamente pesantissima tra le mie mani, la presa si era fatta spasmodica e, le mie mani, avevano preso a tremare impercettibilmente.
Stavo infrangendo qualsiasi regola mi avessero impartito durante il mio addestramento, Non avrei dovuto puntare una pistola a meno che non fossi decisa a fare fuoco eppure ero lì, ferma ed impegnata in una battaglia interiore che mi stava dilaniando l'animo.
Avrei voluto premere quel grilletto e porre fine a tutto questo ma, se era così, che cos'era a farmi esitare?!
Rabastan Lestrange non meritava la mia pietà.
"Cos'è White, hai paura?" Domandò Lestrange, la voce sorprendentemente ferma, talmente ferma che se non fosse stato per il pallore del suo volto e per le smorfie che gli attraversavano il volto avrei quasi potuto dimenticare di avergli piantato un proiettile in corpo.
"Clarke credeva davvero di poterti spingere ad andare contro i tuoi stessi amici ma, la verità, è che non avrebbe mai potuto spingerti a farlo, sei troppo debole per riuscirci. Non sei neppure in grado di colpire me."
Fu solo a quel punto che me ne resi conto, Lestrange aveva ragione.
Io non ero come lui.
Certo, Rabastan Lestrange mi definiva una debole perché lui non poteva comprendere sentimenti quali l'amore o la compassione ma io sapevo che il vero coraggio nasceva da un cuore gentile ed io ero fiera di essere migliore di Rabastan Lestrange.
Io ero diversa da quel branco di Mangiamorte ed era per questo che non avrei premuto quel grilletto.
"Mi dispiace averti deluso ad ogni modo ben presto tu e Clarke potrete scambiarvi le vostre opinioni direttamente ad Azkaban." Dissi con una calma sorprendente, la mano che si faceva improvvisamente più ferma e che appariva ora libera da quella tensione nervosa.
"Clarke è solo un traditore inaffidabile!" Sbottò il Mangiamorte.
"Ed io che pensavo di farti un favore assegnandotelo come compagno di cella!" Esclamai sarcastica.
Poi, proprio quando sentivo di avere nuovamente la situazione sotto controllo, il rumore di dei passi che si facevano sempre più vicini mi spinse a voltarsi.
 
 
 
*****
 
 
 
 Era incredibile ma, da quando aveva incontrato Antonella White, Sirius Black aveva scoperto la vera paura.
Sirius credeva che la sua famiglia gli avesse già permesso di sperimentare tutta la gamma di emozioni negative.
Rabbia, dolore, paura, tristezza e risentimento.
Sirius credeva di conoscere già queste emozioni, poi aveva compreso che tutto questo non era niente.
La paura che provava quando Nelly era distante, la paura di perderla per sempre, la rabbia e il risentimento che aveva provato nel trovarla ferita e spezzata, il dolore e la tristezza che provava nel vedere la sofferenza di colei che amava.
Tutto con Antonella White era amplificato, sia la gioia che il dolore ed ora, mentre per l'ennesima volta si ritrovava ad inseguirla, Sirius non poteva fare a meno di chiedersi per quale ragione si fosse innamorato proprio di una Grifondoro ostinata e con la propensione a cacciarsi nei guai.
"Maledizione!" Non poté fare a meno di mormorare Sirius, quella ragazza lo aveva persino spinto a ragionare come Remus! Da quando in qua Sirius Black era contrario al cacciarsi nei guai?!
"Starà bene." Lo rassicurò James.
"Vorrei che la smettesse di cacciarsi nei guai" mormorò Sirius "per una volta credo che cacciarsi nei guai non sia una bell'idea" 
"A quanto pare stai maturando, Felpato."
"E tu, Ramoso, inizi a parlare come Lunastorta." replicò Sirius poi, all'improvviso, due spari.
 
 
 
*****
 
 
 
"In casa" intimò Walker con decisione "non possiamo proteggere i tuoi genitori e nel contempo combattere!" Soggiunse poi nello scorgere l'esitazione di Lily.
"D'accordo." Acconsentì Lily mentre apriva la porta di casa Potter e varcava la soglia.
Lily avanzò lentamente e con circospezione, accanto a lei Thompson stringeva la pistola tra le mani mentre Walker e Williams chiudevano il gruppo.
Lily sapeva che quella casa avrebbe dovuto essere sicura e vuota ma non potevano avere la certezza che nessun Mangiamorte fosse entrato all'interno dell'abitazione.
"Io controllo il piano superiore della casa, Catherine occupati di quello inferiore mentre tu, Evans, occupati di eseguire le diavolerie magiche necessarie a rendere questo posto sicuro." Sentenziò con decisione Thompson e poi quel rumore...
 
 
 
 *****
 
 
 
Qualcuno si stava avvicinando.
A giudicare dal rumore doveva trattarsi di un paio di persone, un paio di persone che non stavano facendo nulla per cercare di celare la loro presenza.
Istintivamente mi voltai verso la direzione da cui era giunto quel suono, fu solo in seguito che mi resi conto del mio errore: avevo dato le spalle a Lestrange senza prima privarlo della bacchetta. 
Subito tornai a voltarmi verso di lui conscia del mio errore.
Lestrange stringeva la bacchetta tra le mani, era seduto a terra e la presa appariva debole.
Non ero certa che, date le condizioni in cui verteva, il Mangiamorte fosse in grado di lanciare una fattura ma non potevo permettergli di farmi ancora del male.
Probabilmente, qualche anno prima, mi sarei limitata ad intimargli di abbassare la bacchetta ma ora non ero più quella ragazza, non avrei permesso a Rabastan Lestrange di contrattaccare così feci fuoco.
 
 
 
 *****
 
 
 
 Nelly era lì, immobile, la pistola ancora stretta tra le mani.
"Se ne è andato" ammise in un sussurro "lo avevo preso e gli ho permesso di fuggire."
"Stai bene?" Chiese Sirius senza riuscire a trattenersi dallo stringerla a se.
"Sto bene al contrario di Lestrange" continuò la ragazza "l'ho colpito ad una spalla."
"La cattura di Lestrange sarebbe stato un regalo di nozze migliore ma direi che per questa volta posso accontentarmi." Commentò James nel tentativo di alleggerire la situazione.
"Ci ero quasi riuscita ma poi mi sono distratta come una stupida ed è riuscito a materializzarsi!" Esclamò Nelly, la ragazza sembrava essere arrabbiata con se stessa per via del proprio fallimento ma Sirius era lieto di vedere che quella che aveva davanti era la solita Nelly e non la ragazza cupa, ferita e vendicativa con cui aveva convissuto per un anno.
Per un istante Sirius aveva temuto di perderla per la seconda volta ma ora non poteva far altro che darsi dello stupido, avrebbe dovuto saperlo che la sua Nelly non era più quella di una volta, ora era molto più forte.
"Hai detto che Lestrange si è materializzato?" Intervenne James pensieroso.
"Esatto."
"E tu lo hai ferito?"
"Si James, l'ho colpito con un proiettile alla spalla destra, ma mi stai facendo ripetere ciò che ti ho già detto per una ragione precisa o solo per ovviare alle tue scarse capacità d'attenzione?" Replicò Nelly piuttosto perplessa.
"La materializzazione non è un incantesimo semplice quindi, se Lestrange era impossibilitato ad utilizzare il braccio con cui di solito impugna la bacchetta ed aveva la mente annebbiata, potrebbe non essere riuscito ad andare molto lontano."
 
 
 
 *****
 
 
 
Peter Minus si trovava nel soggiorno di casa Potter e, mentre scrutava la figura di Rabastan Lestrange che giaceva inerme ai suoi piedi non poteva fare a meno di chiedersi come fosse giunto a tutto questo.
Appena era scoppiato lo scontro Peter si era rifugiato in casa, in fin dei conti in uno scontro sarebbe risultato più di intralcio che altro, in fin dei conti lui non era come i suoi amici.
Poi Lestrange si era materializzato davanti ai suoi occhi.
Per un momento Peter aveva pensato che fosse giunta la sua fine poi si era reso conto del fatto che il Mangiamorte fosse ferito.
Certo, Lestrange era cosciente, ma sembrava troppo debole per pensare di opporre resistenza eppure quel sorriso di sprezzante scherno non aveva abbandonato il suo volto neppure ora.
Probabilmente Peter avrebbe dovuto immobilizzarlo in attesa di istruzioni da parte di Silente, Remus e James non avrebbero esitato a farlo come del resto non avrebbero avuto alcuna esitazione neppure Marlene, Lily, Emmeline, Alice o Frank.
Probabilmente Sirius e Nelly si sarebbero trovati a combattere con se stessi prima di decidere di abbandonare la strada della vendetta personale e di fare ciò che era giusto.
Ma Peter Minus non era come loro.
Peter aveva visto il dolore e la sofferenza e aveva deciso di non voler morire ma, se avesse continuato ad opporsi a colui-che-non-deve-essere-nominato, questa sarebbe stata la sua sorte.
Questo era il motivo per cui Peter aveva esitato, poi aveva avvertito un rumore ed aveva riconosciuto la voce di Thompson.
Era stato a quel punto che aveva compreso che era finito il momento dell'incertezza.
"Vattene prima che sia troppo tardi." Aveva detto Peter mentre abbassava la bacchetta.
Poco dopo era apparsa Walker ma, ormai, Lestrange era già lontano.
Peter aveva preso la sua decisione ed ora non sarebbe più potuto tornare indietro. 
 
 
 
*****
 
 
 
Stupita.
Si, in quel momento mi sentivo indubbiamente stupita ma, sopratutto, quello che non riuscivo a comprendere, era se  mi stupisse di più il fatto che ci fossimo spostati come nulla fosse a casa di Marlene per il ricevimento di nozze o, se la cosa più assurda, fosse la naturalezza con cui i presenti vivevano l'attacco che avevano appena subito.
Certo, tutti i presenti erano per lo più Auror e membri dell'Ordine della Fenice, persone che erano ormai abituate a rischiare la vita ma un briciolo di paura sarebbe stata più che naturale... ok, neanche io ero molto sotto shock ma il modo in cui tutti noi ci stavamo lentamente anestetizzando alla violenza non era per niente rassicurante.
"Che ne diresti di rilassarti un po'?" Propose Sirius mentre mi versava un generoso calice di idromele che io mi affrettai a svuotare in un sorso.
"Quando ti ho conosciuta non reggevi l'alcol e avevi l'abitudine di rispettare le regole" commentò Sirius "indubbiamente la mia influenza non ti ha fatto bene."
"Stavo solo riflettendo, sai Black, alcune persone a volte lo fanno."
"Stiamo tutti bene, direi che non c'è molto di cui parlare."
Sirius non aveva tutti i torti, l'attacco era stato un attacco fulmineo che, come era iniziato, era terminato, era come se lo scopo principale dei Mangiamorte fosse stato turbare le nozze e nulla di più.
Era stato Moody che aveva chiarito i miei dubbi: quello non era stato un attacco vero e proprio, sarebbe stato stupido sperare di avere qualche speranza contro Albus Silente in persona, l'unico che persino Voldemort stesso temesse. Quella era stata unicamente una prova, i Mangiamorte avevano approfittato del momento in cui, per permettere il via vai degli ospiti, le difese poste a salvaguardia del nostro quartier generale erano più deboli e poi avevano attaccato.
Ci avevano messi alla prova, avevano testato le nostre forze.
Era stata solo la prova generale di quello che in futuro sarebbe stato un vero attacco.
Quel giorno però eravamo tutti salvi, certo qualcuno magari era più ammaccato degli altri ma stavamo tutti bene.
Quello era un giorno speciale era il giorno del matrimonio di Lily e James, quello, come aveva detto Silente mentre ci incoraggiava a recarci a casa McKinnon, era un giorno da festeggiare.
Proprio per questo avrei ignorato il fatto che quella che era ormai divenuta casa mia fosse mezza distrutta proprio come avrei dimenticato il marchio nero che era stato evocato sopra la mia abitazione.
Avrei cercato di non pensare a Lestrange che, anche questa volta, era fuggito.
Mi sarei concentrata sulle cose positive come, ad esempio, sul fatto che Marlene non mi avesse lasciata ad occuparmi da sola delle crisi di nervi di Lily a causa della pigrizia ma perché troppo impegnata ad organizzare un secondo ricevimento di nozze in previsione del possibile attacco e, inutile dirlo, il suo ricevimento aveva impedito che il giorno più bello della vita di James e Lily fosse rovinato per sempre.
Dovevo pensare positivo e, infatti, avrei pensato a quanto il filetto che stavo mangiando fosse buono e a quanto amassi Sirius.
"Hai ragione" mormorai in un sospiro "dovrei rilassarmi."
"Lieto di sentirtelo dire!" Esclamò Sirius sorridendo "ora, se non ti dispiace, è arrivato il momento del mio brindisi in onore degli sposi... probabilmente sarà piuttosto lungo: ho un sacco di materiale imbarazzante su Ramos..." soggiunse prima di alzarsi in piedi.
Per un momento mi ritrovai a lasciar scorrere lo sguardo sui presenti finendo col soffermarmi su Lily e James che avevano smesso di parlare per puntare lo sguardo su di Sirius che era riuscito ad attirare l'attenzione dei presenti, nei loro occhi c'era una tale gioia che mi ritrovai a sorridere: forse quel giorno era davvero speciale. 
 
 
 
*****
 
 
 
Poi l'incantesimo era svanito e, come Cenerentola allo scoccare della mezzanotte aveva visto l'incanto svanire, quell'illusoria serenità ci aveva abbandonati con la conclusione della festa.
Lily e James erano partiti per la luna di miele o, per meglio dire, per la loro pseudo luna di miele dato che, a causa della guerra, i due non potevano permettersi di partire ma avrebbero celebrato le loro nozze inaugurando la casa che avevano appena  acquistato a Godric's Hollow.
Dal canto nostro io, Sirius e Dorea eravamo stati invitati a fermarci a casa McKinnon, non sapevamo infatti in che condizioni vertesse casa nostra quindi, prima di dormirci, avevamo deciso di attendere che i gemelli Prewett e Dorcas ci aiutassero a sistemare casa l'indomani.
Ma, nonostante tutto, io e Sirus avevamo deciso di tornare a casa per accertarci dell'entità dei danni e per poter prendere qualche effetto personale.
Avevamo deciso di risparmiare a Dorea il dolore di vedere i danni arrecati alla casa che per tanti danni aveva condiviso con Carlus e così, quella sera, Io e Sirius ci eravamo ritrovati a percorrere il vialetto della nostra casa e a scrutare il prato incenerito dalle fiamme, il gazebo distrutto, un paio di alberi abbattuti.
Per nostra fortuna se il cortile appariva un campo di battaglia la casa sembrava essere intatta.
"Vado a dare un occhiata al giardino sul retro." Disse Sirius, lo sguardo ancora volto al marchio nero che continuava a sovrastare il cielo sopra la casa.
"Io intanto entro." Dissi mentre mi avviavo alla porta.
Con passo incerto varcai la soglia di casa Potter senza riuscire a fare a meno di chiedermi da quando provassi timore ad entrare nella mia stessa casa.
Sforzandomi di scacciare questi pensieri scrutai il salotto e la cucina per poi avviarmi al piano di sopra dove si trovavano le camere da letto.
Quel piano non mi era mai parso così vuoto e triste.
Forse era stato l'attacco a farmi apparire tutto più cupo o, molto più probabilmente, era il fatto che James stesse lasciando quella casa a far sembrare tutto così triste.
Osservai la porta della sua stanza che era collocata alla destra della mia mentre, quella di Sirius, era situata alla sinistra della mia camera.
Ormai sia per me che per Sirius Dorea era divenuta una seconda madre e questa era divenuta casa nostra pertanto non ci sarebbe parso strano soggiornarvi in assenza di James ma, nonostante tutto, la confusione mi sarebbe mancata.
Mi ero sempre lamentata del disordine e della confusione di James e Sirius, confusione che, data la posizione della mia stanza, finiva sempre col coinvolgermi.
Ma ora, tutto questo mi sarebbe mancato.
Con un sospiro entrai nella mia stanza, appariva tutto in ordine.
A quanto pareva la casa, grazie anche agli incantesimi di Lily, era rimasta intatta.
Dopo il primo giro di ispezione iniziai a recuperare gli effetti personali che avrei portato con me a casa di Marlene.
Fortunatamente Dorea aveva applicato alle mia borsetta un incantesimo di estensione permanente così avrei potuto trasportare il necessario senza fare alcuna fatica.
Subito mi apprestai a tirar fuori un baule da sotto il letto, sapevo che sarei stata lontana da casa al massimo per un paio di giorni ma mi rifiutavo di lasciare le mie armi incustodite.
È interessante osservare le priorità di una persona: un tempo mi sarei precipitata a prendere degli abiti puliti ora la cosa più importante erano le armi e, soprattutto, tante munizioni.
Per prima cosa mi affrettati a controllare che i fucili e le pistole fossero scarichi per poi soffermarmi a studiare la lama di un coltello da caccia.
Era stato allora che avevo sentito un rumore alle mie spalle, istintivamente il pensiero era andato a Lestrange, fino a poco prima il pensiero di quel Mangiamorte era stato così lontano ed ora tornava ad aggrediti con una tale violenza!
Era stato quell'istintinto animale che ti spinge a fuggire o a combattere a guidarmi e, senza nemmeno riflettere, avevo puntato la lama alla gola del nuovo venuto che, con lentezza, si era avvicinato alle mie spalle.
"Non un altro passo!" Intimai voltandomi di scatto per poi impallidire "Sirius!" Esclamai abbassando la lama "quante volte ti ho detto di non prendermi alla sprovvista! Avrei potuto farti del male!" Continuai a dire quasi spaventata dalle mie stesse azioni.
"Non potresti mai farmi male." Sentenziò Sirius con convinzione prima di avventarsi sulle mie labbra.
Poi tutto si era fatto confuso, il coltello era scivolato da qualche parte sul pavimento ma, del resto, anche noi eravamo scivolati sul pavimento vinti dal desiderio di sentirci più vicini, dopo tutte quelle emozioni che ci avevano sopraffatto durante la giornata desideravamo solo perderci l'uno nelle braccia dell'altra e poi vi erano stati solo baci e carezze ardenti, il resto del mondo era svanito e non vi era stato spazio per nulla al di fuori di noi due. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice
Salve a tutti!
Eccomi qui col nuovo capitolo che, anche questa volta, arriva lievemente in ritardo.
Spero che il capitolo vi piaccia e di riuscire ad uscire da questo vortice di ritardo negli aggiornamenti che, ultimamente, sembra avermi ormai vinta!
 
Ringrazio:
  • Choo, Elfosnape e Silver Eagle che hanno aggiunto questa storia alle seguite.
  • Lux_Klara che mi incoraggia sempre con le sue recensioni.
 
Grazie a tutti coloro che leggono la mia storia!
Astrea
  
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