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Autore: AlexVause    03/02/2015    4 recensioni
Henry fece un passo indietro.
- Dove mi porti?
- Non ti farò del male, se questo è ciò che ti chiedi.
La donna tese una mano verso il ragazzino, che abbassò lo sguardo verso essa.
- Mi sarai d’aiuto, nel convincere tua madre a fare una cosa per me.
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Una storia ambientata a Storybrooke dopo l’attivazione della seconda maledizione.
Nessuno ha memoria di come abbia raggiunto nuovamente la cittadina nel Maine.
Non ci sono spoiler perché segue un filo logico proprio :D
SwanQueen.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Malefica, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17
 
Regina finse di grattarsi la testa mentre, guardando Emma, accennò un “No” con il capo.
- Nulla ragazzino. Non ti preoccupare.
Sorrise la giovane al figlio che la guardò intensamente.
- Bugiarda. Siete tutti bugiardi.
I Charming e le due madri rimasero sconvolti da ciò che Henry disse.
- Non vi accorgete che, continuando a mentirmi, mi ferite ancor di più. Pensate di proteggermi ma sbagliate.
Henry era anche troppo intelligente. Quella risposta era degna di Regina e la madre adottiva se ne accorse come tutti i presenti.
- È…
- Complicato?
Il nipote terminò la frase che David aveva iniziato.
- No, non è vero.
- Sì invece.
Regina aveva alzato la voce come ammonimento e Henry ne rimase colpito. Erano anni che la madre non lo sgridava e gli fece male.
- Henry, tesoro, a volte anche noi adulti abbiamo paura di affrontare le persone. Ciò accade quando si ama.
Il tono della madre adottiva si era subito addolcito.
- Perché…tu ami la mamma?
Regina sorrise.
- Io amo te e ho paura di perderti come ho rischiato in passato.
- Perché hai chiesto se mi ama?
Domandò Emma con curiosità mista a paura.
- Nonna. Ho sentito quello che ha detto alla mamma mentre discutevano.
Regina alzò gli occhi al cielo.
- Se così fosse, come la prenderesti?
Chiese Emma facendosi coraggio. Non potevano più tirarsi indietro.
- Sarebbe bello…così potremmo diventare una famiglia vera. Vedo quanto soffrite, quando non potete stare con me, perché sono da una o dall’altra. Non voglio deludervi mai e se stiamo insieme, sarà più bello. Possiamo fare anche più cose.
Concluse il figlio sorridendo immaginando giochi da tavolo, serate film e vacanze tutti insieme senza nessun astio.
Le due madri lo abbracciarono felici.
- Non ci deludi mai mio piccolo Principe.
Disse Regina sollevata, baciando il figlio sulla guancia.
 
Era notte fonda ormai. Malefica dormiva nella stanza degli ospiti mentre Belle era tornata a casa.
Regina, facendo attenzione a non far rumore, andò in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.
Una figura nella penombra richiamò la sua attenzione.
- Snow?
- Neal aveva fame.
Il silenzio calò fra le due.
Regina si versò dell’acqua in un bicchiere e andò a sedersi accanto alla figliastra.
- Puoi perdonare il mio comportamento? Ho i nervi a fior di pelle e non è giusto che sia tu a rimetterci per l’ennesima volta.
Si scusò Regina.
- Devo scusarmi anch’io. Ho tentato di conquistarti così tante volte che, all’ennesimo rifiuto, ho sentito le parole uscire dalla bocca senza curarmi che potevo ferirti.
- Non devi conquistarmi. Lo sai. Non ne vale così tanto la pena e poi, non sono niente di più di ciò che stai vedendo qui.
- Per tutto ciò che dentro di noi riteniamo importante, ne vale la pena.
Regina sorrise udendo quelle parole.
- Visto? È la prima volta, dopo anni, che mi guardi e ti vedo sorridere con gli occhi oltre che con le labbra. Solitamente, quando il tuo sguardo incontrava il mio, ti vedevo silenziosamente andare in pezzi.
Regina sentì una morsa stringerle il cuore a quei ricordi passati. Sapeva che gli occhi non mentono a chi è in grado di leggervi dentro.
- Sai…quando ero piccina, per quanto a quei tempi dicessi di odiarti, speravo dentro di me che non mi avresti lasciata mai.
L’Evil Queen non seppe cosa rispondere. Si limitò a sorridere accarezzando i corti capelli della figliastra.
- Scommetto che diventando grande e conoscendomi per quella che ero, pensando al passato, ti dicevi “Tempo perso”.
- Ti sbagli. Ho conosciuto la vera Regina solo quando ero piccola. Dopo il tuo matrimonio con mio padre l’ho vista andarsene piano piano. Solo da poco è tornata e vorrei tanto che non se ne andasse più.
- Molti di noi sono soltanto ciò che rimane dei propri “Ieri”. Vi si aggrappano per non perdere quel passato, unica gioia che ormai è solo un ricordo, distruggendosi nel presente e vanificando il proprio futuro nell’attesa di un raggio di luce che illumini la loro oscurità.
- Avrei voluto riuscirci io. Essere quel raggio di luce, ma ero solo colei che alimentava la tua oscurità.
- Ciò non significa che tu non mi abbia donato la luce.
- Emma?
- Esatto. E ora, beh, mi sembra che tu ed io stiamo parlando…no?
Biancaneve sorrise mettendo Neal nella culla.
- Sembra anche a me.
Disse poi alzandosi in piedi imitata da Regina.
- Andiamo a riposare. Domani giornata piena.
Snow sorrise a quelle parole per poi abbracciare la matrigna stingendola forte a sé.
Regina s’irrigidì a quel gesto inaspettato ma previsto, conoscendo il buon cuore di Biancaneve.
- Abbassa la guardia. Qui sei al sicuro.
Un sussurro che infranse una barriera che l’Evil Queen costruì per anni.
Lentamente cedette a quell’abbraccio circondando con le braccia la vita della figliastra.
- Grazie.
Disse poi la giovane scostandosi sorridendo, prima di congedarsi assieme al piccolo.
Regina tornò nella camera da letto di Emma. L’abatjour accesa.
- E così…tu e mia madre…
Sorrise divertita Emma stuzzicando l’ex Sindaco.
- Hai sentito tutto?
- Può darsi.
- Dì un po’…che stavi facendo?
Chiese Regina incuriosita.
- Io? Nulla.
Rispose la bionda nascondendo un foglietto dietro di sé.
- Nulla?
Con uno schiocco di dita, il foglietto che la giovane nascondeva dietro la schiena comparì fra le mani di Regina.
- No Regina.
Ma la mora stava già leggendo ciò che vi era scritto. Si sedette sul letto di peso quasi sconvolta mentre leggeva.
Emma si avvicinò con cautela, sedendovisi accanto.
“Le pene che ti affliggono
le paure che ti incatenano
rilasciale in me.
Ci perdiamo ogni giorno
nel nostro reciproco nasconderci
l’una negli occhi nell’altra.
Per favore non aver paura
quando l’oscurità svanirà
l’alba che romperà il silenzio
urlerà nel nostro cuore.
Il mio amore per te
cresce ogni giorno di più
consapevole che
la vita che scorre dentro te
brucia dentro me.”
Il cuore della mora a quelle parole mancò di un battito.
- Emma…non sapevo che tu avessi una vena poetica.
La ragazza fece spallucce per poi sorridere divertita.
- È per…
- Per te.
L’Evil Queen era rimasta senza parole.
Emma le prese le mani nelle sue.
- Non odiarmi se ti dico che morirei senza te.
- E perché dovrei.
Sorrise Regina eliminando ogni distanza fra le loro labbra.
 
Regina non riusciva a dormire.
Sospirò innervosita per poi mettersi a sedere.
Emma dormiva profondamente al suo fianco. Vederla così beata la fece sorridere.
Un rumore di passi la allertò.
Come un felino si mosse silenziosa nell’ombra. Qualcuno nel salotto si stava avvicinando alla porta d’entrata.
- Dove stai andando?
Chiese la mora all’ombra che si voltò verso di lei.
- Oh, Regina, sei sveglia. Ho un’idea.
Bisbigliò Malefica mentre l’Evil Queen la raggiunse.
- Parlamene.
- Voglio andare a vedere con i miei occhi cos’è accaduto fra Gold e Belle. Magari ci sfugge qualcosa che per la giovane non è importante… ma per noi potrebbe essere fondamentale.
- Hai ragione.
Acconsentì Regina che con uno schiocco di dita si cambiò d’abito.
- Regina?
La voce assonnata di Emma, ferma sulla porta della camera, fece voltare le due donne verso la ragazza.
- Ma non dorme nessuno qui?
Sbottò la bionda strega.
- Malefica ha un’idea. Dobbiamo andare da Belle.
- Perché?
 Chiese la Salvatrice raggiungendo la mora.
- Vogliamo vedere con i nostri occhi cos’è accaduto fra lei e Gold. Potrebbe sfuggirci qualcosa di fondamentale.
- E come farete?
Domandò incuriosita.
- Vieni e vedrai.
Sorrise Regina tendendo una mano alla giovane. Emma s’infilò una felpa e poi afferrò la mano dell’ex Sindaco.
 
Le tre donne comparvero fuori dalla casa di Tremotino e Belle. Le luci erano spente.
- Proviamo a entrare con cautela.
Disse Malefica con lo sguardo fisso sull’abitazione davanti a sé.
- Aspetta.
Intimò Regina facendo apparire nella sua mano una sfera di cristallo.
- Assicuriamoci che dorma.
- Giusto.
Concordò la bionda strega dandosi mentalmente della sciocca per non averci pensato prima.
Nella sfera si vide Belle dormire rannicchiata nel letto matrimoniale.
Un senso di tristezza pervase Emma.
- Andiamo. Appena entrate, ci pensi tu a farla dormire pesantemente in modo che non si svegli?
Malefica rispose accennando un “Sì” con il capo.
Le tre donne svanirono in una nube per poi comparire nella camera da letto della giovane moglie di Gold.
La bionda strega fece un cenno con la mano verso Belle. Nebbiolina dorata calò su di lei come polvere di fata.
- Ok. Possiamo cominciare.
Annunciò Malefica.
- Ma…non è una violazione della privacy?
 Chiese Emma tra il curioso e il contrariato.
- Sì ma ne abbiamo bisogno. Sai quanto può essere pericoloso Gold. Troppe persone rischiano di rimetterci la vita.
Spiegò la mora. Emma capì, avvicinandosi così alle due maghe che sedettero a fianco a Belle.
Regina poggiò la mano sulla fronte della bibliotecaria, mostrando l’altra mano ad Emma.Malefica fece lo stesso.
- Vogliamo che tu ci faccia da testimone e veda ciò che noi vediamo.
Disse la bionda strega rivolta alla Salvatrice.
Tentennante Emma afferrò entrambe le mani e in quell’istante avvenne il contatto magico.
- Regina, seleziona i ricordi in modo da arrivare subito alla parte che ci interessa.
- La fai facile, Malefica.
I primi ricordi iniziarono a vedersi nella mente delle tre donne come un sogno, ricco di dettagli, suoni, rumori e colori. Sembrava un film in cui Emma, Regina e Malefica potevano camminare come se vivessero di persona ciò che vedevano.
- Enchanted Forest? No, troppo nel passato.
Borbottò Malefica.
Regina si concentrò ancor di più.
Le tre, videro Belle sistemare alcuni libri sui vari scaffali della biblioteca. Tra le mani un libro dal titolo “Il custode dei sogni”.
- Spesso quando sorrido non ci credo. Sono certa che presto mi sveglierò da questo sogno.
La ragazza pensò a voce alta.
Regina proseguì con i ricordi.
Ora Belle era seduta su una sedia mentre guardava fuori dalla finestra. Erano nella biblioteca di Storybrooke.
- Nuvole cariche di pioggia si rincorrono oscurando il cielo. Sembra vogliano giocare nel loro immenso parco giochi, dove l’uomo stesso vorrebbe andare.
Belle sospirò.
- Credo che nessun’abitante, di questa città, si sia accorto che sto soffocando. Mi sento una bugia che vive solo perché tu ti possa nascondere dietro me. Cerco di non piangere. Non è facile.
Un senso di tristezza si posò sulle spalle delle tre donne che ne sentirono il peso sempre più pressante mentre i ricordi della giovane passavano davanti ai loro occhi.
- Prosegui piano. Credo si stia avvicinando il punto di rottura della ragazza.
Il tono di Malefica era dispiaciuto.
 - Fermati. Ci siamo!
Torre dell’orologio. Hook era a terra dolorante. Gold stringeva nella mano il cuore del Pirata che soffriva atrocemente.
- Perché non riesco…
- Perché ti ho ordinato di non farlo.
Belle teneva il pugnale di Rumplestiltskin davanti a se. La mano ferma stringeva l’impugnatura.
Gold si voltò verso la moglie. Un misto di stupore e tristezza velava il volto dell’uomo.
- Metti giù il cuore.
L’organo vitale scivolò dalla mano di Gold trovando quella del proprietario che lo afferrò prontamente.
All’oscuro di belle, il cuore di Hook  svanì lasciando interdetto il Pirata.
- Ora ho bisogno di restare sola con te.
Con un gesto della mano Rumple svanì assieme a Belle, comparendo nel negozio di pegni.
- Belle…cosa stai facendo?
Tentò l’uomo. La moglie teneva ancora il pugnale stretto davanti a sé.
- Sto finalmente affrontando la realtà.
- No, ti prego. Metti giù il pugnale…e fammi spiegare.
- No. Ora tocca a me parlare.
La giovane prese un respiro profondo raccogliendo il proprio coraggio nell’affrontare il marito una volta per tutte.
- Ricordi la prima volta che mi hai salvato la vita? L’hai barattata. Ero sicura di aver visto qualcosa in te di positivo…ma tutto ciò che vedo ora…è che non rinunceresti mai al potere per me, Rumple. Non l’hai mai fatto, in passato…e non lo farai mai.
- Ma non capisci!
- Comprendo benissimo invece. Più volte ti ho supplicato e venni rassicurata da te. Ti ho creduto. Ho avuto fiducia in te.
- Puoi averne ancora.
- E come? Ho trovato il tuo piano di fuga da Storybrooke per andare alla ricerca di questo…
Belle tirò fuori dalla tasca un foglio ingiallito con sopra un disegno. Assieme ad esso, una foto recente dell’oggetto.
- Cosa mi avresti detto? Che te ne andavi in vacanza? Avresti portato anche me per coprire la tua menzogna? Il tuo vero amore è solo il potere.
- Mi piace il potere…ma non c’è niente di male. Non se vuol dire che io…che noi…potremmo avere tutto.
- Volevo solo te. Volevo essere scelta. Ho cercato di essere tutto per te Rumple. Ma non era così. E mi sono smarrita…per aiutarti a trovare te stesso. Ma non lo farò più.
- Ti prego Belle, mi farò perdonare. Sono già cambiato in passato, posso rifarlo.
- Non sei mai cambiato.
- Ti prego.
Tremotino allungò una mano ad accarezzare il viso di Belle ma lei si ritrasse.
- No. È troppo tardi.
Alcune lacrime scesero sul viso della ragazza che cercava di trattenerle inutilmente.
- In passato, ho visto l’uomo dietro alla bestia…ora vedo solo una bestia.
Belle fece un passo in avanti facendo indietreggiare l’uomo.
- Rumplestiltskin, io ti comando di andartene da Storybrooke.
- Non posso perderti.
- Ormai mi hai già persa.
Rispose Belle con la voce rotta dal pianto.
- Belle…ti prego.
La supplicò Gold.
- Ti ordino di andartene. Ora!
Una nuvola di fumo circondò l’uomo lasciando Belle sola in quel negozio che, senza il marito, le sembrò così vuoto.
Regina e Malefica interruppero il contatto.
- L’ha mandato via lei.
Disse Emma tristemente.
- Già.
Rispose Malefica sovrappensiero.
- Torniamo a casa.
Propose Regina prendendo per mano Emma.
 
Il mattino successivo si erano riuniti tutti al Granny’s per la colazione e per incontrarsi con le due sorelle venute da Arendelle.
Malefica, Regina ed Emma erano sedute l’una accanto all’altra nel silenzio più totale.
Sguardo basso sulle tazze di bevande fumanti davanti a loro.
- Cos’è successo a voi tre?
Tentò David senza ottenere risposta.
Malefica guardò Regina.
- Noi andiamo a cercare le varie formule per gli incantesimi. Appena avremo bisogno di voi, vi chiameremo.
I presenti, seduti al tavolo, sospirarono sapendo che era una cosa che doveva essere fatta.
A che pericoli sarebbero andati incontro affrontando Gold?
Malefica svanì in una nube porpora mentre la mora, avvicinò le sue labbra all’orecchio della bionda sussurrandole qualcosa.
Le due si alzarono uscendo dalla tavola calda sino a raggiungere il retro del locale.
Regina guardò Emma per poi darle un lieve bacio sulle labbra.
Quando si scostò, però, fu trattenuta dalla bionda che l’abbracciò tenendola stretta a sé.
La mora sorrise scostandosi controvoglia dalla giovane.
- A dopo.
Sussurrò l’Evil Queen prima di congedarsi.
- Regina…
La donna si voltò incuriosita sentendo la mano calda di Emma trattenerla.
- Ti Amo.
Il cuore della mora mancò un battito. Tirò Emma a sé baciandola con passione e stringendola forte come se avesse paura di perderla.
Si scostò guardando gli occhi cristallini della giovane. Sorridendo, le accarezzò dolcemente il viso prima di sussurrarle un bacio sulle labbra e svanire in una nube viola.
- Solo tu sai parlarmi d’amore in silenzio.
Bisbigliò fra sé la bionda prima di tornare al tavolo dei propri genitori.




Nota di Alex: Belle mi fa tenerezza e, vista la dipartita di Gold e il comportamento/carattere da doppiogiochista di quel folletto, ho pensato di inserire ciò che provava la ragazza...il suo punto di vista.
Adoro i momenti dolci fra Emma e Regina e dato che sono uscite allo scoperto mi sembrava opportuno un chiarimento Regina/Snow.
A martedì :)
Grazie a tutti per le vostre recensioni. Adoro leggere cosa vi colpisce di più del capitolo :D Grazie!
  
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