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Autore: SamWeasley    05/02/2015    3 recensioni
IV anno, anno del Torneo Tremaghi
Dal secondo capitolo:
“Herm, posso farti una domanda?”
“Certo”
“Prometti che non mi mentirai?”
“Prometto”
“Cosa c’è tra te e i gemelli?”
“Niente, siamo solo amici. Perché?”
Ad Hogwarts il Torneo Tremaghi sconvolge non solo le vite dei Campioni, ma inconsapevolmente anche di tutti gli altri...
Si creano nuove amicizie, mentre quelle consolidate sembrano disciogliersi. Ci sarà spazio anche per un nuovo amore, tanto coinvolgente quando inaspettato?
Pairing: HermionexGeorge
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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ANGOLO AUTRICE:
Le scuse questa volta sono in fondo!
Se non vi ricordate più la storia, cosa molto plausibile, al capitolo precedente c'è un riassunto! 
Baci
Sam_

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Era passata una settimana dalla storia del biglietto e a Hogwarts sembrava tornata la calma, almeno fra la coppia più chiacchierata della Torre di Grifondoro.

Il tipo, Draco Malfoy secondo me, non si era più fatto sentire, almeno non con biglietti diretti. Però avevo beccato il sopracitato ragazzo a fissarmi per poi ridacchiare in modo altamente malizioso con i suoi amici. Ma forse era solo la mia immaginazione a giocarmi brutti scherzi e il biondo Serpeverde mi stava deridendo per il mio sangue, come al solito.

 

“Ehi Mione, tutto ok?” mi chiese George, avvicinandosi.

“Sì, sì. Tranquillo”

“Non si è più fatto sentire, vero?”

“No, te l’avrei detto. Ora ho lezione, ci vediamo dopo” gli dissi, salutandolo con un veloce bacio rima di scappare in aula di Trasfigurazione.

“Signorina Granger, è in ritardo” mi accese la McGranitt, piuttosto contrariata. 

“Mi scusi, professoressa. Non accadrà più”
“Lo spero bene. Ora si sieda vicino al Signor Potter e faccia silenzio.”

Mi sedetti e sentii due occhi perforarmi la schiena. Mi voltai, solo per scoprire che un gruppo di Corvonero mi stava fissando intensamente. 

Che fosse uno di loro il tipo del biglietto? Colo loro sguardo costantemente addosso non ero più così certa che fosse Malfoy. Ma ormai non aveva più importanza, il tipo del biglietto era sparito proprio com’era apparso, in un attimo.

 

Quella giornata era comunque destinata ad andare male. Dopo il ritardo a Trasfigurazione arrivai tardi anche a Difesa contro le Arti Oscure e la Umbridge non fu magnanima con me, anzi, tolse ben 30 punti alla casa di Grifondoro! E pensare che avevo perso tempo perché ero finita per sbaglio nel bagno di Mirtilla Malcontenta!

La giornata aveva poi preso decisamente una piega tragica quando, dopo aver dovuto deviare tre volte il percorso perché alle scale piace cambiare, mi ero imbattuta in una Lavanda Brown tutta impegnata a raccontare a una tipo di Serpeverde una storia sensazionale (e totalmente inventata) di come una sera, tornando in dormitorio, avesse trovato me e George intenti a darci dentro.

Sfinita da quella giornata assurda decisi di andare nell’unico posto dove ero quasi certa di non incontrare nessuno a quell’ora: la Torre di Astronomia.

Le mie speranze andarono in frantumi quando, una volta arrivata in cima alla scala, vidi una testa bionda intenta a fumare sul terrazzino.

Stavo per andarmene quando una voce calda e sarcastica disse:
“Mezzosangue, sei in ritardo di quasi una settimana”

Allora era decisamente Malfoy quello del biglietto!
“Scusa, per cosa?” chiesi.

“Per l’appuntamento”

“Quale appuntamento?”
“Non so. Una settimana fa non hai forse ricevuto un biglietto con un invito sulla Torre di Astronomia?”

“E tu come lo sai?”
“Me lo ha detto Pansy, che l’ha saputo dalla Brown, che ha giurato di aver sentito te e Weasley litigare per colpa di quel bigliettino”

“Oh” dissi.

Allora, forse, non era lui.
“Oh? E’ vero allora?”

“Malfoy che ci fai qui?” provai a cambiare discorso.

“Sto fumando” rispose, con ovvietà, sollevando la sigaretta che stringeva fra le dita.

“Giusto” dissi, dandomi della stupida.

Se non l’aveva scritto Malfoy, allora chi l’aveva fatto?

“Cosa ti cruccia, Mezzosangue? Speravi che l’avessi scritto io? Cos’è, Weasley non ti basta più?” chiese, maliziosa.

“No, credevo che l’avessi scritto tu. Ma se non è così, ok. Vorrei solo sapere chi può avere il coraggio di scrivere certe cose, ma poi è troppo coniglio per firmarsi”

“Se lo avessero scritto alla mia donna io sarei andato a vedere chi era per dargli una bella lezione” disse.

“Ho impedito io a George di venire”

“Devi essere stata convincente”

“Ho delle doti nascoste”

“Non lo metto in dubbio”
“Io ora vado”
“No, resta pure. Tanto io ho finito” disse, prendendo la borsa e andandosene.

“Ciao, Malfoy”
“Ciao, Mezzosangue”

Forse Malfoy non è così pessimo come voleva apparire.

“Ma cosa vai a pensare Hermione?” mi dissi. Malfoy era la malvagità fatta persona, ma forse aveva anche un lato umano. Tutti abbiamo luci e ombre dentro di noi. Era stato solo onesto, non dolce, non gentile. Era tutto come prima.

Mi misi a sedere sulla finestra e mi calmai guardando il sole tramontare dietro le mura di Hogwarts.

Avrei indubbiamente dovuto parlare con Lavanda. Non poteva continuare a spettegolare sul mio conto e passarla liscia.

Proprio mentre stavo per alzarmi sentii un paio di grandi mani posarsi sui miei fianchi.

“George” dissi, istintivamente, ma poi mi accorsi che quelle mani erano troppo grosse per essere di George.

E il profumo che quel corpo maschile emanava non era dolce come quello del mio ragazzo, ma acre e disgustoso.

“Lasciami” urlai.

Le mani, in tutta risposta, si strinsero ancora di più sui miei fianchi.

“Mi fai male” protestai.

A lui non importava.

“Aiuto” urlavo, sperando invano che qualcuno riuscisse a sentirmi.

“Non ti sentirà nessuno” sussurrò l’energumeno dietro di me.

“Chi sei?” chiesi, sull’orlo delle lacrime. 

Io, la coraggiosa Hermione Granger, avevo fottutamente paura di quell’individuo.

“Sono quello del biglietto. Pensavo non saresti più venuta”
“Come ti chiami?”

“Non serve saperlo”

“Sì, serve”

Mi stavo calmando e pensavo a un piano, ma dovevo prendere tempo.

“No”
“Di che casa sei?”
“Non sono uno stupido, non ti dirò un bel niente. Lo useresti contro di me”

“Ti giuro che non ti denuncerò”

“Non fare promesse che non manterrai”

Ero finalmente riuscita ad afferrare la bacchetta, ma non aveva spazio di movimento.

“Potresti allentare la presa? Mi fai male. Non scapperò”

A quelle parole allentò un po’ la stretta. Quei pochi centimetri mi permisero di assestargli un bel calcio dove non batte il sole e di schiantarlo.

 

“Hermione? Sei qui?” sentii chiamare dalla scala.

“Sì, sono qui” risposi, con voce più ferma possibile.

“Cos’è successo?” chiese Fred, irrompendo nella stanza.

Mi buttai fra le sue braccia e iniziai a singhiozzare.

“E’ quello del biglietto. Non ho il coraggio di scoprire chi è”

“Ci penso io” disse Fred, assestando un calcio al corpo privo di conoscenza.

Era un Corvonero, a giudicare dalla divisa, ma non lo conoscevo. Era sicuramente più grande di me.

“E’ del sesto, ma non so come si chiami. Forse qualcosa tipo Maloney, ma non ne sono certo” disse Fred.

“Non m’importa, adesso. Ho avuto così paura!” dissi, accasciandomi a terra.

Mi strinsi le ginocchia al petto e iniziai di nuovo a singhiozzare. 

Sentii Fred pronunciare qualche incantesimo, forse diretto al tizio, prima che si sedesse vicino a me e mi stringesse forte.

“Shhh, è tutto finito. Ne parleremo con la McGranitt e sarà punito” mi sussurrò, cercando di calmarmi.

“E se dovesse prendersela con me? Ho paura Fred”

“Non c’è niente di cui aver paura, non sei sola. E poi ha osato sfidare i gemelli Weasley, non la passerà liscia! Ora vieni, scendiamo. Ce la fai a camminare?”

“Sì, tranquillo. Grazie”
“Di niente, cognatina. Per te questo ed altro.”

 

Tornammo alla Torre di Grifondoro dopo essere passati in ufficio dalla McGranitt per raccontarle quello che era successo. Ci aveva assicurato che avrebbe indetto un consiglio d’istituto per parlare della situazione con gli altri professori e ci aveva garantito che sarebbero stati presi seri provvedimenti anche se i Maloney, sì, Fred ci aveva preso sul cognome, erano una famiglia influente. Non avrebbe permesso che certe cose accadessero nella sua scuola. 

Rincuorati da questa promessa arrivammo in Sala Comune.

Ero distrutta, quindi decisi di saltare la cena e andare subito a dormire, cercando di evitare George. Aveva avuto ragione sul possibile pericolo ed io non ero pronta ad ammetterlo. Era un ragionamento stupido, ma la mia parte saccente non voleva ammettere di aver preso una decisione sbagliata.

Fortuna che George non fosse in Sala Comune così sgattaiolai nel mio dormitorio e mi nascosi sotto le coperte.

 

Era passata forse un’ora, o addirittura due, quando un uragano dai capelli rossi di nome Ginevra Weasley si precipitò sul mio letto.

“Herm, ti scongiuro, scendi a parlare con George, credo stia per dare di matto” mi implorò.

“Non ho la minima intenzione di alzarmi dal letto” protestai, nascondendo la testa sotto le coperte.

“Hermione Jean Granger, non costringermi a usare le maniere forti”

“Ginny, per favore, non…”

Non feci in tempo a finire la frase che mi trovai a levitare nel mezzo della stanza, sicuramente a causa di un Wingardium Leziosa molto potente, e fui sbattuta con poca grazia fuori dalla mia camera.

Appena messo piede in terra provai subito ad aprire la porta, che era stata sigillata e, senza la bacchetta rimasta sotto al letto, resa impossibile da aprire. 

Mi arresi all’idea di dover parlare con George e scesi al piano terra.

“Mione” mi salutò il mio ragazzo, prima di stringermi fra le braccia.

“George” lo salutai a mia volta, cercando di sembrare fredda e distaccata.

Non sapevo nemmeno il perché, ma mi sembrava il comportamento adatto in quella situazione.

“Come stai?”
“Sono stata meglio”

“Ci scommetto. Vuoi venire nel mio dormitorio per stanotte?”

“Falla finita e dimmi pure che me l’avevi detto”

“Cosa?”
“Mi avevi detto di dirlo alla McGranitt e che poteva essere pericoloso. Dimmi pure che me l’avevi detto”
“Per Godric, pensi davvero che te lo direi? Quando Fred mi ha raccontato quel che è successo ho rischiato l’infarto. Al solo pensiero che un deficiente qualsiasi avrebbe potuto farti del male, io…”

La voce di George si spezzò mentre calde lacrime gli solcavano le guance.

All’improvviso mi resi conto di essermi comportata malissimo nei suoi confronti e lo strinsi fra le braccia.

“Non è colpa tua e per fortuna non è successo niente. Non ci voglio più pensare” cercai di consolarlo.

“Non ti avrei mai detto che te l’avevo detto. Nemmeno nei miei incubi peggiori avrei potuto pensare a un epilogo così. Giuro che non ti lascerò più da sola”
“Peccato, proprio domani pensavo di passare la giornata in biblioteca. Mi spiace che tu sia allergico a quel posto!” scherzai, cercando di tirargli su il morale.

Ci dovetti riuscire perché mi stampò un lungo bacio sulle labbra prima di trascinarmi in camera sua dove mi addormentai al caldo rifugio delle sue braccia.


SPAZIO AUTRICE:

Chiedo immensamente scusa, di nuovo! 
Lo so, sono imperdonabile e, se fossi in voi, mi odierei!
So che avevo promesso di non assentarmi mai più per così tanto tempo, invece ho fatto di peggio! Sono ben 6 mesi a passa che non mi faccio viva!
Non mi stupirei se molti di voi avessero smesso di seguire la storia, io lo avrei fatto.

Ora non prometto più nulla, perchè ho capito di non essere brava con le promesse, però mi auguro di risentirci presto su questi schermi!

Baci,

Sam_

   
 
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