Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Isidar Mithrim    07/02/2015    6 recensioni
{Prima classificata e vincitrice del premio IC al contest "Con Harry fin DOPO la fine" indetto da S.Elric_ sul forum. Prompt: Cioccorane}
Neville, stimato membro dell’ES e amato professore di Hogwarts, è tornato a casa per le vacanze di Natale.
Mentre la moglie Hannah si preoccupa dei clienti del Paiolo Magico, Neville potrà godersi – nel loro appartamento sopra al pub - la dolce compagnia della figlia. Così, finirà per scoprire quale sia la più grande paura della piccola, e avrà bisogno di tutto il suo tatto, un maldestro esempio di Trasfigurazione, un racconto, una Figurina dei Maghi Famosi e una confessione per farle tornare il sorriso.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lultima Cioccorana

“Prendi questo!” esclamò Neville, provando a infilzare con la bacchetta la figlia Alice, sei anni e mezzo a febbraio.
“E questo!” rispose Alice, parando il suo tentativo con la propria e contrattaccando.
“Non mi batterai mai, dolce donzella! Sono un duellante eccezionale!” si vantò Neville, schivando di poco l’affondo e rischiando di tirare giù l’albero di Natale che avevano appena finito di addobbare.
Alice approfittò di quell’attimo di distrazione per premere la bacchetta sull’addome del padre.
O meglio, sarebbe stata sua intenzione farlo, se quella non si fosse trasformata in un pollo gommoso in quel preciso istante.
“Aha!” esultò Neville e, recuperato l’equilibrio, puntò la bacchetta contro Alice, che rise sguaiatamente fissando il merluzzo ben stretto nella mano del padre.
“Ehy!” finse di indignarsi Neville. “Stai forse ridendo di me, piccola streghetta malefica?” le domandò con un ghigno, quindi l’afferrò e cominciò a torturarla col solletico.
“Quando sarai abbastanza grande da poter avere una bacchetta di Olivander invece di quelle dei Tiri Vispi Weasley mi prenderò la mia rivincita, e ti farò sbuffare vapore dal naso per un mese!”
Neville capì immediatamente di aver detto qualcosa di sbagliato, perché Alice smise di dimenarsi, gli occhi le divennero lucidi e le labbra iniziarono a tremarle.
Maledicendosi per la propria sbadataggine, Neville si inginocchiò davanti alla figlia, ma lei si voltò dandogli le spalle.
“Alice, tesoro mio… scusami, scusami tanto… Ho forse detto qualcosa che non va?”
Alice tirò su col naso e scosse la testa con vigore, facendo ondeggiare la sua treccia come un pendolo.
Neville le posò una mano sulla spalla con un tocco lieve, ma lei la scrollò via.
Allora la poggiò sull’altra spalla, e questa volta Alice sembrò accettare il suo tocco confortevole.
Lentamente, senza forzarla, la fece girare verso di sé.
Alice tenne gli occhi puntati verso il basso, ma al padre pianse il cuore notando che le sue guance si erano imperlate di lacrime.
“Amore mio…” mormorò, asciugandole il viso con le dita. “Vuoi… vuoi dirmi che cosa succede?”
Lei rimase muta, ma almeno non fece segni di diniego.
“È per qualcosa che ho detto? Perché se è così, allora mi merito di raccogliere pus di Bubotubero senza guanti protettivi per una settimana!”
Finalmente, a sua figlia sfuggì un sorrisetto, prima che riuscisse a trattenerlo e a ritornare seria.
“Ecco, lo sapevo che era colpa mia! Me tapino, mamma non sarà affatto contenta di dover curare di nuovo le mie pustole… per non parlare della puzza di benzina babbana che aleggerà al Paiolo Magico per un mese! Magari… magari, se mi spiegassi cosa ho detto di sbagliato, potrei provare a farmi perdonare e lasciare stare i Bubotuberi…”
Alice alzò gli occhi arrossati per cercare quelli bonari e gentili del padre, quindi trasse un grande respiro, preparandosi a vuotare il sacco.
“È che… Olivander non mi farà mai nessuna bacchetta, perché io…”
Tirò di nuovo su con il naso, Neville le sorrise incoraggiante e le carezzò la schiena, senza azzardarsi a interromperla.
“Perché io non diventerò mai una vera strega” sputò fuori Alice tutto d’un fiato, mentre le lacrime tornarono a solcarle le guance più copiose di prima.
Neville provò un immediato moto d’affetto quando comprese quale fosse il problema. La strinse forte tra le braccia, memore di quanto egli stesso avesse sofferto per non aver mostrato nessun segno di magia fino a poco prima dei suoi sette anni.
Si ripromise subito che avrebbe fatto il possibile affinché lei non provasse lo stesso tormento, maledicendosi mentalmente per non essersene reso conto prima.
La cullò un po’ tra le braccia, mentre Alice sfogava le sue lacrime, finalmente libera di esternare il peso che la opprimeva da chissà quanto tempo.
Quando si fu calmata, Neville le prese il volto tra le mani e le diede un bacio sulla fronte. “Va un po’ meglio, adesso?” le chiese con il suo tono più gentile, e si sentì invadere dal sollievo quando Alice annuì.
“Vieni, voglio farti vedere una cosa” le disse, alzandosi in piedi ed estraendo la bacchetta – quella vera. La agitò nell’aria e porse ad Alice un fazzoletto di stoffa bianca a quadri rossi che aveva appena fatto apparire dal nulla.
Alice lo prese in mano e stava per soffiarsi il naso che ancora colava, quando si soffermò a scrutarlo meglio.
“Papà…”
“Sì?”
“Mi sa che hai di nuovo tagliato via un pezzo di una tovaglia del Paiolo…” 
Neville scrutò con orrore lo scampolo di stoffa, ma poi non poté fare a meno di unirsi alle risatine della figlia.
“La mamma non sarà molto contenta” commentò Alice divertita.
“Ehm, no, non credo… ma le ricorderò che non io ho seguito gli ultimi due anni di Trasfigurazione, e speriamo che basti a farmi perdonare!”
In effetti, la Trasfigurazione non era mai stato il suo forte, ma fu contento che con quell’incantesimo maldestro fosse riuscito a riportare il sorriso sulle labbra di Alice.
Attese che la figlia si soffiasse il naso e si asciugasse le lacrime sul fantomatico pezzo di tovaglia, quindi lo fece Evanescere – questa volta con successo – e le porse una mano.
“Dove andiamo?” domandò Alice curiosa, afferrandogli la mano e lasciandosi guidare attraverso il salotto.
“Te l’ho detto, c’è una cosa che voglio farti vedere.”
Gli occhi di Alice si spalancarono per l’entusiasmo. “Che cosa?!”
“Un attimo di pazienza, signorina, tra poco vedrai con i tuoi occhi!”
Neville la condusse nella propria camera e batté una mano sul letto matrimoniale. “Salta su” le disse con un sorriso, e Alice si arrampicò sul letto, chiaramente curiosa di scoprire cose lui le volesse mostrare.
Neville aprì il cassetto del suo comodino e aprì la scatola di latta che una volta aveva conservato gli Zenzerotti della McGranitt, quindi spostò da una parte gli involucri vuoti delle Gomme Bolle Bollenti e sollevò con cautela la busta di pergamena che stava sul fondo.
Sedette anche lui sul letto, ma nascose la busta dietro alla schiena, resistendo ai tentativi di Alice di rubargliela.
“Fammela vedere!”
“Ehi, ehi, ehi!” esclamò Neville divertito, alzando un dito come se volesse redarguirla. “Mi dispiace, mademoiselle, ma dovrà pazientare ancora un attimo per di aprire questa busta! Prima ho una storia da raccontarle…”
“No, dai, prima fammi vedere la lettera!”
Neville si posò un dito sulle labbra in una muta richiesta di silenzio, e ad Alice non restò che sedersi per ascoltarlo, le braccia conserte e un cipiglio irritato per essere certa che a lui non sfuggisse il suo disappunto.
Neville non ci fese caso, ben cosciente che era solo un po’ di scena, quindi di schiarì la voce e iniziò a raccontare.
“C’era una volta un giovane fanciullo, che chiameremo… Oscar. Oscar viveva con la sua coraggiosa nonna, perché i suoi genitori erano molto, molto malati. Devi sapere, però, che sua nonna, mmm… Ottaviana, non era affatto una persona qualunque. Era una strega, e molto brava, per di più! Ovviamente sperava che anche Oscar, come suo padre prima di lui, avesse ereditato i suoi poteri magici, ma più passava il tempo e più Ottaviana temeva che il nipote non fosse affatto un mago… Finché un giorno, quando Oscar aveva otto anni, un prozio sprovveduto non lo lasciò cadere da una finestra!”
Alice, che adesso ascoltava rapita, sussultò inorridita, portandosi una mano alla bocca.
“Fortunatamente, nell’istante in cui Oscar toccò il terreno divenne chiaro che anche lui doveva essere un mago, perché rimbalzò senza farsi niente! Tutta la famiglia fu molto felice, ma dopo quell’episodio Oscar non molti altri segni di magia, e fino a quando non arrivò la sua prima lettera da Hogwarts, molti parenti continuarono a dubitare fosse magico abbastanza…
“Quando finalmente Oscar arrivò alla Scuola di Magia e Stregoneria, rimase parecchi minuti con il Cappello Parlante in testa prima che questo si decidesse ad assegnarlo a una Casa… Grifondoro.”
“Come te!” esclamò Alice entusiasta.
“Esatto” confermò Neville con un occhiolino prima di riprendere il racconto.
“Ben presto, però, divenne chiaro a tutti – Oscar compreso – che il Cappello avesse preso una bella cantonata, perché Oscar il coraggio non sapeva proprio cosa fosse. E non passava giorno senza che un ragazzo del suo stesso anno, ma di un’altra Casa, non ridesse di lui dicendogli che il Cappello doveva essersi sbagliato di grosso.
“Ma un giorno un altro ragazzo del suo anno, questa volta un amico della propria Casa, gli disse una cosa che gli diede la forza di reagire. Da quel momento, Oscar divenne piano piano sempre più coraggioso, e qualche anno dopo cominciò ad accompagnare il suo amico nelle sue pericolose avventure. E sai come chi era quell’amico?”
“Chi?” chiese subito Alice, tirandosi su sulle ginocchia, ansiosa di scoprire di più.
Harry Potter.”
Alice trattenne bruscamente il respiro, incredula.
“Al suo fianco, Oscar sfidò più volte i Mangiamorte e dopo molte peripezie combatté con Harry nella Battaglia di Hogwarts. E indovina un po’ cosa fece apparire il Cappello Parlante in testa a Oscar, proprio nel momento di più grande bisogno?”
Alice spalancò gli occhi, impressionata, perché a questo punto sapeva benissimo come sarebbe finito il racconto, e ciò poteva significare soltanto una cosa…
“Oscar sei tu…” sussurrò colpita.
Neville annuì, incapace di trattenere un sorriso.
“Quindi… davvero anche tu non riuscivi a fare magie, da piccolo?”
“Davvero.”
“E sul serio gli altri pensavano che non fossi un vero Grifondoro?”
Alice era incredula, e Neville non poteva biasimarla. In fondo, era noto ai più che lui aveva estratto la Spada di Godric Grifondoro dal Cappello. Insomma, era del Direttore della Casa che stavano parlando!
“Sì, sul serio E io ero il primo a pensarlo, all’epoca.”
“Allora… allora avrò anche io una bacchetta?” domandò Alice, sollevata.
“Certo che ce l’avrai.”
“Di Olivander?”
Neville sospirò. “Questo, purtroppo, non posso promettertelo, perché il Signor Olivander è molto, molto anziano… Mi auguro di sì, però, perché nonostante l’età è ancora il miglior fabbricante in circolazione. E speriamo che il suo allievo si dimostrerà altrettanto bravo” aggiunse con un occhiolino.
Poi tirò finalmente fuori da dietro la schiena la misteriosa busta e la posò davanti  loro. Alice squittì elettrizzata, e Neville sospettò che se ne fosse già dimenticata.
“Questa,” disse Neville, “è la Figurine delle Cioccorane più preziosa che abbia mai avuto… Avevo pensato di dartela prima che andassi a Hogwarts, ma visto che siamo qui…”
Alice lo abbracciò stretto, ma solo per un breve istante, troppo curiosa di aprire la fantomatica lettera.
“Fai attenzione” si raccomandò Neville. Lei annuì e cominciò a tirare fuori la Figurina con timore reverenziale.
Ad Alice bastò uno scorcio della figurina per riconoscere il mago che vi era ritratto, e non nascose affatto bene la sua delusione.
“Papà…” sospirò. “Di Silente ne ho già tre…”
“Lo so, Alice, ma questa non è una figurina di Silente qualsiasi…”
La figlia continuava a guardare i penetranti occhi azzurri sormontati da occhiali a mezzaluna con scetticismo, e Neville capì che era giunta l’ora di ulteriori spiegazioni.
“Ti ricordi di quel ragazzo che diceva sempre a Oscar – cioè, che mi diceva sempre che non ero un vero Grifondoro?”
Alice annuì.
“Be’, un giorno mi fece un incantesimo che mi unì le gambe insieme, e io fui costretto a saltellare fino alla sala comune … e là mi imbattei in Harry. Pensai che mi avrebbe riso in faccia, che mi avrebbe detto che, a differenza sua, io non ero abbastanza coraggioso per essere un Grifondoro… invece, lui mi regalò la sua ultima Cioccorana e poi mi disse una frase che non ho mai dimenticato. Tu ne vali dodici, di lui.”
Alice abbassò di nuovo lo sguardo sulla figurina, e finalmente la tirò completamente fuori dalla busta, con ancora più riverenza di prima.
“Esatto, tesoro. Questa non è una figurina di Silente qualunque… È la figurina contenuta nella Cioccorana che mi regalò Harry. Io la diedi a lui perché come te avevo già svariate figurine di Silente, ma la mattina dopo vidi che era sul tavolo dove Harry stava studiando il giorno prima, così decisi di prenderla, sperando che mi aiutasse a trovare il coraggio di farmi rispettare dagli altri ragazzi. Funzionò, e da allora l’ho portata sempre con me quando sapevo che mi sarebbe servito tutto il mio coraggio. È tua, adesso.”
Alice lo fissò a bocca spalancata.
“A una condizione, però… Devi promettimi che ogni volta che penserai di non essere brava o intelligente o coraggiosa o magica abbastanza, guarderai questa figurina e ti ricorderai di essere una persona meravigliosa, una strega che qualsiasi cosa farà nella vita – qualsiasi magia riuscirà o non riuscirà a imparare – è buona e giusta e leale. Ma soprattutto promettimi che, quando la guarderai, ricorderai di avere un papà e una mamma che ti amano moltissimo, e che ti ameranno sempre e comunque. Perché tu sei il nostro cuore... e come potremmo vivere senza il nostro cuore?”
“Lo prometto” disse Alice, la voce carica d’emozione.
Padre e figlia si abbracciarono stretti, e si separarono solo quando sentirono Hannah salire le scale inveendo contro il marito. A quanto pareva, un pezzo di tovaglia era scomparso sotto gli occhi di due clienti, per riapparire poco dopo stranamente umido e molliccio…

***

{Mentre Ron, Harry e Hermione si stringevano davanti a un enorme volume polveroso per leggere rapiti la biografia di un tale Flamel, Neville si avviò verso il suo dormitorio con sorriso sulle labbra all’idea di aver appena ricevuto il il primo, vero complimento della sua vita.
Tu vali dodici Malfoy. È stato il Cappello Parlante ad assegnarti a Grifondoro, non è vero? E Malfoy, dove è finito? In quella fogna di Serpeverde.

Quel giorno, il Bambino-Che-È-Sopravvissuto si era guadagnato la sua eterna lealtà.}

*****************



Ciao a tutti!

Inizio ringraziando S.Elric_ per aver indetto un contest (Con Harry fin DOPO la fine) il cui prompt, che trovate alla fine, è riuscito ad arricchirre un’idea che mi era balenata in mente grazie a un episodio della Pietra Filosofale che avevo dimenticato (potete trovarlo a pag 208-209), e che ho riscoperto con emozione nell’ultima rilettura. Trovo sia incredibile rileggerlo alla luce dell’impressionante trasformazione futura di Neville.

Comunque, senza lo spunto di S.Elric non avrei mai pensato ad inserire una figlia/figlio di Neville, e a lungo ho immaginato di ambientarla ad Hogwarts sfruttando il suo figlioccio Albus alle prese con il complesso non-sarò-mai-figo-come-papà. Devo ammettere che alla fine questo risultato mi ha inaspettatamente soddisfatta ☺

Ora, un po’ di note “tecniche” da nerd che potete anche risparmiarvi ;)

La frase in corsivo nella parte finale è una citazione tratta da Harry Potter e la Pietra Filosofale di JKR e non mi appartiene.

È su Pottermore che ho scoperto, grazie agli inediti firmati JKR, che Neville è un Testurbante (uno studente che il Cappello parlante abbia impiegato più di cinque minuti a Smistare) e che la magia si rivela entro i sette anni, salvo rarissime eccezioni.
Come già saprete, che Neville ed Hannah si siano sposati e che abbiano vissuto sopra al Paiolo Magico che Hannah gestiva ci è stato rivelato da JK in un’intervista.
Non ho invece trovato nessuna conferma ufficiale dell’esistenza di piccoli Paciock... Immagino che una figlia femmina potrebbe anche aver avuto il nome della madre di Hannah, che anche lei ha perso a causa della guerra (al sesto anno, mi pare), ma piuttosto che inventare un nome nuovo ho preferito sfruttare ‘Alice’.

Ecco il mio pacchetto, Cioccorane.
- Prompt: Cioccorane
- Personaggio: Neville
- Mini-trama: Neville è impacciato, riservato e catastrofico, ma ve lo immaginate a fare il papà? xD io sì, da morire, sarebbe stupendo… voglio che mi raccontiate un episodio padre/figlia-o, come volete… può trattarsi di qualsiasi cosa, ma voglio che traspare il Neville maturo e orgoglioso che abbiamo imparato a conoscere nell’ultimo libro, con qualche nota del bambino dei primi libri, perché si sa: il bambino che è noi esce sempre in qualche modo.
- Obbligo: rating verde
- Citazione: “E tu sei il mio cuore... potrei vivere senza il mio cuore?” – Blow –

Isidar
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Isidar Mithrim