Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: _Lillian_    07/02/2015    9 recensioni
Paese che vai... Usanza che trovi? E' questo il detto no?
Ma per i dodici scapestrati, le usanze dell'Antica Grecia non saranno tra le loro preferite.
Niente campo per cellulari, niente tecnologia.... Solo allenamenti e una storia tutta da scoprire, piena di misteri.
Tra intrecci, triangoli, frecciatine e battibecchi... Riusciranno i nostri eroi a salvarsi e a tornare alla vita di sempre?
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
CAPITOLO 10
 
“Cari ragazzi e ragazze ho un annuncio da farvi, per un disguido poco gradevole avevo mal capito la data della vostra partenza e con mio rammarico, profondo rammarico oserei dire, devo comunicarvi che la partenza è stata anticipata. Si parte adesso. Ovviamente tranquilli le valigie non servono ogni Dio non vi farà mancare nulla, proprio come ho fatto io”
 
 
L’incredulità  in quei precisi attimi regnò sovrana incontrastata. Da parte di Lady Isabel quello era stato davvero un colpo basso, infimo, meschino… come lei. Nessuno si sarebbe mai aspettato che quella ragazzina dai capelli lilla arrivasse a tanto e tutti, con occhi fuori dalle orbite, stentavano a credere che quelle poche frasi fossero state pronunciate per davvero dalla 'non ancora dea Athena, altissima, purissima e viziatissima del reame degli allocchi dorati!' .
Lo sgomento era un sentimento quasi palpabile nell’aria e lo sguardo dei cavalieri d'oro, era ora tutto rivolto a loro, quelli che da li a poco come minimo le avrebbero dato fuoco. Ovviamente c’era chi come Kanon di Gemini che di quella notizia e di quella situazione ne aveva fatto una manna dal cielo, vedendo i  ragazzi solo come inutili e dolorose piaghe che presto avrebbero fatto i bagagli e se ne sarebbero andati via. Chi come lui, strepitava per poter giungere il più presto possibile,  al momento in cui il Santuario sarebbe ritornato finalmente allo stato di pace e quiete di un tempo.
La tensione che aleggiava già da un po’ di tempo e che in quei giorni era arrivata all’apice, aumentò ancor di più facendo rabbrividire tutti ed emanando scariche elettriche mortali.
"C-cosa vorrebbe dire che si parte stasera?" balbettò Ally temendo la rispostaccia che da lì a qualche secondo certamente le sarebbe arrivata. Strinse la maglia del ragazzo che la portava ancora sulle spalle sentendolo irrigidirsi e digrignare i denti, si stava trattenendo e la ragazza lo sentiva forte e chiaro da come i suoi muscoli guizzavano tesi. Probabilmente se non fosse ancora abbracciata alla sua schiena sarebbe già partito all’attacco da un pezzo.
"Cara Allison, vuol dire che la Dea Artemide, mia sorella, sarà ben lieta di accoglierti nel suo palazzo stanotte piuttosto che tra due settimane, in situazioni del genere il tempo incalza e sprecarlo non ci è permesso" disse la dea sorridendo sorniona e ricevendo sguardi assassini da parte dei dodici.
“Ogni minuto può essere per il nemico motivo di vantaggio su di noi e come Dea della giustizia questo non posso permetterlo. Nonostante io ancora oggi non capisco la vostra utilità in tutto questo so per certo che gli ordini di mio Padre sono leggi e in quanto tali devono essere eseguite”.
"Non ne posso davvero più!” urlò Megan mettendosi le mani fra i capelli ormai lunghi per poi farle scivolare sul viso avvilita. Alzò lo sguardo carico d'odio sulla Dea e si preparò alla sfuriata. E che sfuriata!
“Sia chiaro a tutti, non provate a fermarmi! Sono arrivata davvero al limite!” sibilò maligna. “Tu..." iniziò la ragazza puntando l’indice accusatorio contro Lady Isabel che dal canto suo indietreggiò di qualche passo. Era ormai risaputo che la bambolotta tutta tulle e organza rosa avesse paura della giovane ribelle, sapeva che la ragazza era forse l'unica tra tutti a non aver mai ubbidito agli ordini del proprio maestro, l'unica a rompere gli schemi e l'unica a ribellarsi ad ogni singola regole senza mai curarsi delle conseguenze. Ed era ancor più risaputo che la Dea trovasse altamente fastidioso il modo in cui Megan l’affrontava ogni volta, senza freni, senza rispetto, senza pietà.
Tossicchiò in difficoltà richiamando a se protezione e prontamente Mur vedendo l’immobilità di tutti gli altri e intuendo che Megan non si sarebbe arrestata tanto facilmente, si parò dinanzi a alla sua Dea, frapponendosi fra quest'ultima e la ragazza. Micene sentitosi chiamare indirettamente in causa, fece per scattare in avanti ma Milo lo bloccò prontamente, non era la scelta giusta da fare, la ragazza non gli avrebbe mai dato ascolto e molto probabilmente il suo tentativo avrebbe buttato solo altra benzina su una fiamma già troppo viva di suo.
Pur tuttavia il cavaliere di Scorpio sapeva che anche se scoraggiati, amareggiati e arrabbiati, gli altri undici , chi più chi meno, non avrebbero mai permesso a Megan di compiere una stupidaggine come quella.
"Spostati Mur! Adesso!" urlò la giovane in preda alla pazzia omicida non ottenendo tuttavia nulla dal cavaliere di Aries. Ma ovviamente questo non scalfì Megan neanche un po’.
"Tu maledetta stronza! Lo sapevi fin dall'inizio! L’hai sempre saputo non è così!? Non è così!? Hai programmato tutto in modo che ci rimanessimo tutti di merda! AMMETTILO!” sbottò la giovane con gli occhi iniettati di sangue.
“I-io…” balbettò la Dea con occhi sbarrati modalità cucciolo indifeso. Ma Megan quel cucciolo lo avrebbe sbranato.
“Sai cosa ti dico bruttissima iena scherzo della natura !? Che puoi fare quello che vuoi piccola stronza, costringimi pure ad andare da un Dio che non voglio neanche conoscere, fatti proteggere dai tuoi leccaculo preferiti per poi passarteli nel letto uno alla volta o tutti insieme se ti riesce meglio, fammi rompere le ossa dai tuoi burattini dorati, dammi il tempo per guarire e poi fammele rompere nuovamente! Ma giuro sulla mia pelle che quando tornerò, perché tornerò! Ti renderò la vita un inferno Isabel! Non tornerò nel mio presente fin quando non avrò gettato te, la tua brutta faccia da culo e i tuoi allocchi del cazzo all’inferno! E questo lo giuro sul mio onore quanto è vero che mi chimo Megan Jonas!" disse la ragazza con un cipiglio assassino venendo avvolta dalle braccia di Cole e trascinata via di peso prima che potesse dargliele sul serio.
Megan praticamente ringhiò tra le braccia del biondo che prontamente l’affidò a Cameron sapendo fosse il solo ed unico a riuscire nell'impresa di tranquillizzarla.
Cameron prese Megan per la vita e la costrinse a fissarlo. "Calmati. Non ne vale davvero la pena per una ragazza capricciosa come lei! Ora basta Megan." disse il ragazzo fulminando il soggetto in questione, la quale ancora scossa dalle minacce appena subite, sembrò non accorgersi di nulla. I sei nuovi arrivati guardarono la scena quasi disgustati, come si permetteva una semplice umana di rivolgere tali parole a colei che ospitava lo spirito di Athena? Darle della donna dai facili costumi con i propri protettori!
Non provava vergogna per le sue azioni? Non aveva paura di esser presto punita?
Tutti si chiesero chi tra gli Dei avrebbe mai dovuto accogliere nel proprio palazzo uno spirito tanto battagliero e irrispettoso ma si resero ben presto conto che la giovane non sarebbe stata l’unica che di li a poco avrebbe utilizzato tali toni.   
"Io la pesto! Giuro che la pesto! Le lancio un tacco venti giusto in mezzo a quelle orribili sopracciglia in modo da romperle il cranio e perforare quel minuscolo cervellino bacato, sempre ammesso che ce l'abbia!" disse April mordendosi il labbro inferiore e sbattendo come una forsennata il piede sul secco terreno.
"Ooh ti aiuto! Dio vorrei tanto staccarle gli arti superiori e strozzarla con quelli  fino a lasciarla senza respiro! Poi però la prenderei anche schiaffi con quelle, a due a due fin quando non sarebbero diventati un numero dispari! Devi pregarmi poi per farmi smettere brutta Tr…" aggiunse Daisy grattandosi le mani e venendo circuita da Ian, che le tappò la bocca prima ancora che potesse aggiungere altro. Erano tutti concordi sul fatto che Lady Isabel dovesse bruciare all'inferno proprio in quel momento e che Megan non fosse l'unica a volerglielo urlare in faccia, ma il buon senso li spinse ad optare per il silenzio e gli sguardi omicidi. Almeno una parte di loro lo fece.
"E quindi tutto questo era stato pianificato sin dall'inizio eh?" rise Mark a testa bassa. Milo sapeva per esperienza che quella risatina sommessa fosse solo il preludio di una sfuriata colossale e con tutto se stesso, sperò che ciò non accadesse… Megan aveva già fatto abbastanza per quel giorno. Ma quando il ragazzo alzò lo sguardo rassegnato e lo puntò dritto in quello del maestro, Scorpio ebbe un mancamento. Si sarebbe aspettato di tutto, pianti, urla, strepiti, cazzotti ma mai, mai rassegnazione. Quella che invece ora rendeva opaco il verde dei suoi occhi. Gli stessi che insieme al viso fecero trasparire la sua attuale debolezza, era davvero arrivato al limite?
"Senta Lady Isabel..." continuò il rosso.
"Dimmi Mark" soffiò la Dea, sentendo la strana voce con cui il ragazzo le si era rivolto. Sapeva di essere odiata dall'unico ragazzo che tra i sei la stuzzicava di più e questo la rendeva furiosa. Non per altro, ma almeno a se stessa dovette ammettere che quello era uno dei principali motivi che l’avevano spinta a tirar loro quel colpo alle spalle. Separarlo da lei. Forse così l’avrebbe dimenticata, forse così sarebbe scemato d’intensità quel rapporto morboso che lo legava all’imbranata e paurosa Allison, forse.
Era così strano pensare che anche lei avrebbe un giorno potuto innamorarsi come facevano tutti i suoi coetanei? Perché mai avrebbe dovuto privarsi del sentimento più bello del mondo? Quella vita non l’aveva scelta lei, essere Athena non l’aveva deciso. Niente della sua vita era stato davvero una sua decisione.
"Posso farle una domanda? E mi risponda sinceramente perché oramai le chiacchiere sono a zero. La partenza era tra due settimane, l'ha anticipata lei o si è davvero sbagliata come dice?" chiese impassibile mentre una stranita Chloe lo fissava perplessa.
"M-Mi sono davvero sb-sbagliata" disse Isabel grattandosi il braccio, cosciente di avergli appena mentito e di averglielo fatto intendere alla perfezione. I cavalieri d'oro palesemente disorientati dal comportamento di quella che dovrebbe essere la reincarnazione della giustizia, non poterono far altro che sentirsi ancora più colpevoli di quanto non lo fossero già.
"BUGIARDA!" urlò Ally in preda alle lacrime.
I ragazzi si girarono di scatto verso colei che aveva appena dato voce all’unica parola che vorticava nella testa di tutti i presenti. La giovane cercava inutilmente con gli esili polsi di levar via le lacrime che copiose e insistenti continuarono a sgorgare dai suoi occhi. Ally era consapevole di quanto si stesse dimostrando debole proprio nel momento più sbagliato in assoluto, ma non riuscì comunque a trattenersi, ci aveva provato con tutta se stessa ma alla fine aveva ceduto, avevano vinto quelle piccole gocce di acqua salata. Sobbalzò sentendo una mano poggiarsi sulla sua spalla ma si calmò subito non appena la riconobbe essere quella di Summer. La ragazza dai capelli corvini le accarezzava il braccio con la mano sinistra e con il braccio destro le avvolgeva le spalle materna, nonostante avessero pochi mesi di differenza.
"Smetti di piangere Ally non sarai da sola, con te ci sarà Cameron e di sicuro non puoi ritenerti sfortunata per tale compagnia" le disse l’amica facendole un occhiolino giocoso che la fece sorridere.
"Semmai la sfigata sono io con un taciturno e uno psicopatico. Non saranno di alcuna compagnia!" si lagnò Daisy smorzando la tensione che si era creata e fortunatamente dal gruppo emersero dei risolini.
“Guardate che io non sto scherzando!” ribattè la bionda borbottando.
"Esatto, Summer ha ragione. Ci sarò io piccola non preoccuparti! Lo zio Cam si occuperà di te al posto di qualcun altro" disse il biondo ammiccando verso la ragazza per poi guardare di sottecchi Mark che di tutta risposta gli sorrise grato. Cameron prese la ragazza per la vita, sollevandola in aria e facendola volteggiare, per poi posarla a terra e asciugarle le ultime lacrime, proprio come avrebbe fatto con una bambina. I ragazzi si accorsero presto di come Cameron esercitasse un effetto calmante su tutti, era lui che sedava sempre le rivolte, era sempre lui che in momenti del genere riusciva ad alleggerire la tensione, proprio come aveva fatto durante la prima scalata di punizione, iniziando a cantare. Risero tutti vedendo Ally paonazza nascondere il viso rosso nel petto del ragazzo che prese ad accarezzarle la testa ridendo e prendendola in giro.
Summer sorrise, era felice di constatare che nonostante tutto erano diventati inseparabili e si sorprese soprattutto di se stessa. Quand’ è che si era affezionata così tanto a loro?  E da quando per lei tutto ciò era risultato estremamente facile, naturale, vitale?
Era sempre stata una ragazza solitaria che non amava parlare soprattutto da quando anni prima era successo quello, eppure conoscere loro l'aveva cambiata molto, era riuscita ad essere più diretta grazie alle critiche rivoltele da Megan, era diventata più forte grazie ad April e Daisy che la sostenevano e invogliavano a farsi rispettare, aveva trovato qualcuno con cui confidarsi grazie a Ian ed Ally, era riuscita a ridere di gusto dopo tanto tempo per merito di Mark, Cameron e Cole, aveva appreso da Michael che il silenzio serviva più di mille parole e aveva scoperto mondi fantastici grazie a Bryan. Era persino riuscita con il tempo a non aver paura di Saga e Kanon come ne aveva all'inizio, grazie ai consigli di Chloe che la spronavano sempre ad essere forte anche nei momenti in cui mollare tutto risultava estremamente più semplice. Di slancio si buttò tra le braccia di Bryan, colui che le era più vicino e lo abbracciò forte, consapevole che non l'avrebbe visto per un po' di tempo. Il ragazzo inizialmente interdetto poiché preso alla sprovvista, ci mise pochi secondi per capire i pensieri della piccola ragazza che teneva fra le braccia e reagire senza pensarci due volte ricambiando la presa e stringendola forte. La scana non passò inosservata agli occhi di uno dei due cavalieri gemelli che infastidito distolse lo sguardo. Un improvviso colpo di tosse fece tacere i presenti e Lady Isabel, sotto gli sguardi carichi d'ira, riprese il comando della situazione e la parola.
“Bene. È arrivata l'ora di fare le presentazioni. Lei è Colomba, cavaliere della colomba...”.
“Che fantasia...” sussurrò April, innescando immediatamente qualche risata sotto i baff e un occhiataccia da parte dell’interessata.
“Silenzio!” sbottò la Dea imbarazzata dalla battuta di April.
“ Come dicevo lei è Colomba, cavaliere della Dea Aphrodite, pronta ad accompagnare il cavaliere di Capricorno insieme a Bryan e Chloe”.
Una donna dall'armatura argentea fece due passi avanti inchinandosi impercettibilmente per poi posizionarsi al fianco di Shura.  Aveva il volto coperto da una maschera ( sempre per quell’idiota regola che vincolava le sacerdotesse guerriero) e dal casco fuoriusciva una cascata di capelli biondi.
Bryan e Chloe si guardarono perplessi ma un altro sguardò calamitò quello della piccola ragazza. Phoenix della fenice accanto agli altri quattro bronze posti al lato destro dell’imponente scalinata, guardava Chloe incuriosito. La ragazza ebbe un po’ di tempo per ammirare il viso del ragazzo e rimase sorpresa di quanto lo trovasse affascinante. Anche se una cicatrice gli deturpava una guancia baciata dal sole, anche se i suoi occhi erano sempre sofferenti e allo stesso tempo impassibili, anche se quella fronte era sempre aggrottata in un espressione dura, Chloe non potè fare al meno di pensare che Phoenix fosse bello. 
Intanto i ragazzi complici, si diressero a passo spedito verso la piccola Chloe distogliendone l’attenzione dal cavaliere, accerchiandola  e chiudendola in un  abbraccio soffocante.
“Oh insomma soffoco! Ragazzi non sono una bambola! È scientificamente testato che tra poco qualcuno riceverà un bel calcio negli zebedei!” sbottò la ragazza spingendo il viso di Cameron lontano dalla sua guancia.
Quando i ragazzi si staccarono ridendo e lasciando finalmente respirare Chloe, Lady Isabel riprese la parola.
“Lui è Naci di Narciso, cavaliere di Amore. È per lui un piacere suppongo, accompagnare Saga di Gemini e scortare fino al castello Ian e Summer, prego, avanzate”.
Il cavaliere in questione facendo qualche passo avanti mostrò una foltissima chioma castana e dei tratti mascolini ma molto delicati. Tuttavia  ciò che subito saltò all’occhio dei ragazzi fu l'armatura che si e no copriva solo lo stretto necessario. Il quintetto di uomini spostò lo sguardo su Ian, il quale sconvolto non accennava a muoversi. Avrebbe dovuto sopportare un altro Aphrodite!? Ma per quale arcano motivo Dio ce l’aveva così tanto con lui!?  Ma almeno questo si comportava effettivamente da uomo?  Oh Jesus!
 “Su con la vita Ian! Il Dio Amore non vedrà sicuro l'ora di conoscerti e si sa, a lui non potrai sottrarti… gli basta una minuscola freccetta e puff...” stuzzicò Daisy ridendo a crepapelle. La schiena del ragazzo venne percorsa da un brivido di freddo e fulminò la biondina che continuò a ridere sguaiatamente seguita da tutti gli altri.
Tuttavia vedendo le occhiate assassine rivolte loro dal diretto interessato, cercarono disperatamente di trattenersi camuffando con colpi di tosse, risolini a iena e paroline sconnesse.
“S-Scusa Ian ma è i-impossibile r-resistere!” scoppiò Cole trascinando nuovamente anche tutti gli altri.
“Ehi Iaaaan, ti va se stasera... Io e te... Ho una voglia pazzesca!” disse Cameron strusciandosi su Ian che lo spintonò. Purtroppo per lui fu impossibile fermare la reazione a catena che si era appena innescata.
“Cameron, non è questa la tecnica... Iaaaan daiii, sento il tuo desiderio, so di poterlo soddisfare...vieni da me, corri mio piccolo micetto” disse Mark avvicinandosi e soffiando nell'orecchio di Ian che mancò di poco il viso del ragazzo con un gancio. Mark scoppiò a ridere ma prima ancora che il moro potesse precipitarsi su di lui per riempirlo di botte venne afferrato da Cole che gli carezzò  suadente il petto con la mano.
“Su, lasciati andare mio piccolo koala, aggrappati a me come solo tu sai fare...” disse.
Summer e Chloe avevano assunto un colorito paonazzo per l'imbarazzo,  Ally invece solo per cercar di non ridere mentre le altre tre ormai erano irrimediabilmente sganasciate a terra a causa delle gambe molli e della pancia dolorante.
“SMETTETELA! NON SIETE DIVERTENTI!” strepitò Ian mettendosi le mani nei capelli.
“Altroché se non sono divertenti! Guarda Ally, sta cercando di trattenersi in un modo assurdo!” strillò in preda alle risate April.
“Iaaaaaan come to me darling!” cantarono in coro i tre dell'Ave Maria. A quel punto anche le ultime tre restanti si unirono.
“Su Ragazzi, Saga ci guarda male e anche Naci...” disse ad un certo punto Bryan interrompendosi e interrompendoli.
I ragazzi si bloccarono e aspettarono che Lady Isabel presentasse il terzo cavaliere che avanzando gelare il sangue a tutti.
“Lui è Ema de Jamadhar, cavaliere di Ares. Fa parte del battaglione del fuoco. E accompagnerà Ioria del Leone, Cole e... April”.
La ragazza notando il fastidio con cui la Dea aveva pronunciato il suo nome, stampò sul proprio viso un bel sorriso di bronzo ignorandola e concentrandosi  sul cavaliere che avrebbe dovuto scortare lei e Cole dal Dio, ma tutto ciò risultò solo una gran brutta mossa che per poco non la fece svenire. Il cavaliere aveva i rasta e la faccia percorsa da una lunga cicatrice così come anche il collo, sembrava quasi che quest'ultimo fosse una parte staccata dal corpo, un pezzo di una bambola! Di quelle assassine però!
Una fasciatura gli ricopriva la fronte e il suo sorrisetto malizioso ma allo stesso maligno fece accapponare la pelle alla castana che si strinse nelle spalle e indietreggiò impercettibilmente.
“Ma da dove è uscito questo qui? Sembra la brutta versione di Samara in The Ring!” sussurrò Mark ad un impassibile Michael. Il rosso non si aspettava di certo una risposta dal suo interlocutore ma dar voce a quel pensiero sarcastico era stato più forte di lui.
Cole intanto prese la mano della ragazza e la strinse notando quanto la ragazza fosse rimasta sconcertata alla vista dell’emissario di Ares.
Ema passò il pollice sotto il proprio naso e il suo sorrisetto si allargò, mostrando i canini aguzzi.
Diamine avrebbe potuto aprire scatolette di tonno sigillate con colla calda con quei cosi!
L'armatura, come i denti, era appuntita dappertutto e le spalline finivano con una punta acuminata più grande rispetto alle altre, capace di perforare qualunque corpo umano e non.
Il cavaliere quasi fosse contrariato si mise al fianco di Ioria che dal canto suo lo guardò scettico chiedendosi quanto mai un tipo simile avesse potuto essere affidabile.
“Wow, devo dire che avete avuto una fortuna davvero sfacciata...”.
Cole e April si girarono fulminando Michael il cui volto ospitava un sorriso davvero divertito. Miracolo!
Quando April si girò nuovamente a guardare il cavaliere di Jamadhar, notò con non poca preoccupazione che il suo maestro non aveva mai tolto gli occhi da lui ed era restio a stargli troppo vicino. Se lui aveva paura allora loro ne sarebbero dovuti essere come minimo terrorizzati. Si salvi chi può!
“Lui è Radamanthys, specter di Hades e Gigante degli Inferi. Scorterà il cavaliere di Cancer che credo conosca già molto bene e  insieme a lui accompagnerà Michael e Daisy. Radamanthys spero Hades ancora non me ne voglia per l’ultima sconfitta” disse Isabel beffarda. Daisy la guardò esterrefatta.
Ma era cogliona? Si era appena ipotizzato che Hades fosse il nemico numero uno e lei cosa faceva? Pestava deliberatamente la coda del can che dorme con battutine sarcastiche su quando gli aveva rifatto il culo nell’ultima battaglia?
E certo! In pasto al mostro ci stava buttando noi tre mica ci si stava buttando lei!
Troia. Troia. Troia!   
La ragazza inghiottì un fiotto di saliva quando vide il suo futuro accompagnatore che non aveva degnato neanche di una singola sillaba la domanda rivoltagli dalla matta. Era un qualcosa di incredibile vedere quanto nessuno avesse considerazione di lei
La sua armatura rispetto alle altre era nera come la pece, la notte, la morte! Ecco appunto per non uscir fuori tema! Dal retro dell’armatura si spiegavano delle ali enormi che impedivano al cavaliere movimenti troppo bruschi o troppo ampi. L’angelo della morte in piena regola! Oh Dio dimmi che nel corso della mia breve vita sono stata abbastanza brava da meritare ancora cento anni di vita e giuro che la vittoria del prossimo Wimbledon la dedico a te!
Le spalle possenti del cavaliere oscuro, che non era di certo Batman, erano scoperte e il casco con tre corna nascondeva una chioma biondo acido. Lo sguardo esprimeva una cattiveria unica. Oh Santa Barbarina aiutaci tu!
“Chi è che ha avuto una fortuna sfacciata?” disse April con un sorriso sghembo a Michael.
“Prego per Daisy e Michael affinché possano entrare e uscire dagli Inferi vivi e vegeti” disse Mark iniziando una cantilena che venne proseguita dagli altri due.
“Prego per Daisy e Michael, affinché possano godere del soggiorno presso l'hotel a cinque stelle ‘La Muerte’ che li ospiterà” continuò Cameron con un imbeccabile accento spagnolo.
“Preghiamo insieme fratelli e sorelle dicendo: ora son cazzi vostri!” concluse Cole.
Tutti gli altri ripeterono la battuta finale ridendo.
Daisy si girò prontamente verso il trio beccandoli nell’intento di fare il segno della croce ma a discapito di tutti i pronostici, invece di fare una delle sue battute acide, si morse il labbro cercando di trattenere le lacrime e mostrando una faccia implorante e da cucciolo indifeso si attaccò al braccio di Michael iniziando a sbattere la fronte contro il suo bicipite.
“Voglio rimanere qui! Con la troia! Non voglio andare agli Inferi!” piagnucolò Daisy graffiando con  i polpastrelli il braccio del ragazzo. Quando Michael abbassò lo sguardo verso di lei, sul suo viso si dipinse un sorriso.
“Cos'hai? Tutto ad un tratto diventi una piagnucolona? Dov'è finita la bionda sfacciata e rompipalle?” rise. Secondo miracolo!
“Segregata nella quarta casa! È scappata a gambe levate vedendo quello lì!” disse indicando di nascosto il cavaliere infernale.
“Stai tranquilla, ci sarò io con te”. Terzo miracolo!
“È questo che mi preoccupa. CI SARAI TU CON ME! Sei taciturno, sei scorbutico  e quando io inizierò a diventare logorroica per la paura, tu mi abbandonerai dicendo di star zitta o di sputare a terra! Ne sono sicura!” disse la bionda continuando a piagnucolare stavolta sbattendo i piedi in terra come una bambina di tre anni ritardata.
“Ma stai zitta! Non ti lascerò mai sola, va bene?”. Quanti miracoli vuole fare questo qui oggi!? Sta sfidando le leggi della fisica!
“Lo prometti?” disse Daisy con occhioni giganti e lucidi. Avete presente il gatto di Sherek? Ecco, uguale.
“Prometto” disse Michael alzando gli occhi al cielo.
“Andata!” concluse Daisy quasi raggiante.
“Volevi ottenere questo fin dall'inizio, vero?” chiese Chloe sorridendo.
La ragazza annuì e strinse il braccio di Michael a cui era ancora attaccata. I ragazzi videro il moro sorridere, forse per la prima volta divertito e allungare una mano sul capo di Daisy per scuoterle i capelli biondi.
“Se volevi che ti proteggessi, me lo dovevi solo dire. So che sei debole e non saresti capace di risolvere i tuoi problemi da sola...”.
“Che scusa?! Non ho mai detto di chiamarmi Lady Isabel di Troia! Non esageriamo ora” grugnì mollando un cazzotto sul bicipite di Michael, facendosi anche male.
“Ma porca troia!” urlò in preda al dolore, massaggiandosi le mani.
“Presente!” disse Megan indicando Isabel.
“Se avete finito, mi fareste anche un piacere!” obiettò la Dea facendo zittire i ragazzi e guardando Megan malissimo.
I rimanenti senza cavaliere, ignorandola, guardarono gli ultimi rimasti e notarono che uno di loro, con l'armatura azzurra dai contorni argento, non aveva ancora mostrato il suo viso. L’uomo, se di questo si fosse trattato perché oramai non si capiva più niente, era stato tutto il tempo di profilo a guardare la scalata che portava alla tredicesima casa, forse non aveva neanche prestato ascolto a quello che era stato detto fino ad allora e forse non li aveva neanche degnati di uno sguardo se non per disprezzare i loro teatrini, come stavano facendo tutti gli altri.
“Lui è Berenice di Coma, cavaliere di Apollo. Condurrà Milo di Scorpio, Mark e... Meg-Megan”.
“Oh Sant'Iddio!” borbottò Mark squadrando il cavaliere.
“Penso che Ian non sarà l'unico a doversi preoccupare” rise Megan cantilenando nell'orecchio del rosso, che terrorizzato indietreggiò. Ian poggiò una mano sulla spalla dell'amico e vi depose la fronte, disperandosi.
“Almeno il tuo ha la gonna! Il mio manco quella! Ha una tutina striminzita al posto dell'armatura!” piagnucolò Ian depresso. Mark annuì convulsamente, notando effettivamente quanto l'amico fosse messo peggio rispetto a lui. Pur tuttavia questo non bastò a calmarlo. Il fatto di sapere che Berenice, un cavaliere con una gonna di metallo e dai capelli argentei più lunghi di quelli di Ally, lo avrebbe accompagnato e avrebbe vissuto con lui per un paio di mesi, lo destabilizzò non poco.
“Se alza una gamba si vede tutto. Dite che le porta le mutande?” ridacchiò Megan infilando il coltello nella piaga.
Mark si girò verso Milo e lo vide inghiottire mentre Berenice si posizionava al suo fianco.
“Ha detto che è il cavaliere di Coma?” chiese il rosso. Alcuni dei ragazzi annuirono.
“Dite che se glielo chiedo gentilmente, mi manda in coma in modo che non possa  né vederlo né fare le ricerche? O dite che in coma può mandare solo se stesso?”. Guardò supplicante i compagni che negarono con la testa e si trattennero dal ridere. Il ragazzo abbracciò Megan che si irrigidì e iniziò a disperarsi sulla sua spalla.
“Se entro due secondi non ti stacchi dalla mia spalla, giuro che ti stacco le dita una ad una” disse la ragazza al giovane che staccandosi da quest’ultima ripiegò su Summer che lo accolse a braccia aperte.
“Piacere di conoscervi, il Dio Apollo vi accoglierà molto volentieri” disse Berenice con voce acuta scatenando un pianto isterico da parte di Mark.
“Quel ragazzo non sembra stare bene, hai bisogno di aiuto?” chiese il cavaliere rivolto al rosso.
“STO BENISSIMO!MAI STATO MEGLIO! NON MI TOCCARE!” urlò raddrizzandosi e incrociando le braccia davanti a sé.
“Ma Mark non si è avvicinato a te neanche di mezzo centimetro” disse Ally guardando il ragazzo turbata.
“Ah… scusate ho avuto un’allucinazione da panico” sussurrò di rimando Mark.
“Sicuro che stia bene?” continuò Berenice rivolgendosi stavolta a Milo che assentì con la testa stanco.
“Infine lui è Toma di Icaro, angelo e cavaliere della Dea Artemide. Scorterà Camus di Aquarius insieme a Cameron e Allison”.
Quando Lady Isabel pronunciò il suo nome, l’ultimo cavaliere, colui che fino a quel momento era rimasto in disparte sulle sue, finalmente si voltò  mostrando l’unica parte del suo volto scoperta dalla strana maschera appuntita ai vertici che indossava. Pelle nivea, occhi anche se nascosti sicuramente meravigliosi, capelli ramati tendenti quasi all'arancione scomposti ad arte, labbra rosee, piene, invitanti e un corpo da urlo. Le spalline dell'armatura rispetto a tutti gli altri differenti, erano composte da una piccola ala per la parte sinistra mentre la spalla destra era lasciata nuda, quasi come se l’armatura fosse stata strappata. Le striature argentee della poca corazza che ricopriva quel corpo scolpito, luccicavano sotto la luce della luna creando effetti di luce.
“Altro che angelo, lui è un Dio!” disse April asciugandosi la bava.  Cole la guardò contrariato per poi accorgersi che anche Daisy, Megan, Summer e persino Chloe  pendevano dalle labbra del cavaliere.
“Sono Toma ma per voi Icaro” disse freddamente, fulminandoli uno per uno e incrociando le braccia al petto in una posa più che rigida. Di tutta risposta le ragazze annuirono all'unisono e sorrisero estasiate al cavaliere proprio come se non le avesse gelate sul posto pochi secondi prima.
“Ma che vi è preso?” disse Ally nuovamente con le lacrime agli occhi cosciente del fatto che ormai, terminate le presentazioni, il momento dei saluti era giunto.
“Lei piange…lei piange! Ci credete!? Lei ha quel bel pezzo di manzo e piange! Io ho un pazzo assassino con delle tenaglie al posto dei denti Allison!” sbottò stupefatta e isterica April attenta comunque a non farsi sentire.
“Io ho uno dei primi prototipi dichiarati di homine ricchionis!” continuò Megan.
“Io ho la morte!” calcò Daisy come se fosse la cosa più ovvia del mondo il fatto che la sua compagnia non l’avrebbe battuta nessuno. Quello li poteva essere chiamato in tutti i modi: Diavolo, Lucifero, Satana, Maligno, Belzebù, Mefistofele, Demone ma NON cavaliere!
“E lei piange!” dissero all'unisono.
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata, tutti tranne Ally che non capendo cosa stesse succedendo si decise a voltare il viso in direzione di Icaro notando da parte sua, solo un'occhiata scettica piena di disappunto. Si rigirò di scatto e tornò a guardare le sue amiche spiazzata.
“Ma che ci trovate in lui? È così... così...”.
“Bello?”
“Daisy no!”
“Figo?”
“April ma cosa dici!”
“Mega fusto?”
“Megan ti prego!”
“Meraviglioso?”
“Summer anche tu!”
“Invitante?”
“Chloe?!”
“Freddo...” concluse Ally arricciando il naso. 
“Ma chi se ne frega! Sarà pure un ghiacciolo che fa concorrenza alla fusione tra Camus, Death Mask e i gemelli ma sono sicura che con le tecniche giuste…” ammise April con un sorrisetto malizioso.
“APRIL!” ringhiò Cole coprendo la vista della ragazza su Toma con il suo corpo.
“Gne gne! Ma come sei acido!” scimmiottò sbirciando la figura del bell’uomo dalle spalle del biondo.
“Ma vi siete accorte che ha anche lui la gonna? E in più porta del leggins giallo piscio!” sottolineò disgustato Mark arricciando il naso come poco prima aveva fatto Ally.
“A lui la gonna bianca dona! Anche più che a me e fidatevi se lo dico. Sono costretta a portare la gonna bianca ogni santissima volta che gioco e le telecamere mostrano in tv un culo enorme che non mi appartiene”.
“Giochi? A cosa?” chiese curioso Ian.
“Si, gioco a tennis” fece Daisy alzando le spalle.
“Seriamente non vi siete mai accorti che lei è la campionessa mondiale di tennis Daisy Whitlook?” chiese Bryan stupefatto. Le bocche e gli occhi di tutti si spalancarono passando a rassegna prima il viso calmo della ragazza e poi quello esasperato del ragazzo.
“Io a malapena guardo il mio riflesso allo specchio, figuriamoci la televisione” disse Summer ridendo e grattandosi la nuca imbarazzata.
“Wow, non posso crederci! Una diva è con noi!” disse Cole estasiato.   
“Ma quindi sei straricca? Ultra-miliardaria?” disse eccitata April. La bionda annuì e alla castana le si illuminarono gli occhi.
“Benvenuta nel club!” disse abbracciandola. Summer e Ally si guardarono, consapevoli del fatto che non sapessero neanche cosa si provasse nell’essere ultra-miliardarie e in quel gruppo, quasi tutti lo erano.
 “È arrivato il momento dei saluti. Velocemente, non amo far aspettare i miei fratelli” disse Lady Isabel con un sorriso a trentadue denti.
“Fottuta stronza!” ringhiò a bassa voce Megan mentre ricambiava l'abbraccio in cui Daisy l'aveva appena imprigionata. Man mano a quell'abbraccio si unirono tutti quanti staccandosi  controvoglia per scambiarsi gli ultimi saluti individuali.
Cameron si avvicinò a Megan mentre la ragazza di tutta risposta incrociò le braccia al petto. “Mi prometti che non picchierai Milo?”.
“Non lo prometto”.
“Mi prometti che non picchierai Mark?”.
“Non lo prometto. Mi vuoi per caso togliere l'unico divertimento?!” sbottò ridendo. Quel sorriso fece scaldare il cuore del ragazzo che spontaneamente  le diede un buffetto sulla guancia. “Mi raccomando, non distruggere il castello, non far arrabbiare Apollo, non stuzzicare Berenice e lascia in pace Mark e Milo”.
“Non lo prometto” concluse Megan con una mano sul cuore e l'altra alzata, per poi mollare un pugno sulla spalla del biondo.
“A presto mia Megan” le disse Cameron con un dolce sorriso lasciandola interdetta e facendola arrossire fino all’ultima punta dei capelli. Mia Megan…mia… Mia!?
“Ehi micetta!” disse Mark avvolgendo da dietro Ally che sussultò per lo spavento.
“Dimmi Mark...”disse la ragazza poggiando le mani su quelle di lui.
“Sicura che starai bene? Se vuoi chiedo e Cameron di fare cambio”. La ragazza negò con la testa e sorrise dolcemente.
“No, Cameron saprà di sicuro tenermi di buon'umore e poi in qualunque caso non sarebbe possibile. Zeus è stato chiaro, Cameron dovrà fare coppia con me e sono sicura che  sarà di sicuro un compagno perfetto. Tra l’altro guarda, siete praticamente uguali!” disse indicando con il mento il biondo che si divertiva a torturare Megan. Sul viso di Mark comparve un sorriso meraviglioso che fece mancare di un battito il cuore di Allison e voltandosi nuovamente verso la castana le poggiò una mano sulla testa, scompigliandola tutta e appoggiandoci il mento sopra.
Ally sentì chiaramente Mark inspirare tra i suoi capelli e quasi come se fosse il gesto più naturale che in quel pazzo mondo avesse potuto fare, poggiò una mano sul petto di lui sentendo il suo cuore accelerare, diminuire il ritmo dei battiti e poi calmarsi definitivamente insieme ai respiri, la ragazza chiuse gli occhi e assaporò quel momento, cercando di imprimerlo nella sua mente a vita.
“Ally...”.
“Mmm...” incoraggiò la ragazza.
“No, niente”.
“Grazie” soffiò la ragazza appoggiandosi al suo petto.
“Per che cosa?”.
“Per avermi sempre sorriso, per avermi tirata fuori dai guai ogni singolo giorno, per avermi salvata da quello strazio…” disse ricordando al ragazzo tutto ciò che era successo fino ad arrivare al brutto episodio che l’aveva vista protagonista.
“L'avrebbero fatto tutti al mio posto”.
“Ma l'hai fatto tu, quindi grazie” disse la ragazza staccandosi, alzandosi sulle punte per raggiungere il viso del ragazzo e scoccandogli un leggero bacio sulla guancia. Mark avvampò e guardò Ally rossa quanto lui. Distolsero qualche secondo gli occhi, ma per loro fu impossibile non guardarsi di nuovo. Verde nel nocciola.
“Certo che sei davvero bassa, micetta” rise Mark.
“Basta! Non c'è più tempo!” strepitò Lady Isabel interrompendo i due ragazzi.
“A presto Mark”.
“A presto combina guai” disse malinconico per poi recarsi verso Milo e Megan già vicini.
I due ragazzi si fissarono consapevoli di dover passare da quel momento parecchio tempo insieme e affiancandosi a Scorpio si avviarono verso Berenice che sorrise loro mostrando una dentatura bianca perfetta.
“Megan” sussurrò il ragazzo.
“Che vuoi sfigato?”.
“Berenice mi incute terrore”.
“Non me ne frega”.
“E se per caso dovessi trovarmelo a letto?”.
“Ti diverti un po' nel frattempo che qualcun'altra si diverte con un Dio e non parlo di quello vero” disse Megan sbuffando invidiosa.
Mark fissò scettico la ragazza e la spintonò, per poi avvolgerle la testa con le braccia e iniziare a sfregare il pugno sulla sua cute. La ragazza si oppose con tutta se stessa a quell’angheria ma dovette presto ammettere che il rosso fosse forte. Si sa comunque che le strade di Megan fossero infinite e proprio in virtù di questo, gli piantò le unghie nei polsi ottenendo la libertà istantaneamente.
“Ma sei scema?!” piagnucolò soffiando sui graffi.
 “No, quello sei tu. Io l'ho fatto per legittima difesa”.
“Legittima difesa un corno! Sei un animale!”.
“Non t'azzardare!” rimbeccò Megan puntandogli il dito contro per poi allontanarlo subito non appena il ragazzo tentò di morderlo.
“Chi sarebbe l’animale!?” sputò la ragazza sibillina.
“Sono molto uniti quei due ragazzi! Che cosa meravigliosa!” cinguettò Berenice sorridendo ad un Milo che non potè far altro che annuire tristemente. Il cavaliere volse il capo verso il suo allievo notando subito quel velo di tristezza nei suoi occhi, si teneva a distanza sia dal cavaliere di Apollo, sia da lui quasi a voler sottolineare il fastidio che gli arrecava la sua presenza. Più volte Milo aveva cercato di diminuire la distanza durante il percorso, ma più lui si avvicinava, più Mark si allontanava accorgendosene. Si girava spesso verso il ragazzo rivolgendogli sguardi pieni di scuse per tutto quello su cui sapeva di aver sbagliato ed era ben più consapevole che il ragazzo ignorava volutamente di incrociare i suoi occhi le medesime volte. Megan accorgendosene fece fermare per qualche secondo Mark.
“Ma che ti prende sfigato? Milo ha tutta l'intenzione di volerti parlare e tu invece lo ignori deliberatamente! Chi ti dice che non voglia scusarsi?” disse acida la ragazza cercando a modo suo di aggiustare le cose.
“Megan ti sei bevuta il cervello?! Milo sarà anche uno dei pochi cavalieri ad averci difeso con gli altri ma non mi sembra abbia fatto la stessa cosa davanti a quella viziata della sua Dea! Ha una maschera come tutti, la nostra amicizia era basata solo ed esclusivamente sul fatto che fosse stato Zeus ad imporci di andare d'accordo! Mi ero fidato di lui, era come un fratello ma ora non voglio più saperne niente. Per quanto mi riguarda abbiamo chiuso già da ieri” sbottò il ragazzo superando la giovane e continuando a camminare con le mani nelle tasche dei pantaloni sgualciti.
“Ma che cavolo dici! Se fosse per Zeus io e Micene dovremmo essere pappa e ciccia! Ma ci hai visti!?Sei uno sfigato!” urlò Megan.
“Sarò pure sfigato ma rimango fermo sulle mie idee!” ringhiò zittendo la ragazza che cercando di contenersi preferì girargli la faccia. Milo anche se controvoglia ascoltò tutto e ne rimase ferito ma non potè che dargli ragione, lo aveva deluso ma non avrebbe potuto fare altrimenti.
“Prego, questo è il portale. Seguitemi” disse Berenice dopo molte ore di cammino, dinanzi ad un fiume cristallino dove il suono del suo lento scorrere somigliava sempre più ad una ninna nanna. I ragazzi guardarono scettici l'acqua limpida  sotto i loro occhi e si chiesero come potesse un fiume, essere un portale.
“Potrà sembrarvi strano ma la scelta di un portale simile è stata dettata dal preciso dovere di ingannare coloro che mirano al castello e al potere di Apollo. Non fatevi raggirare dall'aspetto. Quando entreremo in acqua ci tengo ad informarvi che non ci troveremo subito ai piedi del castello, dovremo nuotare fino al fondale, sarà un po' lungo il percorso ma spero siate abbastanza forti da non stancarvi dopo le prime dieci bracciate. Arrivati a destinazione saremo dinanzi alla porta del sole, lì incontreremo il guardiano Aquiluce, angelo marino. Non attaccatelo in nessun modo. Anzi non fate proprio nulla è molto suscettibile e le sue ali possono emettere una luce capace di accecarvi per sempre”. Mark e Megan si guardarono strabuzzando gli occhi, quello si che era un metodo efficace per annientare i nemici.
“Bene vedo che il concetto è stato afferrato egregiamente” disse Berenice avvicinandosi a Milo e porgendogli un anello che il cavaliere indossò capendo subito a cosa servisse, la stessa cosa fece con i due ragazzi, legando al collo di Megan una collana con un sole azzurro e depositando sulla mano del rosso un bracciale con lo stesso stemma.
“Non spaventatevi quando entrerete in acqua. Vi spunteranno le squame e le pinne, la vostra pelle diventerà blu ma è necessario per raggiungere i fondali, senza quei tre oggetti non avreste mai il fiato necessario per raggiungere la destinazione” disse Berenice facendo un occhiolino malizioso ai due uomini per poi immergersi.
I tre inghiottirono a vuoto per poi scambiarsi sguardi perplessi.
“Chi va per primo?” chiese Megan guardando i due uomini che con tutte le loro forze cercavano di non incrociare gli sguardi.
“Come cavaliere ho il preciso dovere di tenervi sott’occhio quindi sarò l’ultimo ad immergersi” disse Milo più per paura che per vero senso di responsabilità.
“Come uomo ho il preciso dovere di essere galante e la cavalleria vuole che siano le signore ad andare per prima” disse Mark per la stessa e identica codardia del maestro.
“Evidentemente i veri uomini non si sono estinti nel duemila ma molto molto prima… che vergogna!” disse Megan scuotendo la testa e gettandosi nell’acqua chiara senza pensarci due volte. I due uomini rimasti in superficie presero coraggio e seguirono Berenice e Megan ormai scomparsi sotto l'acqua. Appena il loro corpo fu interamente sommerso da quest’ultima, la pelle dei ragazzi iniziò a mutare, il colore pallido si trasformò in un blu oltreoceano e quando Megan  guardò le sue mani vide le squame solcare la sua pelle. Disgustoso!
Si accorse presto di riuscire a respirare e a parlare senza nessun problema, aprì la bocca respirando e sentendosi leggera. Guardò Mark immersosi da poco trasformarsi e scoppiò in una gioiosa risata mentre il ragazzo le volse un occhiata in tralice. Il rosso della sua chioma stonava decisamente con tutto quel  blu.
I quattro nuotarono per  un bel po’ di tempo estasiati dalla bellezza del fondale. Pesci di ogni genere e specie mai viste nuotavano al loro fianco come se per non fossero intrusi ma esseri del tutto uguali a loro. Rimasero affascinati da tutte le piante, i coralli, le alghe colorate e l’acqua cristallina sempre più blu. Altro che fiume, era un meraviglioso oceano in piena regola quello li. Arrivati dinanzi ad una porta dorata adornata da ghirigori celesti finalmente si fermarono. Entrambi i lati erano costeggiati da sirenetti con delle lance fra le mani, dovevano essere il corpo di guardia e i due giovani del futuro non poterono evitare di pensare a quanto questi ultimi assomigliassero alle guardi di re Tritone nel film disney della sirenetta. Chissà magari sarebbe sbucata Ariel da qualche cespuglio d’alghe. Nel centro esatto della grande porta spiccava lo stesso stemma che accomunava i gioielli indossati. Al fianco della maestosa porta proprio come Berenice aveva spiegato poco prima, vi era un angelo dalle ali celesti e la pelle oltreoceano.
“Chi siete voi?” tuonò l’uomo pesce.
 “Aquiluce sono Berenice di Coma, al servizio del Sommo Dio Apollo. Porto con me il cavaliere di Scorpio e due suoi allievi per volere di Zeus. Apri le tue porte e conducici ai piedi del palazzo del Sole”. L'angelo abbassò gli occhi inchinandosi e facendo spalancare le enormi porte che i quattro attraversarono, ritrovandosi subito dopo sulla terraferma. Erano al centro esatto di una fontana costruita lungo un corridoio circolare aperto e innalzato sul mare. Pian piano il corridoio saliva conducendo all'entrata del castello dove si erigeva imponente  una statua d'oro di un guerriero con grandi ali meravigliose. Il castello era imponente e formato da tante torri una più grande dell'altra che accerchiavano interamente la struttura madre del palazzo. Tante cascate fuoriuscivano magicamente dalle mura riversandosi in quello che doveva essere solo un fiumiciattolo della Grecia per quanto loro sapevano , ma che aveva le sembianze di un oceano in piena regola. Le nuvole in cielo avevano uno strano colore rosato a tratti più scuro. Sembrava quasi di assistere ad un eterna lotta tra alba e tramonto. I ragazzi a quella vista rimasero estasiati.
“Prego seguitemi, Apollo ci attende nella sala principale” disse il cavaliere incamminandosi seguito dopo pochi secondi dagli altri. I ragazzi sporgendosi dalla lunga navata poterono vedere l’imponente e maestoso scoglio sul quale il maniero si reggeva e una piccola città ad esso collegata. Strabiliante.
Non appena raggiunsero l’entrata, una voce acuta ma allo stesso tempo potente sovrastò i rumori di tutto ciò che li circondava.
“BERENICE! VIENI AVANTI! MUOVITI!” strillò la stessa voce che riconobbero come quella di un uomo. Le porte senza che Berenice muovesse un solo muscolo si spalancarono automaticamente sotto l'arco a volta. I ragazzi entrarono guardandosi intorno a bocca aperta, le decorazioni rosse che si intrecciavano a quelle oro, creavano una clima di calore avvolgente. La maggior parte dei quadri affissi, se non tutti, raffiguravano un uomo dall’armatura dorata imponente con alle spalle quasi sempre un sole luminoso oppure lo stesso uomo dalla chioma di fuoco indossare un mantello bianco che copriva l'intera figura eccetto il volto contrassegnato invece da due occhi celesti in netto contrasto con i capelli ma proprio per quello ancor più spettacolari. I ragazzi percorsero quel lungo corridoio affascinati per poi trovarsi dinanzi ad una sala immensa dalle grandi tende rosse, dai vasi pregiati posti su tavolini d’oro e al centro della quale un trono rialzato faceva bella mostra di se. Grandi colonne, decorate e scolpite con un'attenzione notevole erano poste lungo le due arcate creando un corridoio dalle grandi dimensioni.
“Meg guarda…” disse Mark a bassa voce indicando le grandi vetrate contro quali le onde di quel mare cristallino che li circondava interamente si infrangevano.
“Wow…” riuscì solo a dire la ragazza.
 Un uomo fece la sua entrata da una porta dalle dimensioni gigantesche posta alle spalle del trono attirando l’attenzione su di se.
“Sommo Apollo” dissero all'unisono Milo e Berenice inchinandosi. Megan e Mark imitarono i due cavalieri e attesero che l'uomo iniziasse a parlare. Era imponente e di gran stazza. Le spalle larghe, venivano coperte da spalline ancor più larghe. I capelli rossi di media lunghezza ricadevano su un mantello bianco che avvolgeva la persona di Apollo completamente. La fronte era adornata da una tiara dorata e gli occhi azzurri fissavano i nuovi arrivati. Megan e Mark lo riconobbero come il soggetto raffigurato nei tre quarti dei quadri che adornavano il palazzo. Era di una bellezza sconvolgente, niente a che vedere con Lady di Troy. Così posato, così signorile, così uomo…
“BERENICE! FALLI PRESENTARE! VELOCEMENTE!” gracchiò l'uomo che distrusse l'immagine potente e feroce che si erano fatti i due ragazzi di lui.
“Sommo Apollo, loro sono...”tentò Berenice mestamente.
“BERENICE! SI DEVONO PRESENTARE LORO! VELOCI!”. Megan chiuse gli occhi trattenendosi dal proteggersi le orecchie con le mani, non sia mai questo gesto lo inducesse ad urlare più forte.
“Grande Apollo, al vostro cospetto c'è Milo cavaliere di Scorpio e cavaliere della Dea Athena” disse Milo fiero non rompendo l'inchino per poi fare segno ai ragazzi con gli occhi esortandoli a prendere parola
“Sono Megan Jonas, allieva del cavaliere più inut... di Micene, cavaliere di Saggittar. Non è un... Volevo dire, è un piacere conoscerla” disse la ragazza alzandosi e poggiando le mani sui fianchi.
“BERENICE! Che cosa sta facendo codesta?! Vuole per caso SFIDARMI?!?!” strepitò Apollo rompendo i timpani dei presenti.
“No mio signore, penso sia il suo modo di portare rispetto” rispose il cavaliere di Coma disgustosamente rispettoso.  
“L'importante è crederci” sussurrò tra sé e sé la ragazza.
“E quel giovane chi è? Non ha per niente un'aria simpatica nonostante abbia il mio stesso colore si capelli! Ovviamente molto più spento, meno pulito, meno lucido e meno tutto rispetto al mio!” disse il Dio squadrando il rosso che a sua volta lo fissò trucemente.
“Sono Mark Henry. Allievo del cavaliere che vi è dinanzi”. Ma Apollo parve non sentire una singola parola di ciò che Mark aveva appena detto, molto più preso a guardarsi le unghie.
“Io sono il grande Dio Apollo ed è inutile che mi metta a snocciolare la mia divina carriera perché sicuramente ne saprete tanto, sul campo sono il migliore” si pavoneggiò il Dio senza ritegno.
“Starete tutti nella stessa stanza, non sono solito ricevere ospiti e quindi… no, semplicemente non spreco troppe stanze per sconosciuti. Berenice vi mostrerà la via” disse Apollo con non chalance.
“BERENICE PULISCI LA STANZA SENZA TOCCARE NIENTE! E VOI ANDATE DOVE BERENICE VI CONDURRA’ SENZA TOCCARE IL PAVIMENTO! Oh che emicrania mi sta venendo!” aggiunse prima di sparir dietro al portone da cui era entrato.
“Come si fa a pulire una stanza senza toccare niente?! E cosa crede che sappiamo volare?! Ma che problemi mentali affliggono quel Dio? Certo che tra lui e Lady Struzzo non so chi sia messo meglio!” sbottò Megan riuscendo a farsi sentire solo dal rosso che cercò di trattenere una risata. “Apollo è un dio particolare, non è cattivo ma questo non vuol dire che vi aiuterà nelle ricerche che dovrete svolgere. A proposito, la biblioteca è nella torre del Cielo, posta a sud rispetto al palazzo del Sole” disse Berenice.
 
*********
 
Narciso invitò con un elegante e raffinato gesto della mano Summer, Saga e Ian a seguirlo lungo il percorso imboccato una volta usciti fuori dal diametro di terra che nascondeva il Santuario. Il ragazzo si teneva a debita distanza dal cavaliere di Amore e Summer per non lasciarlo solo, lo aveva affiancato durante la lunga camminata che avevano intrapreso tra i fitti boschi. Si erano inoltrati in un radura rigoglioso d'alberi e di animali d’ogni specie che correvano a destra e manca e che più di una volta avevano tagliato loro la strada. Summer animalista sfegatata, li guardava estasiata… a Londra era molto difficile poter vedere qualche animale che non fosse un cane, un gatto o un topo. Tuttavia a quella vista spettacolare, suo malgrado, le tornarono alla mente dolorosi ricordi d’infanzia, ricordi che la vedevano una bambina presa sulle spalle di un fratello più grande di cinque anni rispetto a lei e portata su di una piccola montagna dove conobbe per la prima volta l’aspetto di scoiattoli e caprioli. Fu la giornata più bella della sua vita…
Saga dal canto suo, di tanto in tanto guardava di sottecchi i due ragazzi che lo seguivano ad una decina di passi di distanza, in modo da tenerli sempre d'occhio e assicurarsi che nessuno dei due, soprattutto l'allievo di Aphrodite tentasse la fuga. Vide Ian sorridere alla sua allieva ringraziandola per la sua gentilezza nel tenergli compagnia, lo sentii chiederle della suo stato di salute e del perché ogni tanto pareva perdersi nei suoi pensieri, cosa che aveva notato anche lui, e poi lo sentii anche chiederle del suo rapporto con lui e suo fratello Kanon che a detta della ragazza era ancora burrascoso e senza alcuna risoluzione. Saga ascoltò attentamente le parole della giovane e finalmente palesò cosa volesse dirgli Milo quando lo rimproverò nella sua stessa casa, di non essere un appoggio per Summer come lo erano gli altri con i propri allievi. In più il cavaliere si era rese anche conto, tornando con la mente alla notte precedente, che la ragazza non fosse così debole rispetto a come l’aveva sempre catalogata, era riuscita a rialzarsi nonostante le poche forze durante il Synaigen e la stessa notte aveva avuto per la prima volta anche il coraggio di tenere testa alle parole poco consone uscite dalla bocca di quella bamboccia che vedeva sempre più come la sua Dea, sorprendendolo non poco.
Come calamitata dallo sguardo del bel cavaliere, Summer volse i suoi occhi in quelli dell’uomo e ci si perse. Blu nel blu per la prima volta si fusero senza sentimenti astiosi o di paura ad oscurarli ma ben presto la ragazza li abbassò incerta nel non sapere quanto al suo maestro avesse potuto dar fastidio.  
“Ehi Summer...” disse Ian attirando l'attenzione della ragazza che felice distolse lo sguardo dall’uomo e lo fissò in quello più gioviale del suo amico .
“Dimmi Ian...” rispose cercando di non pensare allo sguardo del maestro ancora su di lei. Ian di tutta risposta si bloccò posizionandosi dinanzi a lei e piegandosi sulle ginocchia.
“Sali. Ho visto che hai preso una storta poco fa e che fai fatica a camminare. Sei proprio senza speranze ragazza, ma che razza di ginnasta sei!?” rise Ian dandole un buffetto sulla guancia e facendo avvampare senza ritegno la ragazza.
Summer si sorprese di come Ian avesse notato il suo sforzo, mascherato in tutti i modi, nel camminare e divenne color pomodoro maturo quando si rese conto della proposta del ragazzo  in base alla quale sarebbe dovuta salire in groppa alla sua schiena. Iniziò violentemente a scuotere la testa a mo’ di diniego.
“N-No Ian, t-tranquillo, ce la faccio da sola” balbettò cercando di assumere un normale colorito.
“Insisto, salta su. Dai Sum!” la incitò Ian.
“Ma tranquillo, ce la f-”.
“Sali e basta! Non fingere di riuscirci, peggioreresti la situazione e basta! Non abbiamo bisogno di perdere altro tempo a causa tua!” sbottò Saga voltandosi verso i ragazzi e facendoli sobbalzare. Il cavaliere guardava con sguardo rabbioso l'allieva che con occhi lucidi raggiunse velocemente la schiena di Ian per appoggiarsi sopra. Il ragazzo la sollevò senza alcuno sforzo, voltando il viso verso di lei e sorridendole. Era un sorriso d'incoraggiamento che aveva il solo scopo di alleviare l'animo triste di Summer dopo l'ennesima sgridata subita da Saga.
Naci assistette alla scena appena svoltasi sotto i suoi occhi con fare stupito. Perché mai quel cavaliere aveva sentito il bisogno di essere tanto scontroso nei confronti di una ragazza che sin dall’inizio si era dimostrata gentile e cordiale?
“Avanzate lentamente da adesso in poi. Seguitemi in ogni passo che farò e se vi è possibile imitateli il più possibile. Vi condurrò al portale che si trova in fondo alla foresta, ma per arrivarci cono state disseminate parecchie trappole mortali allo scopo di tener lontani uomini animati da cattive intenzioni. Prego ingoiate questi” disse Naci distogliendo lo sguardo da Saga e puntandolo in quello dei ragazzi. Dalla mano fece apparire delle piantine verdi, nere e rosse coperte di quella che aveva tutta l’aria di essere melma. Summer rabbrividì.
“Per riuscire a vedere la grande porta celeste dovrete correre e abbattere la barriera che si erige attorno. Se riuscirete a vedere il centauro che protegge la porta, allora vuol dire che ce l'avete fatta. Altrimenti vorrà dire che siete spacciati. Purtroppo non tutti riescono nell’impresa, o per poca forza di volontà o semplicemente perché non considerati degni finiscono per perdersi nei meandri più oscuri del bosco per l'eternità. Sono sicuro che voi ci riuscirete state tranquilli” disse alla fine facendo spallucce sotto gli occhi fuori dalle orbite dei ragazzi e l’evidente preoccupazione di Saga.
“A proposito, non fate niente che possa far adirare il guardiano, l'arco che ha in mano è capace di portarvi alla morte bruciando lentamente tutti gli organi interni e anche se voleste ucciderlo, non ne sareste capaci poiché solo Amore, in quanto suo creatore, può riuscire nell'impresa” terminò Naci appoggiando nelle mani di ciascuno di loro quella poltiglia di piante disgustosa. Il primo a ingoiare fu Saga che sotto gli occhi sbalorditi e altamente disgustati dei ragazzi si trasformò in centauro dalla pelle abbronzata e dal petto nudo scolpito. Summer arrossì violentemente e Ian spalancò la bocca indietreggiando dalla figura di Saga.
“Veloci, non abbiamo tempo da sprecare!” disse acidamente il cavaliere facendo ingoiare ai due ragazzi quella schifosa poltiglia alla velocità della luce Le gambe di Ian e Summer mutarono come il colorito della loro pelle che diventò color caramello. La ragazza si guardò esterrefatta, notando come fosse cambiata, pur tuttavia  non era un centauro come si sarebbe aspettata dopo aver visto Saga e Ian, ma una sorta di irreale creatura femminile dalle gambe spropositatamente lunghe e dalla pelle celestina i capelli le si erano allungati intrecciandosi fra loro in morbidi boccoli e ornati da foglie rosa e azzurre legate insieme in una coroncina da piccoli ramoscelli nei quali erano incastonate gocce d’acqua. Il suo corpo non era più ricoperto dai vestiti che aveva indosso poco prima, ma da un velo trasparente avvitato che nonostante tutto non mostrava nulla. Ian aveva praticamente la bava alla bocca mentre Saga dovette presto distogliere lo sguardo per non sembrare inopportuno.
 “Seguitemi” disse il cavaliere iniziando la rincorsa con subito Ian alle calcagna che urlò di divertimento. Saga li seguì a ruota a sua volta seguito da Summer la quale tentennò accorgendosi che anche in quella forma, una delle due gambe le provocava un gran dolore. Con sua inaspettata sorpresa, per la seconda volta vide la mano di Saga protesa verso di lei, che afferrò senza pensarci ma comunque con un delizioso rosso ciliegia ad imporporarle le guance. Il cavaliere l'attirò a sé stringendole la mano.
“Non pensare al piede, pensa solo al fatto che non potresti uscire viva da questo posto se non aumenti la corsa” le comunicò Saga con lo sguardo puntato dinanzi a se. Summer annuì e con la mano ancora in quella del maestro, aumentò il passo raggiungendolo e ritrovandosi dopo un tempo non quantificabile dinanzi al portale di cui aveva parlato Narciso. Il suo corpo riprese la forma normale e per lo sforzo appena fatto, si piegò sulle ginocchia, portandosi una mano sul piede dolorante. Sentì il braccio di Saga passarle sotto le braccia e sollevarla in piedi. “Non appoggiare il piede per terra, fai carico su di me” disse. La ragazza eseguì l'ordine, alzando il piede e appoggiandosi al maestro, scaricando tutto il suo peso su di lui. “Páthos permettici di arrivare al dio Amore, coloro che mi stanno dietro sono qui per volere del Grande Zeus, non opporti al suo volere e spalanca le porte della Passione” annunciò il cavaliere di Narciso. Il Centauro si allontanò dalla porta e scoccò una freccia che colpì quest'ultima facendola aprire. Il gruppo varcò la soglia ritrovandosi lungo un vialetto costeggiato da un limpido fiume in cui nuotavano pacifici dei maestosi e candidi cigni bianchi e da cui si abbeveravano dei cerbiatti. Il vialetto era affiancato in entrambi i lati da innaturali cespugli colorati, da fiori di ogni tipo e da lampioni antichi e meravigliosamente belli. Un salice piangente si erigeva sul lato destro del fiume, il lato opposto rispetto al quale si trovava il gruppo. In cielo le nuvole sembravano morbide e corpose e tante fatine volavano avvolte da una luce incantata. Quante volta da bambina Summer si era domandata quanto fosse veritiera l’esistenza di quelle piccole creature.  Neanche nel miglior libro delle fiabe sarebbe mai potuto essere rappresentato quel meraviglioso paesaggio. Proprio al centro di quello spettacolo si innalzava un castello principesco dai tetti azzurri e dalle torri a punta fatto tutto in mattoni levigati color onice, sopra di esso tre arcobaleni senza limiti di tempo meravigliarono i due ragazzi. Tante bandiere erano poste intorno al maniero e sopra di esso
“Che meraviglia...” sussurrò Summer stringendo inconsapevolmente la presa su Saga.
“Puoi dirlo forte... peccato ci sia un po' troppo rosa...” disse Ian divertito. Proprio sulla spalla del ragazzo si posò una farfalla lucente che si portava dietro una scia del colore rosso delle sue ali.
“Avanti, seguitemi. Amore avrà già avvertito il nostro arrivo”.
I tre annuirono seguendo Naci lungo un ponte levatoio che li portò sulla sponda opposta alla loro stessa sponda del salice, da lì si poteva scorgere anche la maestosa entrata del castello. Entrarono estasiati e un profumo di rose invase le loro narici, stordendoli per qualche secondo. Summer chiuse gli occhi mentre Saga la sosteneva ancora per non farla cadere. Ian girava per la sala principale del castello a bocca aperta. Non aveva mai visto tutto quello sfarzo e immaginò casa di April simile a quella. Un lampadario di cristallo faceva bella mostra di sé e creava con la luce che penetrava dalle grandi finestre colorate dei sublimi giochi di luce che fecero rimanere a bocca aperta la ragazza la quale con l'aiuto del maestro si sedette su una sedia posta all'entrata.
“Oh finalmente siete arrivati!” strepitò un uomo spuntando da dietro il trono rosso che primeggiava in quella stanza. I capelli caramello racchiusi in una coda alta ballavano al ritmo dei movimenti dell'uomo che gongolava verso i tre nuovi arrivati. Indossava dei leggins neri e una maglia a sbuffo bianca, la quale, era coperta da un mantello rosso sangue. Summer non aveva mai visto uomo più affascinante di lui, le labbra carnose, la dentatura bianca perfetta, il corpo scolpito e gli occhi rossi con sfumature rosee. Era ammaliata da quella figura e per uno strano raptus aveva la malsana voglia di buttarsi tra le sue braccia.
“Non guardarlo. Ha il potere di soggiogare le persone, ricordati chi è” la reguardì Saga disgustato dalla vista dell'uomo che gli stava dinanzi.
“Qual buon vento cavaliere di Gemini, da quanto tempo non ci vediamo” disse quello che doveva essere il Dio Amore sorridendo sornione.
“Parecchio Dio Amore, ma so per certo che non le sono mancato” rispose il cavaliere facendo una smorfia. Amore scoppiò in una fragorosa risata simile ad uno scampanellio per poi voltarsi verso Summer che dopo la raccomandazione di Saga stava ben attenta a non incrociare il suo sguardo
“Oh suvvia, prima stavo scherzando. Non userò più quel potere contro il tuo volere meravigliosa fanciulla dai graziosi capelli corvino. Posso sapere quale nome è stato assegnato ad una ninfa come te?” disse inchinandosi e baciando le mani della ragazza che avvampò.  Prima che potesse dire qualcosa, le mani di Amore le toccarono la caviglia malridotta e si sentì invadere di un calore nuovo, accogliente, dolce, accorgendosi poi una volta ripresasi dallo stordimento di quella sensazione di non provare più dolore. Summer si alzò per poi inchinarsi riconoscente e rispettosa.
“La ringrazio Dio Amore, io sono Summer, allieva del cavaliere di Gemini qui presente, è per me un piacere conoscerla”.
L'uomo rise e prendendo la mano della ragazza, la costrinse ad alzarsi sulle punte e a portare il proprio viso ad una spanna dal suo. “Niente formalità, le detesto. Chiamami Amore e basta. E se vogliamo dirla tutta sono io che sono onorato di fare la tua conoscenza mia bella e preziosa Summer” disse permettendosi di baciarle una guancia, gesto, che fece completamente avvampare Summer una seconda volta.
“Dio Amore, lui è Ian, allievo del cavaliere di Pisces” disse Narciso aiutando la ragazza ad uscire da quella spiacevole quanto gradevole situazione. L'uomo si voltò verso Ian e gli sorrise maliziosamente.
“Oh ma guarda che ragazzo pieno di passione abbiamo. Il tuo desiderio qui  può essere soddisfatto, le ninfe non aspettano altro, nel mio mondo donano amore e passione e a te tutto questo non è negato. Basta inoltrarsi un po' tra i boschi” concluse ammiccando ad Ian che cercò di contenere l'imbarazzo. Summer trattenne una risolino non riuscendoci e questo fece girare il Dio nuovamente dalla sua parte.
“Che gioia per le mie delicate orecchie. La tua risata conduce gli uomini al Paradiso deliziosa Summer, concedimi l'onore di ascoltarla un'altra volta” disse scatenando la risata della ragazza.
“Oh che suono incantevole!” disse il Dio estasiato toccando le labbra della ragazza con l’indice della mano destra carezzandole.
“Ma io non...” disse Summer tappandosi la bocca, consapevole di aver riso contro la sua volontà.
“Perdonami, ma non ho resistito” disse sorridendole e inchinandosi.
“Amore la smetta! Ci dica dov'è la nostra stanza!” sbottò Saga interrompendo il teatrino infastidito. Perché mai toccava così tanto la sua allieva vezzeggiandola con stupidi quanto veritieri aggettivi?
“La vostra stanza? Io ne ho fatte preparare tre distinte, Summy la tua è vicino alla mia!”. “No, preferisco tenerli sott'occhio ventiquattro ore su ventiquattro, di modo che a nessuno venga in mente di cedere a qualche stupido gioco, in questo castello ce ne sono parecchi!” puntualizzò Saga fulminando l'allieva e Ian che vennero percorsi da brividi di terrore. “Simpatico e amichevole come sempre Gemini. A questo punto la vostra stanza è al secondo piano in fondo al corridoio sulla destra, proprio accanto a quella di Naci, così se avete qualche problema, potete rivolgervi a lui. Ovviamente se avete bisogno di me sono sempre disponibile, soprattutto se posso essere d'aiuto a te, mia graziosa fanciulla. Per quanto riguarda le ricerche, la biblioteca si trova al terzo piano, nell'ala Pathos, attenti quando l'attraverserete, gli specchi possono trarvi in inganno” concluse Amore facendo l'occhiolino a Summer e sparendo oltre la coltre nebbia rossa che si era sollevata improvvisamente solo per la sua uscita di scena.
“Cosa intendeva dire che gli specchi posso trarre in inganno?” chiese Ian rivolgendosi al cavaliere di Narciso che scosse la testa.
“Non lo so, purtroppo quella è una parte del castello a cui noi cavalieri non è permesso accedere. Di fatto la porta si apre solo a chi ne ha bisogno”.
“Mi sembra di essere in Harry Potter” borbottò Ian ancora rosso in volto per essere stato sputtanato davanti a tutti, senza un minimo di contegno. Si diresse verso il gruppo e si accostò a Summer.
“A chi lo dici...” disse la ragazza ancora imbarazzata per il trattamento ricevuto da Amore.
“Se volete seguirmi, vi porto alla stanza” disse Naci invitandoli con la mano a intraprendere il corridoio sulla loro destra.
Quando si ritrovarono dinanzi alla porta rossa, la osservarono per minuti interminabili e solo quando Saga si decise a poggiare la mano sul pomello a forma di cuore e ad aprire, poterono ammirarne l'interno.
Il letto matrimoniale dalle lenzuola rosse, cosparse di petali di rosa nera meravigliò i presenti. Un profumo di margherite e girasoli penetrò nelle loro narici nonostante tali fiorni non fossero presenti. Affianco al letto, ne era posto un altro singolo dalle coperte rosse come il primo ma cosparso di petali blu. I cuscini neri e blu dai ricami d'argento erano posti al lato superiore e l'armadio a tre ante stava dinanzi al letto matrimoniale. La grande finestra a porte vetrate dava su un balcone enorme che si affacciava a sua volta sulla riserva naturale che circondava il palazzo di Amore.
“Bene, chi dorme nel lettone?” chiese Ian battendo le mani e sfregandole tra loro.
“Io starò nel letto singolo, voi due nell'altro” puntualizzò Saga zittendo ogni dubbio che si era insinuato in loro. Sul volto di Summer comparve un sorriso stanco, di sicuro non si aspettava che il suo maestro dormisse con lei, questo era certo, ma il fatto che non avesse neanche considerato quell'idea la ferì, sapeva di essere un peso per lui ma non si aspettava la detestasse fino a tal punto. Ma infondo che cosa si aspettava? Il loro rapporto era iniziato con il piede sbagliato e non si era mai aggiustato, neanche con tutti gli sforzi che aveva fatto per guadagnarsi un singolo apprezzamento sui suoi miglioramenti sia da Saga che da Kanon. Aveva ringraziato Zeus per averle tolto almeno quest’ultimo che a livello di trattamento era anche peggio del fratello ed era più che sicura che Allison con lui se la sarebbe cavata molto di più. Tuttavia il fatto che Saga continuasse ad essere freddo, distante e privo di emozioni nei suoi confronti iniziava ad infastidirla, iniziava a non sopportare più il fatto di essere sgridata per ogni minima stupidaggine o azione commettesse, come se a qualunque cosa facesse corrispondesse un suo richiamo.
“E tu! Vedi di non cadere ai piedi del primo che ti fa complimenti! Non sei venuta qui per innamorarti ma per lavorare e allora fallo!” la riprese con cattiveria ancora una volta.
“Sono una donna maestro! A differenza di voi poveri uomini so fare più cose insieme e farle bene. Puoi darmi ordini per quanto riguarda le ricerche ma non azzardarti a farlo se si parla della mia vita privata. Per la disposizione io e Ian saremo felici di condividere il matrimoniale. Nessun problema vero Ian?” disse acida Summer sorprendendo i presenti. Il cavaliere di Narciso preferì dileguarsi e lasciare a loro i problemi che avevano.
“Ehi Sum, tutto ok?” le chiese Ian guardandola stupefatto volgendo lo sguardo da lei a al cavaliere che con sguardo sorpreso e quasi ferito voltò la faccia.
“SI! Sto benissimo. Grazie ad Amore non mi fa neanche più male la caviglia. Dovrei andare a ringraziarlo” disse.
“Tu non vai da nessuna parte, non ti è permesso di girare per il castello a tuo piacimento e ti ho già detto di stare attenta a quell'uomo, non è per niente amorevole come pensi né gentile. Amore vuole sempre qualcosa in cambio e adesso l'unica cosa che vuole è giocare con te”.
“Che giochi pure con me! Farà tutto per un tornaconto ma è più umano di te!” sbottò la ragazza uscendo e chiudendosi la porta alle spalle con un assordante tonfo.
 
Angolo autrici *^*
Eccoci con il capitolo 10 *^*
Che ne pensate? Eh già, sono ben 12 pagine di word quando di solito sono 9, ma che volete, abbiamo deciso di farci perdonare premiandovi con ben tre pagine in più u.u
Siamo o non siamo gentili? XD
Fateci sapere cosa ne pensate eeeee....
DOMANDA DEL CAPITOLO:  Voi intravedete qualche rapporto d'amore tra alcuni personaggi? Se si, quali?
 
 
 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: _Lillian_