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Autore: Izayoi_1    07/02/2015    5 recensioni
Da Eva ci si aspetta molto ma quando le aspettative di chi la circonda non coincidono più con le sue lei vuole solo una cosa,un anno della sua vita per ritrovare se stessa e rinascere,prima di tornare ai doveri quotidiani. Vuole l'imprevisto e la novità e la cercherà nella city britannica,Londra.Sarà proprio qui che inizierà la sua nuova vita e quando il destino ci si mette ti fa incontrare due occhi color del ghiaccio che lasciano la mente senza pensieri o parole al solo guardarli,un incontro così inatteso per entrambi,una scintilla improvvisa tanto forte da lasciarli incantati.
Salve,questa storia è dedicata a Richard Armitage,mi immagino come sarebbe conoscerlo per caso e cercare di iniziare una storia tra diverse difficoltà.Leggete e saprete :)
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Quando saremo due saremo veglia e sonno

affonderemo nella stessa polpa

come il dente da latte e il suo secondo,

saremo due come sono le acque,le dolci e le salate,

come i cieli,del giorno e della notte,

due come sono i piedi,gli occhi,i reni,

come i tempi del battito

i colpi del respiro.

Quando saremo due non avremo metà

saremo un due che non si può dividere con niente.

Quando saremo due,nessuno sarà uno,

uno sarà l'uguale di nessuno

e l'unità consisterà nel due.

Quando saremo due

cambierà nome anche l'universo

diventato diverso”.

-Cit.

 

Erano le 2.15 di notte quando Eva era rientrata in casa come un uragano e aveva sommerso una povera e insonnolita Miriam che nel bel mezzo della notte si ritrovò tra le braccia dell'amica che non faceva altro che ridere raggiante e saltellare a destra e a sinistra come un grillo. La povera fotografa si accasciò sul divano aspettando che l'amica tornasse in sé e le spiegasse cosa fosse accaduto per renderla così euforica.

“Richard Richard Richard” si voltò la ragazza precipitandosi sul sofà ridendo sonoramente,Miriam si grattò la nuca e sbadigliò forte,

“Si può sapere chi è questo Richard per ridurti così?”

Eva prese le mani dell'amica e la guardò intensamente,accorgendosi in quel momento del suo vero stato di pura e semplice gioia,

“sono felice Miriam,così tanto credo di non esserlo mai stata”.

Miriam guardò stupita la ragazza di fronte a sé,aveva detto quelle parole con tale intensità che non se l'aspettava e incuriosita da ciò che poteva esserle accaduto scacciò il sonno e si accomodò meglio,pronta per farsi raccontare tutto quello che poteva esserle accaduto in una serata. Eva le raccontò tutto con grande trasporto,muovendo convulsamente le mani per enfatizzare i fatti e,a volte,imitando addirittura il suo stato d'animo triste e sconsolata mentre era sulla metro per tornare al pub e di come,invece,la sorpresa di ritrovarselo davanti ad aspettarla l'avesse del tutto ridestata da quel triste torpore.

“Mi ha trovata Mir,ti rendi conto? Ci siamo pensati così tanto dopo quell'incontro in caffetteria che temevo di impazzire e mi dispiaceva così tanto non poterlo rivedere più. È come se sentissi che lui centrasse qualcosa con me...e lo stesso ha percepito anche lui,non si è arreso,per quanto può sembrare folle e insensato il suo gesto”.

Eva riprese fiato,raccontare così intensamente quella vicenda l'aveva lasciata senza fiato,come se avesse appena fatto una lunga corsa. Miriam capì al volo il perché l'amica si sentiva così felice e come se ne fosse stata contagiata anche lei iniziò a ridere e si catapultò su di Eva che mai come in quel momento stava amando gli abbracci.

“Si può morire di gioia Mir? Perché io temo di si ma vorrei arrivare a domani”.

Risero di nuovo insieme a quelle parole,rimanendo per qualche minuto in silenzio con i volti rossi per tutto quel calore che sentivano dentro.

“Non ho nulla da mettermi,oh no sembrerò uno spaventapasseri domani mattina”,quel semplice pensiero la preoccupò subito,voleva essere al meglio per quell'incontro,così con cipiglio serio cominciò a pensare mentalmente al suo guardaroba. Miriam alzò gli occhi al cielo senza parole

“Ti è venuto a cercare per tutta Londra,sai cosa gli importa di ciò che indossi,smettila di fare la scema e vai a dormire”.

Eva annuì sentendosi un po stanca quel quella pazza giornata ma l'adrenalina ancora le scorreva veloce nel corpo. Si diedero la buona notte e ognuna andò nella sua stanza,Miriam crollò come un sasso con l'immagine nella mente dell'amica che salterellava per la casa e sorrise lievemente prima di addormentarsi. Eva,invece,rimase a fissare il soffitto per un po e come riportata alla realtà si alzò di scatto ricordandosi di dover inviare un sms a Richard per avvisarlo del suo ritorno a casa. Erano le 3.00 e temeva di svegliarlo e mai come in quel momento scrisse e cancello in testo del messaggio almeno 10 volte,alcuni erano troppo seri,altri troppo stupidi e altri ancora troppo smielati,insomma una via di mezzo proprio non la riusciva a trovare. Fece un sospiro profondo e senza pensarci troppo gli inviò la prima cosa che la sua mente elaborò,non volendo far passare troppo tempo.

SMS

EVA: “Scusami per l'orario,spero di non svegliarti ma volevo avvertirti di essere tornata a casa”.

 

Morfeo proprio non si degnava di fargli visita quella notte ma poco gli importava,in quel momento la sua testa era troppo impegnata a ricordare gli eventi di quella settimana e più ci pensava e più ne rimaneva stupito,di sicuro quella sensazione così strana e trascinante era qualcosa di inspiegabile che li aveva coinvolti entrambi e quell'incontro così improbabile,in quel momento a Richard,gli sembrò quasi voluto da un Fato benevolo,da un burattinaio che muoveva dei fili invisibili. Si girò e rigirò nel letto con la consapevolezza che non avrebbe chiuso occhio,prese il cellulare che era sul comodino e controllò che se fosse arrivato un sms da Eva ma nulla. Non aveva nemmeno fatto in tempo a riposare l'iphone,però,che un suono lo avvertì dell'arrivo di un messaggio.

SMS

RICHARD: “Partendo dal presupposto che sarei stato felice di essere svegliato da te ma non stavo dormendo,ti pensavo e aspettavo che tornassi dal lavoro. Non tardare domani,anche perché adesso hai capito che ti troverei.

Notte”.

 

Il cellulare di Eva si illuminò pochi minuti dopo (anche se le sembrarono interminabili) e subito il suo cuore mancò un battito nel leggere quelle parole.

SMS

EVA: “A proposito,grazie per avermi trovata. Notte”.

 

Richard rimase per tutto il tempo dell'attesa con il cellulare in mano e non appena si illuminò andò subito a leggere il contenuto del testo,sorridendo felice per quelle parole,stava quasi per risponderle ma cambiò idea,cancellò il messaggio e posò il cellulare cercando di addormentarsi.

Aveva dormito si e no 2 ore ma non si sentiva stanca,quella sensazione di euforia non la lasciava ed Eva quella mattina salutò il mondo felice e briosa come non mai. Si preparò minuziosamente,impiegandoci così tanto tempo da mettere spavento dato che era sempre stata una ragazza abbastanza veloce ma quel giorno non voleva lasciare nulla al caso. Optò per qualcosa di semplice ma casual,gonna a vita alta che le metteva in risalto la sua vita sottile,calze doppie nere,lo stivale fino alla caviglia con il plateau altissimo (era obbligatorio data l'altezza sconvolgente di Richard) e maglietta con manica a ¾ con una bellissima Marilyn Monroe tatuata. Era pronta da un pezzo ma non si decideva ad uscire di casa,tutti i dubbi del mondo l'assalirono

“Cosa gli dirò? Se rimanesse deluso e non ne volesse più sapere di me? Se ci fossero quegli odiosi silenzi imbarazzanti cosa dovrei fare?”. La sua mente rimbombava al suono di quelle domande e ci volle tutta la forza del mondo per farla uscire fuori di casa e ancora di più per farle muovere i piedi che le sembravano pesanti come macigni.

 

Lo sapeva,all'appuntamento mancava ancora più di un'ora ma la casa lo soffocava e non aveva più la pazienza di aspettare,così Richard si era precipitato per strada come un fulmine cercando di scaricare la tensione facendo una tranquilla passeggiata ma non era servita a nulla.,anzi,se possibile lo aveva ancora di più messo in agitazione e così a passo di carica si era precipitato allo Starbucks,assicurandosi anche di occupare il “loro” tavolo. Si muoveva su quella sedia come se ci fossero i tizzoni ardenti,non trovando mai una posizione,guardava l'orologio con la paura che lei non si presentasse e alla fine cercò di respirare il più profondamente possibile per calmarsi.

 

Ansia,pura ansia,ecco cosa le scorreva nelle vene. Per tutto il tragitto non era riuscita a rilassarsi,dato che la paura di non trovarlo nella caffetteria l'aveva paralizzata e osservando il cellulare alla ricerca di una chiamata o di un sms che cancellava il loro incontro. Gli ultimi passi furono i più difficili,il cuore rischiava di uscirle dal petto e le gambe erano pesanti come tronchi,già si sentiva sul volto i segni della preoccupazione e pensò che uno spaventapasseri,in quel momento,sarebbe stato in condizioni più decenti di lei.

 

La porta del locale si aprì:

“LUI è qui”

“LEI è arrivata”

pensarono entrambi sollevati.

 

I volti dei due si rilassarono visibilmente,Richard ricominciò a respirare regolarmente e il passo di Eva tornò leggero come sempre. Si andarono incontro e si strinsero in un abbraccio,i loro profumi di mescolarono dolcemente,quello di lui così intenso contrastava perfettamente con quello dolce di lei. Non si staccarono subito e si guardavano sorridendo come bambini la notte di Natale,felici di trovarsi insieme.

 

Fecero le loro ordinazioni e spinti un po dalla fame e un po dalla gola,Richard ordinò dei fumanti pancake sommersi dallo sciroppo d'acero,mentre Eva optò per un dolce al limone. Di solito si vergognava a mangiare davanti degli estranei ma per lei Richard non lo era mai stato,con lui si sentiva a suo agio. Iniziarono a parlare del più e del meno,Eva gli raccontò della sua folle idea di trasferisrsi a Londra (ma non seppe nemmeno lei il perché,non gli disse della durata limitata del suo soggiorno,quella piccola clausola che le imponeva di far ritorno a casa dopo un anno). Parlarono e scherzarono e alla fine si ritrovarono a mangiare ognuno il dolce dell'altro,ridendo per quel gesto così insolito da parte loro,

“Credo proprio che lo dovremmo far diventare una nostra consuetudine,prendere dolci diversi e poi mangiare ognuno ciò che ha ordinato l'altro”. Eva lo guardò con la bocca piena cercando di trattenere una risata,in quel momento Richard divenne rosso dall'imbarazzo e puntò gli occhi nel piatto,non avendo il coraggio di guardarla,

“Almeno a me è sembrata un'idea carina”.

Eva inghiotti il boccone velocemente,desiderosa di rassicurarlo e dolcemente gli strinse entrambe le braccia intorno al suo braccio destro e vi poggiò delicatamente la testa sopra,

“Hai avuto una splendida idea”.

Il tono di lei era un misto tra il commosso e l'estasiato,era un gesto così semplice ma fatto da una persona che fin da subito si era rivelata diversa dalle altre,acquistava un sapore del tutto speciale. Richard le sfiorò delicatamente la testa con le labbra e fece un profondo sospirò,la fece girare e si guardarono seri e silenziosi. Uscirono dalla caffetteria e si diressero a Westmister,il tempo era grigio ma fortunatamente non accennava a piovere,passeggiarono tranquillamente,ognuno stretto tra le braccia dell'altro e per la prima volta Eva capì cosa significasse sentirsi protetta. Richard non faceva altro che stringerla a sé,lei che era così piccola e delicata,quasi la volesse difendere da tutto e tutti,con l'unico scopo di vederla felice. Salirono sulla London Eye e si misero a guardare il panorama immersi in quella bolla di pace,

“Questa notte non ho chiuso occhio,non facevo altro che pensarti”, Eva fu riportata sulla terra al suono di quella voce che in quel momento era bassa e un po roca,gli prese la mano,che a paragone con la sua era così grande,e gliela strinse forte,

“Anche io non ho dormito quasi per niente,contavo le ore che mancavano a questa giornata e cercavo di non farmi prendere dall'emozione ma non ci sono riuscita molto”. Risero entrambi capendo al volo quella sensazione.

“Cosa mi stai facendo Eva? Sembra come che io da ieri sera non ci stia capendo più nulla di ciò che mi circonda,riesco solo a concentrarmi su di te...ed è così strano tutto questo,così nuovo,inaspettato che nemmeno io riesco a spiegare”.

Eva rimase un po' interdetta da quelle parole,non sapeva come interpretarle,doveva essere felice o no? Richard la fissò aspettando una sua risposta,la fronte di lei si corrugò e lui le fece alzare il viso ora un po imbronciato e con gli occhi (quegli splendidi occhi) quasi le chiese cosa avesse.

“Dovrei preoccuparmi per questo..?è così brutto?”. Si maledisse mille volte se le era sembrato interdetto da quella sensazione e l'avvolse letteralmente nel suo abbraccio stringendola forte,la guardò sorridendo e le accarezzò la guancia,

“No assolutamente,non volevo darti un'idea sbagliata,era per farti capire che non mi era mai capitato,anzi non credevo nemmeno che esistesse una cosa del genere,perciò grazie”.

La strinse ancora di più a sé sorridendo felice e notando le le tre ragazze asiatiche (turiste) li guardavano sorridendogli e per la prima volta Richard non si vergognò.

“E poi volevo dirti ancora una cosa,questa notte stavo per scrivertela ma ho preferito aspettare...Grazie a te per esserti fatta trovare,ti ritroverò sempre ricordatelo”. Entrambi si guardarono intensamente,mentre i loro corpi assorbivano quelle parole e impercettibilmente i loro volti si avvicinarono,i loro respiri di fusero e le loro labbra si unirono. Richard le circondò il volto con le mani,quasi non volendosi più staccare;mentre Eva si ritrovò persa in una serie di emozioni e di pensieri,

“Come sono morbide le sue labbra,sembrano combaciare con le mie...io non voglio più baciare altre labbra al di fuori di quelle di Richard”.

 

 

 

ANGOLETTO DELLO SCRITTORE

Buon pomeriggio amici,chiedo perdono in ginocchio per l'eccessivo ritardo ma la sessione invernale mi sta uccidendo e in più al giornale non mi danno tregua.

 

Tornando a noi,finalmente Richard ed Eva sono usciti e i due sembra come se si comportino come una coppia collaudata che si conosce da tempo,lasciandosi trasportare da manifestazioni d'affetto,quando entrambi non sono così eccessivamente espansivi. Il Richrd dolce e premuroso mi fa sciogliere e la Eva ansiosa e un po bambina mi fa diventare un po tenera ma ATTENZIONE fate particolare attenzione a una cosa importante che io ho scritto tra parentesi (e ditemi,ovviamente quale è). il fatto del mangiare ognuno la metà del dolce dell'altro è una cosa che a me piace così tanto (oggi sono troppo tenera),me li immagino seduti stretti stretti che ridendo e scherzando si scambiano i piatti e assaggiano i dolci (con tutta una serie di:buono/no,meglio il mio/Richard non prenderlo più non mi piace/ne prendiamo un altro piatto?) ehehe. Ringrazio chi legge e chi lascia recensioni,fatevi sentire per farmi sapere cosa ne pensate,alla prossima baci :)

   
 
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