Patrick
La visione di quello scenario mi turba.
Non è per la violenza ostentata o per il sangue: l'uomo senza vita era l'unico in grado di condurmi da John, ed ora è morto.
È stato lui, lo sento nelle ossa, nella carne e nel cuore.
Mi siedo sul letto di quel triste motel e rimango solo con la mia rabbia.
Solo con la mia sconfitta.
È molto più potente di quanto potessi immaginare, è sempre un passo avanti a me, irraggiungibile.
Poi una lieve pressione sul braccio mi ricorda che non sono fisicamente solo, lei mi è seduta di fianco.
“La prossima volta...lo prenderemo.”
Non sono realmente solo, perché lei è al mio fianco.
Non potrà mai liberarmi dell'immenso peso del mio vuoto interiore, ma non sono solo.
“La prossima volta” - rispondo.
E le mie labbra si deformano in un impercettibile sorriso.
-Angolino dell'autrice-
Scusate la lunga attesa, ma sono molto molto impegnata con l'università =(
In più ho in mente un paio di altre storie su cui vorrei lavorare..spero di avere il tempo!
Fatemi sapere cosa ne pensate, prometto che tentero di essere meno malinconica in futuro! ;)
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