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Autore: la luna nera    09/02/2015    2 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto era pronto: il sacerdote, i testimoni, gli invitati, i fiori e i musicisti….
Lawrence fece il suo ingresso nella chiesetta di Swanlake Palace elegantissimo, esibendo lo stemma del casato Harringhton, con un sorriso luminoso ed innamorato sulle labbra. Dopo aver assistito a quasi tutti i matrimoni dei nobili rampolli inglesi, finalmente era giunto anche il suo momento. Raggiunse l’altare sulle note del Canone di Pachelbel ed omaggiò il prete che a momenti lo avrebbe unito per l’eternità alla sua amata Louise. Si voltò verso l’ingresso dell’edificio religioso e come per incanto apparve davanti ai suoi occhi la visione che gli fece impennare i battiti cardiaci fino al limite dell’infarto. Accompagnata dal padre Jacob, Louise fece il suo ingresso in chiesa: era radiosa in quell’abito bianco con delicati ricami floreali sul petto, con le maniche decorate da sottili fili di pizzo, bustino stretto ed un’ampia gonna con un lunghissimo strascico. Sotto il velo, anch’esso molto lungo, i suoi capelli erano raccolti in trecce che andavano a creare un’acconciatura semplice ed elegante. Il suo viso brillava come non mai: era felice ed innamorata, cosa poteva sperare di meglio?
Fuori presso la carrozza che l’aveva condotta lì, c’era Nicholas in veste di cocchiere. In cuor suo sapeva che prima o poi sarebbe arrivato anche il suo momento, si sarebbe accontentato di una semplice cerimonia senza tutto quello sfarzo pur di avere accanto Rosemary per l’eternità. La ragazza era seduta con la sua famiglia nei primi banchi, appena dietro i suoi zii cioè i genitori di Lawrence. Negli occhi di Henriette si scorgeva una nota di malinconica invidia: aveva quasi compiuto i ventidue anni senza aver mai ricevuto uno straccio di proposta di matrimonio, nessun corteggiatore, nessun ammiratore… E lì, davanti a lei, Louise molto più giovane di lei convolava a nozze dopo aver combinato una serie di guai contrari al buon costume! Lei, dal comportamento ineccepibile, era ancora zitella e con poche prospettive davanti. Più indietro Daisy si nascondeva dietro Edward, aveva preso parte alla cerimonia solo per espressa volontà degli sposi; la sua presenza non era più gradita dalla famiglia del suo fidanzato.
“Sai una cosa? Non avrei mai immaginato di poterlo dire, ma provo una leggera punta di invidia nei confronti della tua ex spasimante.”
Edward si voltò meravigliato. “E cosa avresti da invidiarle?”
“Tutta questa bella cerimonia, l’atmosfera, la festa….. Ho una profonda vena romantica anche io.” Il suo sguardo si faceva sempre più sognante.
“Tranquilla.” Le accarezzò la mano. “Non dovrai invidiarle proprio niente.”
“Perché?”
Le rispose solo con un sorriso, comprese così che aveva in mente qualcosa. Preferì non insistere evitando di rovinare la sorpresa che probabilmente teneva in testa, si fidava di lui e si concentrò di nuovo sulla cerimonia giunta ormai a termine. Fra la commozione dei parenti più sensibili, Lawrence e Louise adesso marito e moglie, si avviarono verso l’uscita della chiesa preceduti da paggetti e damigelle che spargevano petali di rose. Ben presto tutti quanti si strinsero a loro nel parco della villa mostrando la loro felicità ai neo sposi.
Il ricevimento ebbe luogo poco dopo nell’elegante salone al pian terreno, in quell’occasione reso semplicemente spettacolare dalle composizioni floreali e dalle delicate decorazioni realizzate. Da un angolo l’orchestra diffondeva nell’aria note celestiali facendo somigliare ad una favola tutto il contesto in cui si trovavano.
Sulla parete opposta, sopra il grande camino, troneggiava lo stargate in quel momento sotto le sembianze di un comunissimo specchio.
Edward e Daisy sentivano qualcosa nell’aria, temevano che da un momento all’altro potesse accadere ciò che sapevano. Rosemary era seminascosta fra gli invitati e non mostrava niente che potesse far loro presagire l’imminenza del viaggio temporale. Se ne stava lì in disparte a poca distanza da Nicholas, probabilmente per approfittare della prima occasione per sgattaiolare fuori e trascorrere del tempo piacevole in sua compagnia.
“Amici carissimi e onorabili parenti” Lawrence prese la parola catturando l’attenzione dei presenti. “Desidero rivolgere ad ognuno di voi il più sentito ringraziamento mio e della mia sposa meravigliosa per essere intervenuti alla cerimonia. Conserveremo in eterno il ricordo di questi momenti per noi così importanti e vi invito adesso a sollevare i calici ed unirvi a noi in un brindisi di buon auspicio per la nostra vita futura.” Tutti quanti seguirono l’invito dello sposo, il quale poi aprì le danze sulle note di un walzer che fece venire in mente a Daisy certe scene viste in moltissimi film storici dedicati a case reali d’altri tempi. Quella non era una finzione, era la realtà della vita degli aristocratici dell’epoca. Le sembrava quasi impossibile che nel giro di circa centocinquanta anni tutto sarebbe cambiato in modo radicale da far sembrare quelle usanze lontane anni luce. I due sposini volteggiavano in mezzo al salone, belli e innamorati, guardandosi negli occhi senza curarsi di chi stava loro intorno. Erano totalmente persi l’uno nell’altra, non si accorsero neanche dell’ingrasso nelle danze degli altri invitati che, trascorso il tempo canonico da lasciare ai protagonisti dell’evento, si lanciarono nel ballo. Anche Edward trascinò Dasiy, la sentiva nervosa ma non capiva se ciò era dovuto a quanto accaduto con suo padre che non la vedeva più di buon occhio o ad altro.
Poi comprese tutto in una frazione di secondo: a poca distanza da loro comparve improvvisamente Rosemary che aveva negli occhi una strana luce.
La ragazza schioccò le dita e il tempo si fermò: tutti sembravano statue, erano come delle foto istantanee che li ritraevano durante le danze, anche le fiammelle delle candele sugli enormi lampadari erano immobili pur continuando ad illuminare il salone. Gli unici che potevano muoversi liberamente erano lei, il fratello e la fidanzata.
“E’ giunto il momento.” Mostrò loro il talismano comparso fra le sue mani, Daisy lo riconobbe all’istante: era quello che il nonno aveva consegnato a Mel quando lasciarono l’epoca moderna. “Avvicinatevi allo stargate, tra meno di un minuto si aprirà.” Indicò loro lo specchio che iniziava ad illuminarsi della luce azzurrognola che li aveva condotti lì.
Edward e Daisy furono colti da un improvviso spavento misto ad angoscia e tristezza. Si strinsero l’un l’altra come a  volersi fare coraggio a vicenda.
“Non temete, fidatevi di me. Andrà tutto bene e in men che non si dica sarete di nuovo nella Londra del futuro.”
Eward corse ad abbracciare la sorella. “Abbi cura di te Rosie.” I suoi occhi erano umidi, nutriva un affetto molto profondo nei suoi confronti. “Ti voglio bene.”
“Tranquillo Eddie, so quello che devo fare. Forse farò leggermente infuriare papà ma non m’importa.” Volse lo sguardo verso Nicholas e poi guardò di nuovo il fratello. “Adesso vai.”
Si allontanò da lei con le lacrime agli occhi e in una frazione di secondo la ragazza si trovò catturata dalle braccia di Daisy. “Non ti dimenticherò mai, è stato un onore conoscerti.” Anche lei si era affezionata alla ragazza.
Questa le prese le mani. “Io sarò sempre con voi.” Sentì l’energia al culmine. “Vai ora, ci siamo.” La loro presa si sciolse fra le lacrime che solcavano i volti di tutti loro, Daisy si ricongiunse ad Edward e subito furono avvolti dalla luce azzurra sprigionata dallo stargate ormai spalancato.
“Fate buon viaggio!!” Queste furono le ultime parole urlate da Rosemary che riuscirono ad udire prima che il vento spazio temporale li risucchiasse. Poco dopo il talismano recante lo stemma degli Harringhton cessò di pulsare luce e contemporaneamente scomparve anche la luminescenza azzurra: lo stargate era di nuovo sigillato, davanti ai suoi occhi c’era solo un comunissimo specchio. Tirò un sospiro di sollievo: c’era riuscita! Dietro di lei percepiva gli spiriti dei suoi nonni e di tutti i suoi antenati che mai l’avevano abbandonata in quell’operazione così delicata. Grazie al loro intervento sui presenti, ancora immobili, ogni ricordo collegato ad Edward e Dasiy fu modificato, ad operazione completata con un nuovo schiocco di dita il tempo riprese a scorrere come se nulla fosse avvenuto.
 

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Percepivano delle correnti di aria piuttosto fredda, un brivido percorse le loro schiene: fu allora che realizzarono di poggiare i piedi su qualcosa di solido. Daisy ebbe l’impressione di indossare di nuovo dei pantaloni, tutti gli strati di stoffe che formavano le gonne cui si stava abituando erano svaniti. Con buona titubanza aprì un occhio: c’era oscurità resa meno fitta da una leggera luce proveniente dall’esterno, sembrava l’alba. Allentò la presa sulle braccia di Edward e, sempre con il batticuore, si allontanò da lui iniziando a guardarsi attorno: riconobbe di trovarsi a Swanlake Palace, notò lo specchio-stargate a un paio di metri e questo le fece comprendere che quello era il salone meraviglioso in cui si stava svolgendo il ricevimento di nozze di Lawrence e Louise. E se tutto era buio….
“Siamo tornati…” Sussurrò la ragazza.
Edward deglutì e si guardò attorno. “Così pare.”
“Abbiamo anche i nostri vecchi abiti.”
“E’ vero.” Poggiò le mani sul torace sentendo la stoffa della sua felpa, più in basso riconobbe il tessuto in jeans.
Si guardarono attorno con aria di smarrimento e come per incanto davanti ai loro occhi si materializzò un’entità: aveva i capelli bianchi raccolti dietro la nuca, indossava un abito semplice ma elegante, apparentemente degli anni venti del 1900. Sulle spalle teneva uno scialle i cui lembi avvolgevano le braccia, le mani erano congiunte e si notava un anello all’anulare della sinistra. I due rimasero immobili, quello spirito infatti non era fra quelli a loro noti, ma dal dolce sorriso nel suo volto compresero che si trattava di qualcuno che conoscevano. Edward fissò quella donna negli occhi e, seppur con tutte le difficoltà del caso, ebbe l’impressione di intuirne l’identità.
“Sono felice di ritrovarvi qui, vedo che ho svolto il mio compito nel migliore dei modi.”
Quelle parole illuminarono la mente del ragazzo. “Rosemary…? Sei tu?”
“Si, sono io. Comprendo la tua meraviglia, caro fratellone, l’ultima volta che ci siamo visti coi nostri corpi mortali ero molto più giovane. E queste sono le mie sembianze nel momento in cui sono entrata a far parte del mondo ultraterreno.” Allargò le braccia come a volersi far osservare per bene. “Trovo in splendida forma anche te, Daisy.” Sorrise alla ragazza che ricambiò. “Posso tornare nella mia dimensione poiché tutto si è sistemato nel migliore dei modi. Inoltre il sole sta per sorgere ed io appartengo ai sentieri della notte, da lì sono venuta e lì devo far ritorno. Non temete, vi sarò sempre vicina, ho avuto una lunga vita felice e farò tutto quanto in mio potere perché anche la vostra lo sia.” Si commosse. “Andate ora, fuori qualcuno vi attende.” Detto questo svanì mentre il primo raggio di sole squarciò l’oscurità della notte.
Ancora scossi per quanto accaduto, Edward e Daisy si avviarono verso l’uscita mano nella mano con passo lento e a tratti pure mesto. Davanti a loro il parco di Swanlake Palace si presentava desolato e avvolto dall’impalpabile foschia del mattino.
E fu tra quella nebbia che scorsero due figure barcollanti avanzare lentamente.
“Ehi, ma quelli non sono forse Mel e Soren?”
Daisy corse verso di loro, da quanto desiderava riabbracciare la sua amica! Si fermò a pochi passi da lei e si strinsero forte l’un l’altra una volta appurato che si trattava proprio di lei. “Tesoro, che bello rivederti!”
“Non ti dico quanto sono stata in pensiero! Mi hai fatta preoccupare, sai?!”
La ragazza guardò l’amica con aria interrogativa.
“Ah, non fare quella faccia! Cosa credi? Gli spiriti Harringhton mi hanno fatto un resoconto dettagliato delle tue avventure ottocentesche!”
Si mise a ridere. “Beh, così non dovrò sorbirmi il tuo interrogatorio.”
“E’ quello che pensi tu.”
“Che intendi?”
“Devi raccontarmi per filo e per segno tutto quello che loro non mi hanno spifferato, specie dei vostri momenti...”
“E cosa ti fa pensare che voglia farlo?”
“Il fatto che altrimenti ti torturerò con il solletico fino a che non crolli!” Iniziò a punzecchiarla.
“Scordatelo!”
Si abbracciarono strette, avevano sentito tantissimo la mancanza l’una dell’altra.
“Hai una sorella fenomenale Edward, lasciatelo dire.”
Sorrise, aveva ancora gli occhi umidi dall’incontro con Rosemary di poco fa. “Si, hai ragione. Rosie è così.”
Soren gli diede una pacca sulla spalla. “Coraggio compare, avrai voglia di rilassarti prima di raccontarmi com’è il viaggio temporale. Da bambino dicevo sempre che avrei inventato la macchina del tempo…”
“Beh si… Un po’ di relax mi farebbe bene.”
“Già, oltre tutto ho organizzato una serata di puro divertimento in occasione del vostro ritorno.”
“Che?!” Sbottò Mel. “Tu sei fuori! Ti rendi conto che mi sono dovuta svegliare prima dell’alba per venire qui?!”
“Beh?”
“Ti concedo di terminare la tua festicciola alle nove e mezza di stasera, non un minuto di più!” Sbadigliò sonoramente provocando le risa dei presenti.
Mel non era cambiata affatto!
Uscirono dunque da Swanlake Palace sotto i raggi del sole appena sorto che andava ad illuminare i tetti della Londra moderna con il suo caos, il suo traffico, i suoi turisti e uomini d’affari e i rintocchi del caro vecchio Big Ben a dar loro il buongiorno
 
Si, l’avventura era finita. Erano tornati a casa.
 
 
PICCOLO EPILOGO
 
Che fine avranno fatto tutti i personaggi che ci hanno accompagnato in queste settimane?
Nicholas Leighton, armato di coraggio, chiese la mano di Rosemary. Il duca Gilbert lo cacciò in malo modo poiché non era un buon partito per la figlia. Per tutta risposta la ragazza consegnò ai genitori una lettera scritta di suo pugno in cui rinunciava al suo titolo nobiliare, alla sua dote, ad ogni ricchezza ed eredità per seguire nel Somerset Nicholas e diventarne la consorte.  Ne scaturì un putiferio che non la impressionò, andò avanti nel suo intento ed abbandonò la famiglia natale. Un paio di anni più tardi i due si sposarono e la loro felice unione fu benedetta dall’arrivo di cinque figli.
 
Henriette restò zitella. Era stata educata come una perfetta nobildonna snob e rigorosamente attaccata all’etichetta che non ricevette mai proposte di matrimonio. Anche i tentativi della famiglia di trovarle marito si conclusero con rifiuti netti e categorici da parte dei giovani interpellati.
 
Lawrence, completamente assorbito da Louise, ereditò il titolo di Duca del Somerset dallo zio Gilbert una volta che questi fu passato a miglior vita. Nell’arco del suo matrimonio divenne padre di ben dodici pargoli alcuni dei quali purtroppo mancarono in tenera età. L’enorme fortuna di cui disponeva venne rapidamente sperperata dalla moglie vanitosa e capricciosa, alla quale non riusciva a dire di no. Così un poco alla volta il meraviglioso Swanlake Palace cadde in rovina, riducendosi a luogo diroccato ed abbandonato, molto gettonato dai cacciatori di fantasmi per le ragioni che ben conosciamo.
 
Edward, aiutato in sogno dagli spiriti dei suoi nonni, vinse una cifra esorbitante al bingo grazie alla quale rilevò la proprietà del palazzo. Riuscì a ristrutturarlo, riportandolo quasi al suo antico splendore. Non per ultima la chiesetta in fondo al parco…
 
Gli serviva per un matrimonio: il suo.
 
 


 
Ciao a tutti!
Finalmente sono riuscita a pubblicare il finale di questa storia che porto avanti da quasi un anno. Non sono particolarmente entusiasta della conclusione, ma ero a corto di idee… Spero comunque che apprezziate!
Probabilmente lasciare Daisy ed Edward sarà difficile proprio perché mi hanno fatto compagnia per lunghi mesi, ma come ogni cosa anche questa ha visto un inizio e vede ora una fine.
Non so se e quando riprenderò a scrivere e pubblicare nuove storie… Al momento ho la testa vuota, potrei pure dire basta… non lo so ancora. Se questo dovesse avvenire, lasciatemi urlare un GRAZIE a tutti quelli che hanno dedicato il loro tempo alle mie storie.
Un abbraccio a tutti
La Luna Nera
 
PS: Mi lasciate un ultimo commentino alla storia? Thanks! ; *

 
  
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