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Autore: AlessiaDettaAlex    09/02/2015    1 recensioni
[Raccolta di Flashfic autobiografiche]
Quadretti impressionistici di momenti di vita vissuta, guardate e descritte con l'occhio romantico (in senso ottocentesco) della memoria.
Esperienze della mia vita, che non pretende di essere nulla di più di una vita qualsiasi.
Capitoli:
1) First - Spiaggia d'estate il mattino presto
2) Second - Notte di pesca al porto vecchio
3) Third - Un brano di chitarra classica
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Notte di pesca al porto vecchio
 
Camminavo, rabbrividendo un po’ per il freddo, sull’asfalto sassoso e sfatto del porto vecchio. Le notti estive in quel luogo, non so perché, avevano la strana capacità di attrarmi e spaventarmi assieme: mi strinsi tremando nella mia giacca di jeans con un sorriso d’eccitazione sulle labbra. Sotto le luci dei lampioni color arancio insetti di ogni grandezza si intrecciavano tra loro, ora volando via, ora accostandosi al vetro rovente. Più in là uno stormo di gabbiani zampettava silenzioso sull’asfalto nero, lasciando grosse piume bianche e grigie ovunque. In mezzo agli scogli ammassati  lungo il bordo sinistro della stradicciola, qualche grillo cantava.
Mio padre mi raccomandò di seguirlo attentamente lì dove gli scogli sembravano essere più sicuri, per evitare di cadere e il rischio che sbucasse, improvvisamente, qualche grosso ratto dai canini taglienti. Lui aveva pronta la canna da pesca, i retini e gli starlight, le luci chimiche che utilizzava per veder meglio il galleggiante nel mare. Mi appollaiai su uno scoglio, guardando il cielo. Le stelle, fredde e distanti, luccicavano. In lontananza, verso la costa gremita di luci e di ragazzi, si sentiva risuonare il ritmo travolgente della musica house proveniente dalle discoteche all’aperto: il suono andava e tornava portato dalle correnti d’aria notturne, a tratti talmente chiaro da riuscire a sentire la voce del deejay, a volte così debole che finiva per scomparire inghiottito dal silenzio.
Afferrai il retino che mio padre aveva portato per me e, dopo essermi sistemata sulla fronte la torcia apposita, saltai di scoglio in scoglio fino a raggiungere la zona dove i massi sprofondavano in mare. Si sentiva l’eco liquida delle onde che entravano e uscivano dalle insenature rocciose, in un rimescolio continuo e sommesso. Mi chinai a scrutare gli anfratti immersi sotto qualche centimetro d’acqua: tra le alghe che ondulavano seguendo la debole corrente notai finalmente due puntini rosso-arancio che brillavano colpiti dalla luce della mia torcia. Avvicinai il retino all’acqua, infrangendone la superficie; i puntini si mossero appena intuendo il pericolo, e io con agilità tuffai subito il resto del retino.



 
N.d.A.
Una delle esperienze che ricordo con più affetto in assoluto. Il porto vecchio del mio paese è qualcosa di indimenticabile, così come tutte quelle nozioni di pesca che papà mi ha impartito anche se non volevo. A tutt'oggi, comunque, gli sono grata di avermi fatto fare queste esperienze. Perché ovviamente non pescavo solo gamberetti, eh...
Peccato solo che i gamberetti ormai non ci siano più ç_ç
Grazie a chi ha letto,
Alex
   
 
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