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Autore: alessandroago_94    11/02/2015    4 recensioni
Un Impero in decadenza, una grande guerra tra popoli, un ordine secolare che traballa e che sta per sparire per sempre. La vita costringe i personaggi del racconto a combattere, ad incontrarsi e scontrarsi tra loro, ad amarsi e ad odiarsi, in un mondo dove ormai non ci sono più regole e la vita non è poi qualcosa di così scontato e facile. Di fronte alla distruzione del loro mondo, alcuni soggetti, che vogliano o no, costretti dalla fame o dalla voglia di rivincita e gloria, combatteranno e cercheranno un ultimo appiglio per ripristinare l’Impero e per salvarlo dalle orde dei Popoli del gran re Fermei.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 43

CAPITOLO 43

 

 

Sam continuava a fissare con fare interrogativo Bad.

 ‘’Perché mi hai trascinato fin qui? Non riesco proprio a capire’’, chiese nuovamente alla sua copia.

Bad l’aveva prelevato dai bastioni di Fortwar, da dove lui aveva seguito tutta la vicenda della disfatta degli Sconosciuti e dove stava vegliando e curando i due giovani maghi di Huru. Lee e Smith erano riusciti a sopravvivere allo scontro contro il Principe del Caos, ma erano in coma. Il loro volto era stato ustionato, e nel caso fossero riusciti a risvegliarsi e a tornare a muoversi, sarebbero rimasti orrendamente sfigurati.

Bad l’aveva costretto ad abbandonare il loro capezzale e a seguirlo fin sopra le mura, nell’ampio spazio dei camminamenti tra le due torrette di guardia nel muro est della città, proprio vicino al pezzo di mura crollato poche ore prima nella battaglia magica.

 Bad l’aveva condotto quasi con la forza fin lì, evitando accuratamente di fornirgli informazioni di alcun genere.

‘’Ora te lo posso dire. Vedi, ho appena messo in atto una congiura’’, disse la copia, fissandolo con occhi pieni  di rabbia.

Sam si spaventò. Non aveva mai visto la sua copia così furiosa. E l’affermazione che fece lo sconvolse ancora di più.

 ‘’Una… una congiura?’’, chiese Sam, con fare incerto, domandandosi dove la copia volesse andare a parare.

‘’Sì, una congiura che ci porterà direttamente al trono di Fortwar’’, rispose Bad, sorridendo con cattiveria. Sam provò un brivido freddo. Bad stava mostrando tutto il suo lato perfido.

‘’Cosa significa tutto ciò?’’, chiese nuovamente Sam, spaventato.

‘’Ora ti spiego tutto. Sergej mi aveva incaricato di portare un messaggio a Tim. Io l’ho aperto, ne ho modificato il testo e gliel’ho consegnato. Ben presto i due saranno qui, pronti a battersi per il trono di Fortwar, ma non hanno calcolato la terza incognita. Io e te, fratellino’’, disse Bad, iniziando ad affilare il suo pugnale con un’apposita pietra.

 ‘’Noi li uccideremo. Sì, li attenderemo nascosti a fianco delle porte delle due torrette. Appena loro le apriranno, ed usciranno sui camminamenti, sarà troppo tardi. Noi gli saremo subito addosso, e li  pugnaleremo’’, continuò a dire Bad, senza lasciare spazio a Sam.

‘’Bad, cosa stai dicendo? Smettila di dire queste cose. Noi non pugnaleremo nessuno. Anzi, ora vado a dire a Tim di non stare a venire qui, e che il mio gemello ha sbagliato a consegnare il messaggio’’, disse Sam, tentando di allontanarsi. Bad gli fu subito davanti, sbarrandogli la strada.

‘’Dove credi di andare? Tu starai qui, e ne ucciderai uno di loro. Ne uccideremo uno a testa, così la gloria sarà di entrambi’’.

‘’La gloria non sarà né mia né tua. Muoviti, andiamocene di qui’’, disse Sam, titubante.

 ‘’Non credevo di doverlo fare, pensavo fossi più furbo, fratellino’’, disse Bad, puntando il pugnale contro Sam.

Sam sentì una goccia di sudore freddo scenderli lungo la schiena. Il Grande drago glielo aveva detto che la sua copia, per il bene di tutti, doveva esser tenuta segregata in una cella, e rinchiusa lì dentro per sempre.

Però Bad fino a quel momento si era sempre comportato molto bene, e Sam non aveva avuto il coraggio di rinchiuderlo. Ma ora se ne stava pentendo.

‘’Ragiona, fratello! Tutto questo lo sto facendo per il bene di noi due. Se Tim e Sergej muoiono oggi, ci saremo tolti dal mezzo l’unico ostacolo che ci separa dalla corona di Fortwar. Tu godi dell’appoggio del Grande drago, e grazie al supporto delle creature magiche, ci prenderemo legalmente il trono’’, continuò Bad, senza scostare il pugnale. Sam rise.

 ‘’E chi ti dice che il Grande drago non scopra che siamo stati noi ad uccidere i due generali supremi, e che successivamente non ci supporti come possibili eredi del trono vacante?’’, chiese Sam.

‘’Basta, fratello. Ti fai troppi problemi. Con le bugie, con l’inganno e con il male si ottiene tutto. La stupida lucertola farà tutto ciò che tu gli dirai, perché si fida di te. Io mi occuperò di far sparire i corpi. I due generali sono stati uccisi durante i festeggiamenti per la vittoria da qualche ladro dei bassifondi, e gettati chissà dove. Non ci sono prove che i due si siano incontrati qui sopra. E poi, vedrai che la tua parola vale più di ogni altra cosa, tutti ti vedono come un essere buono, come un salvatore’’, disse Bad.

 ‘’In sostanza, mi stai chiedendo di mentire, uccidere, tradire e ingannare. Ma sai che io non farò mai cose del genere’’, disse Sam, facendo un passo indietro.

 Bad gli fu subito addosso, e lo gettò a terra. Poi, con una forza sovrumana, lo immobilizzò e gli puntò il pugnale alla gola.

‘’Se sei ancora vivo è solo perché mi servi, Sam. Se ti ammazzo, muoio anch’io. Quindi, vedi di collaborare. Se ci scoprono a complottare, saranno guai per entrambi’’ , disse ancora Bad.

‘’Tu sei un mostro, proprio come aveva detto il Grande drago. Tu, appena avrai finito di usarmi per le tue menzogne, e avrai preso possesso del trono, mi eliminerai, rinchiudendomi in qualche segreta sperduta chissà dove. Tu sei l’essere più perfido che io abbia mai visto’’, gli sputo in faccia Sam.

Quella volta, fu bad a ridere.

‘’Può darsi che tu abbia ragione. In fondo, anche tu sei perspicace. Ma ricorda che io sono te stesso, io sono quasi una tua creatura; io sono un pezzo di te. Inoltre, non è il caso di ribellarti a me. Come vedi, ti ho in pugno’’, gli sibilò in faccia la copia.

Sam rimase immobile, mentre Bad si zittì, aguzzando l’udito.

‘’Lo senti?’’, gli chiese, dopo un istante.

‘’Cosa?’’.

‘’Dei passi. Qualcuno sta arrivando. In posizione. Non tentare di scappare o altro, ti sarò addosso subito. Non potrò ammazzarti, ma legarti e tagliarti la lingua sì. Quindi, occhio’’, disse bad, lasciandolo andare, e mettendogli un pugnale in mano. Voleva che anche lui uccidesse.

Mentre Sam cercava di rialzarsi, bad si posizionò dietro una porta di legno della torretta sinistra. Ben presto il suono dei passi fu ben udibile, così come le voci. Chi stava arrivando non era solo.

La porta di legno si spalancò, e sui camminamenti uscirono Sergej e Wolfy, giunti lì per valutare i danni.

Sam gridò con tutta la voce che aveva in corpo, per avvertirli. Bad gli lanciò un’occhiataccia, e si avventò su di loro.

Sergej rimase per un secondo stupito, mentre la lama di Bad penetrava nel suo fianco, pugnalandolo a morte. Il generale cadde immediatamente al suolo, mentre Wolfy, il grosso lupo, si rigirò inferocito verso Bad.

Compiendo un grande balzo, fu subito addosso al ragazzo, e lo addentò ad un braccio. Bad gridò, straziato dal dolore.

 Poi, con uno scatto fulmineo, con la mano libera piantò il pugnale nel ventre del lupo, che lasciò subito la presa, ululando di dolore. Con un calcio, Bad lo gettò al suolo, e lo tramortì.

 Il lupo non si mosse più mentre Sergej restava anch’esso a terra, in una pozza di sangue. Sembrava avesse già smesso di respirare.

‘’Tu sei un mostro!’’, gridò Sam, inferocito. In pochi passi si avvicinò alla sua copia, e cercò di allontanarla da Sergej e da Wolfy. Infatti, Bad voleva finirli.

 ‘’Smettila, fratello! Ci siamo quasi! Tra poco avremo tolto di mezzo anche Tim, e poi saremo re! Ci divideremo la corona, lo capisci?’’, disse Bad, con gli occhi fuori dalle orbite. Era un pazzo.

‘’No! Tu mi menti! Noi non ci divideremo nulla, tu mi userai per i tuoi loschi scopi, per poi farmi sparire, solo perché non mi puoi uccidere, se no l’avresti già fatto’’, disse Sam.

‘’No, non dire così, fratellino. Sento già dei passi, Tim sta arrivando. Ormai è già dietro quella porta chiusa,  tra poco la aprirà, e noi potremo completare l’opera’’, continuò a dire bad, sgranando le orbite e cercando di avvicinare una mano a Sam. Sam si ritrasse.

‘’Non ti permetterò di far del male anche a Tim, costi quel che costi’’, disse Sam.

‘’Ah sì, e che cosa credi di fare? Ormai non puoi più fermarmi, senza perdere te stesso’’, disse bad ghignando.

‘’Ed è proprio quello che sto per fare’’, disse Sam, puntandosi il pugnale al petto.

‘’No, tu non lo farai!’’, ruggì Bad.

 ‘’Sì, invece’’, ribadì Sam.

 In quell’attimo aveva paura, ma sapeva che doveva suicidarsi. Se non l’avesse fatto, avrebbe lasciato via libera a Bad, che avrebbe compiuto solo brutte azioni e brutali violenze. Strinse il pugnale tra le mani e si preparò ad affondarlo nelle sue carni. La realtà era che lui era morto il giorno stesso in cui era stato diviso dall’effetto della pozione dei folletti.

‘’No!’’, gridò bad, lanciandosi contro di lui.

 Sam spinse con forza il pugnale appuntito verso di sé, ma Bad fu più veloce e gli prese il braccio. Ma non fu sufficiente, poiché riuscì solo a deviarne la traiettoria. Il pugnale si piantò nel ventre di Sam, procurando una ferita mortale.

Sam e Bad caddero a terra, urlando di dolore.

Sam continuò a respirare, mentre le sue mani erano zuppe di sangue. Non trovò la forza per sfilarsi il pugnale e darsi il colpo di grazia.

 Bad, in un ultimo atto di ripicca, strinse il suo pugnale e preparò le sue ultime forze per lanciarlo verso Tim, che tra pochi istanti sarebbe giunto sui camminamenti, a portata di tiro.

‘’Il tuo… il nostro… sacrificio… sarà vano. Lo ucciderò comunque’’, disse sottovoce Bad, ansimando.

 Sam si guardò attorno, sconsolato. La sua coscienza veniva a meno, mentre il dolore lancinante gli impediva di pensare lucidamente. E se anche Tim fosse morto, il suo sacrificio sarebbe stato veramente vano.

 

 

Sergej aveva ascoltato e visto tutto, nonostante la fosse ferito a morte.

 Aveva cercato di controllare il suo respiro, fingendosi morto per non essere nuovamente aggredito, ma non appena sentì il rumore della lama del pugnale penetrare nella carne di Sam, era riuscito a tirare su lo sguardo.

 Sam era lì, poco distante da lui, che si premeva il ventre, con le mani tutte rosse di sangue. I suoi occhi erano tutti per Bad, che era in attesa di veder sbucare Tim, per colpirlo a morte, utilizzando le sue ultime forze. Sam non era riuscito a suicidarsi.

 Poi, vide che il ragazzo puntò gli occhi su di lui; i suoi occhi invocavano aiuto.

Sergej seppe cosa doveva fare. Bad, intanto, non badava a loro, e stava concentrando tutte le sue ultime energie vitali sulla porta dove tra pochi istanti sarebbe sbucato Tim.

Il generale si mise in ginocchio, e si tastò la ferita. Le sue mani divennero subito rosse di sangue; erano stati lesi gli organi vitali, e tra poco sarebbe morto dissanguato. Di ferite così, ne aveva già viste molte in battaglia, e chiunque le aveva ricevute, moriva nel giro di pochi minuti.

 Sergej prese la sua spada, che era caduta a terra ai suoi piedi, e si avvicinò a carponi di pochi passi a Sam. Ansimò, e sentì che la sua ora era giunta. Doveva fare in fretta.

Utilizzando le sue ultime forze rimaste, alzò le braccia, e calò la spada nel corpo di Sam, che si accasciò subito al suolo, morto.

Poco distante, Bad si rivoltò a terra, e la sua carne diventò una sostanza verdastra, che si riversò a terra, sparendo in pochi attimi.

Sergej si ribaltò a terra, perdendo le ultime forze, e la sua testa sbatté violentemente nelle pietre della pavimentazione. Sentì un rivoletto di sangue uscirgli dalla bocca.

Giunse ad un’ultima conclusione. Per lui non ci sarebbe stato nessun trono, ma solo una morte onorevole. Ma a lui, ormai, bastava anche solo quella.

E proprio mentre la sua coscienza stava sparendo definitivamente, sentì aprirsi la porta della torretta destra. Tim era arrivato, ed era sano e salvo.

Sergej chiuse lentamente le palpebre, dando così il suo addio al mondo dei viventi.

 

 

 

Tim si trovò sconcertato a fissare la scena che si era trovato di fronte.

A fianco suo, Jack era rimasto senza parole, mentre le tre guardie che si era portato dietro sguainarono le spade. A terra, sui camminamenti tra le due torrette di guardia, c’erano i corpi di Sergej, Sam e Wolfy, tutti immersi nel loro stesso sangue.

‘’Cos’è successo qui?’’, trovò la forza di dire Tim, che poi si gettò verso i due amici morti.

‘’Avanti, non state lì impalate; il sangue è ancora caldo, il colpevole di questi omicidi non deve essere lontano’’, gridò Tim alle guardie, che presero subito a perlustrare la zona. Jack si gettò verso Sam.

‘’Tim, è tutta colpa mia’’, disse il folletto, tornando a pensare alla pozione che aveva offerto a Sam parecchi mesi prima, quando tutto era cominciato.

‘’Colpa tua? Cosa stai dicendo?’’, disse Tim, percuotendo il folletto, che si limitò a piangere e a non rispondere.

 ‘’Non è colpa di nessuno. Quello che è successo era inevitabile’’, disse la voce di Saby, alle spalle di Tim. Tim si voltò di colpo, e vide che l’unicorno si era appena posato a terra poco distante.

 ‘’Quella creatura malvagia andava fatta sparire. Noi tutti abbiamo sbagliato a lasciare che Sam continuasse a portarsi dietro quell’essere malvagio’’, disse un’altra voce. Tim questa volta guardò verso l’altro, e vide un minuscolo drago tutto sporco di sangue e ferito. Tim lo guardò stupito.

‘’Tim, tranquillo, sono il Grande drago. Solo che ora, fintanto che non sarò guarito, non avrò le forze per mantenere il mio magnifico aspetto, quindi mi sono… ridotto’’, disse, pensieroso, per trovare un termine adeguato, ‘’diciamo che ho ridotto le mie dimensioni per risparmiare energia vitale. Ma è ancora vivo!’’, disse tutto ad un tratto il Grande drago, indicando il grosso capo dei lupi. Wolfy, effettivamente, respirava ancora.

 Il Grande drago gli si avvicinò, e gli posò una zampa sullo squarcio che aveva nel ventre.

 ‘’Si salverà, se lo curiamo bene. La sua ferita non è mortale. Saby, Jack, portatelo giù insieme con gli altri feriti’’, disse nuovamente il  drago. Jack si staccò a malincuore dal corpo di Sam, e, insieme a Saby, iniziarono a trasportare Wolfy giù dalle mura.

Tim, intanto, stava realizzando ciò che era accaduto lì sopra. Tutto era iniziato con quel messaggio manipolato, e gli sguardi pieni d’odio di Bad. E tutto si era concluso con un massacro.

 Tim, approfittando di quel momento, mostrò tutte le sue perplessità riguardo all’accaduto con il drago, che lo guardò. Il suo sguardo era triste e dolorante, ma ancora pieno di vita.

‘’Devi essere felice, in qualche modo, Tim, anche se non c’è nulla di cui gioire. Qui ci dovevi essere anche tu. Come vedi, Bad, il perfido, ha nascosto la sua natura quanto basta per cercare di ingannarci. Sapeva che se avesse eliminato te e Sergej, avrebbe avuto una possibilità di coronare i suoi perfidi ideali, spingendo Sam a richiedere a me la corona, per poi farlo sparire e governare al suo posto. Sii felice, Tim; il sacrificio dei tuoi amici non è stato vano, ed ha sconfitto l’ultima parte di male che attanagliava Fortwar. Da oggi, Fortwar torna a vivere, nonostante le sue cospicue perdite. Ti farò una rivelazione; la capitale ben presto avrà il suo nuovo re. Lo incoronerò io stesso domani, prima che ci siano altri conflitti per il trono’’, concluse il Grande drago, che non lasciò neppure il tempo di ribattere a Tim, e si allontanò.

 L’ultimo generale rimase solo, a ripensare alla rivelazione che gli aveva fatto il Grande drago. Si chiese chi potesse essere il nuovo re. Al suo fianco, c’era il corpo di quello che era stato prima un nemico, ad Arus, poi un migliore amico durante il viaggio verso Fortwar, ed in seguito un collega pericoloso. Doveva odiarlo, ma non ci riusciva. Per un certo verso, si era affezionato a Sergej. Sentì una lacrima scorrergli lungo il volto.

Si girò, diede l’ordine ai suoi uomini di pulire il tutto e di seppellire i cadaveri nel cimitero cittadino.

Poi, se ne tornò a casa per riposarsi. Quello fu l’unica cosa che gli venne in mente per concludere quella lunghissima e durissima giornata. Una giornata che sarebbe rimasta incisa per sempre nella storia di Fortwar.

Mentre camminava per le strade, dalla città si alzavano le grida della gente, che piangeva i loro cari morti durante i vari combattimenti, e gli ululati degli Akluth risuonavano ovunque. Erano ululati pieni di dolore, per il loro capo.

 Era ormai sera, e la giornata più lunga dell’impero stava volgendo al termine, tra pianti e lacrime. Dalla grande battaglia finale, nessuno ne uscì vincitore.

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

Ciao a tutti, e grazie per aver letto anche questo capitolo J

È un capitolo un po’ triste, lo ammetto. La grande battaglia finale è conclusa, l’impero ha sconfitto il Principe del Caos, gli Sconosciuti e Bad, ma ora resta l’incognita del nuovo re di Fortwar, che poi, di diritto, diventerà imperatore. Secondo voi chi sarà? J lo scopriremo prossimamente… J

Ciao ragazze, a sabato J

   
 
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