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Autore: Gisella Laterza    11/02/2015    0 recensioni
Il mondo delle fiabe è sconvolto: una Fata malvagia ha il potere di trasformare i Buoni in Cattivi!
Belle, Flynn Rider, Ariel, Aladdin, e tanti altri cominceranno un lungo viaggio per trovare la Fata e fermarla. Preparatevi dunque a grandi avventure e a rocamboleschi salvataggi. Ma soprattutto, preparatevi a vedere il lato oscuro dei vostri personaggi disney preferiti.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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[Riassunto delle puntate precedenti: i Buoni hanno deciso di raggiungere la Torre Nera della fata malvagia e si sono divisi in piccoli gruppi per non essere localizzati. Prenderanno strade diverse, ma con un unico obiettivo.]

 

CAPITOLO 5

L’inizio del viaggio: le strade si dividono

 

«Mi fa molto piacere che ci sia anche tu», bisbigliò Flynn, «ma perché dobbiamo portarci dietro anche la bellezza qui presente?»

«Perché lei ha lo specchio e non se ne separerebbe» sorrise Aladdin al suo compagno di viaggio. «Non c’è da biasimarla.»

Belle, dietro di loro, fece finta di non aver sentito.

 

«Christopher...»

«Cosa c’è, mia bella?» le chiese il gentile principe.

Da molto tempo, la Foresta Incantata si era fatta così impenetrabile che sarebbe stato impossibile proseguire in sella. Pertanto, Cenerentola e Christopher avevano affidato i cavalli a un uomo di fiducia e si erano inoltrati, da soli, nel folto del bosco. Il viaggio non era pericoloso - la Foresta Incantata era protetta da spiriti benigni - ma era solo molto, molto faticoso. La mente di Cenerentola tornò ai giorni lontani in cui era stata la serva di Madame Tremain, ai giorni faticosi che aveva sopportato in silenzio e, anzi, con un sorriso: ora, lei era una principessa e la sua fatica era necessaria per proteggere i Sette Regni. No, non era quello il momento di lamentarsi.

Cenerentola scosse la testa e cercò di sorridere: «Non c’è nulla, amore mio. Andiamo avanti.»

«Facciamo una pausa, Cindy» le propose Christopher, il suo gentile e preoccupatissimo principe. Non importava quanto Cenerentola potesse rivelarsi forte: per Christopher, lei era sempre fragile e preziosa come una scarpetta di cristallo.

«Non ce n’è bisogno. Siamo quasi arrivati. Non senti?» gli rispose la principessa con un sorriso.

Ora, attraverso i fitti rami della Foresta filtrava una luce dorata e l’aria era piena di trilli di campanelli e di risate argentine.

«Hai ragione, ci siamo!» esclamò Christopher. «La Radura Incantata! Abbiamo trovato le fate, finalmente!»

 

James non era contento. Non era contento per niente. Biancaneve aveva insistito, ma lui non era d’accordo. La Savana era un posto inospitale e decisamente troppo assolato per la pelle candida della propria sposa.

Era stata Biancaneve a ottenere che due zebre li scortassero attraverso la Savana perché incontrassero il loro Re.

Ma attraversare la Savana in sella a due zebre non era affatto comodo e il sole picchiava forte e l’aria era calda e soffocante.

Biancaneve era spossata e faticava a stare in sella.

«Fermiamoci qui, per favore» ordinò il principe. I suoi lineamenti nobili e delicati e la sua voce gentile contrastavano con la sicurezza delle sue parole.

Si fermarono sotto un albero enorme, a riposare protetti dall’ombra dei suoi rami. Biancaneve era stanca e, anche se non voleva darlo a vedere, James sapeva che quel viaggio non era adatto a lei. Il principe si sedette e la trasse a sé, stringendola in un abbraccio dolce. Nessuno dei due parlò e Biancaneve, esausta, si addormentò. Già, il viaggio era decisamente troppo faticoso per lei. James, guardandola dormire, la ricordò chiusa in una fredda bara di cristallo e sentì qualcosa di molto simile a un presagio. Ebbe un brivido.

Quando, ad un tratto, un fruscio.

Le zebre tesero le orecchie.

Un altro fruscio.

Le zebre non dissero una parola e se la diedero a gambe.

L’indignazione di James non poté manifestarsi, perché subito dopo comparvero davanti a loro dei leoni. Non erano i bei leoni della Rupe dei Re. Erano leoni spelacchiati e scarni, come se non mangiassero da giorni. Gli Esiliati.

James scattò in piedi portando mano alla spada e nel gesto, Biancaneve si svegliò e gridò.

«Che spettacolo delizioso» commentò una leonessa dall’aria pericolosa e dallo sguardo acceso dalla fama e dalla rabbia. «Un giovane degli umani che protegge la sua bella. Attaccate!»

I leoni magri e disperati non se lo fecero ripetere due volte.

 

Filippo taceva. Era il principe più valoroso, colui che aveva combattuto contro un drago. Pertanto, a lui erano state affidate ben due principesse: la sua amata Aurora, e la povera Jasmine.

Tutta colpa di quei due ladruncoli.

Infatti, Aladdin si era offerto di tenere d’occhio quel Flynn Rider e al contempo di scortare Belle fino al luogo in cui avrebbero trovato Rapunzel. Poi, i due giovani e le due principesse si sarebbero diretti, come tutti gli altri, alla Torre Nera.

E così, Jasmine era stata affidata a lui, Filippo, il quale non riusciva ancora a credere possibile che un principe potesse abbandonare la propria principessa per fare il guardiano a un ladro da strapazzo.

Per fortuna, al fianco di Filippo ci sarebbe stato un valido compagno.

Filippo scese da cavallo con un movimento agile e elegante, e disse alla due principesse: «Dobbiamo andare a piedi, ora. Condurremo i cavalli con noi finché sarà possibile.»

Davanti a loro, si estendevano i Monti degli Dei.

 

«Sei sicura che sia una buona idea? Questo pirata non ha fama di essere molto affidabile.»

Eric parlò con un certo disagio alla sua irriconoscibile sposa: per passare in incognito, entrambi si erano camuffati e nessuno avrebbe potuto dire che sotto quei vestiti da marinaio si nascondevano il principe Eric e la principessa Ariel.

«Ma la sua nave è la più veloce che esista» gli rispose Ariel con allegria. Non lo avrebbe mai ammesso, ma in realtà l’unico motivo per cui aveva fatto quella scelta, era che non vedeva l’ora di conoscere un pirata, un pirata vero. Se il mondo degli umani l’aveva sempre affascinata, il mondo dei pirati – così sospeso tra terra e mare, tra realtà e leggenda – l’aveva sempre rapita.

Ariel guardò il mare che si stendeva di fronte a loro e sentì una forte nostalgia di casa.

«Vedrai, Eric» disse invece, scacciando la nostalgia.«Il capitano è un vero gentiluomo.»

Non aveva ancora finito di parlare, che venne verso di loro un uomo alto e dall’andatura pericolante, chiaramente resa instabile da una quantità non definita di rum.

L’uomo si avvicinò abbastanza, tossicchiò e li guardò con occhi vacui: «Mi hanno detto che vi avrei -hic- trovati qui.»

Li squadrò di nuovo con fare incerto e aggiunse sbrigativo: «Prima l’oro, s’il vous plait

Eric gli mostrò un sacchetto contenente le monete d’oro sonante che erano state in precedenza pattuite. Lo sguardo vacuo del capitano divenne improvvisamente lucido, o forse era il luccichio dell’oro che vi stava riflesso.

«Abbiamo un accordo» sorrise Jack Sparrow.

 

[continua...]

  
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