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Autore: Bu12    11/02/2015    2 recensioni
Zakania
Selene e la sua anima si separano ogni notte a causa di un esplosione magica, in seguito la sua anima si innamora di un ragazzo in prigione a corte e lei è obbligata a liberarlo. Insieme dovranno affrontare sette prove e sconfiggere il Nemico. Ma Selene sarà ingannata... E un ciondolo sarà la sua unica speranza.
*in mezzo alla città distrutta Selene guardava quell'uomo tatuato che sembrava che le sputasse addosso la verità. Ma soprattutto non sapeva cosa rispondergli. Cosa fai quando una persona ti offre di vivere serena? Le sarebbe bastato bere del veleno e far parte del nemico. Perdere coscienza di se stessa.*
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eleta dormiva un sonno leggero nel suo letto e tra le braccia calde teneva in fasce un essere  fragile come il vetro, una bellissima bambina, Selene, che dormiva beata. Improvvisamente la giovane donna sentì una vibrazione alle orecchie che la fece svegliare, inizialmente non se ne preoccupò ma aprì comunque gli occhi insonni con la paura che cresceva dentro di lei, pian piano quella vibrazione si trasformò in un leggero colpo e allora Eleta capì. Un botto, e un altro ancora, non come una cosa che cade a terra, ma come un colpo duro che si ode a chilometri di distanza, non prometteva niente di buono. Guardò per un istante la bambina che dormiva senza preoccupazioni. Voleva avere anche lei una figura protettiva e rassicurante cui aggrapparsi, decise di tenere i pensieri a dopo e si girò dall'altra parte del letto: suo marito non c'era e a quel punto i dubbi diventarono certezze. Alzandosi si legò i capelli corvini in una coda lunga e prendendo la bambina in braccio, si avviò verso la cucina della piccola casa di legno in cui la stava aspettando suo marito. Lui le cinse i fianchi guardandole gli occhi color nocciola e la portò fuori casa guardandosi bene attorno.
« Aro, sta succedendo? Inizia la guerra? ». rispose lei con respiro affannato, incespicando nella lunga vestaglia celeste. La sua voce era  disperata perché aveva paura di quello che sarebbe successo... dopo.
« Non preoccuparti, continua a correre e pensa alla bambina ».
Aro la stava portando per una serie di cunicoli della città, ma Eleta non sapeva dove stessero andando. Tutto quello che sapeva, quello che Aro le aveva detto quando sarebbe arrivato il momento, era che l'avrebbe portata in un luogo che non conosceva nessuno e lui sarebbe andato a combattere, nonostante le proteste di Eleta. 
I colpi sulle mura della città si facevano sempre più forti e ogni volta si poteva udire il suono di qualcosa che si spezzava. Le mura stavano per cedere, per le strade si preparavano i soldati per combattere e gli allarmi sovrastavano qualsiasi altro altro rumore. 
Selene iniziava ad agitarsi tra le braccia di Eleta, che ormai aveva  preso il sentiero che conduceva alla foresta insieme a Aro. Eleta era stremata, ma continuava a correre spinta dal desiderio di sopravvivere e di stare per sempre insieme a Aro, adesso poteva sentire indistintamente le urla dei nemici che avevano sfondato l'enorme portone, il rumore del ferro che si scontrava era subito seguito da un tonfo di corpi abbattuti, Eleta non avrebbe potuto definire di chi fossero i corpi caduti, in quanto non conosceva la forza dei soldati nemici. 
Aro correva ininterrottamente nel bosco più fitto, trascinandosi con sé la povera donna sfinita, ma improvvisamente Eleta ebbe l'impressione che Aro rallentasse, aggrappandosi alla speranza di potersi fermare da un momento all'altro. Fortunatamente l'uomo si fermò definitivamente davanti a... niente. Eleta non vide nessun posto in cui rifugiarsi e a quel punto non seppe più cosa voleva fare Aro, che però era chino su una sporgenza del terreno che aveva un buco sopra. Aro si chinò sulla sporgenza coperta di erba e infilò le mani nel buco che a malapena ci stavano, improvvisamente quella fessura iniziò ad allargarsi e Aro non mostrava il minimo segno di sforzo. Poi quando il buco fu abbastanza grande da far passare una persona Aro si alzò in piedi.
« Coraggio, scendi. Fidati di me ». Disse Aro a Eleta, implorante.
« Aro, che cos'è tutto questo? », chiese Eleta indicando la buca nel terreno. Sapeva che doveva nascondersi ma sotto terra non l'avrebbe mai immaginato, con tutti i nascondigli esistenti nella foresta. Selene iniziava ad agitarsi tra le braccia della madre, e le sue guance rosse iniziarono ad inumidirsi. Doveva prendere una decisione all'istante se voleva proteggere lei stessa e la sua famiglia.  
« Eleta, presto ti racconterò tutto, ti spiegherò tutto quello che vuoi, ma devi fidarti di me e nasconderti in quella buca. Capisci che non c'è tempo? Stanno venendo qui! », Eleta non aveva mai sentito una voce così implorante di Aro, che le aveva preso le spalle fissandola intensamente negli occhi. Eleta non poteva più obbiettare; percepiva il rumore della guerra che si faceva ogni minuto più violenta, e il tonfo dei piedi che calpestavano il terreno verso di loro. Strinse più forte la bambina a sé, prima di darla in braccio a Aro. 
Si calò lentamente, chiuse gli occhi e, come un bambino, si addormentò.

Nella dormiveglia Eleta Tese l'orecchio per sentire se la guerra imperversava ancora all'esterno, ma non udì alcun tipo di suono se non quello dei corvi che gracchiavano. Si decise a uscire: spostò Selene sul braccio  sinistro mentre allungò quello destro e raccolse nella mano una zolla di terra. Con una mano iniziò a togliere terra dal piccolo forellino iniziale e quando fu abbastanza grande appoggiò la bambina sul prato e subito dopo si arrampicò anche lei. Inizialmente non avvistò alcun soldato aggirarsi nei dintorni, così, con la bambina in braccio, andò alla ricerca di cibo commestibile. L'aria era impregnata dell'odore del sangue che le faceva arricciare il naso, ma non voleva badarci, poiché pensava che in quell'odore ci fosse anche il sangue di Aro. Pensare che fuori da quella foresta non ci fosse più la terrorizzava, e ancor di più quel silenzio che aleggiava su tutta Endor. Si fece forza ad avanzare e già dopo qualche metro trovò dei frutti che crescevano su un albero, erano frutti particolari, il cui succo era molto buono. Selene mangiò e subito dopo i suoi occhi neri si chiusero per addormentarsi. Eleta guardò beata Selene, che non si preoccupava minimamente di quello che era accaduto.Eleta decise di tornare in città per vedere cosa era successo. Avevano vinto e tutti erano tornati alla vita normale o il nemico li aveva conquistati? 

Raggiunta la città Eleta vide una cosa che non avrebbe dovuto vedere, che segnava la fine della sua vera vita. Una lacrima cadde dai suoi occhi e cadde sulla guancia di Selene perfettamente tonda. In quella lacrima si immaginò il mondo devastato, che non esisteva più appena fu assorbito dalla guancia di Selene. Una distesa di corpi che nuotavano in mezzo al sangue, periti durante la battaglia. 
Aro.
Corse per tutta la città urlando il suo nome, disperata, fino a quando trovò il corpo. Pallido come un cencio, sdraiato su un fianco. Mise Selene sulla fascia avvolta intorno al collo, in modo da avere le mani libere, e con esse mise Aro con la schiena a terra. Gli accarezzò una guancia delicatamente, e con quel semplice gesto dimostrò tutto il suo amore per Aro: colui che l'aveva amata per tutta la vita, l'aveva sostenuta e protetta.

« Hei, tu! » gridò una voce alle spalle di Eleta.
Lei si voltò e vide due uomini armati con ciascuno un cavallo nero.
« Non devi essere qui. Sono tutti morti. » disse uno di loro, avvicinandosi a Eleta con la spada alta.
« Andatevene! Chi siete? » disse Eleta.
« Noi siamo i soldati del "nemico", come lo chiamate voi. E siamo qui per uccidere coloro che sono sopravvissuti. Come te. »
Eleta si alzò e cominciò a correre. Doveva salvare Selene, fuggire lontana.
« Fhin! » ordinò l'uomo che si era avvicinato a Eleta. Il soldato montò a cavallo e si precipitò all'inseguimento di Eleta.
Eleta correva e ormai si ritrovava nella foresta, sapeva che non si sarebbe salvata ma Selene doveva vivere. A un tratto udì qualcuno che la chiamava con una voce fioca, all'inizio pensò che si trattasse di un'immaginazione, poi si voltò di lato e scorse un uomo mezzo nascosto da un albero. La pelle di Eleta fu percorsa da brividi, nonostante la lontananza scorse nel profondo dei suoi occhi, il bisogno di dare aiuto. Fu come una magia, lo scalpiccio degli zoccoli del soldato si facevano più forti e questo portò Eleta ad agire. Raggiunse l'uomo e gli mise tra le braccia Selene, che dormiva tranquilla. 
Lei e l'uomo si scambiarono uno sguardo intenso, che rappresentò per loro una conversazione. La donna diede un bacio in fronte a Selene e le mise nella piccola mano un ciondolo.
Si allontanò cercando di trattenere le lacrime.
Fece di tutto per scampare al cavaliere.
 

nda: ciao a tutti. ;) che ne pensate come primo capitolo? vi prego di lasciare una recensione anche sugli aspetti negativi, se sarete così gentili da recensire posso ricambiarvi il favore tramite una richiesta. baci. bu12
   
 
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