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Autore: Bu12    20/07/2015    1 recensioni
Zakania
Selene e la sua anima si separano ogni notte a causa di un esplosione magica, in seguito la sua anima si innamora di un ragazzo in prigione a corte e lei è obbligata a liberarlo. Insieme dovranno affrontare sette prove e sconfiggere il Nemico. Ma Selene sarà ingannata... E un ciondolo sarà la sua unica speranza.
*in mezzo alla città distrutta Selene guardava quell'uomo tatuato che sembrava che le sputasse addosso la verità. Ma soprattutto non sapeva cosa rispondergli. Cosa fai quando una persona ti offre di vivere serena? Le sarebbe bastato bere del veleno e far parte del nemico. Perdere coscienza di se stessa.*
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1

 

Selene era rimasta a casa come tutti i pomeriggi e Lhir era uscito con la sua solita sacca in spalla andando in chissà quale posto. Così per tredici anni. Selene per tredici anni era rimasta confinata tra quelle quattro mura aspettando suo padre Lhir mentre preparava la cena, e nessun accenno a dove andava, tutti i giorni.

Selene sospirò a questo pensiero mentre mescolava i pezzi di verdura in una scodella, subito dopo versò il brodo della minestra in un piatto e lasciò far fumare sul tavolo la cena di quella sera. Sul tavolo c'erano due piatti e una persona, osservò tristemente Selene. Era come se scrivesse tutti i giorni la stessa pagina di un libro destinato a non finire mai, ma Selene decise che uno di quei giorni lo avrebbe seguito, svelando definitivamente il suo segreto.

Si accasciò su una sedia. Aspettando, e poco dopo si addormentò.

 

Avvertì qualcuno che la scuoteva chiamandola in un sussurro, le si svegliò di soprassalto e quando aprì gli occhi si trovò davanti un volto coperto di una corta barba ispida, due occhi marroni color cioccolato e una zazzera di capelli scuri. Lhir, che le sorrideva con in mano il piatto di minestra sotto la faccia di Selene.

«Senti ma che ti è preso?» scoppiò subito Selene arrabbiata, ma nonostante questo si tuffò subito tra le braccia di Lhir, abbracciandolo stretto. Aveva un suo modo di arrabbiarsi con suo padre, perché non poteva arrabbiarsi davvero con Lhir.

«Lo sai, sono andato a lavorare. Scollati, ti prego.» disse Lhir cercando di allontanare Selene.

«Certo.» mormorò la ragazza abbassando gli occhi. Altra solita risposta di tutti i giorni. Ma poteva ancora tentare un'altra possibilità. «che giorno è oggi?»

«Non lo so...» disse Lhir alzandosi e posando la minestra sul tavolo della cucina, quando si voltò verso la sedia Selene non c'era più e subito dopo si sentì una porta sbattere.

 

Selene prese una chiave arrugginita da un cassetto e chiuse la porta della stanza a chiave, la buttò di nuovo il fondo al cassetto e, pestando un libro abbandonato a terra che le aveva regalato Lhir, si buttò sul letto con le coperte a coprirla tutta. Maledizione, maledizione...

«Maledizione!» urlò alla fine.

Come poteva non ricordarselo, come?

Udì qualcuno che bussava rumorosamente alla porta ma Selene non si mosse, seguì un lungo silenzio senza che succedesse qualcosa e per un attimo credette che Lhir se ne fosse andato. Rimase con il fiato sospeso appena sentì il cigolio della porta e alcuni passi che provenivano verso di lei, poi i passi si allontanarono e la porta cigolò di nuovo.

Selene uscì rapidamente dalle coperte guardandosi intorno chiedendosi come Lhir avesse fatto ad entrare, quando il suo sguardo si soffermò sula scrivania vide un pacco regalo con l'incarto riciclato e un biglietto con su scritto buon compleanno che occupava tutto il foglio, in un angolo c'era scritto invece usa il regalo quando te lo dirò io. Prese il regalo e lo scartò rivelando un bellissimo libro spesso, con la rilegatura in pelle, circondato da borchie ai lati; al centro, scritte in oro, si riconoscevano alcune lettere ma buona parte di esse erano cancellate e non si riusciva a leggere il titolo per intero. Selene fece per aprirlo ma si bloccò appena si ricordò che non doveva aprirlo, allora si recò in cucina con il libro in mano e su una sedia trovò Lhir girato di spalle mentre sorseggiava rumorosamente la zuppa ormai fredda, che era la cena di quel giorno. Selene si avvicinò a lui avanzando a piccoli passi, ma solo quando arrivò a meno di un pollice di distanza da Lhir si accorse di essere andata addirittura più veloce di quanto avesse pensato e il cuore le balzò in gola.

Borbottò qualcosa di incomprensibile, rilevò lei stessa, ma nonostante ciò Lhir si girò sorridente.

«Prego. Hai letto il biglietto vero? È importante che tu lo apra solo quando te lo dirò io, capito?» Selene annuì. Ma la cosa che non capiva era il perché non poteva aprire il libro. Cosa ci vedeva Lhir di così pericoloso in quelle pagine?

Ma non voleva disubbidire a suo padre, quindi decise di aspettare.

«Ti prometto che non lo aprirò fino a quando non me lo dirai tu. Ma cosa c'è in questo libro? Non capisco.» chiese Selene, contemplando tutti i particolari del tomo che teneva nelle mani.

«Tutto a suo tempo, Selene.» Lhir arruffò i capelli corvini di Selene, e lei capì che il discorso era chiuso.

«Ehm... Lo so che è tardi, ma posso allenarmi da Evio?» la voce di Selene era incerta e tremante. Ma lei aveva bisogno di sfogarsi in qualche modo. Evio era il suo allenatore in tecniche di combattimento e uso delle armi. Selene usava principalmente la spada e l'arco. Di allievi pressoché della sua età, nella scuola di Evio, ce n'erano pochi, ma Selene non aveva amici e le piaceva allenarsi principalmente in solitario, malgrado Evio la spronasse ogni giorno a farsi nuovi amici.

«Certo, io sarò qui ad spettarti»


nda: scusate per la luuuuunga attesa. questo capitolo è corto ma serve per far capire i rapporti tra Selene e suo padre. vi prego recensiteeeee!
grazie in anticipo
bu12

   
 
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