Buon
sabato
ragazze e grazie per essere venute anche oggi.
Innanzitutto
voglio fare gli auguri di un buon
San Valentino a tutte le coppie, a quelle non ufficiali e anche a chi
è da solo.
Perchè
la festa dell'Amore non è necessariamente
dedicata a chi è con il cuore occupato.
Le
forme d'amore sono molteplici e infinite e
tutte meritano di essere festeggiate.
C'è
ovviamente l'amore tra marito e moglie e
quello tra fidanzato e fidanzata ma c'è anche quello tra una
madre e i suoi
figli o viceversa, quello tra due fratelli o sorelle e quello tra
parenti o tra
amici.
Quindi
auguri a tutti di vero cuore.
Ora
passiamo al capitolo di oggi e credo che non
ce ne sia uno più giusto di questo.
Parleremo
di Neville Paciock, un ragazzo che è
stato ed è capace di amare due genitori, pur non ricevendo
nulla in cambio.
Perciò
senza perdere altro tempo, vi lascio alla
lettura dandovi appuntamento a sabato prossimo.
Baci
Lorian
Neville
- Un amore addormentato
Ci
sono stati dei momenti della
mia vita, nei quali mi sono vergognato di dire agli altri chi fossero i
miei
genitori.
Questo
non perchè avessi qualcosa contro
di loro ma proprio perchè non mi sentivo degno del loro
coraggio.
Entrambi
erano due grandi maghi e
meravigliosi Auror nonché due membri importanti dell'Ordine
della Fenice,
comandato da Albus Silente.
Non
mi ricordo praticamente nulla di
loro, anche perchè pochi mesi dopo la mia nascita, furono
catturati da un
gruppo di Mangiamorte composto da quella pazza svitata di Bellatrix
Lestrange,
suo marito Rodolphus, suo cognato Rabastan e Barty
Crouch Jr.
Quei maledetti erano convinti che se li avessero
torturati, i miei
genitori avrebbero finito con il rivelare dove si trovasse la sede
dell'Ordine
ma loro resistettero con tutte le forze, rifiutandosi di parlare.
Fu quella dannata di Bellatrix che per puro e sadico
divertimento, li
torturò fino alla
follia con la maledizione
Cruciatus, facendogli perdere
completamente il senno.
Poi,
come monito per tutti gli altri, li
scaricarono davanti al cancello di Hogwarts.
Silente
li fece trasportare
immediatamente al San Mungo ma purtroppo, non fu mai trovata una cura
per il
loro problema.
Non
sono mai guariti e sono tuttora lì,
con lo sguardo perso nel vuoto.
Non
vedono nessuno e non sentono
niente, non si muovono né parlano; attendono solo che la
morte magnanima, se li
porti via con se.
Io
sono nato il 30 luglio
del 1980, un giorno prima di Harry Potter e cioè colui
Non
so quante volte, ho
ringraziato Merlino per il fatto di non essere io a dover sconfiggere
quel
mostro
di Voldemort, perchè credo
che non ne avrei mai avuto il coraggio.
Stranamente
fu proprio Voldemort ad indicare Harry come suo nemico; credo che lo scelse,
per il fatto che
era un Mezzosangue esattamente come lui.
Il destino ha voluto che la stessa sera, sia io che lui
perdessimo i
nostri genitori.
Lo so che non è la stessa
cosa, cioè io posso sempre vederli
mentre lui può solo immaginarli ma credetemi se vi dico, che
mi sento come se
anche i miei fossero sepolti sotto terra.
Non c'è interazione tra noi, non ci sono
parole, carezze, baci, abbracci,
urla e strepiti.
Non mi hanno visto crescere, non mi hanno mai chiesto
dei miei voti a
scuola, né se ho avuto la prima cotta.
Non hanno gioito con me per la sconfitta definitiva di
Voldemort e di quella
schifosa di Bellatrix, non hanno potuto partecipare alla ricostruzione
di
Hogwarts e del mondo magico, non hanno potuto respirare quest'aria
pulita,
finalmente libera da tutte le malvagità operate da quel
malefico senza naso.
A causa della loro situazione, io
sono stato costretto a crescere con mia
nonna.
La
cara e "
dolce" Augusta! Un mix di rigidità, severità,
opportunismo e cattiveria
che non ha eguali.
Lei
mi ha sempre trattato in modo
freddo e impersonale, facendomi sentire una nullità.
Si chiedeva sempre cosa si fosse bevuto il cappello
parlante, quando mi
aveva assegnato alla casa di Grifondoro e francamente, me lo sono
chiesto molte
volte anche io.
Non mi ritengo e non mi sono mai ritenuto un coraggioso
e di certo lei non
mi aiutava per niente.
La frase che mi diceva spesso era: " Se non ti avessi
visto nascere
con questi occhi, potrei pensare che non sei l'erede di mio figlio!".
Capito, che simpatica la vecchietta?
Lei mi riteneva un incapace, solo perchè la
mia unica materia preferita
era erbologia.
L'unico momento in cui ho visto mia nonna fiera di me
è stato quando sono
diventato il capo dell'esercito dell'Ordine della Fenice mentre Harry,
Hermione
e Ron erano alla ricerca degli Horcrux.
Non vi dico poi come è andata in brodo di
giuggiole quando ho decapitato
il serpente, amichetto di Voldemort.
Il suo più fervido sogno era quello che
diventassi un Auror come i miei
genitori ma io non ho mai voluto farlo.
Non sono portato per lotte, inseguimenti e catture; io
vivo felice con il
mio lavoro, che mi da sempre tante soddisfazioni.
Sono diventato infatti, il nuovo professore di erbologia
ad Hogwarts, dopo
che la Sprite è andata in pensione.
Non mi pento delle decisioni prese e delle scelte fatte.
Anche se ora siedo alla mia
cattedra e cerco di aprire le menti dei
giovani e per farlo devo sporcarmi le mani di terra e fango, sono
felice di ciò
che sono diventato.
Mi
sono sposato con
Hannah Abbott, una mia coetanea conosciuta ad Hogwarts.
Lei
era nella casa di Tassorosso
e anche se all'inizio tutti pensavano che io finissi con lo sposare
Luna
Lovegood, devo dire che non rimpiango la mia scelta.
Hannah è dolce e sincera;
mi capisce perfettamente e comprende i miei silenzi e le mie lacrime.
Anche lei ha perso la
madre per colpa dei Mangiamorte, quindi può capire
perfettamente come ci si
sente.
Tre anni fa è nata
nostra figlia e in perfetto accordo, abbiamo deciso di chiamarla come
mia madre.
Alice è una bambina
bellissima, sempre allegra e sorridente ed è l'orgoglio di
tutta la mia vita.
Quando l'ho stretta
tra le braccia, per la prima volta, ancora tutta sporca di sangue e
placenta,
ho giurato a me stesso che l'avrei amata e che le avrei dato anche
l'amore che
non le hanno potuto dare i suoi nonni.
Dopo che l'infermiera
l'ha pulita e vestita, l'ho portata nella stanza dei miei genitori e
con tutta
la dovuta attenzione, l'ho messa tra le braccia di mia madre dicendo: "
Ecco
mamma, questa è tua nipote e si chiama come te!".
Per un attimo ho visto
un luccichio negli occhi spenti di colei che mi ha messo al mondo e una
lacrima
è scesa lenta sulla sua guancia.
Anche se so che non è
possibile, ho sperato e pregato che mia figlia li facesse guarire.
I
miracoli a volte
avvengono e io non smetterò di crederci fino a quando loro
non se ne andranno
per sempre.