Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: lexus988    16/02/2015    0 recensioni
"Il mio nome è Tomas Prior. Sono un semplice operaio, anzi lo ero, prima che il dipartimento mi chiamasse e mi spedisse nella sede del governo per "l'addestramento". Non so per cosa o per quando stiano preparando militarmente tutte queste persone. Sono in un campo militare, poco fuori Dallas, o almeno così ci è stato detto. Ci hanno bendato per l'intero tragitto per motivi di " sicurezza nazionale". Non mi fido più di nessuno ormai."
Queste sono le prime parole di Tomas prima di quella che sarà La guerra della purezza. Con chi si schiererà? Per chi lotterà? Ma sopratutto, il suo cuore dove lo porterà? Una cosa è certa, vicino alla distruzione!
Genere: Azione, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Finalmente riesco ad aprire gli occhi. Non sono dentro un conteiner, sono in una casa, la mia casa. Sono seduto sul divano di pelle chiara di fronte al televisore, come sono arrivato qui? Sento delle voci dal piano superiore. Sono loro. Salgo in tutta fretta le scale a chiocciola e mi catapulto nella camera matrimoniale di mia madre. Si sono loro, sono le loro voci. Apro la porta e le vedo. Mia madre Janet e mia sorella Katia sono sedute sul letto, proprio di fronte a me. Non mi trattengo e le corro in contro. Sono a una manciata di metri da loro quando qualcosa mi blocca. Non è un qualcosa ma un qualcuno, vestito di nero e con il viso completamente oscurato da un cappuccio. Non mi riesco a divincolare. A ogni mia mossa la sua presa si stringe sempre di più. All'improvviso da dietro mia madre appare un uomo, identico a colui che mi sta tenendo, con una pistola in mano.
"No, non lo fare, spara a me piuttosto." la mia voce è spezzata e implora l'uomo mascherato.
Lui non risponde e spara. Prima a Janet e poi a Katia. Mi sento crollare. Me le hanno portate via.
In un battito di ciglia non sono più nella mia vecchia casa, bensì in un campo di grano. Cosa ci faccio qui? Sto cominciando a impazzire? È effetto di quel veleno che mi hanno inniettato? Non so più niente.
In mezzo al campo c'è un uomo inginocchiato ed è lì che le mie gambe mi portano di corsa. Appena sono a pochi passi da lui mi accorgo di avere un arma puntata dietro la testa.
"Spara a quello sconosciuto oppure io sparerò a te. La decisione mi sembra facile." la sua voce non è umana, è artificiale e meccanica. Mi si materializza una pistola nella mano destra.
-non posso sparare ad una persona che neanche conosco- dico tra me e me, -non merita una fine così atroce, nessuno la merita.
Questa cosa non è reale. Non può esserlo. Ho capito, è un sogno o una cosa del genere. I sogni li decido io, come il mio destino d'altronde. Il caricatore del mio aggressore è vuoto, è vuoto, deve essere vuoto. Mi giro di scatto verso di lui e gli punto la pistola alla tempia destra. Lui non si smuove di un centimetro e preme il grilletto della pistola che adesso poggia sulla mia fronte. Chiudo gli occhi. Niente. Lo guardo, sorrido e gli pianto una pallottola in testa.
Crolla esanime a terra.
A quel punto la porta del conteiner si spalanca e io ritorno al mondo a cui appartengo. Smith mi osserva a lungo prima di tirarmi su e di darmi una pacca sulla spalla. Perché sembra che ho guadagnato il suo rispetto? Cosa ho fatto di tanto eclatante? Mi sono solo svegliato da una sorta di sogno.
"Ottimo Prior. Lo farò presente ai superiori. Ti ricaveranno sicuramente uno spazio tra le cariche più alte e vantaggiose." sembra contento.
"Cosa ho fatto di speciale sergente?" devo sembrare ancora molto sotto shock dal finto omicidio della mia famiglia quindi si limita a dire: "Vieni nel mio ufficio alle due in punto. Ti spuegherò tutto a tempo debito." vorrei dire la mia, ma lui continua imperterrito.
"Congratulazioni comunque, penso proprio che il tuo addestramento sia finito oggi, ammesso che il tenente sia d'accordo!" mi da una pacca e se ne va.
"Ora di pranzo!" la voce elettronica che esce dagli altoparlanti mi coglie di sprovvista. Sono stato tutto il tempo a pensare a quello che avevo passato, alle parole che mi aveva detto Smith. Sarò promosso? E cosa vuol dire questo? Vorrà dire che avrò più ordini ovvio. Non so se sia un bene o un male, ma è una cosa che devo accettare. Mi avvio verso la mensa in solitaria questa volta e quando ormai sono a metà strada sento avvicinarsi di corsa George.
"Ei amico, cosa diamine è successo?"
"Non lo so George. Penso di essere stato promosso..."
"Ah, congratulazioni. Hai finito il tuo addestramento immagino allora." è dispiaciuto, lo vedo nei suoi occhi.
"Si, penso proprio di si. Sono sicuro che presto anche te verrai promosso! Sei molto più coraggioso di me e hai una mira discreta!" dico scherzosamente.
"Discreta? Ho una mira IMPECCABILE." lui mi sorride e io faccio cadere la conversazione.
Arriviamo in mensa. Mangio in fretta e in furia perchè so che ho un appuntamento al quale non posso ritardare. La minestra è fredda e il pane è duro ma neanche ne tengo conto. Mangio solo perché è essenziale che io lo faccia non per piacere. Mi alzo dal tavolo e mi dirigo verso l'ufficio di Smith.
Alle due in punto sono davanti alla sua porta. La apro e entro. Seduto dietro la scrivania non c'è Smith, bensì il tenente Jhones.
"Siediti Prior. Abbiamo molte cose di cui parlare."
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: lexus988