Anime & Manga > Deadman Wonderland
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Autore: Mythologia    17/02/2015    1 recensioni
Questa fanfic/serie di one-shots narra delle meravigliose avventure di tre personaggi (Ares, Aldebaran e Galahad) catapultati a Deadman Wonderland. Una timida e premurosa loli, un "medico" il quale corpo è interamente ricoperto da un'armatura (salvo il volto altrimenti Makina si arriabbiava) e un tizio che trova missili per terra a caso.
No, non sarà il miglior racconto che leggerete nella vostra vita e forse non riderete nemmeno. Ma praticamente lo faccio a scopo personale.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Spiegami come fai ad avere la pettorina col numero uno..”

“Secondo me si è svegliato all’alba” Disse sorridendo l'ancora assonnata Ares, ciocche corvine le nascondevano parte del viso donandole un che di tenero, era sempre stata la 'bambina' del gruppo, dolce e gentile sempre preoccupata per gli altri e mai per se stessa.

“In verità ho menato uno negli spogliatoi e gli ho sottratto gli anpan e, dato che c’ero, anche la pettorina”

Due paia di sopracciglia si inarcarono, dipingendo sul volto di Ares e Gal una maschera di confusione. Tutti e tre indossavano la tipica divisa grigiastra della Deadman Wonderland, Aldebaran aveva appena rubato la pettorina a un povero detenuto e si era guadagnato il numero 1, Ares e Galahad avevano numeri più umili. 34 e 63. Il trio era indaffarato a gustarsi quel tipico
 
 dolce giapponese consistente in un panino dolce arrotolato pieno di ankouna marmellata dal gusto troppo dolce per Galahad, ma il loro pasto fu interrotto da un suono secco che diede vita a urla gioiose da parte del pubblico.

BANG! E la corsa era iniziata, molti scattarono in avanti e Ares non poté non notare la disperazione negli occhi dei partecipanti. Anche il suo animo era leggermente turbato ma guardandosi attorno poteva vedere solo i volti delle persone che amava e che eran li con lei, non aveva nulla da temere. Il felice trio rimase leggermente indietro avanzando con passo lento e quasi annoiato Chi perchè non è mai stato portato per le prove di resistenza e di scatto, chi perchè era veramente annoiato.

“Manteniamo le forze per dopo!” Urlò Aldebaran ai due compagni poco più avanti

“Stai cercando di farci credere che non sei fuori allenamento e che aver mangiato tre razioni di anpan non ti abbiano appesantito?” 

Aldebaran fece un rapido scatto verso il medico con intenzioni non troppo amichevoli, ma fu fermato dal rumore di urla poco più avanti e lo spettacolo che vide alzando lo sguardo spense in lui qualunque forma di desiderio di fare a botte col compagno.

“Più importante ragazzi.. quelle lame laggiù non mi piacciono proprio, e nemmeno quei piccioni con in mano dei fucili” Disse Ares in un sussurro, la voce le tremava leggermente alla vista di tutto quel sangue ma non aveva l'onore di affermare di non esserne abituata. Eppure tutto quel sadismo e gli incoraggiamenti provenienti dalle gradinate poco distanti la disgustavano.

Il primo ostacolo mise fuori uso quasi un quarto dei partecipanti e molti di loro avevano provato a fuggire scendendo dal percorso solo per permettere al proprio cervello avere un romantico incontro con una pallottola.

“Io propongo di calcolare il periodo di ognuna delle lame e muoverci di conseguenz-”

Galahad non ebbe il tempo di finire la frase che Aldebaran già l’aveva spinto sulla traiettoria del primo pendolo. Con grazia che avrebbe fatto ingelosire il più abile ballerino, Galahad riuscì a uscirne tutto d’un pezzo e poco dopo anche Ares e Aldebaran lo raggiunsero imitando i suoi passi. Se lo sguardo potesse uccidere, Aldebaran avrebbe preso fuoco trafitto dagli occhi scarlatti del danzatore emergente.

Continuarono a correre finchè non arrivarono ad un’alta torre di metallo dove uno ad uno i corridori si gettavano legati a una corda, il punto era.. prendere la corda giusta e non diventare impasto per frittata dieci metri più sotto. Ares, giunta in cima, si ritirò lentamente verso il centro della piattaforma, luogo più distante da quel baratro che la terrorizzava. Pessima fobia quella dell'altezza, e se la uniamo al fatto che la piattaforma di atterraggio era disegnata col sangue.. 

“Mai e poi mai! Preferisco farmi sparare dai tacchini in divisa!”

"Ma non eran piccioni?" Fece notare Aldebaran in quel momento di tremenda crisi isterica per la giovane ragazza.

“Non dire idiozie Ares Zero Monochromia Gearcraft!!”

E quando Galahad pronunciava il tuo nome per intero c’era da aver paura. Molta paura. Fu sollevata di peso e legata con una corda presa totalmente a caso da Aldebaran in modi che giurava di aver visto solo su certi siti poco raccomandabili, e la cosa la preoccupava non poco.
Morale della storia? L’unica a non essersi sfracellata al suolo fu Ares.

Gal, accanto all’ancora intrappolata ragazza, era riuscito ad ammorbidire la caduta grazie all’armatura di metallo che ricopriva il suo corpo e presto fu di nuovo in piedi.
Come Aldebaran riuscì a sopravvivere a un volo di dieci metri? Beh, lui non è totalmente umano. 
   
 
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