Tamara
La Bugatti corre veloce, il vento nei capelli, intanto che scrollo di dosso l’odore dell’italiano schifoso, lo scrollo dalle spalle, quel basso, vecchio, barbuto.
La sua villa, le sue feste.
Cosa gli passava per la testa stanotte? Vecchio, perverso, ubriacone, flaccido.
È un vecchio pazzo, un perverso a cui è stato dato troppo potere quaggiù, ma ha i soldi, oh quanti soldi! Parla bene lo schifoso, le sue parole incantano, meravigliano, motivano.
E la chiamano poesia...
Comprerebbe tutto, gli venderei tutto. Però io non sono in vendita, esaltato che non sei altro.
Intanto ti regalo una stronzata per avermi invitato alla tua festa, fa schifo, ma compreresti di tutto solo per portarmi a letto, non è così?
Crepa, vecchio viscido.
Caro mio,
ricordati che il mito della donna artista è solo un mito.
Io li distruggo, i miti.
Io guardo avanti.
Io ne creo di nuovi.
Spiegazione:
Per motivi vari, questa volta lascio le spiegazioni agli intenditori ed i pettegoli