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Autore: Isidar Mithrim    20/02/2015    14 recensioni
Immergetevi in un viaggio attraverso i pensieri e le emozioni di Draco, da quando il Signore Oscuro l’ha preteso al Suo servizio fino al termine della guerra.
{Terza classificata al contest "I mille volti dell’insicurezza" indetto da Rosmary}
{Seconda classificata al contest 'Un'edita per Serpeverde' indetto da beneracconta90 e giudicato da Giuliii}
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Pavido, piccolo Draco

Ti avvicini lentamente al Signore Oscuro.
Costringi il volto a deformarsi in una smorfia fiera, illudendoti che possa mascherare la paura che ti contorce i visceri.
Hai ancora molto da imparare da tua madre, che perfino ai tuoi occhi riesce ad apparire statuaria, fiera, impassibile.
Eppure, sai bene quanto sia terrorizzata per ciò che Egli pretende da te.

In quest’istante, però, non è del dolore che hai timore, né – a differenza di Narcissa – del destino che ti attende.
Sono gli innaturali occhi rossi, il naso da serpente, la pelle cadaverica, la voce melliflua e la risata fredda di Lord Voldemort a gelarti il sangue nelle vene.
Deglutisci a vuoto, prima di riuscire a parlare.
Mentre con voce tremante giuri di servirlo e di essergli fedele a costo di sacrificare la tua stessa vita, c’è un unico pensiero che ti spinge a proseguire.
Mio padre sarà fiero di me.

Poi è Bellatrix, entusiasta ed esultante, a premerti il Marchio incandescente sull’avambraccio.
Mentre la tua carne sfrigola ustionandosi, ti senti urlare a squarciagola.
Per una frazione di secondo, perfino Narcissa dimentica di restare impassibile.
Mio padre sarà fiero di me.
Eppure, lo sai anche tu che non è quella la vera ragione per cui sei là.
E ci mette un attimo ad apparirti nella mente quel nuovo, sgradito pensiero.
Se non lo faccio, li ucciderà.
Tua madre è tornata impassibile.

**

No?” gli domandi tracotante. “Forse questo le darà più sicurezza.
Sogghigni, mostrando a Sinister il Marchio Nero, vividamente impresso sul tuo avambraccio.
Terrore è quello che leggi sul suo volto, mentre lo fissa ad occhi sgranati.
Tu, invece, non osi abbassare lo sguardo.
Perché sai che, in verità, è te a spaventare di più.
Cerchi di tenerti quel ghigno stampato sulla bocca.
Lo dica a qualcuno” momori, “e verrà punito. Conosce Fenrir Greyback? È un amico di famiglia, ogni tanto farà un salto qui per assicurarsi che lei dedichi al problema la sua piena attenzione”.
Amico di famiglia è un parolone, Draco.
A meno che non si conti quell’unica volta in cui, quando eri bambino, si presentò a Villa Malfoy.
Tu avesti gli incubi per due notti, a causa dei suoi racconti. A causa della sua faccia.

**

I tuoi tentativi di omicidio hanno quasi ucciso un altro innocente, oggi.
Stranamente, il fatto che fosse Weasley rende la faccenda ancora più dura da sopportare.
Perché, qualche volta, ti è capitato davvero di augurargli la morte.
Lo guardi mentre riposa in infermeria, la luce della Luna che gli illumina il cuscino.
Conti i suoi respiri, rilassati, pieni, vivi.
È sollievo quello che provi.
In quel momento, decidi di lasciar perdere tutte le alternative al tuo piano originale.
Funzionerà, ti convinci.
E ci mette il tempo di una fiammata di drago a sparire, il sollievo.
Perché sai che, se non funzionerà, dei tuoi genitori resterà solo il cadavere.

**

Lacrime.
Le guardi sorpreso quando cominciano a scorrere all’improvviso sulle tue guance.
Le cogli nel tuo riflesso prima di percepirle scendere, prima di sentire il loro sapore salato bagnarti le labbra.
Scendono copiose, frammiste ai singhiozzi che non riesci a trattenere, mentre cerchi di ricacciarle indietro, di lavarle via.
Non funzionerà.
Il tuo piano è fragile come un castello di carte, Draco, come una piuma di zucchero, ma non così dolce.
Guardi il Marchio che si staglia netto sulla tua pelle, nero come la pece.
Stampato lì con il fuoco per punire un padre, è ora diventato anche simbolo del fallimento del figlio.
Li ucciderà.
È tutto ciò che riesci a pensare, mentre le lacrime continuano a scendere.
E spetta a me l’ingrato compito di correggerti.
Perché ‘ci ucciderà’ temo sia molto più azzeccato.
O forse no. Forse lo sai già, che morirai anche tu… ma è per loro che stai soffrendo come un cane.

Però questo neanche io me lo aspettavo.
Che Mirtilla Malcontenta potesse riuscire a consolarti, a darti coraggio.
Non trovi ci sia un che di paradossale?
No, be’, come potresti...
Perché tu non lo sai e lei non lo sa che avete in comune molto più delle lacrime.
Ma io trovo estremamente curioso il fatto che la vita di entrambi sia stata distrutta dallo stesso uomo.
Dallo stesso mostro.

**

Funziona.

La gioia t’invade, ti esalta.
Non li ucciderà.
Ora manca solo la parte più difficile.
Quella a cui non hai ancora avuto il coraggio di pensare.

**

Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti..."
Fissi Silente, la bacchetta tesa contro di lui.
Il tuo cuore batte così veloce, così potente, che temi tra poco esploderà.
Solo allora lo capisci.
Comprendi che non avrai mai il coraggio di pronunciare quelle parole, di evocare quella luce verde e letale.
Non contro il mago che, nonostante tutto, vuole ancora salvarti.
Non contro innocenti colpevoli solo di essere Sanguesporco o di non disprezzarli.
Continui a parlare, mentre le tue certezze si sgretolano e volano via trasportate dalla brezza primaverile.
Lasci parlare anche lui, illuminato dal bagliore verdastro del Marchio Nero che splende sopra la Torre, sopra di te.
Ancora una volta, testimone del tuo fallimento.
Non entra in testa, a quel vecchio, che non hai alternative. Che il Signore Oscuro li ucciderà, ti ucciderà – questa volta la sfumatura non ti sfugge affatto – se non porterai a compimento il tuo piano. Il suo piano.
Non ci sarà Ordine o prigione in grado di proteggervi, se fallirai.
Eppure il tempo passa, le parole scorrono e la tua determinazione scema sempre di più.
E all’improvviso, ti assale lampante la verità.
Sono un codardo.
Nemmeno per loro, nemmeno per te uccideresti.
E credere che pensavi di riuscirci per la gloria.
Pavido, piccolo Draco, ti sussurra insidiosa la tua mente con la voce di Bella.

Per fortuna c’è Severus a vegliare su di te.
Sempre.

**

I tuoi occhi si alzano continuamente su di lei, come un ago che torna sempre al Nord.
Lei, la prossima vittima innocente che sarai costretto a veder morire.
Lei, il cui volto visiterà i tuoi sogni, impresso per sempre nella mente come quello di Silente.
Quando la fa rinvenire, abbassi lo sguardo.
Non vuoi incrociare i suoi occhi terrorizzati.
Ma, soprattutto, temi di diventare l’ultima persona che la donna abbia guardato, prima di esalare l’ultimo respiro.
E ti vergogni di quel timore infantile, di aver chiuso gli occhi mentre la uccide a sangue freddo, di essere l’unico a cadere dalla sedia, quando il corpo di Charity Burbage crolla sul tavolo con uno schianto.
Non riesci a trattenere un conato, quando Nagini l’azzanna.
Piccolo, pavido Draco, cantilena la voce nella tua testa.

**

Allora, Draco? È lui? È Harry Potter?
Io non… Non sono sicuro
Un terrore improvviso ti assale.
Non osi avvicinarti.
Vuoi tenerti alla larga da Greyback.
Pavido, piccolo Draco.
Vuoi tenerti alla larga da lui.
Perché anche da quella distanza l’hai capito, vero?
Hai capito che quello è davvero Harry Potter.
Non importa quanto sia gonfio e deforme il suo viso, lo riconosceresti tra mille, l’Indesiderabile Numero Uno.
Tuo padre, eccitato come mai l’avevi visto, ti costringe ad accostarti a lui.
Ti indica la sua cicatrice, che risalta tesa sul volto tumefatto.
“Non lo so” insisti.
Come sempre un codardo, quando si tratta di condannare a morte l’ennesimo innocente.
Gli ennesimi innocenti.
Ma non vuoi che anche i loro sguardi disturbino il tuo sonno.

**

Se non hai il coraggio di finirli, lasciali in cortile, ci penserò io.”
Come ti conosce bene tua zia, piccolo, pavido Draco.
Mentre li porti fuori facendoli levitare, per un attimo sei tentato di risvegliarli, di scuoterli, di gridar loro di fuggire, più rapidi e silenziosi possibile.
Ma questi innocenti non li conosci.
Che poi tanto innocenti non sono, i Ghermidori.
È questo che ti ripeti come un mantra, mentre volti loro le spalle condannandoli a morte.
Pavido, piccolo Draco.
Sconfitto, stai per rientrare nel salone, quando l’urlo disumano della Mezzosangue ti gela il sangue nelle vene.
Ancora e ancora.
E non sai se a spaventarti di più sia la sua sofferenza o la consapevolezza che Bella si stia esaltando nel procurarle dolore.
Solo quando sembra essere tutto finito hai il coraggio di tornare dentro, ricacciando indietro il pianto.

**

Alla fine, però, hai capito.
Quando ti sei stretto a lui con tutte le tue forze a cavallo di quella scopa, unica ancora di salvezza nel mare di fiamme.
Quando lo hai visto finire Voldemort con un incantesimo di disarmo.
Quando il tuo Marchio si è spento e sei tornato un uomo libero.
Codardo non è chi si rifiuta di uccidere, coraggioso è chi sceglie di non farlo.


************


Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui!
Prima di tutto, devo sottolineare ogni frase in corsivo all’interno delle virgolette è citata da Harry Potter e il Principe Mezzosangue o Harry Potter e i Doni della Morte.
Mi sarebbe piaciuto scrivere che Bella lo avesse canzonato anche da piccolo per i suoi incubi su Fenrir, peccato fosse ad Azkaban.
Il “Sempre” riferito a Piton che lo protegge avrei tanto voluto scriverlo in inglese, “Always”… Riferimenti assolutamente non casuali ;)
Per Marchio “spento” intendo non vivido, sbiadito. Mi pare di aver letto che non siano spariti del tutto dopo la morte di Tom, ma che siano diventati diciamo cicatrici della marchiatura a fuoco, senza essere magicamente vividi.
Ah, qualcosa di simile su Draco l’avevo già scritto nella terza drabble di “Tatto”… Diciamo che questa ne è la versione estesa.

Alla prossima,
Isidar^^

   
 
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