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Autore: lokiandcoffee    23/02/2015    2 recensioni
Seguito del primo film di Thor.
Riprende esattamente dal punto in cui Loki si lascia cadere nel vuoto.
Una Thorki iniziata come un esperimento ma che sta prendendo sempre più forma nella mia testolina, probabilmente ci saranno crossover più avanti e molti casini per il nostro amato Loki, tra rancori e amori vecchi e nuovi.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Casa.




Frigga sorrise dolcemente, e visibilmente sovrappensiero, mentre adagiava con cura le coperte finemente decorate con ricami dorati sopra il corpo esile di Loki disteso sul letto. Una delle cose che più le erano mancate era poter prendersi cura di lui come se nulla li avesse mai divisi, e come se non ci potesse essere niente a dividerli ancora.
All'inizio Odino aveva insistito affinchè non sarebbe dovuto spettare a lei occuparsene, ma niente aveva smosso la Regina dalla decisione di curare suo figlio e stargli accanto quanto più poteva. La mancanza di Loki, nonostante tutto, l'aveva distrutta e vederla così ora era come tornare indietro in quegli anni in cui un Loki bambino e con le lacrime agli occhi correva tra le sue braccia con una ferita procuratasi in giardino a causa della sua troppa curiosità o quando gli rimboccava le coperte dandogli la buonanotte con uno dei suoi caldi abbracci.
Ma poi anche per Loki era arrivato il momento di crescere, così come per Thor, ma non per questo il loro rapporto era cambiato. Certo, magari non correva più piangendo verso di lei, non gli chiedeva di raccontargli ogni sera la sua storia preferita, non piangeva tra le sue braccia come aveva fatto tante volte quando erano lontani da tutti, ma Loki ricordava perfettamente ogni insegnamento che sua Madre gli aveva dato, ogni prezioso consiglio per spingerlo a fare di più, ricordava i suoi abbracci caldi e i loro sguardi complici. E forse bastava questo.

-E' uno Jotun. Non c'è bisogno che tu lo copra.-

Odino, che la osservava da un pò standosene in disparte, aveva iniziato davvero a preoccuparsi del fatto che la sua Regina non sembrava affatto intenzionata a lasciare il capezzale di suo figlio, nemmeno dopo essere stata per ore ad osservarlo nel sonno. Per cui si concesse di borbottare quelle parole ricordandole la sua presenza.

-Lo so.- l'espressine serena sul suo viso non mutò, continuava ad accarezzare il viso, le mani o i capelli di Loki sperando che questo potesse sentire in qualche modo la sua presenza e reagire.
-Ma mi ricorda quando era ancora solo il mio piccolo Loki.- mormorò mentre continuava a pregare di vederlo riaprire gli occhi.
-E tu dovresti smetterla di stare lì a brontolare. Rammenta invece di quando ti rivolgevi a lui come un padre orgoglioso.-

Odino mosse qualche passo che gli permise di avvicinarsi quanto bastava per ammirare il viso di Loki pallido e magro più di quanto lo ricordasse e i suoi occhi chiusi mentre il corpo immobile avrebbe fatto pensare che fosse privo di vita se non fosse stato per il respiro debole che provocava il movimento impercettibile del suo petto.
Su e giu. Così calmo e silenzioso.
Si soffermò ad osservarlo per qualche istante prima di ridare voce a quel silenzio.

-Non siate così premurosa, mia Regina, se il suo unico desiderio appena sveglio sarà quello di andare via.-

-Se lo farà, sarà solo per il volere di qualcun'altro.-

-In caso contrario passerà l'eternità in una prigione.-

-L'eternità.- ripetè Frigga sfiorando le dita di quella mano abbandonata sulle coperte, come fossero fatte di porcellana. Lunghe e perfette.
-Non siate così duro con lui. E' soltanto...siamo stati noi a fargli questo.-

-Sono state le sue azioni a fargli questo. Non hai colpa per essere stata una buona madre.-

Se lo fossi stata...non saremmo giunti a questo..

-E' pur sempre nostro figlio. Lo abbiamo cresciuto come tale e anche se tu dovessi smettere, io continuerò a farlo. E non smetterò di guardarlo come la prima volta in cui l'ho tenuto tra le braccia, come se fosse la cosa più preziosa. Persino Thor ha imparato ad amare ogni suo difetto, e non puoi pretendere che smetta semplicemente di farlo. Sapevamo che non sarebbe stato facile, lo sapevamo fin dall'inizio, ma abbiamo detto che avremmo fatto in modo che sarebbe andata bene, e io ho intenzione di mantenerla quella promessa. Solo sarebbe più facile farlo con te al mio fianco.-

Odino ascoltò quelle parole con attenzione, in silenzio, e intrappolato in quell'amore che lo spinse a stringerla a sè.
Frigga non protestò, lasciò che quelle braccia la facessero sentire al sicuro ancora una volta, perchè non bastavano le mura del castello se non c'era lui al suo fianco. Posò la testa sul suo petto e si strinsero a vicenda.
Sembrò durare solo pochi secondi, perchè non era abbastanza, non avrebbe mai potuto essere abbastanza.

-Non permetterò mai che tu sia sola ad affrontare tutto questo. Ma non posso prometterti che Loki non pagherà per i suoi crimini.-

Frigga ascoltò con pazienza le sue parole. Poi chiuse gli occhi lasciandosi cullare da esse e dalle braccia del suo Re attorno al proprio corpo.

-Ricordi prima che nascesse Thor? Ricordi le guerre che ci hanno tenuti lontani?-

-Ricordo che sembravano non finire mai.-

-Eppure eccoci qui. E supereremo anche questo.-

Frigga mosse il capo, annuendo, e sorrise. Odino aveva questo suo orgoglio che gli permetteva di proteggere i propri sentimenti, eppure in quei momenti sembrava possedere il più dolce dei cuori. E adorava il fatto di poter sempre contare su questo.
Perchè anche tra miliardi di anni, di secoli, o anche dopo tutti il tempo del mondo, tra le ceneri dei loro sguardi, loro non sarebbero mai finiti.












-Hai attraversato il più insidioso dei Nove Regni solamente per riportarlo qui.-

Thor non voltò il capo, riconoscendo la voce di Odino alle sue spalle. Sapeva che avrebbe chiesto spiegazioni prima o poi, ma forse non era pronto a darne: non aveva pensato alle conseguenze, non aveva pensato a ciò che sarebbe potuto accadere a Loki una volta tornato ad Asgard, non si era preoccupato di nulla, se non di riaverlo lì. Di riaverlo a casa.
Dal momento in cui aveva fatto ritorno con un Loki sanguinante e svenuto tra le sue braccia, lo sguardo preoccupato di suo padre non gli aveva dato tregua. Poche volte avevano ripreso l'argomento dopo la sua scomparsa ma mai Odino avrebbe pensato di vederlo capace di un'azione tanto avventata.
Nessun principe avrebbe mai attraversato le terre di Jotunheim da solo, nessun guerriero avrebbe messo in pericolo il proprio regno e la propria gente per portare in salvo qualcuno che sarebbe dovuto essere morto.

-E' a casa ora. E' qui che deve stare.-

Poche volte lo aveva visto con quell'espressione sul viso, mentre guardava il giorno terminare dal suo terrazzo dorato ora tinto di un rosso che si rifletteva nel tramonto. E magari era stata solo l'ennesima azione avventata, solo un altro capriccio di un dio fin troppo giovane, eppure Odino continuava a pensare a quanto fosse nuova quella luce negli occhi di suo figlio.
Un figlio a cui aveva dato sin da piccolo l'enorme fardello di amare una creatura che mai sarebbe stata in grado di meritarsi tali sentimenti da parte sua. Perchè forse poteva ancora pensare a Loki come a suo fratello ma nelle vene il sangue sarebbe stato sempre diverso e questa era una cosa che non poteva essere cambiata. Gli era stato insegnato ad odiarli certi mostri...   

-Questa non è una decisione che spetta a te prendere. Loki ha tradito, ha messo in pericolo l'intero regno.-

-Sono pronto ad assumermi la responsabilità di qualunque sua azione d'ora in avanti, ti chiedo solo di risparmiarlo alla sentenza del consiglio.-

Chiese placidamente, come se tentare di salvare il mostro fosse qualcosa che doveva essere fatto.
Eppure la sua mente non riusciva ancora a capacitarsi di come questo potesse essere vero. Non lo aveva mai visto, Loki, nelle sue vesti da Jotun e non riusciva a far altro che pensare che per tutto quel tempo aveva amato una bugia. Quello che aveva avuto al suo fianco non era mai stato il vero Loki, nient'altro che una menzogna.
Tutte quelle storie sulla potente Asgard, sui grandi esercizi di Odino e di Bor, tutte quelle leggende sui temibili Giganti di ghiaccio pronunciate dallo stesso Loki che con un libro tra le mani gli raccontava meravigliato di guerre e vittorie, di antenati e creature malvagie, lo stesso Loki che inconsapevole aveva fantasticato di memorabili battaglie contro i mostri a cui non sapeva di appartenere.
E chissà se Thor lo avrebbe mai temuto, chissà se lo avrebbe guardato allo stesso modo al suo risveglio. Quante cosa sarebbero cambiate, quante cose da spiegare e quante altre da cui nascondersi.  

-Cosa ti spinge a fare così tanto per lui? Loki e' nemico di Asgard, ora.-

-E' mio fratello.- disse, senza alcuna traccia di esitazione -Sei stato tu a portarlo qui...era così piccolo..-

-Non hai mai dimenticato quel giorno..-

-L'unica cosa che non dimenticherò d'ora in poi temo sarà il modo in cui hai mentito a tutti noi sin dall'inizio.-

-Davvero non credi che io lo abbia fatto per proteggerti?-

-Proteggermi da che cosa? Dalla verità? Pensi che le menzogne con cui siamo stati cresciuti siano migliori della semplice verità?-

-Non è mai stato così semplice, dovresti comprenderlo ormai. Avresti accettato di condividere la tua vita, le tue cose, il tuo tempo con uno Jotun? Lo avresti accettato nel tuo regno? Tra la tua gente?-

-L'ho fatto.-
Gia. Lo aveva fatto, aveva sempre condiviso tutto con lui e aveva dimostrato che in fondo non erano poi così diversi.
E se solo Odino, o chiunque altro, si fosse sforzato un pò di più nel vederlo al pari di Thor allora magari il suo sangue Jotun non avrebbe più contato molto. Ma questo non era mai accaduto: Odino aveva sempre preferito Thor, suo legittimo erede, e Loki aveva continuato a pensare che doveva per forza esserci qualcosa di sbagliato in lui.
-E lo hai fatto anche tu.- gli ricordò allora.
Ma dopotutto, nemico o no, Loki era sempre stato la cosa più importante nella vita di suo fratello.
Solo che quello non glielo aveva mai detto.

Odino tacque. E un silenzio glaciale si stese come un velo su di essi.
Thor intanto pensò a come sarebbe potuto essere, a cosa sarebbe stato diverso e a cosa no.

-E ora cosa ne sarà di lui? L'ho riportato ad Asgard perchè fosse al sicuro...non sopporterei di vederlo in catene.-

-Non esiste luogo nei Nove Regni in cui tu possa tenerlo al sicuro. Non puoi salvarlo da qualcosa che è parte di lui, nè tanto meno sottrarlo al destino che le Norne hanno voluto gli appartenesse. Il cammino di Loki è colmo di insidie, Thor, e il tuo perdono non lo salverà dalla condanna che gli verrà imposta. Risponderà delle sue azioni in prima persona: non appena sarà sveglio il consiglio prenderà una decisione riguardo la sua condanna, dopo di chè verrà scortato nelle prigioni.-

Con quelle parole Odino sperò di metterlo a tacere e zittire qualunque altro dubbio egli avesse, dopotutto forse Thor era ancora troppo ingenuo per comprendere fin dall'inizio quella storia.

-Padre..- lo chiamò infatti vedendolo allontanarsi.

-Non un'altra parola.-

Bastò questo a convincerlo a lasciar cadere il discorso.
Padre-Tutto aveva espresso la sua decisione, ma a questo punto niente vietava a Thor di prendersi cura di suo fratello. Infatti nessuno aveva mai detto che non avrebbe dovuto farlo.
Quindi avrebbe continuato a trattarlo come un principe perchè, almeno quello, lo era sempre stato.





 
  
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