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Autore: Saja    25/02/2015    1 recensioni
100 prompts tutte categoricamente Rumbelle!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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90. Incubo

La porta di casa era aperta, spalancata. Il corridoio d’entrata era irriconoscibile. Oggetti sparsi ovunque, gettati a casaccio, rotti, rivoltati. Spostò con i piedi quello scempio e si diresse in salotto. Qualcosa gli diceva che il peggio doveva ancora arrivare ed infatti, lì vide la moglie riversa a terra. Si accucciò accanto a lei prendendole con delicatezza le spalle tra le mani e facendola girare per guardarla in viso. “Belle! Belle!” chiamò “amore, rispondi”. La ragazza dopo qualche tentativo aprì gli occhi e biascicò un “Rumple, sei tu”. Sul viso dell’altro si dipinse un timido sorriso. “Ssst. Ora sono qui, va  tutto bene”. Lei richiuse gli occhi lasciandosi cullare dalle parole del marito, ma li riaprì subito ricordandosi di una cosa importante. “La bambina!” urlò quasi e prima che lui potesse ribattere Belle cercò di tirarsi in piedi aggrappandosi a lui “la bambina, Rumple! Voleva la bambina”. Il terrore si dipinse sul suo volto. “Tranquilla” sibillò cercando di rimanere calmo lui stesso “ci penso io” e dopo averla aiutata a sedere sul divano si diresse correndo su per le scale, facendo i gradini a tre a tre. Il cuore aveva iniziato a farsi pesante mentre raggiungeva la cameretta con la culla di sua figlia. Non dovette neanche spalancare la porta, perché la trovò scardinata e attaccata al muro. In quella stanzetta regnava il silenzio, tanto che poteva sentire l’eco dei suoi stessi passi. Si avvicinò alla culla e la trovò vuota. Il piccolo completino con gli anatroccoli che Belle molto amorevolmente aveva messo, la mattina quando l’aveva rifatta, gettato alla fine, vicino alle sbarrette bianche.

“Noooo!” sentì urlare dietro di lui. Si voltò, giusto in tempo per vedere la moglie sbiancare ed inginocchiarsi a terra. “La mia bambina” sospirò “Si è preso la nostra bambina!” urlò mentre le lacrime le iniziarono a rigare il volto. Doveva saperlo, doveva immaginarlo che Belle non sarebbe rimasta buona in salotto, ma che lo avrebbe seguito, fino alla camera della figlia.

“Tranquilla” tornò a dirle. Le prese il viso tra le mani, mentre lei rialzatasi cercava di arrivare alla culla ormai vuota. La ragazza poteva sentire il tremore nelle sue mani, nonostante lui stesso la incitasse a rimanere tranquilla. “Ce la riprenderemo. Questo è poco, ma sicuro” le promise, stringendo le labbra. L’altra annuì piano e sciolto la presa delle mani di lui sul viso, arrivò alla culla dove ebbe un’altra crisi di pianto. Tirò un po’ a se il completino tra le sbarre e da lì cadde un foglio di carta. Rumple fu veloce e lo raccolse.

“Ti sei preso mia figlia, mostro. Ora io mi prenderò la tua”. Nessuna firma, nessun motivo del gesto. La sua mente tornò alla foresta incantata dove a volte, lui si era trovato a “smerciare” bambini come merce di scambio, ma erano i genitori principalmente a chiamarlo, lui sigillava con loro solo uno stupido accordo. Chi era quindi, questa persona così piena di rancore nei suoi confronti? Non che la lista fosse corta, ma addirittura da rapire la sua bambina! Accartocciò il foglio ed abbracciata Belle, promettendole che sarebbe andato a cercare la loro figlia scese in strada.

Fuori era tutto tranquillo. Il maggiolino giallo di Emma, Ruby che metteva il cartellone di Granny all’entrata del locale, il suo negozio dei pegni, rimasto intatto mentre in casa regnava il caos, ma c’era qualcosa che non quadrava… c’era qualcosa che non gli tornava. Guardò in alto. Ma certo! La torre dell’orologio! O meglio… l’orologio! Salì in fretta le scale che portavano al simbolo di Storybrooke e lì la vide. Piccola, dolce, fragile,  senza colpe, che dormiva nel passeggino che lui e Belle usavano per portarla a passeggio per la città. Senza pensare cercò di avvicinarsi a sua figlia, ma qualcosa glielo impedì.

“Finalmente ci rincontriamo, Oscuro” sibillò una voce mai sentita prima. Rumple si voltò ma in quell’istante…

“Rumple, Rumple, amore svegliati!” Belle lo scostava dolcemente per cercare di svegliarlo.

“Belle” la voce di lui era impastata nel sonno “cos’è successo?”.

“Devi avere avuto un incubo, mi sono svegliata che gridavi e ti rigiravi nel letto. Penso tu abbia svegliato anche la piccola” c’era una punta di ammonimento nella sua voce per aver svegliato la bambina nel cuore della notte, ma questa si spense subito. “Ora è tutto finito”.

Lui restò un attimo a guardarla, ricordando l’incubo, cercando di convincersi che non fosse reale. “Si, ora è tutto finito” rimarcò quella frase accarezzando il viso della moglie. “Scusa se vi ho svegliate” l’altra sorrise e scosse il capo. “Torna pure a dormire” le disse scendendo dal letto. “E tu dove vai?” Belle alzò il viso mentre si tirava su le coperte fino al naso.

“In cucina, a prendere un po’ d’acqua, stai tranquilla, va tutto bene”.

“Sicuro?”

L’altro fece un cenno affermativo con la testa prima di scomparire oltre la porta che portava al corridoio. Prima di scendere le scale per andare in cucina, Rumple aprì la porta della camera della figlia e cercando di fare poco rumore si avvicinò alla culla. La bambina dormiva placida, di un sonno tranquillo, come lo può essere solo il sonno dei bambini, di tanto in tanto sorrideva con la sua boccuccia sdentata. Rumple le accarezzò piano la fronte, promettendo a se stesso che mai e poi mai quell’incubo sarebbe divenuto realtà.
  
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